In un precedente post, mi ero soffermato sulla connotazione extra-scientifica di determinati termini tecnici in uso nella paleontologia, che generano, per via del loro ibrido significato colloquiale, reazioni distorte e fraintendimenti nel lettore non professionista. Tra questi termini avrei potuto sicuramente includere "cannibalismo". Nelle scienze naturali, il cannibalismo è una tra le varie forme di predazione. Esso si differenzia dalle altre solamente per una caratteristica tassonomica: l'oggetto della predazione ed il predatore appartengono alla stessa specie. La predazione cannibalistica è relativamente diffusa in natura, e va dalla soppressione di uova non schiuse, uccisione di figli di altri della stessa specie, saprofagia su carcasse, fino alla predazione attiva "vera e propria". Tra i vertebrati terrestri attuali, essa è descritta abbondantemente tra rettili e uccelli, oltre che in vari mammiferi carnivori ed onnivori. Tuttavia, la nostra intima percezione di questo comportamento naturale, evolutosi come molti altri in quanto adattativamente funzionale (e, spesso, nemmeno percepito dall'animale come differente da qualunque altra predazione), è fortemente distorta dall'innato bisogno umano di antropomorfizzare gli altri animali. Nell'uomo, il cannibalismo (a parte i casi derivati da contingenze estreme o patologiche) ha sempre una connotazione culturale. Sia come tabù, che come rituale, il "nostro" cannibalismo sfonda gli arbitrari limiti tra natura e cultura, acquisendo connotati simbolici e valori. Tuttavia, ciò non implica minimamente che lo stesso possa applicarsi agli altri animali. Data questa premessa, doverosa e fondamentale, passiamo al recente studio di Longrich et al. (2010).
Longrich et al. (2010) descrivono 17 esemplari di resti di dinosauro provenienti da varie collezioni museali, recanti tracce di predazione da parte di Tyrannosaurus. Di questi, 4 sono resti di Tyrannosaurus rex (3 da ossa del piede ed un omero). Forma e dimensioni corrispondono alle altre, lasciate con sicurezza da Tyrannosaurus su resti di prede. Inoltre, Tyrannosaurus è l'unico taxon di predatore di grandi dimensioni noto nella Formazione Hell Creek in grado di lasciare simili segni. Dato che, attualmente, non esistono prove dell'esistenza di più di una specie di theropode predatore gigante, né di tyrannosauroide, nella Formazione Hell Creek, le evidenze dimostrano che Tyrannosaurus praticava cannibalismo. Molte delle tracce di denti riportate nello studio sono attribuibili ad esemplari subadulti di Tyrannosaurus (o da un adulto ma praticando il morso con i denti più posteriori - di dimensioni più ridotte rispetto ai denti mascellari anteriori). Come detto nell'introduzione, questa conclusione non ha alcunché di bizzarro, macabro o eclatante, per chi studia i theropodi (o, in generale, gli animali). Il fatto che i segni provengano da ossa degli arti (e non dal cranio o dal dorso) e che non mostrino segni di rimarginazione, propende a interpretarli come morsi prodotti per nutrirsi della carne, piuttosto che l'esito di combattimenti tra due animali in vita. Inoltre, la localizzazione dei morsi in aree poco ricche di tessuto, suggerisce che si tratti di saprofagia su una carcassa già precedentemente spolpata da altri animali, come nel caso discusso qui.
Ho mostrato plausibili evidenze di cannibalismo per Deinonychus e Mapusaurus in precedenti post. Alla luce delle numerose evidenze in varie specie di theropodi, e considerando la diffusione del cannibalismo in mammiferi e rettili moderni, questi studi confermano una prassi del comportamento animale. Il cannibalismo rientra nei meccanismi interni di dinamica delle popolazioni di predatori, e, nel caso dei superpredatori, esso è tra le principali forme di regolazione del numero degli individui presenti in un areale. L'abbondanza di probabili evidenze di saprofagia, unite al cannibalismo, conferma l'ipotesi che Tyrannosaurus fosse un predatore opportunista e non selettivo.
Come ho scritto all'inizio del post, qualunque argomento che esuli dalle considerazioni emerse analizzando oggettivamente i dati è pura mistificazione (ed ignoranza paleontologica). Ovviamente, non dubito che la mistificazione prolifererà all'ombra di un feticcio così potente come "T. rex cannibale".
Bibliografia:
Longrich NR, Horner JR, Erickson GM, Currie PJ. 2010. Cannibalism in Tyrannosaurus rex. PLoS ONE 5(10):
e13419.
doi:10.1371/journal.pone.0013419
Curiosità, i due scheletri che si vedono nella foto all'inizio del post dove erano esposti e quando?
RispondiEliminaSono forse gli scheletri di _ T. rex_ esposti a New York prima della seconda guerra mondiale?
erodoto
Ho visto che hai citato Mapusaurus e Deinonychus, ma hai tralasciato le ipotesi di cannibalismo di Majungasaurus. Questo perché è ad oggi considerata un'ipotesi basata su prove poco convincenti?
RispondiEliminaErodoto, sì, sono quelli.
RispondiEliminaDiego: ne parlai qui: http://theropoda.blogspot.com/2008/06/competizione-intraspecifica-nei.html
Un giorno, se ti manca l'ispirazione per un post sull'iconico tirannosauro potresti parlarci delle peripezie di questi due scheletri, per esempio sulle pose con cui furono montati, sui ritocchi, sulla paura che gli italiani bombardassero New York e il trasferimento di uno dei due ecc....
RispondiEliminaErodoto
Hai già detto tutto ;-)
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