(Rough) Translator

21 maggio 2025

Billy Resignation

 


Dopo oltre quindici anni di onorata carriera, il filone di post della serie "Billy e il Clonesauro" di questo blog finisce qui. Tutte le cose hanno una loro fine, ed anche Billy è diventato vecchio e stanco. Lasciamolo andare in pensione.

Tutto iniziò agli albori del blog, quando scrissi una serie di post a tema paleontologico i quali utilizzavano i celebri dinosauri di Jurassic Park come pretesto per parlare di tematiche interne alla paleontologia. I post quindi non parlavano del film, ma usavano il film per parlare di paleontologia. A me pareva ovvio e del tutto innocente. Un modo per fare divulgazione paleontologica salendo sulle spalle di un iconico film che tutti conoscevano. 

Non tutti percepirono i post in quel modo. Una parte dei commenti a quei post mi svelò l'esistenza dei fanboy duri di Jurassic Park, ovvero, una minoranza di appassionati del film (e del Franchise che è derivato dal film) i quali non tolleravano che si potesse parlare di paleontologia usando il film come semplice pretesto pop. Invece di leggere i post come un pretesto per parlare di paleontologia, essi lo leggevano come una critica al loro adorato film. Stravolgevano totalmente il senso dei post, e lo consideravano una sorta di blasfemia nei confronti del loro idolo. Per una bizzarra deformazione psicologica, i fanboy duri ritengono di essere i soli autorizzati a parlare di quel film, quasi che autoproclamarsi un "fan" conferisca dei diritti esclusivi ed una qualche autorità su un prodotto mediatico di cui in realtà si è solamente dei semplici utenti e fruitori passivi.

Caro fanboy, Jurassic Park non è la tua cara nonna, e tu non hai l'esclusiva su come gli altri possano guardarlo, analizzarlo, percepirlo e commentarlo. Essere un "fanboy" non conferisce alcun diritto speciale, né il patentino di Ajatollah del Franchise che detta le regole su cosa si possa o non si possa dire in merito a quel prodotto. 

Sia chiaro, i fanboy duri sono una minoranza, e non sono solamente in Jurassic Park. Ma sono molto rumorosi. A volte anche volgari.

Non ho mai capito l'ostilità verso i miei post. Non ho mai compreso perché uno senta l'impulso a commentare con toni aggressivi in un blog solamente per lamentarsi del fatto che si parli in modo originale ed alternativo di un film. Non ti piace quello che scrivo? Ignora il blog! Qualcuno ha mai visto un mio commento lasciato sulle pagine dei fanboy? No, perché non vado a casa degli altri a disturbarli. Qualcuno ha mai letto una mia invettiva o commento feroce nei forum degli appassionati? No, perché a differenza di quelli che vengono qui solamente per dirmi cosa posso o non posso scrivere, io rispetto la libertà altrui di parlare a casa loro di quello che loro piace, nei modi che a loro piace.

Proprio la ottusa ostilità dei commenti più fanatici mi ha ispirato ad avere sempre un tono scanzonato e ironico su questo tema. Il mondo è bello perché è vario. Quindi, nonostante le regolari invettive velenose, ho continuato a scrivere post sulle mie impressioni, suggestioni, sempre con un tono leggero, dissacrante e divertito.

Ad ogni modo, per la gioia dei più feroci critici dei miei post, questa serie si chiude qui.

L'ultimo trailer di Jurassic World 4 dimostra che il Franchise originario di Jurassic Park si è estinto. Il film si annuncia come un Monster Movie classico, con tematiche e contesti ben diversi da quelli originari di Jurassic Park. Di Jurassic rimane solo il nome, ma non l'anima.

Jurassic Park era un film intriso positivamente di paleontologia. Questo è il motivo per cui così tanti paleontologi lo hanno amato. I dinosauri erano intesi come animali reali, costretti dalla tecnologia a vivere in un contesto innaturale. I paleontologi erano i protagonisti, eroi positivi, non spalle secondarie di supereroi (o eroine, vedi l'ultimo film) molto muscolari ma poco intellettivi, armati di fucili mitragliatori ma privi di basi scientifiche. I Grant, Sattler e Malcolm sono stati sostituiti dagli Owen e dalle Zora. Nel primo film, non c'era spazio per creature totalmente di fantasia. Le licenze artistiche, pur presenti, erano motivate biologicamente, e non portavano a creature soprannaturali da fumetto. Ibridi, mutanti e mostri artificiali erano del tutto assenti da quel film. Solo dinosauri.

Jurassic Park accenna a tematiche paleontologiche, e lo fa con consapevolezza: il metabolismo endotermico oppure ectotermico, il legame evolutivo con gli uccelli. Ciò rendeva Jurassic Park qualcosa di veramente speciale per chi, come me, è appassionato da sempre alla Scienza Paleontologica, ai dinosauri in quanto prodotto dell'investigazione scientifica. 

Tutto questo è svanito in questi nuovi film. La trama è la ripetizione di elementi action già visti altrove. La paleontologia è del tutto assente. I dinosauri sono piccoli Godzilla. Siamo tornati nel più classico e stereotipato contesto dei film sui mostri.

Pertanto, non è più materia per un blog che ha come suo nucleo principale la scienza dei dinosauri.

Il blog quindi non si occuperà più di Jurassic World e del suo universo narrativo.

Se tornerò a parlare di quei film, sarà solo per menzionare il primo episodio, quello nel quale la paleontologia e i dinosauri erano i veri protagonisti.

Almeno per questa volta, evitate di lamentarvi.

 

20 maggio 2025

RECENSIONE DEL TRAILER DEL QUARTO EPISODIO DELLA SECONDA TRILOGIA(ok, ma se è un quarto episodio, allora non è una trilogia) DI BILLY PARK

Too late, bro.

Approfitto delle pause necessarie a far macinare le analisi filogenetiche per lo studio di un nuovo taxon (no spoiler!) per commentare il trailer appena uscito del prossimo episodio di Billy Mundo.

A differenza del mio pudore nel non parlare del mio nuovo taxon, il trailer ci va pesantissimo e praticamente ci spiattella l'intero film senza bisogno di andare al cinema. Dire "recensione senza spoiler" di questo trailer equivale a dire "non parlo del trailer". Se sommiamo questo trailer alle notizie già fatte circolare dalla produzione, è abbastanza chiaro cosa vedremo al cinema. 

Hollywood, quando imparerai che un trailer NON deve essere un abstract del film?

Il trailer si apre con il laboratorio segreto che nessuno conosceva ma nel quale sono stati creati i primi cloni di dinosauro, ovvero, un retcon del secondo film del 1997 (a sua volta, un retcon del primo film del 1993). La scena è chiaramente un flash-back poiché abbiamo il laboratorio bianco e lindo, e una specie di estetica vintage anni '80. Vediamo il famigerato MutanDino che afferra la solita comparsa che deve morire malissimo, e capiamo che per essere antico quanto il laboratorio vintage anni '80, MutanDino ha almeno 35-40 anni... quindi è un dinosauro mutante millennial. Il peggio del peggio (parola di X-Gennial).

A me questa cosa che ora è canonico che John Hammond sia stato un bugiardo patologico che ci ha nascosto tutti i suoi mega-laboratori inizia a stare sullo stomaco. Non è carino scaricare tutte le bugie su una persona defunta. Ora, se il trend è questo, nel prossimo episodio scopriremo che questo laboratorio appena scoperto in questo film non fu il primo primissimo originale, perché ce ne fu uno ancora prima, risalente al 1980, basato su tecnologia genetica degli anni '70 e computer a vapore... e poi un altro ancora precedente, così a ritroso fino al 3800 avanti Cristo, quando gli ultimi dinosauri salirono sull'Arca di Noè.

Scopriamo che su questa isola dimenticata da Dio ci sono intere mandrie di dinosauri sauropodi. La cosa è ovviamente demenziale, dato che nel precedente film abbiamo avuto l'INTERO PIANETA TERRA popolato da dinosauri di tutte le forme e dimensioni. Ma tutti (sia i personaggi che il pubblico) faranno finta di non aver mai visto un dinosauro in vita loro, e che Uh, Ah, Caspita! Un dinosauro! Che figata incredibile! Tutto con sottofondo di John Williams.

Ecco, qui si tocca il punto più dolente dell'intero Franchise di Billy... la totale indifferenza e disprezzo verso la continuità temporale. Ad ogni episodio, i dinosauri cambiano livrea, il numero delle specie clonate cresce esponenzialmente, il numero delle isole usate come laboratori, dei centri di ricerca (tutti ovviamente super-segreti fino al prossimo episodio) e dei miliardi di dollari spesi si moltiplica come una pandemia, ed elementi chiave della trama precedente vengono sistematicamente ignorati, negati, rivisti, stravolti e rinnegati. E tutti sembrano non aver mai visto un dinosauro prima di quel momento.

Vi ricordate le bambine clonate che erano nipoti di soci mai visti prima che nel film successivo diventano cloni dirette di figlie genetiste premi Nobel mai viste né sentite prima? Da dove saltava fuori la genetista geniale? Da nessuna parte. Per quattro episodi avevamo creduto che il solo genetista fosse Wu (a Isla Nublar, anzi, no, su Isla Sorna), poi si scopre che invece tutto il lavoro era stato fatto altrove. La trama è totalmente incoerente, sconclusionata, frammentaria ed episodica che viene il sospetto che ogni episodio si svolga in un universo alternativo ogni volta differente.

Il trailer mostra già tutti i classici elementi che nessuno vuole in questi film ma che per qualche misteriosa deformazione mentale gli sceneggiatori pensano che siano richiesti: le trame famigliari, i bambini, questa volta persino con connotazioni terzomondiste dato che abbiamo una famiglia apparentemente migrante che decide di attraversare l'Oceano per approdare su un'isola con rovine precolombiane (!). In America (aka USA) qualche idiota si lamenterà che il film è propaganda woke pro-migranti. Gli eroi sono ovviamente un melting pot di stereotipi: la donna alta un metro e mezzo ma che ha le capacità fisiche di un culturista austriaco che mangia berretti verdi a colazione, un paleontologo nerdosamente occhialuto che non sembra stupefatto dalla richiesta di andare su un'isola per prendere campioni biologici di dinosauro quando vive in un universo narrativo dove i dinosauri hanno popolato l'INTERO PIANETA TERRA (vedi episodio precedente... ah, già, che stupido, io che pretendo una continuità logica e narrativa tra gli episodi), abbiamo un bianco ricco vestito bene che probabilmente alla fine salta fuori essere il cattivo traditore di turno, ed infine abbiamo una banda di simpatici Malboro Men (cit.) armati di improbabili armi d'assalto.

C'è il mini-dinosauro mascotte che sembra copiato apposta dal cosetto verde di the Mandalorian... un po' come lo stesso MutanDino che è esplicitamente dichiarato essere un Rancor di Guerre Stellari ibridato con un Alien dell'omonimo franchise. Ah, l'originalità...

Infine, c'è un altro non-dinosauro che conquisterà i cuori di milioni di bambini convinti che sia un vero dinosauro: lo Pteroraptor, Dinodactylus, Scansatibuonsensorius, insomma, un raptor col patagio. Sì, perché piuttosto che fare un patetico Dromaeosauridae reale con ali piumate, noi lo facciamo con la pelle squamata e le ali da pterosauro (che erano a loro volta piumati, ma chi se ne frega). E voi hater fissati con i dinosauri accurati non potete dirci niente perché è un Mutante, ovvero una cosa che puoi mettere come ti pare in un film e questo non è un documentario. Per mezzo secondo mi ero illuso fosse uno scansoriopterygide gigante, poi ho controllato i singoli fotogrammi... e, no, è proprio un mostro del tutto inventato. Ormai, è canonico che Jurassic Park è sempre stato un film sui Mutanti!

Quindi, riassumendo, il trailer ci dice che i buoni vanno sull'Isola del Teschio di Cristallo alla ricerca del DNA di dinosauro, scoprono che sull'isola ci vivono un Gorilla mutante (MutanDino), un T-rex, tre Spinosaurus, almeno uno Pteroraptor squamosus e centinaia di dinosauri. I buoni salvano una famiglia di immigrati attaccati dal T-rump, raggiungono il centro visitatori, riaccendono la corrente, sono attaccati dallo Pteroraptor, Scarlett si Laracrofta all'estremo per la gioia dei maschietti (alfa, beta, epsilon, omicron) in sala, poi ci sarà lo scontro finale tra MutanDino e gli spiriti di Indoraptor, Indominus, John Hammond e la mamma della bambina clone. 

Se torna anche Starlord e la figlia di Richy Cunningham do un 6. A loro due, non al film. 


 

29 aprile 2025

ANDARE OLTRE L'ENIGMA DI STROMER

Sebbene tutti i theropodi mesozoici siano uguali ai miei occhi, alcuni temi relativi ai theropodi mesozoici sono più intriganti di altri. In particolare, le faune di theropodi giganti dalla metà del Cretacico (Aptiano-Cenomaniano: tra 120 e 90 milioni di anni fa) del Nord Africa sono una delle tematiche più affascinanti e controverse dell'intera scienza dinosaurologica. Il problema fondamentale di queste comunità fossili è noto come "Enigma di Stromer", ovvero la presenza nelle medesime unità stratigrafiche di almeno tre (a volte, più di tre) specie di dinosauro theropode gigante (con masse adulte sopra le 2 tonnellate). Il primo a realizzare la peculiarità di queste associazioni fu proprio Ernst Stromer, "padre" dei tre più famosi membri di queste associazioni: Spinosaurus, Carcharodontosaurus e Bahariasaurus. Da una prospettiva ecologica ispirata dalle associazioni faunistiche viventi, la compresenza di così tante specie di super-predatori giganti apparve subito un paradosso, dato che, nelle comunità attuali, le popolazioni di grandi predatori sono sempre una piccola minoranza della biomassa di un ecosistema. Al contrario, in queste associazioni nordafricane, i predatori giganti sono la principale componente della fauna dinosauriana osservata. Come potevano gli ecosistemi del Nord Africa medio-cretacico sostenere una così massiccia componente di predatori all'apice delle catene alimentari?

Le possibili soluzioni proposte sono di varia natura:


1- Negare il problema, riducendolo ad un errore di campionamento.

Secondo questa interpretazione, la compresenza di tutti questi mega-theropodi nel medesimo ecosistema è apparente, ma non reale, ed è dovuta ad una imperfetta zonazione (suddivisione) delle unità geologiche. In breve, le specie apparirebbero coesistere nelle successioni geologiche perché la stratigrafia del Nord Africa è grossolana, mal definita, e questo porterebbe le originarie associazioni faunistiche (tra loro distinte) ad apparire erroneamente sovrapposte e coincidenti.

Questa soluzione è in parte corretta, ma non è sufficiente. La stratigrafia nordafricana è spesso molto poco definita, per ragioni storiche e ambientali. Nei casi in cui è stato possibile fare indagini stratigrafiche rigorose, emergono delle differenziazioni nelle faune. Ad esempio, un'analisi dettagliata della stratigrafia dei denti di theropode raccolti nell'Aptiano-Albiano della Tunisia ha mostrato che i denti degli spinosauridi sono più abbondanti nei sedimenti lagunari, mentre carcharodontosauridi e abelisauridi sono più abbondanti nei sedimenti alluvionali. Quindi, sì, quando si analizza la stratigrafia in modo dettagliato, si può osservare una differenziazione faunistica, ma questa non è assoluta né universale. Nei livelli cenomaniani del Marocco (Kem Kem) e dell'Egitto (Bahariya) le indagini geologiche non hanno rivelato una così netta distinzione faunistica.


2- Stemperare il problema con la segregazione ecologica.

Questa interpretazione ammette che le specie siano vissute assieme, ma ipotizza che esse fossero segregate ecologicamente: ogni specie aveva la propria "nicchia ecologica", e nessuna era direttamente in competizione con le altre. Ad esempio, Spinosaurus aveva un'ecologia differente da Carcharodontosaurus, e questo è supportato dalle numerose differenze nella dentatura, nella morfologia del cranio, nella composizione isotopica dello smalto. Questo argomento funziona bene per separare ecologicamente gli Spinosauridae dagli altri grandi theropodi, ma non spiega la coesistenza di Carcharodontosauridae ed Abelisauridae, entrambi dotati di musi oreinorostrali e denti zifodonti (adattamenti per una dieta iper-carnivora), e per ora è sostanzialmente inapplicabile su Bahariasaurus, del quale non abbiamo a disposizione né cranio né denti.


3- Applicare l'over-lumping tassonomico.

Ad accentuare il dibattito e la portata dell'Enigma di Stromer è la stima della diversità di specie di queste unità. Secondo alcuni autori, il numero di specie per unità è dato dal numero dei cladi campionati (ovvero, tutto il materiale raccolto e riferibile ad un certo clade indicherebbe una singola specie): ad esempio, seguendo questo approccio, tutto il materiale con caratteristiche di Spinosauridae rinvenuto nel Kem Kem marocchino apparterrebbe ad una singola specie, Spinosaurus aegyptiacus. Questo approccio è detto "lumping". Secondo altri autori, la diversità campionata nelle unità all'interno dei singoli cladi non è riconducibile ad una sola specie per gruppo, ma implica più specie strettamente imparentate ma comunque distinte: in questo caso, lo stesso materiale con caratteristiche di Spinosauridae rinvenuto nel Kem Kem appena citato apparterrebbe ad almeno due specie distinte, potenzialmente classificabili come due generi distinti nel caso queste due specie non siano strettamente imparentate, Spinosaurus e Sigilmassasaurus. Questo approccio è detto "splitting".


La distinzione tra "lumper" e "splitter" è stata affrontata soprattutto in termini di "tassonomia alfa", ovvero il numero delle specie che sono rappresentate dal campione fossilifero raccolto. I paleontologi lumper tendono a minimizzare il numero delle specie deducibili dal campione, mentre gli splitter tendono a non essere vincolati nella stima della diversità delle specie ricavate nel medesimo assemblaggio fossile.

Il problema principale nel dibattito tra autori lumper ed autori splitter è che non esiste un criterio universale per stabilire se e quando si possa applicare il lumping e quando invece sia da applicare lo splitting. L'impossibilità di stabilire un criterio universale è dovuto a innumerevoli fattori, alcuni biologici altri più squisitamente paleontologici:


- la variabilità all'interno di una specie non può essere stabilita a priori, ma solo dopo che abbiamo definito i confini genetici e geografici della specie (e, nel caso dei fossili, anche i suoi confini nel tempo geologico).

- non tutta la variabilità ha un valore tassonomico: la differenza tra i sessi e quelle tra gli stadi di crescita sono fonte di diversità morfologica ma non hanno reale importanza tassonomica. Nel caso dei fossili, non sempre è possibile stabilire il sesso dell'esemplare, e comunque è impossibile osservare lo sviluppo individuale completo di un individuo, dato che ogni esemplare mostra solo il suo particolare morfotipo esistito al momento della morte.

- non abbiamo popolazioni sufficientemente ricche per fare analisi statistiche della variabilità nel campione: ovvero, quanto era "tipico della specie" il tratto anatomico che osserviamo nei fossili a disposizione?

Dato che in molti casi una specie fossile di dinosauro è basata unicamente su un singolo esemplare, quasi sempre incompleto, il cui sesso è sconosciuto, la cui età individuale (e relativo stadio di crescita) è spesso di difficile definizione, ne discende che qualsiasi definizione di specie (e dei suoi limiti di applicazione, ovvero l'ampiezza della sua variabilità interna) è una proposta suscettibile di revisione.


Sauroniops e Spinosaurus (c) Emiliano Troco

Finora, gran parte del dibattito tra autori splitter e autori lumper è stato di natura prettamente tassonomica, ovvero, relativa al numero di specie che si presume siano rappresentate dal campione fossile. Tuttavia, esiste anche un altro modo di considerare la questione, ed è sul piano analitico, metodologico. Ovvero, quale è l'impatto dell'approccio splitter vs lumper nella risoluzione della filogenesi dei dinosauri predatori? Anche se spesso non viene preso in considerazione, l'approccio tassonomico seguito dagli autori rappresenta esso stesso un'ipotesi filogenetica imposta a priori all'analisi che vogliamo svolgere per determinare la diversità nel campione. Che impatto ha questa ipotesi sul risultato delle analisi?

Indipendentemente dal numero di specie presenti nel campione, noi possiamo svolgere analisi filogenetiche in cui non imponiamo a priori una particolare filosofia splitter o lumper, ovvero cercando di minimizzare il numero di ipotesi relative alla composizione delle specie presenti. Questo approccio possiamo chiamarlo "splitting/lumping metodologico", e non è necessariamente legato allo splitting/lumping tassonomico, ma ha come obiettivo quello di ridurre al minimo l'impatto delle nostre tassonomie sullo svolgimento di un'analisi filogenetica. In teoria, anche il lumper più estremo può svolgere un'analisi metodologicamente-splitter, e ricavare il grado di inclusività delle specie dal risultato di tale analisi.

Finora, pochi studi hanno considerato l'effetto dello "splitting/lumping metodologico" nell'analisi filogenetica dei dinosauri predatori, in particolare quelli dal Cretacico del Nord Africa. Eppure, qualora fosse affrontato esplicitamente, questo approccio potrebbe aiutare a risolvere alcune delle questioni più controverse intorno ai dinosauri predatori del Cretacico nordafricano.


16 aprile 2025

Un enigmatico theropode scavatore con falangi fuse?

L'esemplare (da Averianov, 2025)


Averianov (2025) descrive due falangi distali fuse tra loro (lunghezza totale dei due elementi, circa 2 cm) dal Cretacico Superiore dell'Uzbekistan e le riferisce al piede di un enigmatico theropode scavatore.

Dopo aver letto la descrizione di questo materiale, sono scettico sull'attribuzione di queste falangi ad un theropode, e ritengo più probabile che appartengano ad una tartaruga.


I motivi per dubitare che questo fossile sia un Theropoda sono:


- assenza di un'ampia cavità midollare interna.

Le ossa dei theropodi sono generalmente cave internamente, e questa cavitazione si estende fino alle falangi distali (osservazione personale sulle tomografie di Halszkaraptor). Questo fossile invece mostra l'interno delle falangi riempito da un reticolo caotico di cavità, che suggeriscono una texture sostanzialmente spugnosa.


- assenza di fosse per il legamento collaterale.

Questa condizione è inusuale nei Theropoda ma visibile in molte falangi di tartaruga (osservazione personale).


- presenza di ampi forami sulle superfici laterale e ventrale delle due falangi.

Le falangi dei theropodi non hanno grandi forami che si aprono sulle superfici laterali e ventrali. Al contrario, questo carattere è presente in molte falangi di tartaruga (osservazione personale).


- superficie esterna dell'ungueale molto rugosa e bucherellata.

Questa condizione è presente in molte falangi ungueali di tartarughe, ma è anomala nei Theropoda, le cui superfici sono sostanzialmente lisce.


- solco collaterale ampio ma poco definito.

In Theropoda, il solco collaterale è generalmente ben definito e dei bordi netti. Negli altri rettili, incluse le tartarughe, il solco è spesso più basso e meno marcato rispetto al resto della superficie.


Inoltre, la fusione tra le due falangi, considerata dall'autore un carattere tassonomico genuino e non patologico, è poco compatibile con la marcata mobilità dell'articolazione distale delle dita del piede dei dinosauri, ma è più plausibile in animali come le tartarughe che generalmente non hanno una marcata mobilità (sia nella flessione che estensione) delle falangi del piede.

Concludendo, non vedo motivi solidi per riferire queste falangi ad un Theropoda. Penso sia più plausibile attribuirle ad una tartaruga, gruppo ugualmente rappresentato nell'unità di provenienza del fossile. 

09 aprile 2025

La non de-estinzione del non-metalupo



Generalmente, io non mi occupo di mammiferi cenozoici. Non sono il mio campo, io sono un esperto di rettili mesozoici, e come tutti i vecchi alla mia età sanno bene, non è saggio parlare di ambiti che non si conoscono con il sufficiente livello di competenza.

Tuttavia, il caso vuole che io sia un paleontologo dei vertebrati specializzato in sistematica e filogenetica, ovvero un esperto in come si identificano e definiscono le specie fossili di vertebrati. Pertanto, ho l'esperienza per esprimere un commento su una parte della notizia scientifica del mese, ovvero la così detta "de-estinzione" del "dire wolf" (specie Aenocyon dirus), di cui tutti stanno parlando in questi giorni. 

Screenshot dal sito della società biotecnologica Colossal in cui è esplicitamente menzionato Aenocyon dirus come specie "de-estinta" (fonte:https://colossal.com/direwolf/).

Non mi soffermo sulla questione genetica, che non è il mio campo, né su quella strettamente legata alle caratteristiche dei canidi (sia viventi che estinti), che non è il mio campo. Mi soffermo su un concetto più generale, ovvero, cosa sia una specie di vertebrato fossile, e quando, come e perché io possa chiamare un individuo "membro di quella specie".

Un vertebrato fossile è, in pratica, un insieme di attributi morfologici che si possono osservare associati in un singolo esemplare fossile.

Ad esempio, se hai scoperto un fossile di vertebrato con undici denti premascellari, muso platirostrale con premascellari fusi, osso jugale con un vestigio di processo ascendente, vertebre cervicali anteriori con postzigapofisi fuse in un processo a forma di spatola, cervicali posteriori senza spina neurale, terzo dito della mano più lungo e più robusto del secondo, e secondo dito del piede con seconda falange senza distinzione tra diafisi e faccette articolari, allora hai scoperto un esemplare di Halszkaraptor escuilliei. Non c'è altro modo per identificare un Halszkaraptor escuilliei.

Se un genetista dichiarasse che ha preso un anatra, ne ha modificato il DNA per farle avere l'aspetto esteriore che siamo abituati ad attribuire ad Halszkaraptor escuilliei, per farla camminare e muovere come pensiamo forse avesse camminato Halszkaraptor escuilliei, quell'animale non sarebbe un Halszkaraptor ma solo un'anatra geneticamente-editata.

Se il medesimo genetista fosse in possesso di alcuni alleli di geni del genoma di Halszkaraptor che codificano per alcuni tratti della morfologia e del comportamento di Halszkataptor, e li inserisse con successo nel genoma di un'anatra mutante, in tal caso, avrebbe ottenuto un Halszkaraptor? No, avrebbe un'altra anatra ancora più geneticamente-editata della prima.

L'esempio qui sopra può sembrare forzatamente estremo, perché un canide di poche migliaia di anni fa differisce da un lupo grigio meno di quanto un dromaeosauride del Cretacico differisce da un anatra. C'è molta più affinità genetica tra un Canis familiaris ed un Aenocyon dirus che tra un Halszkaraptor escuilliei ed un Anas platyrhynchos. Ma il concetto è sostanzialmente il medesimo.

Un Canis familiaris (lupo grigio) al quale hanno editato alcuni alleli per dargli un aspetto che forse ricorda quello in vita di Aenocyon dirus NON è un Aenocyon dirus.

Per questo motivo, sono veramente sbalordito da questa dichiarazione di un rappresentante della società biotecnologica che ha "de-estinto" il dire wolf, lasciata sulla pagina Facebook del mio blog:


In pratica, essi ammettono di aver giocato con le parole. Essi chiamano "dire wolf" quello che è solamente un lupo editato-geneticamente. Il motivo di questo palese sofismo di nomenclatura è ovvio: il nome "dire wolf" è molto più suggestivo ed accattivante di "lupo grigio editato geneticamente". Ovvero, questa è solo una trovata pubblicitaria, un espediente per accattivare finanziatori e sostenitori. Ma sul piano paleontologico, qui non è stata "de-estinta" alcuna specie. Hanno giocato con il DNA di un lupo per fargli assumere alcuni attributi che, secondo loro, erano tipici e caratteristici di Aenocyon. Ma simulare alcuni elementi di un animale non significa averlo riportato in vita.

Faccio notare, banalmente, che parte della dichiarazione di Colossal è in ogni caso del tutto arbitaria: nessuno conosce l'aspetto in vita del dire wolf, nessuno conosce il comportamento in vita del dire wolf, nessuno ha modo di determinare se l'ecologia di un animale creato in laboratorio sia analoga a quella di una specie estinta. Sono tutte delle "supercazzole" pseudo-scientifiche per far stare in piedi la arbitraria decisione di dare a questo lupo editato-geneticamente un nome colloquiale usato per una distinta specie fossile.

Ora, aspettiamo che questi animali crescano e raggiungano l'età adulta, e confrontiamo il loro scheletro adulto con quello degli Aenocyon: se lo scheletro rimane quello di un lupo, la faccenda si chiude qui. Qualora lo scheletro mostri caratteri diagnostici di Aenocyon, allora avrà senso riparlarne.