Un giorno, scriveranno un libro sulla mistica di Nanotyrannus.
(Rough) Translator
21 novembre 2023
30 settembre 2023
Paleontologicamente Scorretto
Nella estate appena conclusa, qui in Italia ha avuto un enorme clamore mediatico la pubblicazione di un libro scritto da un generale dell'esercito nel quale l'autore ha espresso le proprie idee e pensieri sulla attuale situazione sociale e politica nazionale. O almeno, così mi pare di aver capito essere stata la vicenda.
Bene, con un simile esempio a sostegno, penso che sia giusto che anche io esprima le mie idee su quello che non funziona nella mia disciplina. Sì, perché la paleontologia non è quel regno delle favole che il mainstream vuole farvi credere! Ci sono un sacco di cose che non funzionano in paleontologia, e questo perché negli anni si sono accumulati tutta una serie di elementi che hanno progressivamente eroso le fondamenta della Gloriosa Paleontologia di Cuvier e Owen. So che quello che sto per scrivere darà fastidio a molta gente, in particolare ai sostenitori del "pensiero unico", del mainstream paleontologico buonista e politicamente corretto.
Ma io sono un uomo libero, che non ha paura di dire quello che pensa!
Ho elencato questi problemi in ordine crescente di importanza.
10° posto: gli scrittori di romanzi con dinosauri. Sdoganando la stupida idea che si possa scrivere della narrativa fantastica con gli animali preistorici, questi autori hanno annacquato il confine tra Scienza e Fantasia. Il risultato è che oggi milioni di persone non pensano più alla paleontologia, ma fantasticano di Mondi Perduti, di zoologia alternative e di altre scemenze per bambini. E ciò ha reso "ovvio" il falso concetto che la paleontologia sia in primo luogo speculazione fantastica invece che scienza empirica.
9° posto: I blogger (tranne chi vi scrive). Anche in questo caso, i blogger hanno reso popolare l'idea che qualsiasi mentecatto con una tastiera che ha letto un paio di libri di divulgazione possa inondare la rete con le sue stupidaggini spacciandole per "riflessioni paleontologiche". E così, siamo impantanati in ridicole discussioni con persone che mettono sullo stesso piano autorità scientifiche come Romer e Cuvier e non ben specificati personaggi come "Dinojimmy" e "Paleoboy".
8° posto: I dinosauri piumati cinesi e i contadini che li fabbricano. Ormai non passa settimana in cui non viene pubblicato sulle riviste mainstream un qualche "dinosauro piumato" a sostegno di questa o quella ipotesi che lega dinosauri e galline. Ma siamo sicuri che questi fossili siano veri? Chi finanzia questi contadini cinesi che come per magia "trovano" questi fossili di dinosauri che si accoppiano con i mammiferi? Ovvio: il Governo Komunista Cinese. Devo dire altro?
7° posto: La lobby dei dinosauri giocattolo. Quando ero un giovane appassionato di dinosauri, tra di noi appassionati di dinosauri si parlava solo ed unicamente delle pubblicazioni scientifiche. I dinosauri giocattolo erano roba per bambini, e a noi non passava neanche per la testa di perdere tempo a parlare di giocattoli. Oggi, invece, ha preso piede una colossale operazione commerciale volta a produrre e vendere dinosauri giocattoli. A sostegno di questa mercificazione infantile della scienza, la Lobby favorisce e sovvenziona personaggi di indubbia competenza scientifica che inondano i social media di pubblicità occulta di giocattoli ispirati ai dinosauri. Il risultato è che sta venendo su una generazione di eterni bambini privi delle più basilari nozioni paleontologiche, che pensano che un fossile sia solo una scusa per produrre un pezzo di plastica snodato.
6° posto: Le donne (ed i loro amichetti). Ai miei tempi, le donne stavano in casa, a partorire futuri paleontologi oppure a cucinare la cena per i paleontologi. Oggi si è diffusa questa idea femminista che anche le donne possano occuparsi di paleontologia... un'idea ridicola ed assurda, dato che nessuna donna ha mai fatto qualcosa di intelligente ed utile per il progresso della paleontologia. E siccome i posti di lavoro in paleontologia sono scarsi, immettere le donne nel sistema significa togliere posti di lavori ai veri paleontologi.
5° posto: I paleoartisti. I paleoartisti sono dei paleontologi falliti che pensano di fare scienza disegnando le scemenze ipotizzate dagli scrittori, oppure sono degli artisti falliti che non sanno disegnare gli animali veri e quindi ripiegano su creature che nessuno potrà mai vedere dal vivo (e quindi, nessuno potrà smentire le scemenze estetiche dei paleoartisti). Al pari dei produttori di giocattoli e degli scrittori, ma più subdolamente, i paleoartisti distolgono l'attenzione del pubblico dalla vera scienza, e ridicolizzano il lavoro degli scienziati con le loro assurde rappresentazioni fantastiche, rese "accettabili" dietro il feticcio terminologico della "accuratezza" e della "inferenza".
4° posto: La cladistica. Una volta, la paleontologia si occupava di scavare, ricostruire e interpretare sulla base dei principi della anatomia comparata. Era una nobile disciplina che richiedeva una vita di studio e lavoro per produrre risultati solidi e definitivi. Oggi, la paleontologia si è ridotta a pubblicare sempre nuovi alberi filogenetici, ogni volta diverso dal precedente, come se l'unica cosa interessante sia dire che Tyrannosaurus è un Coelurosauria invece che un Carnosauria. E siccome qualsiasi mentecatto può scaricare un programma di analisi filogenetica e assemblare la sua personale matrice binaria, ecco che chiunque si può atteggiare a paleontologo senza nemmeno aver la più pallida idea di cosa sia una omologia primaria ed una ipotesi in merito agli stati alternativi di un carattere. Poi non lamentatevi se c'è gente che crede che gli pterosauri siano lucertole...
3° posto: Gli sfigati del Terzo Mondo. Ai miei tempi, prendevi l'aereo, andavi in un posto desertico in Asia, Africa o Sudamerica, organizzavi uno scavo per trovare il tuo scheletro, poi lo impacchettavi, te lo portavi a casa e infine lo montavi nel tuo bel museo. Oggi, non puoi nemmeno toccare un sasso in qualche stato del Terzo Mondo che si sollevano le urla disperate di dozzine di sfigati terzomondisti comunistoidi di sinistra che ti accusano di essere una specie di invasore nazista colonialista, di rubare il patrimonio culturale altrui e di togliere il pane alla povera gente oppressa dal Capitalismo Occidentale. Ma scherziamo? Ma se non fosse per noi che scaviamo a casa loro quei fossili sarebbero stati distrutti dall'erosione naturale! Ma poi, questi sfigati del Terzo Mondo, non hanno niente di meglio da fare? Non pensano ai poveri del loro paese? Non pensano ai problemi veri della loro nazione? Noi portiamo lavoro e progresso, e in cambio ci portiamo a casa due ossa... Dovreste solo ringraziarci, miserabili morti di fame!
2° posto: Charles Darwin. Prima che Darwin mettesse in giro l'idea che le forme di vita sono tutte collegate, la Paleontologia era una gloriosa disciplina autonoma ed indipendente, fondata da Cuvier e consolidata da Owen. Dopo Darwin, la paleontologia è stata ridotta a biologia di serie B, a ibrido annacquato tra mondo biologico e mondo geologico. Forse ha fatto un favore ai biologi, dando loro il registro fossilifero come prova dell'evoluzione, ma di sicuro Darwin non ha fatto un favore ai paleontologi.
Infine, il primo posto nella classifica di chi abbia rovinato la paleontologia, spetta ovviamente a:
1° posto: I paleontologi. I paleontologi hanno rovinato la paleontologia! Una volta, il vero paleontologo era un esploratore ed avventuriero a caccia di tesori nascosti. Era contemporaneamente un eroe romantico e illuministico. Oggi, il paleontologo è un morto di fame che si inventa qualche assurda analisi matematica per pubblicare su riviste impattanti nella speranza di ottenere un miserabile finanziamento dal suo dipartimento universitario guidato da burocrati. Una volta, i paleontologi erano una via di mezzo tra Indiana Jones e Lawrence d'Arabia. Oggi, i paleontologi sono dei personaggi da cartone animato politicamente corretto, che passano più tempo a discutere di come si deve pronunciare un nome per non offendere l'etnia dalla quale il nome è stato "ispirato" e che prendono una laurea per aver calcolato quanti parametri occorra inserire nel modello computerizzato di moda, invece che esplorare luoghi dimenticati dal tempo alla ricerca di fossili eccezionali. I paleontologi hanno ucciso la Gloriosa Disciplina di Cuvier e Owen, e l'hanno barattata con una scemenza mediatica per qualche soldo, per qualche minuto di celebrità in televisione e per qualche like sui social network.
Questa è la Verità dei Fatti.
Se vogliamo che la Paleontologia torni alla Gloria dei Bei Tempi, occorre liberarla da tutte le zecche che la infestano: la fiction, i social media, i fossili piumati, i giocattolai, le donne, i paleoartisti, la filogenetica, i poveri, l'evoluzionismo, e soprattutto, i paleontologi. Solo allora, la Paleontologia rinascerà più sana, forte, vigorosa e virile che mai!
27 settembre 2023
Blogging vs Peer-Review
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Il Dottor Ross Geller della serie tv "Friends", interpretato da David Schwimmer |
Questo post è stato "istigato" da alcuni commenti che ho ricevuto sulla pagina Facebook del blog. Non entro nella questione particolare di quei commenti, né ho intenzione di essere trascinato in dibattiti personali con chi ha espresso quelle parole, parole che rispetto in quanto legittime opinioni ma che non condivido nel tono personale e nella sostanza.
Proprio la sostanza di quelle parole mi hanno indotto a scrivere questo post.
Vi parlo dei due diversi modi con cui io pubblico le mie idee e i miei pensieri su ciò che più amo e mi appassiona, ovvero il mondo della paleontologia in tutte le sue forme.
Un modo è tramite la letteratura scientifica, in particolare tramite la pubblicazione di articoli sottoposti a revisione paritaria e pubblicati su riviste scientifiche riconosciute a livello internazionale.
Un secondo modo è quello che state leggendo qui (o nella pagina Facebook collegata), ovvero per mezzo di un blog.
Le pubblicazioni tecniche soggette a revisione paritaria
Ad oggi, ho pubblicato più di 60 articoli scientifici soggetti a revisione paritaria. Il primo risale al 2005, quindi vado ormai verso i 20 anni di "carriera scientifica" ufficiale. I miei articoli tecnici sono stati pubblicati in numerose riviste: Nature, Nature Communications, Systematic Biology, Science, Scientific Reports, Acta Palaeontologica Polonica, Journal of Systematic Palaeontology, Paleontology, Cretaceous Research, Gondwana Research, Bollettino della Società Paleontologica Italiana, Plos One, PeerJ, African Journal of Earth Sciences, Comptes Rendus Palevol, The Science of Nature, Journal of Asian Earth Sciences, Historical Biology, Palaeo3, Atti della Società Italiana di Scienze Naturali.
Inoltre, sempre legato al mondo delle pubblicazioni tecniche, in tutti questi anni ho anche svolto il ruolo di revisore per le pubblicazioni di colleghi, essendo stato chiamato a svolgere questo ruolo per numerose riviste scientifiche internazionali: Acta Palaeontologica Polonica, Alcheringa, Annales de Paléontologie, Biological Journal of the Linnean Society, BMC Biology, Bollettino della Società Paleontologica Italiana, Communications Biology, Cretaceous Research, Diversity, Earth-Science Reviews, Frontiers in Earth Science, Geosciences, Historical Biology, iScience, Journal of Anatomy, Journal of Systematic Palaeontology, Journal of Vertebrate Paleontology, Lethaia, Nature Communications, Palaeo3, Palaeontology, PeerJ, PloS ONE, Rivista Italiana di Paleontologia e Stratigrafia, Royal Society Open Science, Scientific Reports, The Anatomical Record, Zoological Journal of the Linnean Society.
Queste lunghe liste servono a dimostrare che ho ormai una solida conoscenza ed esperienza dell'ambito delle pubblicazioni tecniche: ne conosco i modi, i tempi, le logiche, ma soprattuto ne conosco gli obiettivi e gli ambiti nei quali esse sono il modo fondamentale con cui la Scienza si sviluppa e perfeziona. Ormai conosco pregi e difetti del mondo delle pubblicazioni scientifiche, e so come e quando una ipotesi merita di essere espressa in quel modo.
Per mia impostazione personale, io non ho mai incluso i blog (compreso il mio) come fonte di citazione nei miei lavori scientifici, perché penso fermamente che il blog sia un sistema distinto e non alternativo alla letteratura tecnica. Sono a conoscenza che altri autori hanno opinioni "più aperte" sull'uso dei blog nella letteratura tecnica, e rispetto tali posizioni differenti dalla mia, pur restando convinto della bontà della mia impostazione. In generale, ritengo che il blog può essere eventualmente citato in quanto documentazione di una pubblicazione, ma non come "fonte primaria" di informazione per un lavoro tecnico.
Il blog
Scrivo questo blog dal 2008, quindi da ormai 15 anni. In questo lungo periodo, ho pubblicato migliaia di post, scritto e letto decine di migliaia di commenti, e ho interagito con la più ampia e variegata platea di lettori. Il blog è il mezzo ideale per esprimere le mie opinioni in modo diretto, spontaneo ed immediato. In quanto tale, il blog non può essere considerato allo stesso modo di un articolo tecnico, che invece richiede mesi o anni per essere sviluppato e pubblicato. Il blog è quindi un mezzo ben diverso dalla pubblicazione tecnica, segue logiche e si indirizza ad un target di pubblico differente, che solo in parte si sovrappone a quello che legge i miei lavori tecnici. Inoltre, a differenza della letteratura tecnica, il blog non ha tutti quei vincoli necessari per la realizzazione di una pubblicazione tecnica. Nel blog posso essere serio, oppure frivolo, argomentativo oppure puramente espressivo. Il post può essere del tutto teorico oppure puramente descrittivo, senza curarsi della reazioni di chi lo leggerà. Il blog è quindi una manifestazione di quella parte della mia "mente paleontologica" che non può (e non deve) essere espressa tramite un articolo tecnico.
Blog vs Articolo tecnico?
Avendo pubblicato da così tanti anni sia come blogger che come autore di pubblicazioni tecniche soggette a revisione paritaria, ho perfettamente chiara la differenza tra i due mezzi, e sono pienamente conscio dei due ambiti a cui questi mezzi fanno riferimento.
A differenza di altri blogger o di altri autori di letteratura tecnica, io non ho problemi o ostilità verso i due approcci. Essi sono distinti, sono solo in parte collegati, e non sono intercambiabili. Ciò che pubblico nel blog non deve necessariamente essere funzionale ad una pubblicazione tecnica, e ciò che pubblico sulle riviste tecniche è quasi del tutto slegato da ciò che pubblico nel blog. In pochissimi casi, una idea sviluppata nel blog è stata poi "tradotta" in un lavoro tecnico, e quando ciò è avvenuto, il blog è stato comunque del tutto ignorato, perché non fungeva da "fonte" per l'articolo tecnico.
La separazione tra blog e articoli tecnici è per me fondamentale, e persino auspicabile. Per questo motivo, quando svolgo la funzione di revisore in articoli tecnici, io tendo ad essere critico verso l'eventuale citazione di fonti non-tecniche (come blog e post), le quali sono da considerare "fonti scientifiche" solo in quanto "record storici" ma non sono da considerare come "evidenza scientifica". So che altri hanno una diversa idea dei blog, e sono più aperti verso la citazione dei blog nei lavori tecnici, ma io non condivido questa posizione. Al tempo stesso, io non condivido la posizione eccessivamente critica di chi esclude a priori un ruolo dei blog nella comunicazione scientifica. Inoltre, non capisco chi rifiuta la possibilità che una persona possa essere sia un blogger che uno scienziato "serio". Io sono poliedrico e so essere ambo le cose senza problemi né contaminazioni reciproche "tossiche".
Il fatto che un blog non sia una fonte di informazione soggetta a revisione non sminuisce il blog nel suo importante ruolo di comunicatore e promotore della comunicazione scientifica. Difatti, io spesso, in varie forme e con toni variegati, ho usato il blog per promuovere il dibattito, la discussione, la valutazione e la critica di ipotesi scientifiche, anche di quelle che non sono "ufficialmente" tradotte in articoli tecnici.
I due mezzi sono separati, ed hanno ambiti e funzioni differenti. Usarli entrambi è per me un modo naturale di esprimere la mia variegata mente di paleontologo, che ama fare ricerca "seria", ma ama anche riflettere, produrre ipotesi, congetture e speculazioni "libere" non vincolate alle rigorose procedure formali e metodologiche che sono alla base delle pubblicazioni tecniche.
Non ho mai pensato di rimpiazzare la letteratura tecnica con i blog. né penso che sia saggio mescolare i due ambiti e i due mezzi di comunicazione. Al tempo stesso, penso che sia riduttivo e dannoso pensare che la sola ed unica forma di dibattito e comunicazione della scienza sia attraverso la letteratura tecnica. Non tutti gli appassionati di paleontologia hanno una formazione sufficiente per poter apprezzare e usare la letteratura tecnica. Ridurre qualsiasi discorso unicamente alla letteratura tecnica revisionata significa escludere "i non addetti ai lavori" dalla comunicazione, dal dibattito, dalla discussione, dalla conoscenza e dalla partecipazione. Il blog può aiutare a diffondere la conoscenza e a ridurre il divario tra scienziati professionisti e "gente comune". Non capisco come si possa pensare che la Scienza sia solo un dibattito formale rinchiuso alla cerchia di autori di letteratura tecnica. Chi lo pensa ha una visione elitista e antidemocratica della Scienza. Al tempo stesso, proprio perché conosco e comprendo la differenza tra blog e letteratura tecnica, io non voglio ridurre la Scienza a "chiacchiare da blog": se qualcuno ha idee interessanti che vuole condividere e rendere "Scienza", può farlo solo tramite la letteratura tecnica. Chi pensa di aggirare la revisione paritaria scrivendo in un blog si illude e non ha capito il valore della produzione scientifica "ufficiale". Ripeto: i due ambiti non sono intercambiabili.
Al tempo stesso, io sostengo il pluralismo dei mezzi e dei sistemi. Ovviamente, come ogni prodotto umano, anche i blog e la letteratura tecnica sono imperfetti, hanno limiti e difetti e possono essere distorti ed usati in modo improprio. Ma questo non sarà mai un motivo per chiuderci dentro le torri d'avorio né per abbattere il sistema della revisione tecnica tra pari.
Continuerò a produrre letteratura tecnica, come faccio da quasi 20 anni. Perché credo convintamente nel valore della letteratura scientifica e nel ruolo della revisione paritaria nel definire e formare la letteratura scientifica.
Continuerò a scrivere questo blog, come faccio da 15 anni. Perché mi piace, mi diverte, e a volte persino mi aiuta a produrre scienza in modo più creativo, ispirando la mia produzione tecnica. E nessuno potrà censurare i modi, i toni e lo stile con cui esprimo le mie idee.
24 settembre 2023
Le "vere" dimensioni di "Dakotaraptor"
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Mappa del sito di scavo di "Dakotaraptor". Notare la completa disarticolazione delle ossa, e l'orientazione preferenziale delle ossa lunghe segno di un trasporto di natura fluviale all'origine dell'associazione. In rosso, la vertebra caudale di dromaeosauride oggetto del post. (Immagine da DaPalma et al. 2015). |
Nel precedente post, ho mostrato come il materiale olotipico di "Dakotaraptor" sia un assemblaggio multispecifico, e che il taxon sia chiaramente una chimera comprendente ossa principalmente di Tyrannosauridae, Ornithomimidae e Caenagnathidae.
Prima di procedere con il post, è bene chiarire un concetto che alcuni non hanno colto: la natura multispecifica del sito di Bone Butte da cui proviene "Dakotaraptor" non è una "mia ipotesi" che cerco in qualche modo di dimostrare, essa è un fatto derivante dall'osservazione e dichiarato esplicitamente dai paleontologi che hanno scavato nel sito (DePalma et al., 2015):
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Che Dakotaraptor provenga da un bonebed multispecifico non è una mia fantasia... |
Proprio perché multispecifico, il sito in questione comprende anche resti di dromaeosauridi. In particolare, nel campione è presente anche una caudale intermedia che viene descritta come "quasi completa". Questa vertebra mostra le zigapofisi allungate tipiche di Dromaeosauridae, e quindi è riferibile ad un eudromaeosauro.
Questo osso dimostra la validità di un genere chiamato "Dakotaraptor"?
No. Come ho appena sottolineato, il sito di "Bone Butte", da cui proviene il fossile di "Dakotaraptor", è un bonebed multispecifico dal quale è documentata la presenza di denti di Acheroraptor e Dromaeosaurus, quindi è già ampiamente noto che questo sito contenga ossa di Dromaeosauridae. Ma ciò non implica che quelle ossa siano di "Dakotaraptor". Quindi, quella caudale può benissimo appartenere ad Acheroraptor o a Dromaeosaurus.
Quali sono le dimensioni dell'animale a cui appartiene questa vertebra?
Gli autori scrivono che la vertebra abbia un centro lungo 70 mm, ma basandomi sulla scala metrica inclusa nella figura, la vertebra è lunga 65 mm. Se confrontiamo quella vertebra con la più lunga caudale intermedia di uno degli esemplari più completi di Deinonychus (AMNH 3015, il cui femore è lungo 284 mm), risulta che la vertebra dal Dakota è lunga 1.28 volte quella di AMNH 3015, stima che, assumendo isometria col femore, produce un femore della specie dal Dakota lunga 365 mm. Questo valore è nel range dimensionale atteso per Deinonychus e Unenlagia, e non per gli adulti di Achillobator o Utahraptor. Difatti, il femore attribuito a "Dakotaraptor" è lungo 558 mm, quindi molto più grande delle dimensioni attribuite alla vertebra caudale. Ciò conferma ulteriormente la natura chimerica e multi-specifica dell'insieme di ossa con cui è stato eretto "Dakotaraptor".
Concludendo, la vertebra caudale dal sito di Dakotaraptor non appartiene ad un "raptor gigante" bensì ad un dromaeosauride di dimensioni "classiche", nel range di Deinonychus.
PS: nella pagina Facebook del blog, Tristan Stock mi informa che anche David Evans è giunto indipendentemente da me alla medesima conclusione su questo materiale.
23 settembre 2023
Dakotaraptor non esiste [AGGIORNAMENTO]
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Esiste un dromaeosauride gigante nella Formazione Hell Creek? (Artwork by E. Willoughby) |
Dakotaraptor è un taxon di theropode istituito su materiale dalla Formazione Hell Creek (fine Cretacico del Nord America). Inizialmente definito come un nuovo dromaeosauride gigante, questo genere è oggetto di controversie, specialmente online, dopo che è stato dimostrato che il materiale olotipico (che definisce la specie) contiene ossa di più animali diversi, in particolare, oltre a ossa sicuramente di dinosauro, anche ossa di tartaruga che furono erroneamente considerate furcule di theropode.
La presenza di ossa non-theropodi nell'assemblaggio olotipo non sarebbe in teoria un problema insormontabile per la validità di Dakotaraptor, fintanto che si dimostri che il rimanente materiale sia di Theropoda e sia diagnosticabile. Ho discusso in passato questa opzione. Online, molti continuano a considerare Dakotaraptor legittimo perché, comunque, questo materiale - per quanto chimerico - conterrebbe al suo interno ossa genuine chiaramente attribuibili ad un grande dromaeosauride, che quindi deve appartenere ad una specie valida (anche se non necessariamente un nuovo genere).
Tuttavia, riguardando tutto il materiale pubblicato di Dakotaraptor, penso che questa certezza sullo status dromaeosauride di queste ossa sia da rivedere.
In particolare, e questo è molto importante al fine di definire Dakotaraptor come un genere di dromaeosauride valido, le ossa più spesso citate come "sicuramente di dromaeosauride" potrebbero non essere tali.
Due elementi dell'assemblaggio olotipico sono stati invocati per "salvare" Dakotaraptor: le vertebre caudali ed il grande ungueale falciforme.
Partiamo dalle caudali. Esse sono incomplete e ampiamente ricostruite. Per giunta, le uniche immagini disponibili sono a bassa risoluzione ed in sola norma laterale. Anche se a prima vista queste vertebre possono ricordare i dromaeosauridi, esse possono ugualmente essere attribuite ad un ornithomimide. Difatti, non essendo complete, non siamo sicuri che in origine avessero le zigapofisi ipertrofiche diagnostiche di Eudromaeosauria. Anche se non voglio cavillare sui dettagli delle scarse foto disponibili, è interessante constatare che una delle vertebre caudali illustrate abbia la base preservata delle prezigapofisi che ricorda più un Ornithomimidae che un Dromaeosauridae (asterisco rosso nella immagine qui sotto) sia come estensione prossimale che come inclinazione. Se ciò fosse confermato, dimostrerebbe che la coda di Dakotaraptor appartiene ad un ornithomimide.
Passiamo agli ungueali attribuiti a Dakotaraptor.
Gli autori di Dakotaraptor attribuiscono un grande ungueale incluso nel materiale al secondo dito del piede. I motivi di tale attribuzione a Dromaeosauridae sono la forma falciforme ed affilata, e l'asimmetria nella posizione del solco collaterale destro rispetto al sinistro.
Tuttavia, la sola forma "falciforme" non è sufficiente per riferire un ungueale di theropode non-aviano a Dromaeosauridae. Ad esempio, la forma degli ungueali della mano di molti therizinosauridi è molto simile a quella del secondo dito del piede, diagnostico di Dromaeosauridae. Nell'immagine sotto, ho confrontato il secondo ungueale del piede di Utahraptor con un ungueale della mano del therizinosauride Nothronychus: entrambi sono falciformi, affilati e con un solco collaterale che raggiunge il margine dorsale (linea rossa). Pertanto, questi elementi, da soli, non sono condizione sufficiente per riferire un ungueale a Dromaeosauridae.
Inoltre, nonostante gli autori sostengano che i tracciati dei solchi collaterali dell'unguale di Dakotaraptor siano asimmetrici (carattere tipico degli eudromaeosauri), in realtà quando si sovrappone il lato destro al sinistro i due solchi sono simmetrici (linea gialla e bianca nella fila centrale dell'immagine sotto). Ovvero, dobbiamo concludere che l'ungueale di Dakotaraptor non ha alcun carattere che sancisca in modo inequivocabile che esso sia effettivamente dal piede di un dromaeosauride. Difatti, esso potrebbe anche appartenere alla mano di un Therizinosauridae.
Prima di arrivare alle conclusioni, è significativo anche notare che l'altro ungueale, attribuito al terzo dito del piede, sia molto bizzarro per un Dromaeosauridae. Gli stessi autori di Dakotaraptor lo notano, e lo includono nei caratteri diagnostici della specie. Tuttavia, questo ungueale è bizzarro solo se lo si considera di Dromaeosauridae. Ma se lo si riferisce ad Ornithomimidae, esso è un classico ungueale del piede con molte similitudini con questo clade, e nessuna con l'omologo ungueale in Dromaeosauridae (frecce rosse nella terza fila in basso nella figura sotto). Quindi, ho il sospetto che anche il terzo ungueale del piede del materiale di Dakotaraptor appartenga ad un Ornithomimidae (ed è intrigante che, come con le caudali appena citate, esso possa appartenere ad un ornithomimide).
Concludendo, i due elementi considerati più solidi a sostegno di uno status dromaeosauride per Dakotaraptor non sono così solidi come sembra. Le caudali potrebbero anche essere di Ornithomimidae, e l'unguale potrebbe anche essere della mano di un therizinosauro. Dato che l'altro ungueale è chiaramente quello del piede di un Ornithomimidae, tutto concorda a considerare il materiale di Dakotaraptor una complicata chimera formata dalle ossa di più animali (almeno 2-3 theropodi distinti + una tartaruga).
Pertanto, mancando la certezza che questi elementi appartengano ad un dromaeosauride, non disponendo di elementi a cui definire lo status di olotipo, e mancando caratteri diagnostici validi, si deve concludere che Dakotaraptor non esiste.
AGGIORNAMENTO:
Ho identificato un ulteriore elemento a sostegno della tesi che "Dakotaraptor" sia una chimera. L'unico elemento potenzialmente diagnostico di questo dinosauro (indipendentemente dalla sua collocazione in Dromaeosauridae) è la presenza di un margine prossimale della cresta fibulare della tibia che assume una forma "uncinata". Questo uncino deriva dalla ossificazione del legamento che univa tibia e fibula. Lo stesso "uncino" si osserva anche in alcuni oviraptorosauri caenagnathidi. Pertanto, è plausible che la tibia di Dakotaraptor appartenga ad un grosso caenagnathide (ad esempio, Anzu, sempre dalla Formazione Hell Creek).
Penso non ci siano più dubbi che questo dinosauro "non esista" realmente ma sia solo una chimera ricavata da un bonebed multispecifico.
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La tibia di "Dakotaraptor" è riferibile ad un Caenagnathidae: la cresta fibulare uncinata (asterisco) è assente nei dromaeosauridi ma è presente in questi oviraptorosauri. |