Con il termine di “Rivoluzione
Piumata” intendo la radicale revisione della nostra immagine dei
dinosauri avvenuta con la scoperta del piumaggio in un numero
crescente di dinosauri (non-avialiani) mesozoici. Non esagero se
sostengo che la Rivoluzione Piumata sia la più grande discontinuità
nella storia della popolarizzazione dei dinosauri. Nemmeno il
Rinascimento Dinosauriano degli anni '70 (popolarizzato nel decennio
successivo e base concettuale di Jurassic Park) ha prodotto una così
radicale trasformazione nel modo con cui – letteralmente –
vediamo i dinosauri.
Come tutte le grandi rivoluzioni, anche
quella Piumata ha generato una forte opposizione, da parte di chi,
vuoi per ignoranza, vuoi per inerzia o chiusura mentale, vuoi per
mero opportunismo, è ostile o fortemente refrattario nei confronti
di questa (spesso inaspettata e insospettata) immagine dei dinosauri.
Questa “restaurazione contro-piumata”
ha varie forme e diversi gradi di intensità.
C'è che accetta tranquillamente i
piccoli maniraptori morfologicamente simili a uccelli terricoli come
piumati ma non accetta i grandi theropodi piumati, né tanto meno
altri dinosauri. Per queste persone, apparentemente, Yutyrannus
non esiste...
C'è chi accetta i theropodi piumati,
inclusi quelli di grandi dimensioni, ma nega i non-theropodi piumati.
La bizzarra logica dietro questo modo di vedere i dinosauri parrebbe
vincolare la presenza del piumaggio all'appartenenza a Theropoda. Si
tratta, in pratica, del medesimo ragionamento con cui fino al 1996 si
negava il piumaggio nei non-uccelli: si vincolava il piumaggio ad un
clade specifico, ritenuto “il portatore del piumaggio”, negando
automaticamente che altri gruppi potessero essere piumati, nonostante che non ci fossero prove contro le piume in questi ultimi. In realtà,
un attributo morfologico (come il piumaggio) non può essere
attribuito (o negato) a priori ad una specie solo perché essa
appartiene (o non appartiene) ad un qualche gruppo ritenuto speciale.
Per queste persone, apparentemente, Tianyulong e
Kulindadromeus non esistono...
E poi ci sono quelli che,
semplicemente, non sanno di vivere nel 2015, o meglio, continuano a
pensare i dinosauri come ce li mostravano i libri per bambini del
1985.
Il cinema ha uno straordinario potere
di diffusione di un'iconografica. Un'immagine vale più di mille
parole, ed un'immagine in movimento vale più di centomila parole.
Non stupisce quindi che ciò che viene veicolato dal cinema possa
avere una presa ed un impatto sul pubblico generico ben più forte di
una dozzina di noiose lastre mesozoiche con tracce carboniose. Quello
che però mi stupisce e in parte rattrista è constatare che il
grande cinema pare essere molto restio ad accogliere la straordinaria
bellezza dei dinosauri che ci sta fornendo la Rivoluzione Piumata.
Piuttosto, il grande cinema appare essere il principale caposaldo
della Restaurazione, continuando a proporre una immagine obsoleta dei
dinosauri, del tutto falsificata dalla Rivoluzione Piumata.
Film come Jurassic World, ma anche il
recente film Pixar con protagonisti dei (così chiamati) dinosauri,
sono palesi espressioni della Restaurazione. A parte le tecnice digitali, i dinosauri in quei film avrebbero potuto tranquillamente essere creati negli anni '80.
Invocare la libertà creativa quale
giustificazione dell'immagine trasmessa dai film è contradditorio e
ingenuo. Si dice: il cinema non deve essere costretto ad essere scientificamente
corretto, e può mostrarci i dinosauri nel modo più libero
possibile. Non regge come argomentazione, per due motivi: 1) i
dinosauri non sono creature di fantasia, e se si vuole mostrare “un
dinosauro” si deve mostrare ciò che sappiamo essere un dinosauro.
Altrimenti, è una creatura fantastica, un mostro, e non può essere chiamato "dinosauro". Ma sopratutto, 2) quella che ci propone il cinema non è una
rappresentazione totalmente di fantasia, bensì un'iconografia
espressamente aderente alla vecchia concezione dei dinosauri (per
niente aderente a ciò che oggi sappiamo essere l'aspetto dei
dinosauri). Dove sarebbe la “libertà creativa” nel mostrare nel
2015 un dinosauro del 1985? Dato che la libertà creativa implica una
totale anarchia e fantasia, una piena indipendenza dal fattuale, una
completa dissociazione da vincoli di canone e norma, come mai i
dinosauri dei film sopra citati restano invece pervicacemente
ancorati alla vecchia immagine di 30 anni fa? Ripeto, dove sta la
libertà creativa nel restare ottusamente fermi all'iconografia del
1985? Per questo, penso che la “scusa” della libertà creativa
che certi commentatori di questo blog sono soliti sollevare sia del
tutto infondata. Non è la libertà creativa che spinge i creatori di
film a negare il piumaggio, bensì la miope e ottusa aderenza ad un
canone retrò. Ovvero, tutto il contrario della libertà: è il
conservativismo.
E tale conservativismo può solo avere
due cause. Una è l'ignoranza: il non sapere che oggi i dinosauri
hanno ben altro aspetto. Tale causa si risolve con la conoscenza e la
divulgazione. La seconda, purtroppo, è invece l'ostilità verso la
nuova immagine piumata. Questa seconda causa è ciò che, più
propriamente, fonda la Restaurazione che osserviamo.
Per chiudere, proporrei un termine per
riferirci, da oggi in poi, a tutti quei “dinosauri” che vediamo
nei film ma che non sono aggiornati alla conoscenza scientifica degli
ultimissimi anni. In analogia col termine creato per il “Godzilla”
del film del 1997, propongo di chiamare questi “dinosauri” che
non sono affatto dinosauri con il termine DINO: Dinosaur In Name
Only.
Dinosauri solo di nome. Non di fatto.