Sono tornati!
Cosa?
Possibile che non li ricordiate!
I theropodi che più di tutti avete amato lo scorso anno, sono tornati!
Torniamo a seguirli anche in questo 2013, stesso luogo e, forse, stessi esemplari.
(Rough) Translator
30 aprile 2013
The Raptors Strike Back!
27 aprile 2013
Wikipoda: Wikipedia senza Theropoda [Aggiornamento]
Wikipedia Italia è una delle fonti di informazione online più famose e consultate. Ci sono pagine di Wikipedia veramente ricche e corpose, ampiamente dettagliate e ricche di riferimenti bibliografici (sovente la parte più utile ed interessante della pagine di Wikipedia). Io spesso leggo le pagine di Wikipedia relative a personaggi dello spettacolo, della politica e dello sport, per il piacere di imparare qualcosa di nuovo in ambiti che non mi competono.
Ma se mi fermo a leggere le pagine degli ambiti che mi competono, i theropodi, il risultato è veramente miserevole. Le pagine di Wikipedia Italia che parlano di theropodi mesozoici sono grossolante e, spesso, scorrette. La grossolanità fa pensare che chi scrive tali pagine abbia una formazione paleontologica scarsa, o, peggio ancora, che si limiti a copia-incollare informazioni prese altrove, spesso senza spirito critico (se non proprio la piena consapevolezza di ciò che sta facendo). In particolare, trovo molto negativo il fatto che chi crea queste pagine inserisca termini e concetti senza conoscerne il significato, la genesi ed il contesto originario. Penso che ciò sia un segno di una generale grossolanità con la quale la cultura paleontologica viene trattata in Italia.
Un esempio, apparentemente marginale, ma a mio avviso emblematico della tendenza generale alla grossolanità nella creazione della pagine di Wikipedia (almeno quelle relative ai dinosauri) è dato dalla pagina di Tetanurae.*
La prima frase della pagina di Wikipedia Italia dedicata a Tetanurae dice:
"I tetanuri (Tetanurae) sono un grande gruppo di dinosauri carnivori essenzialmente bipedi, caratteristico del Giurassico e del Cretaceo."*
Non mi risulta che "Tetanurae" richieda il corsivo, almeno non nell'attuale forma tassonomica. Tralascio di discutere il senso della parola "grande" relativa ad un gruppo zoologico (intende il numero di specie, oppure la disparità anatomica? Inoltre, Tetanurae è più grande o più piccolo di Sauropoda?), e saltando rapidamente con gli occhi coperti dalla vergogna di fronte alla parola "essenzialmente" (da quando le essenze definiscono i gruppi zoologici? Siamo ancora platonisti? Ma, sopratutto, che senso ha includere quel termine nella definizione di un clade di theropodi, dato che TUTTI i theropodi - e quindi tutti i Tetanurae - sono bipedi, mentre quel "essenzialmente" alluderebbe ad una non ben specificata minoranza quadrupede?), mi domando se chi ha scritto quella frase è consapevole che i Tetanurae non sono "caratteristici" del Giurassico e del Cretaceo, né più né meno di quanto lo siano oggi (ricordo che oggi nel mondo vivono svariate decine di miliardi di tetanuri, raggruppati in circa 10 mila specie).
In breve, la forma di queste definizioni è veramente grossolana, oltre che "pacchiana" nel modo con cui tratta l'argomento.
Quando la pagina si sforza di scendere nello specifico, enunciando dettagli, si impantana in modo pietoso:
"Tutti i tetanuri si possono riconoscere per alcune caratteristiche, come una scapola piuttosto particolare e un foro nel cranio tra le aperture nasali e la finestra antorbitale. Inoltre, i tetanuri hanno un processo otturatore sull'ischio, nessun dente mascellare posteriore alla regione degli occhi in vista laterale e una quantità di altre caratteristiche."*
Che cosa vuol dire "la scapola piuttosto particolare"? Tanto valeva omettere una simile grossolanità. Anche la scapola umana è "piuttosto particolare", dato che è solo negli ominidi. Dove sta l'arricchimento di informazione in una frase che non dice nulla? Tralascio di discutere il "foro nel cranio tra le aperture
nasali e la finestra antorbitale" che potrebbe essere la finestra promascellare (ma, in tal caso, non è esclusiva dei soli tetanuri) oppure quella mascellare (ma, in tal caso, potrebbe non essere sinapomorfica per Tetanurae, dato che è assente in vari taxa basali). Stesso discorso per il processo otturatore dell'ischio, che è presente anche in altri rettili non-tetanuri. L'unico carattere eventualmente corretto è l'assenza di denti mascellari ventrali all'orbita. Peccato che questa singola menzione corretta sia poi devastata dalla conclusione più brutta ed inutile possibile in una "enciclopedia": "e una quantità di altre carattetistiche", che batte persino la "scapola particolare" nella classifica della pacchianata.
Siccome non voglio dare l'impressione di essere anti-Wikipedia, è giusto ricordare che molte pagine scientifiche dell'enciclopedia online sono invece ben scritte e sostanzialmente utili. Vi basti, come paragone, la prima frase della pagina di Wikipedia Italia relativa al concetto fisico di forza:
"Una forza è una grandezza fisica vettoriale che si manifesta nell'interazione di due o più corpi, sia a livello macroscopico, sia a livello delle particelle elementari. La sua caratteristica è quella di indurre una variazione dello stato di quiete o di moto dei corpi stessi; in presenza di più forze, è la risultante della loro composizione vettoriale a determinare la variazione del moto. La forza è descritta classicamente dalla seconda legge di Newton come derivata temporale della quantità di moto di un corpo."
Questa è una definizione seria!
E fin qui, potreste obiettare che le mie critiche sono più formali che sostanziali, quasi dei cavilli forzati. Tuttavia, è nei dettagli, quelli per cui un lettore consulta Wikipedia, che emerge la grossolana falsità, e quindi la scorrettezza, di pagine come quella su Tetanurae.
Sempre restando in quella pagina, infatti, nella scheda a destra, è mostrata la posizione gerarchica di Tetanurae all'interno della "classificazione scientifica", di fatto, la gerarchizzazione secondo ranghi linneani del termine Tetanurae. Vedete dallo schema, che Tetanurae è classificato come "Infraordine".
Quando ho letto quella singola parola è nato in me il bisogno di scrivere questo post. Tetanurae NON è un Infraordine. E non lo è per una questione radicale, che sarebbe stata chiara all'autore della pagina di Wikipedia se avesse basato la stesura della pagina sui dati e sui concetti originali, e non su un mero copia-e-incolla di strafalcioni altrui.
Scrivere che Tetanurae è un Infraordine è falso, anzi, ad essere precisi, è una totale invenzione di chi ha scritto la pagina di Wikipedia (o di colui da cui l'autore della pagina ha copiato), invenzione che va in senso totalmente opposto al contesto originario in cui fu coniato il termine "Tetanurae".
Tetanurae fu coniato da Gauthier (1986) per il clade più inclusivo comprendente gli uccelli ma escludente Ceratosauria (clade definito nello stesso studio). Nel definire questo clade, non solo Gauthier (1986) non fa alcuna menzione ad un fantomatico "infraordine" come "rango" di Tetanurae, ma esprime una netta distinzione dalla tassonomia linneane. Difatti, alcune pagine prima di introdurre i cladi, tra cui Tetanurae, Gauthier (1986) è ben chiaro nel precisare che:
Although the spelling of current taxonomic names is retained, no formal categorical ranks are recognized and hierarchical relationships within taxa are expressed instead by branching diagrams. Categorical ranks such as Class, Order, Family, and Genus, will not be recognized in this work. (Gauthier 1986: 8).
[Traduzione: Sebbene l'ortografia dei nomi tassonomici correnti sia mantenuta, non viene riconosciuto alcun rango categoriale e le relazioni gerarchiche tra i taxa sono invece espresse da diagrammi ramificati. I rangi categoriali come Classe, Ordine, Famiglia, e Genere non saranno riconosciuti in questo studio].
Il grassetto è mio.
Notare come Gauthier specifichi per ben due volte il concetto, proprio per rimarcarlo: i ranghi gerarchici linneani non sono riconosciuti validi nel sistema tassonomico che sta definendo! E siccome "Infraordine" è un rango linneano, è evidente che Gauthier (1986) non avrebbe mai attribuito a Tetanurae un simile status "infraordinale". Quindi, scrivere su Wikipedia che Tetanurae è un Infraordine è doppiamente falso: non solo non risponde alla realtà del fatto pubblicato, ma si oppone diametralmente al contesto nel quale tale fatto fu espresso.
Questo dettaglio, apparentemente marginale, dimostra in modo netto con quanta grossolanità e ignoranza dei temi e dei concetti scientifici vengono create le pagine paleontologiche di Wikipedia Italia.
Siccome nessuno è obbligato a creare pagine di Wikipedia, e siccome Gauthier (1986) è disponibile online, non ci sono scuse alla creazione di pagine di "divulgazione" che diffondono falsità e distorcono i concetti scientifici. Se proprio volete scrivere una pagina di Wikipedia su qualsiasi tema, abbiate l'onestà di informarvi su ciò che state per scrivere. Anche per dettagli apparentemente secondari come la tassonomia dei theropodi.
Se pensate che questo mio post sia eccessivamente critico verso quelle pagine, continuate pure a consultarle: non sarò io ad impedirvi di (dis)imparare su concetti errati e grossolani. L'importante è che, ora, sappiate a cosa andate incontro.
PS: prevedendo commenti del tipo "ma perché allora non le riscrivi tu le pagine di Wikipedia, invece che criticarle?", rispondo che i danni li devono riparare coloro che li fanno, e non coloro che li scoprono. Non è mio interesse scrivere su Wikipedia: preferisco spendere il mio tempo scrivendo altrove, ad esempio, qui.
*Aggiornamento: A seguito di questo post, la pagina di Wikipedia su Tetanurae che era oggetto del post ha subìto un significativo aggiornamento, che ne ha migliorato la forma e corretto le grossolanità più rilevanti. Come vedete, ogni tanto "cazziare" serve a qualcosa...
Bibliografia:
Gauthier,
J. A. (1986), "Saurischian monophyly and the origin of birds", in
Padian, K., The Origin of Birds and the Evolution of Flight. Memoirs of
the California Academy of Sciences, 8, California Academy of Sciences,
pp. 1–55, ISBN 0-940228-14-9
23 aprile 2013
Se riabilitassimo la tassonomia di Barsbold (1977)
Un errore che molti commettono è di confondere sistematica con tassonomia, ovvero, di confondere le relazioni filogenetiche con i nomi con cui chiamiamo tali relazioni. Le prime sono fondate sulle analisi filogenetiche, le seconde su convenzioni e definizioni. Pertanto, le due discipline, per quanto strettamente legate, sono pur sempre distinte e devono sempre essere mantenute tali. In particolare, sarebbe ideale non stravolgere continuamente la tassonomia in funzione delle modifiche nella sistematica. Una seria discussione in proposito ha caratterizzato - e caratterizza - il ramo della tassonomia filogenetica, quello che definisce la tassonomia a partire dal risultato delle analisi sistematiche. In particolare, sta emergendo la consapevolezza di conservare, nei limiti del possibile e secondo un mix di buon senso e pragmatismo, i nomi tradizionali, nati in epoca pre-cladistica, con le attuali topologie sistematiche. Esempio più famoso di questa filosofia, è il fatto che si chiamino gli uccelli come "dinosauri", dato che il ramo aviano è risultato interno a quello dinosauriano. In epoca pre-cladistica, nessuno avrebbe chiamato gli uccelli come "dinosauri", anche qualora - ed era già emerso - gli uccelli fossero risultati filogeneticamente derivati dal ramo dei dinosauri. Questa discussione è in effetti particolarmente sentita nel campo dei theropodi mesozoici, dove abbondano sia le topologie alternative frutto di numerosi studi, sia le definizioni tassonomiche, sovente in conflitto tra loro. Ed una tendenza in aumento è quella di conservare, il più possibile, i nomi originari, ovviamente "aggiornandone" la composizione e definizione.
Curioso, che in questi tempi in cui si promuove e si rivaluta l'applicazione rigorosa delle definizioni filogenetiche dei cladi ancorandoli se possibile nel modo più aderente possibile al concetto originario per cui furono definiti, venga del tutto trascurato il contributo di Barsbold (1977).
Barsbold (1977) fornisce la prima tassonomia organica di Theropoda, sulla base di 6 Infraordini (in senso Linneano). Basandosi sul testo originario, tradotto dal cirillico, essi sono:
Coelurosauria (Podokesauridae, Coeluridae)
Deinonychosauria (Dromaeosauridae, Saurornithoididae)
Oviraptorosauria (Oviraptoridae)
Carnosauria (Megalosauridae, Tyrannosauridae)
Ornithomimosauria (Ornithomimidae)
Deinocheirosauria (Deinocheiridae, Therizinosauridae)
Podokesauridae è attualmente considerato un sinonimo senior di Coelophysidae.
Notare che questa tassonomia può essere agevolmente ancorata agli eponimi delle famiglie, e che, a parte Oviraptorosauria e Ornithomimosauria, interpretabili come 'branch-based', gli altri cladi possono essere considerati tranquillamente come 'node-based' ancorati sugli eponimi delle famiglie menzionate tra parentesi.
Pertanto, applicando la tassonomia di Barsbold (1977):
Coelurosauria: Coelophysis + Coelurus. Questo clade è un sinonimo senior di Neotheropoda.
Deinonychosauria: Dromaeosaurus + Saurornithoides. Questo clade è equivalente a Deinonychosauria secondo buona parte delle attuali topologie.
Oviraptorosauria: Oviraptor > Coelophysis, Coelurus, Dromaeosaurus, Saurornithoides, Ornithomimus, Megalosaurus, Tyrannosaurus, Deinocheirus, Therizinosaurus. Questo clade è equivalente a Oviraptorosauria secondo le attuali topologie.
Carnosauria: Megalosaurus + Tyrannosaurus. Carnosauria sensu Barsbold è un sinonimo senior di Orionides (o eventualmente Avetheropoda).
Ornithomimosauria: Ornithomimus > Coelophysis, Coelurus, Dromaeosaurus, Oviraptor, Saurornithoides, Megalosaurus, Tyrannosaurus, Deinocheirus, Therizinosaurus. Questo clade è equivalente al sottoclade di Ornithomimosauria escludente Deinocheirus secondo buona parte della attuali topologie.
Deinocheirosauria: Deinocheirus + Therizinosaurus. Questo clade è equivalente a Maniraptoriformes secondo le attuali topologie.
Tradotto in grafico:
Topologia dei generi menzionati nella tassonomia di Barsbold (1977) secondo le attuali filogenesi, ma seguendo la tassonomia originaria di Barsbold (1977). |
Anche se molti taxa e cladi oggi noti erano sconosciuti al tempo di Barsbold (1977), ciò non toglie nulla alla validità della tassonomia da lui proposta, che al più richiede solo l'inserimento dei cladi e dei nomi di cladi istituiti in seguito, finché non entrano in conflitto con le definizioni di Barsbold (1977) che sono prioritarie.
Quanti, tra i fautori di una tassonomia di Theropoda più rispettosa delle definizioni originarie, purché adattate ai criteri della sistematica filogenetica, sarebbero disposti ad accettare questa rivoluzionaria 'restaurazione'?
Bibliografia:
Barsbold, R. 1977. K evolyutsii khishchnykh dinozavrov. Transactions of the Joint Soviet. Mongolian Paleontological Expedition 4:48-56.
20 aprile 2013
Prima prova diretta di piscivoria in un Dromaeosauridae
Esemplare di Microraptor con contenuto stomacale preservato (in azzurro). |
Esistono vari gradi di "ontologia" del sapere scientifico. Sulla vetta luminosa della Scienza, abbiamo le prove dirette di un determinato fenomeno. Scendendo verso la nebulosa vallata del mito, troviamo le evidenze indirette supportate da una robusta serie di casi analoghi, poi ci sono le inferenze fondate su una teoria ben supportata, e via via lungo i gradoni di plausibilità sempre più umidi ed accidentati, fino alle pure speculazioni gratuite ed alle sceneggiature dei film, che si abbeverano nel fondovalle.
Unita alla quota da cui partiamo per costruire la nostra bella baita scientifica, va sempre associata la disponibilità del carpentiere a usare il materiale disponibile. Sovente, in assenza di prove dirette, si costruiscono teorie e scenari su modelli eco-morfologici che, per quanto assolutamente plausibili e robusti, sono parziali e limitativi. E tale limite, spesso, è un risultato di una trappola logica che si innesca nella testa con relativa facilità.
Ad esempio, si tende ad ipotizzare un'ecologia piscivora nei theropodi che presentano determinate combinazioni di caratteri, in particolare un rostro allungato, denti numerosi e relativamente piccoli, conici e privi di seghettature. Austroraptor è stato interpretato come piscivoro proprio in base alla sua morfologia. Questo modo di ragionare è perfettamente valido e corretto, ma tende a generare una forzatura logica, per cui la condizione sufficiente alla piscivoria (la presenza di adattamenti funzionali per quella ecologia) diventa un vincolo necessario. Ovvero, si tende a ritenere che solamente chi presenta tali morfotipi sia un piscivoro. Ciò è un errore, dato che la condizione sufficiente data dal morfotipo non è condizione necessaria all'esistenza di un'ecologia. Vi basti, come prova di ciò, il fatto che l'olotipo di Scipionyx non presenta tali adattamenti nel suo scheletro, ma nondimeno presenta una prova diretta di piscivoria data dal contenuto del suo tratto intestinale, che presenta squame di pesce.
Un caso analogo è pubblicato in questi giorni. Xing et al. (2013) descrivono un esemplare ben conservato di Microraptor contenente tracce del suo ultimo pasto nella regione addominale, formato da una massa omogenea di squame di pesce. Questo dato diretto è un'evidenza incontrovertibile di piscivoria. Ciò non dovrebbe stupire, dato che la tafonomia di tutti i fossili di Microraptor è data da bacini lacustri, che avvalorano una propensione per questo theropode a frequentare specchi d'acqua (dove i pesci abbondano).
Il fossile è interessante perché, oltre alla prove diretta di piscivoria, presenta una prova indiretta, un probabile adattamento a quella dieta: la buona preservazione della mandibola mostra che i primi 3 denti del dentale erano inclinati anterodorsalmente ("procumbenti"), un carattere sovente associato alla piscivoria.
Bibliografia:
Lida Xing, W. Scott Persons IV, Phil R. Bell, Xing Xu, Jianping Zhang,
Tetsuto Miyashita, Fengping Wang and Philip J. Currie (2013)
Piscivory in the feathered dinosaur Microraptor.
Evolution (advance online publication)
DOI: 10.1111/evo.12119
Parole Chiave:
Asia,
Cretacico Inferiore,
Deinonychosauria
19 aprile 2013
Dahalokely, nuovo abelisauroide malgascio
Elementi noti nell'olotipo di Dahalokely e probabile posizione lungo la colonna vertebrale (da Farke e Sertich 2013). |
Le vertebre degli abelisaurodi sono tra le più complesse (e derivate) di Theropoda. Tale complessità permette di istituire nuovi taxa anche a partire da esemplari relativamente poco completi.
Farke e Sertich (2013) descrivono una serie di vertebre presacrali e frammenti di coste di un abelisauroide d taglia media dalla parte inferiore del Cretacico Superiore del Madagascar, ed istituiscono Dahalokely tokana. La forma unica delle lamine prezigoepipofiseali cervicali (convesse dorsalmente in vista laterale) e le proporzioni ampie e basse delle faccette artcolari sanciscono la validità del taxon.
Dahalokely presenta un mix di caratteri presenti sia in Noasauridae che Abelisauridae, che sommata alla frammentarietà dell'unico esemplare, pone dubbi sulla possibilità di determinarne con precisione le affinità più nel dettaglio di Abelisauroidea. Farke e Sertich (2013) collocano Dahalokely alla base di Noasauridae, mentre Megamatrice lo pone in posizione più indeterminata, sebbene una posizione alla base di Abelisauridae risulti più robusta rispetto a Noasauridae. Interessante notare che entrambe le analisi non collochino Eoabelisaurus in Abelisauridae, ma più basale lungo la linea abelisauroide.
Bibliografia:
Andrew A. Farke & Joseph J. W. Sertich (2013) An abelisauroid theropod dinosaur from the Turonian of Madagascar. PLOS ONE 8(4). doi:10.1371/journal.pone.0062047
Andrew A. Farke & Joseph J. W. Sertich (2013) An abelisauroid theropod dinosaur from the Turonian of Madagascar. PLOS ONE 8(4). doi:10.1371/journal.pone.0062047
17 aprile 2013
Ganzhousaurus nankangensis (Wang et al. 2013)
Per la gioia dell'amico Marco Auditore, il 2013 pare essere un anno molto florido per gli appassionati di Oviraptorosauria. Un ulteriore nuovo taxon è stato pubblicato oggi (Wang et al. 2013): Ganzhousaurus nankangensis (Wang et al. 2013) dal Cretacico Superiore della Cina meridionale.
L'olotipo di Ganzhousaurus include parte della mandibola, alcune caudali, frammenti del bacino e degli arti ed un piede articolato incompleto.
La mandibola di Ganzhousaurus presenta una combinazione di caratteri che indicherebbero che sia un Oviraptoridae basale, morfologicamente intermedio tra la condizione dei 'caenagnathidi' e le forme più derivate di Oviraptorosauria: la regione anteriormente alla finestra mandibolare è moderatamente accorciata, la regione sinfiseale non è marcatamente deflessa ventralmente, né i rami posteriori sono incurvati. La finestra mandibolare è comunque alta ed espansa, ma non è chiaro se un processo rostrale del surangolare sia effettivamente presente. Il piede non presenta alcun grado di arctometatarsalità, come negli oviraptoridi.
Wang et al. (2013) interpretano Ganzhousaurus come un Oviraptorinae più derivato di Oviraptor. Megamatrice colloca il nuovo oviraptorosauro in una tricotomia irrisolta assieme a Caenagnathidae ed Oviraptoridae, quindi più basale rispetto all'ipotesi di Wang et al. (2013). Pertanto, in future iterazioni dell'analisi, Ganhousaurus può risultare un taxon-chiave nelle interrelazioni tra i caenagnathoidi.
Bibliografia:
Shuo Wang, Chengkai Sun, Corwin Sullivan and Xing Xu (2013) A new oviraptorid (Dinosauria: Theropoda) from the Upper Cretaceous of southern China. Zootaxa 3640 (2): 242–257.
15 aprile 2013
Coming Soon: L'anomala estinzione del dilofosauro cinese dalla dentizione anomala
L'Età dell'Oro della Theropodologia
Per "età dell'oro" si intende un'età mitica, del passato, durante la quale l'umanità avrebbe goduto di grande abbondanza, e di una generale qualità conoscitiva e morale. Esiste una "età dell'oro" nella paleontologia dei theropodi?
Potremmo disquisire a lungo su questa domanda, ed ognuno probabilmente esprimerebbe un'opinione più frutto dei propri limiti conoscitivi e pregiudizi che una risposta storiograficamente valida. Ma se ci basiamo su dati oggettivi, come ad esempio il numero di generi di theropode mesozoico pubblicati in un anno, quale misura quantitativa dell'abbondanza di scoperte, conoscenze e studi, la risposta è immediata.
L'Età dell'Oro della Theropodologia...
13 aprile 2013
11 aprile 2013
Il preventivo del paleoartista
Cranio di Torvosaurus |
Dobbiamo fidarci dei paleoartisti (qui intesi in senso latissimo: chiunque realizzi una ricostruzione paleontologica)? Se chiedo ad un paleoartista una commissione, ad esempio una ricostruzione di Torvosaurus, posso essere tranquillo che non vorrà fregarmi, che non inventerà un animale sulla base dei suoi personali vincoli interpretativi, trascurando le basi scientifiche? In italiano, l'espressione "fare la cresta" (letteralmente "to make a crest") intende riferirsi all'azione disonesta di chi vi fa pagare una commissione ad un prezzo maggiorato (aggiunge una "cresta" a qualcosa che non doveva essere crestato) rispetto all'effettivo valore della prestazione. Il nostro paleoartista è disonesto, farà la cresta? Purtroppo, il nostro paleoartista probabilmente la cresta NON la farà, come spiegai in un antichissimo post. Eppure, è più probabile che Torvosaurus fosse crestato piuttosto che non-crestato, dato che gli unici nasali attribuiti a Megalosauroidi (Baryonyx, Irritator e, se seguiamo la filogenesi di Benson 2009, anche Monolophosaurus) presentano tutti una cresta nasale impari mediana derivante dalla fusione delle due parti nasali.
Qualcuno obietterà che l'assenza di documentazione diretta per il nasale in Torvosaurus lascia libera interpretazione all'artista (che quindi può anche NON rappresentare una cresta), ma allora, in base allo stesso ragionamento, Spinosaurus potrebbe essere ricostruito senza mani, dato che non esistono resti delle mani di Spinosaurus, e che, evidentemente, la presenza di ossa delle mani in altri megalosauroidi (Afrovenator, Baryonyx, Torvosaurus) non costituisce una prova sufficiente alla presenza di mani in Spinosaurus. Notate che è lo stesso ragionamento addotto per negare una cresta nasale in Torvosaurus.
La nuova era paleoartistica, che sembra inaugurata da All Yesterdays, pare aver dato libero sfogo alla creatività degli artisti, purché sempre incanalata nell'alveo del buon senso fondato su un altrettanto buon senso scientifico-naturalistico. Tuttavia, ottusi pregiudizi iconografici e l'incapacità di molti di ragionare in termini evoluzionistici e filetici, continuano a limitare fortemente la capacità degli artisti di innovare persino rimanendo pienamente nell'alveo delle evidenze scientifiche. E così, mentre molti si sbizzarriscono a ideare Tyrannosaurus simili a tacchini, sauropodi che dormono nelle grotte e ceratopsi cannibali, ci sono vecchi muri morfologici - del tutto privi di supporto - che non vengono minimamente scalfiti da un'analisi più critica di ciò che sappiamo e di ciò che possiamo dedurre in modo razionale.
Perciò, se davvero aborrite l'assenza di mani in Spinosaurus (cosa che condivido con voi, almeno fino a prova contraria), perché non fate quella benedetta cresta nasale a Torvosaurus?
09 aprile 2013
Il senso della misura
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In altre occasioni ho parlato della banalità delle discussioni sulle dimensioni dei grandi theropodi, della relativa facilità con cui si può inventare una stima apparentemente solida e "scientifica" che invece è solo un giochetto sofistico, e dell'ossessione fallica di discutere a vuoto di numeri compresi tra 11 e 18 associandoli a nomi di taxa di tetanuri mesozoici, psicopatologia sociale che caratterizza sopratutto individui maschili nel pieno dell'adolescenza (che non corrisponde necessariamente al secondo decennio della vita).
Se vi imbattete in queste "discussioni" (ma sarebbe meglio chiamarle "farneticazioni") sulle dimensioni dei grandi theropodi, corredate da stime di estrapolazioni di rapporti dedotti da ricostruzioni ipotetiche, noterete il proliferare di riferimenti iconografici usati come "dato" a sostegno delle varie posizioni pro o contro una determinata stima.
Questa curiosa forma di argomentazione è due volte fallace (oltre che fallica per i motivi citati sopra). Innanzitutto, il "dato" non è un dato bensì esso stesso una interpretazione, quindi non un "dato" diretto bensì un'ipotesi. Da ciò concludiamo già che le "discussioni" non parlano delle dimensioni dei theropodi mesozoici, bensì delle dimensioni delle ricostruzioni oloceniche dei theropodi mesozoici. In secondo luogo, tutte le "dimostrazioni" basate su queste iconografie falliscono metodologicamente, perché non tengono conto del fatto che la "lunghezza" di un taxon non esiste. Non esiste la "lunghezza di Tyrannosaurus rex", esattamente come non esiste "l'altezza di Homo sapiens". Semmai, esiste la lunghezza di un singolo individuo, misurata in un determinato momento della sua vita, ma tale valore è altamente particolare e contingente. Tale valore varia, e spesso considerevolmente, durante la vita di un individuo. E a maggior ragiona varia all'interno della specie alla quale vogliamo invece imporre un numero singolo. Il primo mito da sfatare è che questi valori raggiungano una condizione "definitiva" con l'età adulta e poi si fermino: un essere vivente è un sistema dinamico in equilibrio precario, e le sue dimensioni variano, seppur non in modo drastico, per tutta la vita. L'altezza di un uomo a 35 anni non è la stessa che ha a 70 anni. E se replicate che, delle due, l'altezza più plausibile è quella a 35 anni, perché a 70 anni si è "vecchi" ovvero non più nella "forma adulta" bensì in fase senescente, allora dimenticatevi di usare gli esemplari senescenti di dinosauro - nonostante che essi siano quelli più grandi, e quindi meglio soddisfacenti le vostre brame di ipertrofia (il Tyrannosaurus noto come "Sue" è un individuo senescente). Che fare? Forse conviene prendere un valore che "caratterizzi" la popolazione, dedotto dalla sommatoria delle differenti misure individuali?
Ogni volta che si sollevano ovvie obiezioni al mito che pretende di ridurre la complessità di un organismo ad un singolo valore lineare, viene citata "la media" della popolazione o qualche altro valore equivalente.
Tuttavia, la lunghezza "media", in una popolazione naturale che non sia formata da cloni coetanei, non corrisponde ad alcun individuo reale, ma è solo un numero che sta nella testa di chi effettua la misura. Pertanto, tale valore non ha alcuna concretezza, ed è difatti più un vezzo per semplificare le cose (nella nostra testa) piuttosto che un qualche "fatto" naturale (esistente fuori dalla nostra testa). Quindi, se si vuole discutere di "animali reali" usando la "media" si cade in contraddizione: con la media si sta parlando di "animali ideali", di Pokemon camuffati da organismi mesozoici.
Infine, tornando all'immagine che apre il post, il modo con cui si (ab)usa delle iconografie (nella maggioranza dei casi, di ricostruizioni scheletriche, così accattivanti nella loro algida parvenza museale, quindi analoga ad esemplari catalogati, quindi di "dati scientifici") dimostra la generale grossolanità del pensiero a monte di queste futili diatribe.
Esistono innumerevoli modi per stimare le dimensioni di un dinosauro frammentario. La più abusata è quella di estrapolarne le dimensioni partendo da un taxon imparentato (ma quanto imparentato? idealmente, il più possibile... e qui si aprirebbe un dibatti enorme sul concetto di "parentela"...), prendere la silhouette della specie meglio conservata ed espanderla isometricamente sulla base di un rapporto basato su uno (o, raramente, pochi) elementi ossei comparabili. Ho già ampiamente dimostrato in passato la fallacia (fallica) di questa procedura. Qui sottolineo sopratutto l'ingenua grossolanità dell'intero metodo.
Innanzitutto, che cosa rappresenta la "lunghezza" menzionata da questi novelli ricostruttori photoshoppati? La distanza rettilinea dall'estremo anteriore al posteriore dell'animale (ovvero, la linea verde nella figura in altro)? Oppure una misura analoga ma differente, presa lungo una parallela all'orizzontale (ovvero, come le linee rossa e blu nell'immagine [nota, la rossa serve solo a indicare quanto siano 10 metri di lunghezza])? Già queste due misure differiscono in modo significativo (del 6-8% nel caso sopra), dato che basta variare la curvatura di testa, collo, dorso, coda e gambe per avere lo stesso animale con un'estensione anteroposteriore differente, e quindi "lunghezza" differente. Oppure si prende la lunghezza lungo la superficie dorsale del corpo (linea rosa nel disegno in alto). Quella, in teoria, è la "vera" lunghezza dell'animale, o almeno un valore più fedele alle effettive estensioni dimensionali dell'animale. Tuttavia, prendere tale misura è difficile disponendo solo di una immagine bidimensionale su uno schermo, e dubito che qualcuno tra quelli che "discutono" di dimensioni di dinosauri seguano questo metodo. Ad ogni modo, vedete dall'immagine in alto che a seconda del metodo che seguite, lo stesso esemplare di Tyrannosaurus rex risulta essere lungo 11.3, 12 e 12.5 metri. Tra le due misura estreme intercorre il 10% della misura intermedia. Per fare un paragone, è come se un essere umano effettivamente alto 168 cm risultasse invece, alternativamente, o 160 cm oppure 176 cm: dubito che qualcuno possa considerare questo intervallo di variazione per le misure di un singolo individuo come qualcosa di sensato ed attendibile. Eppure, in rete circolano questi (e molti altri) metodi più o meno bislacchi di determinazione "empirica-estrapolativa" delle dimensioni dei dinosauri.
Inoltre, ed è qui che i vari errori di misurazione si rafforzano a vicenda producendo un colossale errore finale, è molto probabile che la procedura menzionata sopra (che parte dalla misura dell'animale più completo per determinare quella dell'animale più frammentario) segua il seguente iter: si parte dalla misura numerica "rosa" del primo animale, tratta da qualche pubblicazione, la si assume come "dato" relativo alla misura "blu" del primo animale, e la si moltiplica per il rapporto tra due ossa omologhe dei due animali. Tale procedura genera sempre e comunque una sovrastima (anche importante) delle dimensioni del secondo animale. Un animale la cui dimensione finale è stimata moltiplicando il valore "rosa" di un altro animale per un fattore di proporzione, sovente viene poi "disegnato" come se il valore ottenuto si riferisse alla lunghezza "blu". Scommetto che il fantomatico "Spinosaurus di 17 metri" nasce anche - ma non solo - da queste "stime".
In conclusione, la rete abbonda di discussioni futili fondate su grossolante estrapolazioni fondate su ancor più grossolani metodi di elaborazione dei "dati", questi ultimi, per giunta, non dei veri "dati", ma a loro volta delle ipotesi quasi sempre fondate su precedenti "stime". In breve, una colossale aria fritta.
Per questo, se avete bisogno di un qualche valore, anche solo indicativo, delle dimensioni di un dinosauro, è saggio proporre degli intervalli di variazione volutamente generici, piuttosto che impegolarsi su meri discorsi cabalistici esondati nelle cifre decimali. Dire che gli adulti noti di Tyrannosaurus sono lunghi attorno ai 11-13 metri è molto più saggio che dire che Tyrannosaurus è lungo 12.75 metri...
Se hai capito anche solo 1/3 di questo post, non parteciperai più a discussioni online sulle "dimensioni" senza provare vergogna.
05 aprile 2013
Steneosaurus barettoni: 226 anni di un enigma giurassico - Seconda Parte
Nel precedente post di questa serie ho parlato della storia dell'esemplare MPUP 6552, olotipo della specie Steneosaurus barettoni deZigno 1883, un coccodrillo giurassico italiano quasi del tutto sconosciuto alla maggioranza degli appassionati di paleontologia, che è stato recentemente l'oggetto di un mio studio (Cau 2013). In questo post descriverò la morfologia generale dell'esemplare, dalla quale si può chiaramente dedurre che esso NON è uno Steneosaurus.
Fotografia di MPUP 6552 e disegno schematico dell'esemplare. Dettagli nel testo del post. |
Parole Chiave:
Crurotarsi,
Giurassico Medio,
Italia,
Neptunidraco
04 aprile 2013
Steneosaurus barettoni: 226 anni di un enigma giurassico - Prima Parte
Busto di Giovanni Arduino, ritratto di Achille deZigno, e due esempi dei vari documenti del XIX secolo che menzionano il "Coccodrillo di Treschè Conca" (sottolineato in rosso) |
Come vi ho annunciato in passato, il 2013 sarà un anno molto interessante ed entusiasmante, almeno per quel che riguarda le ricerche sui rettili mesozoici italiani. Dopo il plesiosauro del Kaberlaba (nota: Cristiano Dal Sasso mi informa che l'espressione corretta è "del Kaberlaba" e non "di Kaberlaba" come scritto precedentemente) ecco un nuovo studio, questa volta avente come oggetto la rivalutazione di un fossile italiano rimasto per troppo tempo nell'oblio.
Cosa può legare un naturalista ed uno dei padri della stratigrafia, entrambi del XVIII secolo, un paleontologo del XIX secolo, ed un paleontologo-blogger del XXI secolo? A parte il fatto che sono tutti italiani, e tutti appassionati di fossili, apparentemente nulla.
Cosa può legare un naturalista ed uno dei padri della stratigrafia, entrambi del XVIII secolo, un paleontologo del XIX secolo, ed un paleontologo-blogger del XXI secolo? A parte il fatto che sono tutti italiani, e tutti appassionati di fossili, apparentemente nulla.
03 aprile 2013
Homo sapiens (sensu Awesomebro [bimbominkia])
Ricostruzione di una scena di vita di H. sapiens (by F. Frazetta) |
Homo sapiens è un mammifero primate vissuto per un breve intervallo tra alcuni interglaciali della glaciazione boreale del Cenozoico Superiore. Bipede eretto, Homo sapiens era alto 1 metro e 68 cm, anche se alcuni esemplari frammentari suggeriscono che potesse raggiungere i 2 metri e 10 cm di altezza.
Homo sapiens era un animale sociale, come dimostrano le numerose bonebeds monospecifiche che lo caratterizzano. Predatore sociale, si ritiene che questo mammifero fosse il superpredatore dominante del suo ecosistema. Le caratteristiche principali di H. sapiens sono la struttura scheletrica gracile, se confrontata agli altri Homo, e l'uso, per la prima volta nella storia animale, di utensili di metallo, ampiamente associati alle bonebeds di questa specie.
Gli studiosi ritengono che H. sapiens cacciasse in gruppo servendosi di tecniche coordinate per abbattere prede anche cento volte il suo peso, come gli ultimi Proboscidata. Alcuni scienziati ritengono che Homo sapiens fosse cannibale, dato che si rinviene un numero elevato di individui con evidenti segni di predazione causati dagli utensili di Homo sapiens.
Homo sapiens, come tutti gli Hominidae, non era un cursore. Simulazioni al computer ipotizzano che potesse correre a 30 km/h, probabilmente per brevi tratti.
La specie, distribuita su tutto il pianeta, è stata oggetto di accesi dibattiti sulle cause della sua estinzione. L'ipotesi più probabile è che si sia estinto per cause epidemiologiche, quasi certamente a causa di un'infezione al suo sistema dentario: difatti, oltre il 90% di tutti i crani noti di questa specie presenta infezioni, anche molto estese, alla dentatura.
Bene, se questa descrizione di Homo sapiens vi pare parziale, grossolana o palesemente banale, la sensazione che state provando è quella che provo io il 99% delle volte che leggo "descrizioni" di specie di dinosauri mesozoici fatte da siti, blog, libri o documentari più o meno "paleontologici".
01 aprile 2013
La prima supermatrice completa dei theropodi Mesozoici
Dopo oltre 10 anni di raccolta ed elaborazione dei dati, e dopo oltre cinque anni di menzioni continue su questo blog, posso annunciare che la mia analisi filogenetica di Theropoda è finalmente un articolo pubblicato!
L'analisi ha valutato la distribuzione di 1542 caratteri morfologici (inclusi caratteri del tegumento e dell'apparato riproduttore fossilizzabili, come la struttura dei nidi e dei gusci delle uova) in 390 taxa di dinosauromorfi mesozoici, più un taxon attuale (Meleagris).
L'analisi si è avvalsa di TNT, impostando il peso implicito dei caratteri con un indice di concavità pari a 1000 ed analizzando secondo la procedura LFE*. L'analisi ha prodotto un consenso stretto molto ben risolto, con un indice di consistenza di 0.14, ovviamente basso dato che tale indice è inversamente correlato al numero di taxa inclusi.
La topologia di Dinosauromorpha e Theropoda emersa ha evidenziato che l'inclusione di un elevato numero di taxa, inclusi esemplari frammentari ma con combinazioni uniche di caratteri, incide profondamente sul risultato delle relazioni tra i taxa, producendo topologie anche molto eterodosse rispetto al modello standard risultato utilizzando un numero molto ridotto di taxa.
I risultati più significativi sono elencati di seguito, ma vi rimando alla pubblicazione per i dettagli.
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