Mi fa piacere che la mia “provocazione”
(supportata iconograficamente dall'opera di Davide Bonadonna) sul
piumaggio
negli abelisauridi abbia generato un interessante dibattito. Lo
scopo della provocazione era proprio quello, smuovere dal torpore
delle false certezze e stimolare una valutazione critica di ciò che
conosciamo.
Uno spin-off del dibattito è stato
incentrato su
Concavenator (Ortega et al. 2010), e le presunte papille ulnari della
sua ulna. Io, e con me
altri,
sono scettico sull'identificazione delle strutture simili a tubercoli
allineati su un margine dell'ulna di quel carcharodontosauride come
omologhe alle papille ulnari paraviane e – pertanto –
interpretabili come origine di strutture tegumentarie omologhe a
rachidi di remiganti.
Altri, prima di me, hanno
re-interpretato quelle strutture come cicatrici di una linea
intramuscolare, ovvero il confine tra due distretti muscolari. Matt
Martyniuk ha notato che gli autori della iniziale interpretazione
“piumata” dell'ulna di Concavenator hanno recentemente
presentato un poster che smentirebbe l'ipotesi della linea
intermuscolare.
Sebbene un poster di un congresso non
sia di per sé valutabile al pari di un articolo scientifico
revisionato, va detto che nemmeno l'ipotesi della linea
intramuscolare è stata pubblicata in uno studio revisionato, ma
solamente online. Quindi, la questione è, almeno per ora, una
discussione prettamente online.
Ho letto l'abstract del poster in
questione, ed ho visto una foto di quel poster, ma non sono convinto
della loro argomentazione.
Gli autori ricostruiscono le varie aree
di inserzione muscolare nell'ulna di Concavenator e concludono
che le “papille” siano esterne ai confini di tali muscoli, quindi
– secondo loro – esse non sarebbero parte di una linea
intramuscolare. Ciò di per sé non implica automaticamente che siano
papille per delle proto-penne-remiganti...
Da notare che l'intero ragionamento
sostenuto in quel poster si basi su una singola interpretazione: che
la superficie esposta dell'ulna, così come appare nel fossile, sia
la superficie laterale. Dopo tutto, le papille ulnari dei paraviani
decorrono lungo il margine posterolaterale dell'ulna, quindi per
avere delle papille ulnari esposte occorre avere l'ulna esposta
lateralmente. Ma è effettivamente quella la superficie che
osserviamo nel fossile?
Prima di fare paragoni con le ulne dei
paraviani, sarebbe saggio confrontare l'ulna di Concavenator,
un allosauroide, con le ulne degli allosauroidi, ad esempio,
Allosaurus e Acrocanthosaurus.
Quando radio ed ulna di Allosaurus
e Acrocanthosaurus sono articolati tra loro e visti in norma
laterale, vediamo che il radio è posto anteriormente all'ulna, ed
alloggia prossimalmente su una fossa posta nella superficie anteriore
dell'ulna stessa (indicata qui sotto dalla freccia verde). Il margine
posterolaterale – dove dovremmo avere le papille ulnari – (linea
rossa) è quindi proiettato posteriormente, in posizione distale
rispetto all'olecrano (frecce azzurre). La superficie anteriore
dell'ulna (linea blu), invece, sarebbe posta distalmente alla
faccetta prossimale per il radio.
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Avambracci di Allosaurus e Acrocanthosaurus in vista laterale. |
L'esemplare di Concavenator ha
l'avambraccio parzialmente disarticolato. Si vede chiaramente che la
regione distale di radio e ulna sono separate (freccia rosa) e che il
radio è dislocato (frecce gialle) rispetto alla faccetta prossimale
sull'ulna (freccia verde). Pertanto, quello che osserviamo non è un
avambraccio articolato, e non possiamo certo leggerlo “letteralmente”
come se fosse un braccio in norma laterale. La dislocazione del radio
ha esposto la faccetta ulnare (freccia verde), la quale, come ho
mostrato nel caso delle braccia articolate di Allosaurus e
Acrocanthosaurus, è posizionata sulla superficie anteriore
dell'ulna. Pertanto, se vediamo quella faccetta, allora l'ulna di
Concavenator è esposta in norma anteriore e non in norma
laterale. Di conseguenza, la serie delle “papille” decorre lungo
la superficie anteriore (linea blu in Allosaurus e
Acrocanthosaurus) e non lungo il margine posterolaterale
(linea rossa). Pertanto, non essendo sulla stessa regione dell'ulna,
queste “papille” non sono topograficamente omologhe alle papille
ulnari paraviane.
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(a) Avambraccio di Concavenator come appare in situ. (b) Dettaglio delle "papille". (c) Ulna di paraviano con le papille ulnari. Modificato d aOrtega et al. (2010). |
Altri caratteri smentiscono l'ipotesi
che queste siano papille ulnari: queste papilla sono connesse tra
loro da una sottile cresta ossea, mentre quelle ulnari paraviane sono
separate una dall'altra. Infine, le papille di Concavenator
sono disposte a distanze irregolari tra loro, mentre le papilla
ulnari paraviane sono distanziate tra loro in modo uniforme (dato che
sono ancoraggio di un piumaggio regolare).
Infine, anche la filogenesi smentisce
questa interpretazione: le papille ulnari sono sempre associate alla
presenza di penne remiganti, mentre sono sempre assenti in taxa privi
di penne remiganti. Pertanto, possiamo usare i taxa privi di penne
remiganti (privi sicuramente, non per questioni tafonomiche) per
stabilire in quale parte della filogenesi di Theropoda sia
collocabile l'evoluzione delle papille. Siccome taxa come Dilong
e Beipiaosaurus sono privi di penne remiganti, dobbiamo
concludere che erano anche privi di papille ulnari: pertanto, le
papille ulnari devono comparire in un clade comprendente Paraves ma
escludente Dilong e Beipiaosaurus: ovvero, un quale
sottoclade di Maniraptora. Di conseguenza, è filogeneticamente
improbabile che le “papille” dell'allosauroide Concavenator
siano filogeneticamente omologhe a quelle paraviane, dato che
Concavenator è sicuramente esterno al clade comprendente
Paraves, Dilong e Beipiaosaurus.
Concludendo, evidenze morfologiche e
filogenetiche concordano nel considerare le papille di Concavenator
come NON omologhe a quelle dei paraviani. La mia interpretazione è
che quelle siano proiezioni ossee della cresta che decorreva lungo il
margine anteriore dell'ulna, forse per l'inserzione della muscolatura
interbrachiale che connette radio e ulna.
Siccome gli autori del poster usano un
paraviano con una inusuale morfologia ulnare come sostegno della loro
ipotesi sulle papille di Concavenator, applico il loro
medesimo approccio e cito un altro paraviano con una inusuale
morfologia ulnare a sostegno della mia ipotesi alternativa: Balaur
ha una cresta che decorre lungo il margine anteriore dell'ulna,
omologa a quella di Concavenator, cresta che non ha alcuna
relazione con la presenza delle penne remiganti.
Bibliografia:
Ortega, Escaso and Sanz, 2010. A bizarre, humped Carcharodontosauria (Theropoda) from the Lower Cretaceous of Spain. Nature. 467, 203-206.