Sam Neill e la sua voglia di girare questo film |
Quando, ieri, ho scritto il post nerd con punte geek sulle tendenze nei dinosauri del Franchise di Jurassic Park, pensavo che non ci fosse più altro da dire. Avevo già scritto una lunga recensione, un paio di giorni fa, nel solito tono un po' demenziale ed un po' sarcastico, come sono i soliti post che scrivo su questi film. Eppure, la conclusione dei post mi aveva lasciato un retrogusto sul fondo del palato, come di qualcosa che non era stato del tutto liberato e covava ancora dentro.
Poi ho capito.
Finora, ho scritto tutti questi post nella veste del Dott. Cau, paleontologo dei vertebrati, paleo-blogger e moderato fruitore di cinematografia dinosauriana. Ma c'è anche Andrea, l'amante del buon cinema e curioso osservatore del Franchise di Jurassic Park, che alla sera al pub con gli amici commenta i film senza appesantire la conversazione con tutti quei temi tecnici e paleontologici che gli amici non possono cogliere non essendo paleontologi né paleogeek e che non sono nemmeno interessati a conoscere. Ed era il secondo soggetto quello che sentiva il retrogusto nel palato. Il Dott. Cau ha detto tutto quello che aveva da dire sul film, mentre Andrea no.
Disclaimer: questa recensione non ha alcuna pretesa di essere interessante, sensata, oppure originale. Essa è solo ciò che sentireste da me se fossimo seduti in un pub con un paio di birre medie colore rosso ambrato, e tra noi ci fosse quella vecchia cara sintonia che fa sì che tu sia pienamente consapevole delle implicazioni del farmi la domanda "com'è Jurassic World Dominion?".
Se dovessi definire questo film con una sola singola parola, questa sarebbe "truffa". Jurassic World Dominion (di seguito JWD) è una truffa, una poco onesta e spudorata manipolazione delle aspettative del pubblico, in primo luogo i così detti "fan" (categoria a cui non appartengo, ma che mi ha sempre incuriosito, e di cui leggo e ascolto molto le opinioni in questi giorni, non solo nel blog). Il sentore di truffa non è solo nelle mie narici, si respira nei commenti e nelle recensioni online. Una truffa sfacciata, una bieca presa per il sedere costruita a tavolino dalla banda capitana da Colin Trevorrow.
Per due anni, una massiccia campagna promozionale ha pompato nel pubblico l'idea che "Dominion" fosse un certo film. Riguardatevi i trailer e i commenti ai trailer. Il messaggio era quello, e posto nemmeno in modo sottile o sfumato. Già il nome stesso "Dominion" lo esplicita senza ambiguità. Descritto come "epica conclusione" della saga, e come naturale estensione della scena finale dell'episodio precedente, JWP è stato proposto a tutti come un colossale scontro epico tra uomo e dinosauri per il dominio del mondo. Il tema dello scontro a scala planetaria tra umanità e dinosauri, aldilà della sua plausibilità reale o consistenza scientifica, era quindi ciò che tutti quelli che hanno seguito le varie operazioni virali e di campagna promozionale si attendevano. I dinosauri come possibili padroni del mondo, perché, in fondo "Jurassic World" significa proprio questo, quasi un "Nuovo Mesozoico" in cui, si sottintendeva, non era scontata la supremazia dell'uomo rispetto agli antichi dominatori. Qualcosa di veramente epico, sicuramente catastrofico, forse difficile da realizzare, forse ridicolo nel risultato, ma perlomeno era quella l'anima del terzo episodio che tutti i trailer, le promozioni e i commenti dei fan lasciavano intendere. Io stesso sono andato al cinema anche con questa aspettativa, che per quanto pacchiani fossero i dinosauri, per quanto piatti i personaggi, l'impatto visivo sarebbe stato quello di un film epicamente globale, con i dinosauri protagonisti su scala planetaria, forse anche antagonisti, avversari, nemici, ma pur sempre fulcro e nucleo della vicenda.
Invece, il film ruota attorno ad una invasione di locuste OGM ed al rapimento di una ragazzina che è la chiave per sconfiggere gli insetti.
E i dinosauri? Solo contesto, sfondo, accessorio alla trama principale. Ma almeno sono pur sempre dominatori del mondo? Al contrario. Di dominion qui c'è solo quello dell'uomo (cosa abbastanza realistica, ma che comunque non costituisce nulla di epico né originale per cui costruire un "Jurassic Dominion"). I dinosauri sono creature braccate, isolate, in fuga. Sono bestie da prendere al lazo e domare con una mano. Sono animali da allevamento che aspettano tre attivisti maldestri per essere salvati. Sono oggetti da collezione, merce di scambio. Sono attrezzi da lavoro comandati con un puntatore laser. Sono ancora una volta i soliti animali dentro uno zoo hi-tech. Chiusi in un recinto. Come in tutti i film precedenti. Non c'è uno straccio di "Dominion" in questo film.
Non mi credete? Ho travisato il messaggio? Rileggiamo insieme la sinossi ufficiale del film come esposta in tutti i promo (in particolare, il grassetto):
Il film si svolge quattro anni dopo la distruzione di Isla Nublar. I dinosauri ora vivono e cacciano insieme agli umani in tutto il mondo. Questo equilibrio fragile rimodellerà il futuro e determinerà, una volta per tutte, se gli esseri umani rimarranno i predatori dominanti su un pianeta che ora condividono con le creature più temibili della storia.
Il film non sviluppa in alcun modo quanto scritto qui sopra. Nel film, l'uomo domina il pianeta, praticamente indisturbato dai dinosauri, a parte qualche patetica scenetta non tanto diversa da quello che accade nel mondo reale, ai matrimoni o lungo la strada, come un qualunque gabbiano incazzoso che ti frega il panino mentre passeggi in città o un cervo che d'improvviso sbuca dal bosco mentre stiamo viaggiando in auto. Sì, c'è un allosauro che attacca un veicolo, alla pari di un orso in Canada o un elefante in India. Ma gli orsi non minacciano la dominanza dell'uomo sul pianeta, e gli elefanti li stiamo sterminando. La frase citata qui sopra è quindi un inganno, perché ci annuncia qualcosa che non è per niente sviluppato nel film.
"Signor Trevorrow, è previsto che si veda del Dominion nel suo Jurassic Dominion?". Sugli easter egg ci torno dopo.
Questo film è una presa per il sedere. Punto e basta. L'avessero chiamato "Jurassic Conservation" o "Jurassic Freedom" o "Jurassic Paga il biglietto e vedrai" sarebbero stati più sinceri ed onesti. Invece, Trevorrow e company sono stati dei meschini produttori di spam del cavolo con cui abbindolare i fan e milioni di spettatori, per farli andare al cinema e poi sperare che siano abbastanza fanboy da ingoiare tre ore di minestrone con stampato sopra il logo giurassico senza fare una piega (ed uscire gridando "èbellissimooooilmiglioredellaserie!!!").
Vabbè, sì, ci ha mentito adescandoci con chissà quali promesse per farci andare al cinema, ma almeno, direte voi, almeno poi il film funziona? No. Il film è un disastro su più livelli di lettura. Non c'è molto su cui salvarlo. Il peggiore dell'intero Franchise, da più punti di vista, alcuni proprio inattesi, e per questo proprio i più duri a sancire il disastro. Capace di far rivalutare la stupidità del precedente, che aveva già toccato il fondo in quanto a ridicolo. Al cui confronto Jurassic Park 3 è un gioiellino da rispettare. Difatti, il film è un disastro non perché un filmetto rispetto a prodotti di ben più alta fattura autoriale (confronto che nessuno onestamente pensa di fare) ma proprio nel confronto con gli altri episodi della saga. Il fallimento è prima di tutto rispetto ai suoi predecessori.
Perlomeno, il film precedente (Fallen Kingdom), pur nella sua totale scontatezza, aveva una trama coerente incentrata sui dinosauri e quindi perfettamente interna al Franchise (vi ricordo che siamo dentro il Franchise Jurassico, e che il suo unico fulcro sono i dinosauri): i dinosauri da salvare prima dalla furia del vulcano e dopo dalla furia del capitalismo. Trama scemotta, ok, ma dall'inizio alla fine sapevi in che fiume giurassico stavi nuotando, dove fosse la sorgente giurassica e come arrivare alla foce giurassica.
Qui c'è solo un casino ingestibile di generi estranei, temi parziali, trame e sottotrame arbitrarie, personaggi inutili e ridondanti, stravolgimento gratuito di elementi precedenti, e per giunta nel quale i dinosauri sono accessori e puro sfondo, e in cui tutto è buttato dentro molto alla caso, rendendo un film di due ore e mezza (!) una accozzaglia di episodi minori, un pantano di puro situazionismo, senza senso reale, se non quello di inserire qualcuno in una scenetta a volte action, a volte horror, a volte commedia. E, ripeto, la sola trama che lega il tutto sono le locuste da combattere e la ragazzina da salvare.
Ecco quindi la seconda - grave - truffa: è il primo film del Franchise in cui i dinosauri non sono fondamentali, né necessari al cuore del film, ma solo accessori per situazioni, strumenti per sottotrame. Cosa che, in un film della serie Jurassic Park/World è assurdo come fare un film di James Bond in cui 007 compare a caso come personaggio secondario, solo per fornire una scusa per mettere l'episodio dentro il Franchise.
Togli i dinosauri in toto, e questo film resta ancora in piedi... resta il film sulle locuste e sulla ragazzina rapita, perché nessuna delle due parti ha bisogno dei dinosauri per funzionare, e ti accorgi che i dinosauri sono solo accessori. Ma se togli i dinosauri da un Jurassic movie e la sua storia principale funziona ancora, allora capisci che questa è la definitiva morte del Franchise. Non era morto nei precedenti due film, perché si reggevano ancora sui dinosauri (parco con dinosauri, scappa dai dinosauri, salva i dinosauri). Qui abbiamo "combatti le locuste e salva la ragazzina"... roba da far gelare il sangue a Crichton.
Il problema alla base di tutto è una solo: Colin Trevorrow. La persona meno adatta a far funzionare una trilogia di questo tipo. Perché, se davvero Trevorrow è un "fan" del Franchise come ci tiene a ostentare, allora è inevitabile che non sarà in grado di realizzare un prodotto cinematograficamente armonioso, troppo preso dalla sua ansia di essere/fare il fan assoluto, ma, soprattutto, troppo ossessionato dall'ansia da prestazione di voler essere una sorta di emulo di Spielberg. L'ansia da prestazione si manifesta nella esagerata lunghezza del film, che si illude di compensare la piccolezza di idee, obiettivi e tenuta con una bulimia di generi, location e finti colpi di scena. Nell'era degli effetti speciali digitali facili (avendo i soldi per organizzare un team di animatori professionisti, soldi che il Franchise possiede), nessun film si salva più con solo la bulimia di CGI e animatronici, perché è proprio la facilità con cui oggi qualsiasi cosa è riproducibile in un film ad imporre una selezione in base agli altri criteri qualitativi.
In primo luogo, la regia.
Trevorrow è inadeguato al compito non perché non conosca il suo mestiere (non sta a me giudicarlo in quello), ma perché non è stato in alcun modo capace di separare il regista dal fanboy. Come un ottimo chirurgo è pur sempre inadatto a operare al cuore la propria amatissima figlia cardiopatica, così un regista dichiaratamente fanboy è il peggior regista per un Franchise che ormai da troppo tempo è scivolato nel fan-servilismo e richiede una mano ferma che non aggravi la caduta nel citazionismo autoreferenziale. Meglio allora un regista distaccato, che come il chirurgo non imparentato con la paziente, saprà fare lo stesso lavoro del padre senza rischiare di essere annebbiato dal sentimento. Meglio un regista visionario, ma che non ha alcuna conoscenza di cosa sia il Franchise o il mondo dei fan. Perché sarà capace di produrre proprio ciò di cui, al sesto episodio, la serie avrebbe avuto bisogno: la rivoluzione che qui non è avvenuta, ma è stata solo millantata.
Ovvio che la produzione di questi film, interessata solo a far cassa, si affidi - quasi con terrore di rischiare - alla mano del servile esecutore della religione del fan-service, così produttiva nel pompare il merchandising che fonda il Franchise.
Yogurt (Mel Brooks) aveva visto giusto.
Lasciamo da parte per un attimo i dinosauri (cosa abbastanza assurda in questa saga), e proviamo a valutare il film per il suo svolgimento. I due temi principali del film sono chiaramente figli dell'ansia di Trevorrow. Egli pare ossessionato dall'inserire temi "alti, impegnati" nel Franchise, nonostante nessuno a parte lui ne senta il bisogno, ma lo fa in modo grossolano e superficiale, fallendo col suo intento e rovinando il film. Prendiamo le locuste. Vuoi parlare dei pericoli della manipolazione genetica, della creazione di specie invasive che distruggono l'ecosistema? Santiddio, hai già i dinosauri per questo! Siamo dentro il Franchise Jurassico, usa i dinosauri proprio per questo scopo! Perché non dovrebbero essere proprio i dinosauri la specie invasiva? Diavolo, è proprio ciò che il titolo "Dominion" implicherebbe! Sarebbero due, anzi tre, piccioni con una fava (continuity col Franchise, inizio di un nuovo filone globale, aggiunta di temi "alti")... invece il nostro regista introduce un elemento estraneo, a tratti ridicolo, le locuste obese, che non armonizza con la serie, e che non produce alcun risultato.
Lo stesso discorso vale per la ragazzina clonata (e la sotto-storia della madre), un elemento assolutamente gratuito e non necessario introdotto nel precedente episodio, e che per giunta non fa che riproporre uno dei grandi errori storici di questo Franchise, ovvero l'ossessione per i drammi famigliari e adolescenziali. Sì, è un tema classico di una certa Hollywood, ma, ancora una volta, tu non sei Spielberg e questo non è ET o AI.
Se qualcuno crede che mettere dei drammi famigliari e/o adolescenziali in questi film attiri qualcuno in più a vederli, allora è invitato a fare un sondaggio sulla simpatia della figlia di Malcolm (Mondo Perduto), il ragazzino del terzo film, i fratelli di Jurassic World. Sono tutti sistematicamente odiati ed odiosi, e nessuno li ricorda come elementi chiave del Franchise. Si salvano solo Lex e Tim, nel primo film, per l'ovvia ragione che essi sono personaggi integrati con il film, con una presenza nella storia, privi di inutili paranoie non funzionali alla trama, con una simpatia spontanea del tutto assente nei ragazzini successivi, che invece risultano brutte copie inserite male dei primi due iconici Jurassic kids. La ragazzina clonata e la madre virtuale sono l'elemento umano più fuori luogo possibile in un Franchise come questo. L'idea in sé sarebbe anche interessante e anche avvincente sul piano umano, ma non da usare in questi film, dove appare come un orpello del tutto inutile e pretestuoso, che non aggiunge nulla né completa alcunché.
In ambo i casi, idee buttate a caso: in un caso sprecate, nell'altro fuori luogo.
Non c'è alcuna rivoluzione, ma solo conservazione in questo Dominion. Ci sono i soliti temi ipocritamente traslati sulle Dolomiti (il parco, il miliardario, l'evacuazione del sito, gli animali prima contenuti e poi ingestibili, il dino-villain, lo scontro finale tra dinosauri, la morte catartica del villain per mano dei dinosauri) il tutto aggravato da una insopportabile pioggia di fan-service dozzinale (in alcuni casi non solo scontati, ma proprio patetici, come la "svestizione" dei tre protagonisti storici per mostrare che sotto hanno maglie coi colori "storici" indossati nel 1993).
Paradossalmente, il "fan-service" estremo di questo film appare come una forma di fan-servilismo, che limita e vincola la libertà creativa dell'autore, ed una forma di feticismo, in cui l'ostentazione ripetuta di oggetti, situazioni, e frasi iconiche tratte prettamente dal primo episodio non fa che confermare la sudditanza psicologica di Trevorrow, il suo servilismo nei confronti del padre-idolo-dio Spielberg (madonna, Andrè, che psicanalisi da pub... beh, vi avevo avvertito, questo è lo spirito del post).
La domanda è se il fan-servilismo di Trevorrow è una maldestra operazione di marketing oppure un modo ipocrita per celare una oggettiva incapacità di realizzare qualcosa di originale e innovativo. Il lettore (forse fan-boy difensore della ortodossia) replicherà che sia in primo luogo una strategia di marketing, per puntare alla fetta "sicura" di spettatori, amplificandone l'adesione. Ma questa, a ben vedere, è una scelta miope, dato che è proprio il fanboy duro e puro lo spettatore da cui si deve temere meno la disaffezione. Allora, perché non cercare di uscire dal settarismo fan-servile per sperimentare? Per questo motivo, io sospetto che l'eccesso di fan-service in Trevorrow sia in primo luogo un modo per celare la sua oggettiva incapacità di innovare la saga, più che una mera applicazione del manuale di economia hollywoodiana.
Il ritorno dei tre protagonisti del primo episodio è stata una delle novità più pubblicizzate della campagna promozionale. Il ritorno di un personaggio iconico di per sé non è malvagio, ma lo è se è puramente formale, superficiale, e se è spinto dall'ennesimo piegarsi al fan-servilismo. Dato che l'intera saga è del tutto episodica, senza un filone generale pre-determinato, il ritorno dei personaggi "storici" è del tutto arbitrario. Ciò permetterebbe una discreta libertà nel modo con cui tale personaggio ritorna in scena, libertà che però scade facilmente nella incongruenza con la figura espressa da quel personaggio se non si mantiene un senso logico e psicologico con ciò che quel personaggio rappresentava. Il problema di queste scelte è che un personaggio è iconico proprio in quanto espressione di una serie di valori e significati. Se il personaggio iconico ritorna dopo molto tempo, in modo arbitrario e senza portare con sé i valori che incarnava, ecco che la sua apparizione è unicamente nominale. Sì, vediamo che nel film c'è un tizio di nome Alan Grant, che è interpretato dallo stesso attore che interpretava Alan Grant nel 1993, e che scimmiotta alcune azioni del 1993, ma che in sostanza nel nuovo film non si comporta come un Alan Grant maturo che torna per portare i valori ed il carisma del primo film, ma piuttosto che agisce invece come un settantenne qualunque succube della sua irrisolta situazione sentimentale. Roba che Woody Allen ti trasformerebbe in un capolavoro di commedia sofisticata se ambientato a New York, ma che nel Jurassic Franchise di Trevorrow onestamente è del tutto gratuito, maldestro, stonato e triste. Guardavo questo Grant del 2022 e mi chiedevo "e quindi?", "quando comincia a fare il paleontologo pratico e scazzato, e smette di fare il pensionato di Voghera trascinato a fare il ladro alla sede centrale della Apple"? L'evoluzione nella personalità dei personaggi non è un obbligo né una garanzia di qualità, se tale evoluzione è del tutto scombinata con la vicenda in cui il personaggio è stato ricollocato.
Il risultato è che, paradossalmente, il danno si riflette retrospettivamente sui personaggi nel primo film, che ora, rivedendoli, sai che fine faranno.
Jurassic World Dominion è stato un colossale disastro se rapportato con le enormi pretese che ostentava. Non è un finale epico della serie, ma solo l'ennesimo ripetersi delle solite dinamiche del primo film, reiterate in modo meccanico all'interno di una cornice più ampia ma che, nella sostanza generale, non ha alcuna effettiva relazione con l'anima del Franchise. Non ha risolto alcuna lacuna pre-esistente, semmai ha creato ulteriori voragini nella consistenza logica degli eventi. Ha dimostrato che il Franchise può includere un film non-Jurassic dentro di sé, di fatto commettendo suicidio. Ha deragliato totalmente dall'unica tematica veramente innovativa e potenzialmente fertile offerta dalla fine dell'episodio precedente. Ma, soprattutto, è stata gestita da un autodichiarato fanboy, ovvero la persona peggiore per realizzare un prodotto coerente e consistente, interessante e creativo.
Se c'è un futuro per i dinosauri al cinema, non è più nel Franchise Jurassico, ma in chi si libererà completamente da tutta questa zavorra ormai logora e autoreferenziale e oserà andare oltre. C'è un enorme serbatoio di idee ed iconografie ancora inespresse per i dinosauri di celluloide, spesso lasciate ai margini a causa del pensiero unico jurassic-parkiano ormai dominante da tre decenni. Produzioni come Prehistoric Planet hanno mostrato che i mezzi per la rivoluzione iconografica esistono e sono perfettamente compatibili con la paleontologia del nostro tempo. Perché i dinosauri conquistarono il mondo nel 1993 perché non vollero essere (solo) mostri, ma in primo luogo creature naturali e plausibili. Ora occorre che dal fronte cinematografico arrivi una nuova generazione di visionari capaci di tradurre la nuova iconografia in un nuovo universo per conquistare l'affetto del pubblico come fece, almeno all'inizio, il primo parco spielberghiano.
Molto, moltissimo d'accordo.
RispondiEliminaMi sono (diciamo) divertito a vederlo, però considerandolo come un bizzarro ibrido (ah!) tra un monster movie degli anni '60 e un James Bond dell'era Roger Moore... Che, siamo sinceri, non è che sia proprio un complimento.
Alessio Arena
Ecco, ora mi è passata del tutto la voglia di vederlo! Troppe aspettative! Potevano fare un film con le palle e hanno buttato l'occasione nel cesso! Un film della saga giurassica con dinosauri che si vedono di sfuggita non è un film della saga giurassica! Si tratta pure di una copia di altri film che ho visto su locuste modificate geneticamente, nulla di nuovo nemmeno lì!
RispondiEliminaComunque segnalo questa foto per chi volesse vedere la faccia da "ma che ci faccio in questo film?" di Ellie e Grant: https://www.rollingstone.com/movies/movie-news/laura-dern-sam-neil-jurassic-park-age-gap-1357248/
Lei con l'espressione da "voglio andare a casa", lui con quella da "eh, che s'ha da fa' per campa'!" mentre fanno da baby-sitter ad un bacarozzo vitaminizzato. L'assegno doveva essere proprio buono...
Riccardo
Fui introdotto alla saga cinematografica di Jurassic Park dal terzo capitolo, regalatomi in VHS quando avevo sei anni. Per ragioni in senso lato affettive, l'ho sempre considerato uno dei miei film preferiti e lo spinosaurus come lì proposto è rimasto per molto tempo il mio "dinosauro" preferito. Indubbiamente, però, erano già allora manifeste l'incuria e la disperata ricerca di idee con cui mandare avanti il (e lucrare sul) franchise, anche a costo di compiere passi falsi che ne avrebbero decretato una sorta di sospensione comatosa per oltre un decennio.
RispondiEliminaTrevorrow, dal canto suo, ha fatto quello che ogni bambino cresciuto a "pane e Jurassic Park" ha provato a fare almeno una volta nella vita: elaborare trame a tema "Jurassico" plagiando indecorosamente il Jurassic Park di Spielberg. Il problema è che l'ha fatto proprio con la stessa, disarmanete imperizia di un bimbetto scolare, con l'aggravante della compartecipazione dello stesso Spielberg in qualità di produttore.
Pietro Facco
"For this reason, I suspect that Trevorrow's excess fan-service is primarily a way of concealing his objective inability to innovate the saga, rather than a mere application of the Hollywood economics manual."
RispondiEliminaThis was essentially my thesis statement when I reviewed Fallen Kingdom. In constantly "reliving" iconic scenes from the original movie(s), Trevorrow simply demonstrates his complete and utter lack of imagination and furthermore, implicitly concedes that those originals were better and more impactful.
My biggest concern about the hype surrounding Dominion was the very same: by pulling the three primary actors from the (beloved) first film into this latest slog, Trevorrow is repeating his Fallen Kingdom sin, but on a grander scale. Given the plot details you bring up here (the locusts and clone girl), which I was unaware, what is even the justification for dragging Grant, Sattler, and Malcolm in? They're not entomologists!
What a nightmare.
Any attempt to find some even remotely logical plot in the last movie fails.
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