Evers et al. (2015) descrivono nel dettaglio vari resti
vertebrali isolati dal Cenomaniano del Marocco, riferibili a Sigilmassasaurus. Gli autori dimostrano
che le vertebre cervicali riferite a Sigilmassasaurus
e quelle riferite a Spinosaurus maroccanus
condividono un carattere presente anche (ma in modo meno sviluppato) in alcune
vertebre cervicodorsale della serie articolata di Ichthyovenator, e concludono che le vertebre del tipo “Sigilmassasaurus” e quelle del tipo “Spinosaurus maroccanus” siano riferibili
a differenti posizioni di una medesima serie cervico-dorsale di un medesimo
taxon di spinosauride. Ovvero, Sigilmassasaurus
e Spinosaurus maroccanus sarebbero il
medesimo taxon. A questo taxon, gli autori attribuiscono il nome di Sigilmassasaurus, sostenendo che esso
sia distinto da Spinosaurus.
A sostegno della distinzione tra Sigilmassasaurus e Spinosaurus,
gli autori descrivono altre vertebre dal Cenomaniano del Marocco, anche queste
riferibili a Spinosauridae, ma prive delle peculiari morfologie di Sigilmassasaurus. In breve, gli autori
dimostrano che, in base alle vertebre cervicali, sono presenti due distinti
spinosauridi nel Kem Kem marocchino. Sebbene il secondo morfotipo sia privo di
caratteri diagnostici per riferirlo ad un qualche genere o specie già nota, gli
autori suggeriscono che esso possa essere materiale di Spinosaurus, confermando quindi la distinzione da Sigilmassasaurus.
Questo studio è molto interessante ed importante per la
accesa discussione sulla tassonomia degli spinosauridi del Cenomaniano del Nord
Africa. Tuttavia, ritengo che questo studio non sia la soluzione definitiva
della diatriba innescata dallo studio di Ibrahim et al. (2014).
Prima di spiegare nel dettaglio le mie motivazioni, una
precisazione: io sono stato uno dei revisori di una prima versione dell’articolo
di Evers et al. (2015), quindi ero al corrente di questi nuovi resti. Parte
delle mie considerazioni in questo post sono quindi tratte dalla mia revisione
di quella versione preliminare del lavoro di Evers et al. (2015).
Partiamo dai fatti.
- · Esistono due morfotipi cervicali spinosauridi nel Kem Kem: uno è il morfotipo “Sigilmassasaurus”, l’altro è “indeterminato”.
- · Le differenze tra i taxa Spinosaurus maroccanus e Sigilmassasaurus sono ora riferite a variazione delle vertebre lungo il collo e la regione dorsale, non a diverse specie.
- · Non esiste una serie articolata di Sigilmassasaurus: la ricostruzione della serie cervicodorsale di Sigilmassasaurus è un composito dei veri esemplari riferiti a Sigilmassasaurus sulla base di confronti con Baryonyx e Ichthyovenator.
La nuova diagnosi di Sigilmassasaurus
proposta da Evers et al. (2015) è la seguente: (1) Spinosauride di grande
taglia con le seguenti autapomorfie: (2) cervicali intermedie con una
piattaforma posteroventrale rugosa confluente con la carena ventrale, (3) cervicali
intermedie anteriori prive di fossa peduncolare, (4) ridotta laminazione nelle
cervicali posteriori e nella prima dorsale, (5) piccola fossa allungata in ambo
i lati della base della spina neurale delle cervicali posteriori e della prima
dorsale.
Notare che il carattere (1) è presente anche in Spinosaurus, e che i caratteri (3) e (4)
sono dovuti ad una riduzione della pneumatizzazione scheletrica, un carattere
che è stato considetato come diagnostico di Spinosaurus
da Ibrahim et al. (2014). Quindi, questi caratteri non distinguono Sigilmassasaurus da Spinosaurus. Ma, e questo è il punto più debole della diagnosi, dobbiamo
ricordare che l’olotipo di Spinosaurus
aegyptiacus comprende solo due cervicali
anteriori (probabilmente, la terza e quarta cervicale), poco illustrate, e una
serie di vertebre dorsali la cui posizione è incerta ma molto probabilmente
riferibile alla parte intermedia e posteriore del dorso: siccome i caratteri
(2), (3), (4) e (5) riguardano vertebre cervicali intermedie, posteriori e le
primissime dorsali, essi non possono essere verificati/smentiti nell’olotipo di
Spinosaurus. Pertanto, allo stato
attuale delle conoscenze, non è possibile dimostrare che Sigilmassasaurus e Spinosaurus siano distinti, dato che i rispettivi olotipi (e le diagnosi relative) non sono
controllabili reciprocamente.
Trovo bizzarro che gli autori usino l’argomento della
variazione morfologica lungo la serie cervicodorsale per dimostrare la
sinonimia tra Spinosaurus maroccanus
e Sigilmassasaurus ma poi omettano di
valutare questo stesso argomento per l’eventuale sinonimia tra Sigilmassasaurus e l’olotipo di Spinosaurus aegyptiacus.
Pertanto, sebbene questo studio sia estremamente utile per
la nostra conoscenza della variabilità morfologica spinosauride, esso non è
ancora sufficiente per risolvere la diatriba sullo status reciproco di Spinosaurus e Sigilmassasaurus (e sulla
loro ricostruzione).
Tuttavia, un punto molto importante è portato da questo
studio: Evers et al. (2015) dimostrano che nel Kem Kem sono preservati (almeno)
due distinti Spinosauridae. Questo risultato, di fatto, falsifica l’ipotesi
utilizzata da Ibrahim et al. (2014) per ricostruire Spinosaurus a partire da resti isolati da località nordafricane
distinte. Infatti, se esiste più di uno spinosauride nel Kem Kem, non è
possibile a priori associare resti spinosauridi isolati e non-sovrapponibili
per “completare” una ricostruzione.
Attenzione! Questo fatto è distinto dalla discussione se i resti dell’esemplare descritto da Ibrahim et al. (2014), in particolare le
vertebre dorsali in associazione al cinto pelvico e agli arti posteriori,
appartengano o meno ad un medesimo individuo. Anche se quell’esemplare fosse effettivamente
un singolo esemplare, tutti gli altri resti marocchini non-sovrapponibili e
riferiti a Spinosaurus in quello
studio potrebbero ugualmente appartenere a “Sigilmassasaurus”
(sensu Evers et al) oppure a “secondo morfotipo” (sensu Evers et al.), il quale
non necessariamente potrebbe essere Spinosaurus
aegyptiacus. Ad esempio, allo stato attuale delle conoscenze, il rostro di
spinosauride conservato a Milano potrebbe appartenere ugualmente a Sigilmassasaurus (sensu Evers et al.)
oppure all’altro morfotipo cervicale. Perciò, se esistono due distinti
spinosauridi nel Kem Kem, non abbiamo alcun criterio per riferire parti isolate
di Spinosauridae al medesimo taxon del nuovo esemplare di Ibrahim et al. (2014),
qualunque sia la specie di questo ultimo.
Infine, se esistono due spinosauridi nel Kem Kem, lo stesso
argomento potrebbe essere valido per l’associazione originaria di Stromer, in Egitto,
e questo solleva la domanda se, effettivamente, “Spinosaurus B” sia una specie distinta da Spinosaurus aegyptiacus.
Conclusioni
La cautela mi spinge a rigettare la ricostruzione composita
di Ibrahim et al. (2014), ovvero l’associazione dei resti del “neotipo” (la cui
validità come singolo esemplare può comunque restare valida) assieme a resti
isolati che potrebbero appartenere all’altro morfotipo (qualunque esso sia). Ci
tengo qui a precisare che io non ho alcuna obiezione a priori verso la
associazione dei resti vertebrali e appendicolari di Ibrahim et al. (2014),
sebbene sia scettico sulla ricostruzione “quadrupede”.
La distinzione tra Sigilmassasaurus
e Spinosaurus non è stata dimostrata in modo univoco. Ciò che sappiamo è che esistono due spinosauridi nel Kem Kem:
questi due taxa sono Sigilmassasaurus
e Spinosaurus (come implicitamente
concludono Evers et al.), oppure Spinosaurus
(comprendente Sigilmassasaurus?) ed
un nuovo taxon? Da ciò deriva anche questa domanda: Spinosaurus aegyptiacus è presente in Marocco?
La mia proposta attuale è di limitare il nome “Spinosaurus aegyptiacus” all’esemplare
originario di Stromer, in attesa di nuovi resti che permettano di confrontare le
varie morfologie marocchine con quelle egiziane. Tutti i resti marocchini sono
riferibili a Spinosauridae indeterminati, in attesa di ulteriori informazioni. Sigilmassasaurus potrebbe essere una forma
distinta, ma soltanto la scoperta di esemplari inequivocabilmente riferibili a Spinosaurus e conservanti le cervicali
posteriori e le prime dorsali permetterà di stabilire se questi due taxa siano
sinonimi oppure distinti, e se effettivamente il secondo morfotipo marocchino
sia la medesima specie egiziana (o un suo parente più stretto rispetto al
morfotipo “Sigilmassasaurus”).
Bibliografia:
Ibrahim N.
et al. 2014. Semiaquatic adaptations in a giant predatory dinosaur.
Science 345: 1613-1616.
Stromer, E. 1934. Ergebnisse der Forschungsreisen Prof. E. Stromers in den Wüsten Ägyptens. II. Wirbeltier-Reste der Baharije-Stufe (unterstes Cenoman). 13. Dinosauria. Abhandlungen der Bayerischen Akademie der Wissenschaften, Mathematisch-naturwissenschaftliche Abteilung n.f., 22: 1–79.
Thanks for summary. Hopefully more remains come to light - ecologically will be interesting to see if the two species live together or partition space across the landscape. Especially in light of a new giant croc that Sereno has uncovered.
RispondiElimina