Brontosaurus excelsus, anche noto come Apatosaurus excelsus. Opera del Maestro del Diplodocoide, Davide Bonadonna. |
Oggi, Tschoop et al. (2015) pubblicano un'ampia analisi filogenetica dei sauropodi Diplodocidae, analizzati al livello tassonomico più basso, quello degli individui. L'articolo è scaricabile free dal link. Oltre a svolgere questa ampia analisi filogenetica, con finalità squisitamente sistematiche, gli autori introducono una metrica per determinare quantitativamente le categorie linneane di grado generico all'interno della filogenesi. Ovvero, svolgono un lavoro di tipo tassonomico. Questa curiosa versione matematica del genericometro produce, in base all'analisi degli autori, una revisione tassonomica del genere Apatosaurus. Conseguenza di questa revisione, e della metrica utilizzata, e della tassonomia seguita (notare la lunga serie di premesse) è che gli autori restringono l'inclusività della parola "Apatosaurus" rispetto a quella che, negli ultimi decenni, era stata applicata per quel nome. Conseguenza di ciò, gli autori ri-utilizzano il nome "Brontosaurus" per definire una parte del clade di diplodocidi apatosaurini che prima era inclusa nel nome Apatosaurus.
Tradotto per i non-esperti, gli autori concludono che il termine "Apatosaurus" debba riferirsi ad un insieme di specie più piccolo di quello che prima era tradizionalmente diventato l'insieme di specie a cui applicare quel nome. La parte "tolta" dal vecchio insieme chiamato Apatosaurus viene ri-battezzata con il nome usato originariamente per una specie di quella parte: Brontosaurus. Questa procedura, per quanto matematizzata, resta comunque totalmente soggettiva, proprio perché la tassonomia si occupa solo di nomi, non di oggetti, ed un nome è sempre un'etichetta arbitraria, qualunque sia l'oggetto a cui è riferito.
Questo è quello che è accaduto, ed è quello che moltissimi, in queste ore, stanno totalmente fraintendendo. Ne avevo già parlato 2 anni fa.
"Brontosaurus" è solo un nome: un vocabolo tassonomico la cui "realtà" è convenzionale. Un nome non è "reale", se non dentro la testa di chi lo usa. La sua validità dipende da dove e come si vuole applicare il nome.
"Apatosaurus" è solo un nome: un vocabolo tassonomico la cui "realtà" è convenzionale. Un nome non è "reale", se non dentro la testa di chi lo usa. La sua validità dipende da dove e come si vuole applicare il nome.
La specie chiamata Apatosaurus excelsus non cambia se la si chiama Brontosaurus excelsus. "Apatosaurus excelsus" e "Brontosaurus excelsus" sono due nomi per definire la medesima entità sistematica. E siccome ciò che conta è solamente l'entità sistematica che deduciamo dai fossili, il nome applicato a tale entità è del tutto irrilevante e secondario.
Piantatela di blaterare a vuoto sulla "resurrezione" di Brontosaurus. Non è successo questo con lo studio di oggi. Piantatela di blaterare a vuoto sulla "validità" di Brontosaurus. La specie è sempre stata considerata valida, fin dalla sua istituzione. Nessuno ha mai messo in dubbio la validità di A./B. excelsus. Quella specie animale fossile, comunque la vogliate chiamare, comunque la vogliate immaginare, è valida da oltre un secolo. Ciò che negli anni è variato è stato il nome della categoria linneana di rango generico nella quale inserire la specie "excelsus". E siccome i "generi" sono pure convenzioni, sia Brontosaurus che Apatosaurus esistono solamente nelle nostre teste come strumenti linguistici, non come "realtà" che camminano e interagiscono nel mondo reale.
Quindi, siccome i nomi sono solo parole, che ora chiamiate Brontosaurus ciò che prima era una parte di Apatosaurus, o manteniate per tutti il nome Apatosaurus, la sostanza paleontologica non cambia.
Pertanto, piantatela di postare online immagini del Brontosaurus di Knight, perché non ha senso usare un'illustrazione vintage: ripristinare un nome invalidato all'inizio del XX secolo non significa ripristinare anche l'iconografia dell'inizio del XX secolo.
Imparate a separare tassonomia da sistematica: date valore alla seconda (che lavora sulla realtà) e non enfatizzate la prima (che è solo la procedura con cui nominiamo la realtà).
Però l'illustrazione di King è alquanto pregevole dal punto di vista artistico :D A questo proposito, grazie per aver inserito quella di Bonadonna in una buona risoluzione, non ero riuscito a trovarla con una ricerca inversa.
RispondiElimina- Aesìr
And quite objectively, Brontosaurus is a much better sounding name than Apatosaurus.
RispondiEliminaAnd using rather split Genera is what discerns the rational palaeontologist from the herpetologist (who uses things like coloration as a reason to erect species(Just tongue in cheek, dont shoot me))
"And quite objectively, Brontosaurus is a much better sounding name than Apatosaurus." I would say that instead of being objective this is just subjective (i.e. I think quite the opposite on these names' sounds) and in any case this point hasn't any scientific pertinence ... has it? :)
RispondiEliminaEmiliano
Purtroppo Wikipedia fa parte di quelli che perpetrano interpretazioni sbagliate...
RispondiEliminaDa ignorante che si affida a chi conosce questi argomenti per avere almeno una vaga idea di quel che è la paleontologia, mi sa che devo metterci più scetticismo e voglia di cercare fonti più affidabili, visto che anche io ero caduto in questa leggenda metropolitana...
I bet Carcharodontosaurus iguidensis would get more attention (however fragmentary it may be) if it were given its own genus name. Even from a minority of paleontologists. Such is the symbolic language and power of labels. Few go around discussing such lower case notions as atokensis, iguidensis, corcovatus and saharicus, for example.
RispondiEliminaSymbolically, Brontosaurus is back.
Paul W.
Emiliano, tongue in cheek is the keyword.
RispondiEliminaAs a friend of philology and comparative mythology, I really prefer Brontosaurus, as I like the link to the Cyclops Brontes( I think the etymology is another interesting matter to debate). But of course this is purely subjective.
Now, the true beauty of the paper is the analysis. Someone put A. fragillimus into it.
Bet its just a 60 tonne Apatosaurine with an elongated neural spine.(Just joking.)
I know you're joking - the idiomati form "tongue in cheek" unluckily is beyond my english knowldege... :) nuances are difficult to check in other languages :)
EliminaEmiliano
Ciao
RispondiEliminacommento da anonimo perchè se uso account di google o wordpress vengo bloccato. Volevo chiederti un consiglio: mi sto da poco addentrando nel mondo dei dinosauri e volevo chiederti un titolo sull'argomento sia per quanto riguarda dei documentari, sia per quanto riguarda libri/manuali/enciclopedia. Qualcosa di intermedio (non infantile, ma neanche accademico).
Grazie in anticipo
Ciao
Santo
Quello che chiedi non esiste. La produzione sui dinosauri o è infantile o è accademica.
Eliminaed è sinceramente una mezza tragedia per noi appassionati.
EliminaEmiliano
non condivido. Esistono libri divulgativi sui dinosauri di livello intermedio, il problema é che molti sono ormai vecchiotti (Questo riguarda i libri in italiano, in inglese c'é molta più scelta)
EliminaGià che sei qui, elencaci questi libri ormai vecchiotti.
EliminaL'età dei dinosauri. Kurten Bjorn (1968)
EliminaSulle orme dei dinosauri. Vari. (1984)
Dinosaurs. Il mondo dei dinosauri. Autori vari,curato da Giuseppe Muscio (1992)
Il pianeta dei dinosauri. Piero e Alberto Angela (1996)
Dinosauri italiani. Dal Sasso (2004).
Nessuno di questi libri è minimamente aggiornato (o esaustivo, quello di Dal Sasso si focalizza sui rettili fossili italiani) per essere un testo valido nel 2015 per chi voglia conoscere qualcosa sui dinosauri.
EliminaScusa Andrea, mi sono spiegato male. Non volevo suggerirli, ma era solo per segnalare che anche nella nostra editoria ci furono dei buoni libri divulgativi, e infatti non li scrissi subito proprio perché non li raccomanderei più a nessuno, se non per motivi collezionistici.(da come avevi risposto a Santo, sembrava che parlassi in generale, ho frainteso il senso del discorso)
Elimina>il problema é che molti sono ormai vecchiotti
RispondiEliminaSe tanto mi da tanto, il libri più son vecchi più contengono informazioni errate che sono state corrette nel tempo...
Mi fa piacere il tuo post, Ti seguo nonostante sia un paleomalacologo, ma l'idea del poco valore generico mi trova pienamente in accordo. Che importanza ha un nome se conosco che la specie x è diversa da y e metterle in generi diversi non ne toglie il significato ecologico e/o stratigtrafico. Cercando la "filosofia" del tuo pensiero, mi è un risultato indigesto il tuo scarno commennto sui resti di Dmanisi. Va bene sono di Ominidae, ma il tuo concetto specie generico come per Brontosaurus avrebbe dovuto sbilanciarti un pò di più (avessero per i tuoi amati sauri un numero così elevato di crani completi) . .Sull'evoluizione umana siamo all'uscita di un momento storico paradigmatico (e Tatterstal sta facendo di tutto perchè si superi la sua rigidezza formale) ma non pensi che anche i "dinosauri" come i molluschi od altri taxa stiano soffrendo di una inadeguata ed invasiva analisi genomica (intesa anche come espressionwe fenotipica) quando ancora sono misteriosi i processi speciativi e la loro trascrizione genetica? Quanto una mutazione genetica influisce sul fenotipo, o quanto la mutazione coinvolge anche l'espressione di altri geni. Le domande di una vita. Grazie del tuo blog. Sbilanciati un pò di più. C'è bisogno di ossigeno...
RispondiEliminaAnonimo paleomalacologo,
Eliminarestando nella metafora, ci si sbilancia solamente quando si ha la presa salda. Tale presa io l'ho solo nei theropodi mesozoici che studio da ormai 3 lustri. Lì ho la sicurezza di poter sbilancirami. Altrove, pur conoscendo i temi, non ho comunque la competenza così profonda da permettermi di dire qualcosa che rischierebbe di essere poco più che una opinione debole o un gioco. Per questo non mi sbilancio sugli ominidi, per quanto mi appassionino: non sono il mio campo, quindi non ho la competenza per dire qualcosa di interessante e originale.
PS: parlare di mutazioni e genomi nei fossili è inutile se non fuorviante. Noi abbiamo solo una traccia parziale del fenotipo (i fossili) e di quello dobbiamo parlare se vogliamo essere seri e credibili in paleontologia.
Giusto ieri Tetrapod Zoology ha pubblicato un'interessante dissertazione sull'articolo in questione.
RispondiEliminaRicordo comunque quello che sosteneva il compianto S.J.Gould in Bully for Brontosaurus": è vero che la nomenclatura scientifica degli organismi non riflette la sostanza della loro biologia, ma è anche vero che alcuni nomi diventano di uso comune o addirittura il simbolo di una certa categoria di organismi, e quindi possono avere un valore che trascende il mero uso tassonomico. In altre parole: alcuni gioiscono della "resurrezione" di Brontosaurus perché si sono affezionati a quel nome in quanto appartengono ad una generazione per la quale l'immagine del dinosauro era quella del quadro di Zdek Burian, mostrato su due pagine de "Quando l'uomo non c'era" e ripreso da Andrzej Heidrich sui francobolli polacchi del 1965, raffigurante la vecchia e sbagliata ricostruzione di quell'animale. E poi, diciamocelo, "lucertola del tuono" sarà ormai inappropriato visto lo status dei dinosauri che di certo non erano lucertole, ma è di sicuro più evocativo di "lucertola ingannatrice".