I termini per definire i cladi viventi
e quelli estinti in filogenetica sono relativamente semplici da
comprendere ed applicare. Eppure, regolarmente noto un
fraintendimento nel loro uso e menzione. Ad esempio, proprio ieri è
stato pubblicato su Nature un articolo che, nel titolo, menzionava
“earliest stem mammals”. Ora, il termine indica i più antichi
rappresentanti dello stelo mammaliano. Pertanto, chiunque abbia un
minimo di dimestichezza con il significato di “stelo” e “corolla”
in sistematica, sa che i più antichi rappresentanti dello
stelo mammaliano sono i grotteschi caseidi ed edafosauri della fine
del Carbonifero. Quelli sono i taxa che la mia mente recupera dalla
memoria alla lettura di “earliest stem mammals”. Peccato che,
invece, l'articolo in questione parlasse di Morganucodon e
altri mammaliaformi del Triassico, i quali sono tra i più
recenti stelo-mammiferi, e non proprio i più antichi.
L'errore nell'uso di “stelo” e “corolla” nasce appunto dal
diffuso fraintendimento della logica operativa che genera questi
termini. Eppure, è relativamente semplice applicare i concetti.
Una corolla è un nodo avente specie
viventi su ambo le due linee che lo formano. Pertanto,
corolla-Mammalia è il nodo che include monotremi ad un ramo e
marsupiali+placentali all'altro ramo.
Uno stelo è qualunque linea che
congiunge direttamente due nodi corolla. Ad esempio,
stelo-Mammalia è la linea che collega corolla-Mammalia al
nodo-corolla immediatamente più inclusivo, in questo caso,
corolla-Amniota. Pertanto, è un membro di stelo-Mammalia qualunque
specie lungo quella linea che dal nodo-corolla-amniotico va al
nodo-corolla-mammaliano: quindi, tra i tanti, i caseidi, gli
edafosauridi, gli sphenacodonti, i therocephali, i dicinodonti, i
gorgonopsidi, i cinognatidi, i probainogranti, ed i morganucodonti.
Edaphosaurus e Dimetrodon sono degli stelo-mammiferi,
non solo Morganucodon! Pertanto, “i più antichi stelo
mammiferi” sono i caseidi e gli edafosauridi carboniferi, non certo
i morganucodonti triassici vissuti 70-90 milioni di anni dopo.
I concetti di “stelo” e “corolla”
sono quindi legati alla procedura con cui essi sono costruiti. Non
sono “realtà assolute”, ma nemmeno etichette arbitrarie, sono
strumenti specifici, utili strumenti linguistici, a patto che siano
usati nel modo corretto, secondo il criterio con cui sono stati
definiti.
Mentre pensavo a questo post, ho ideato
questo esperimento mentale, che forse può aiutare a comprendere come
i concetti di “stelo e corolla” siano la meccanica applicazione
di un semplice algoritmo tassonomico vincolato al contesto reale.
Immaginiamo che oggi, nelle foreste
dell'Africa centrale, sia scoperto il fantomatico Mokele Mbe-Mbe, e
che questa creatura mitologica risulti essere, effettivamente, un
sauropode. Che implicazioni avrebbe sul piano tassonomico? Abbastanza
forti, almeno dentro Archosauria.
Attualmente, corolla-Archosauria
include due gruppi: corolla-Crocodylia e corolla-Aves. Il primo
include i coccodrilli viventi, il secondo gli uccelli viventi. Tutto
ciò che è collocato lungo la linea che collega corolla-Archosauria
a corolla-Aves è uno stelo-Aves. Usando la rappresentazione mostrata
prima, possiamo immaginare che corolla-Archosauria sia il nodo A,
corolla-Crocodylia il nodo B e corolla-Aves il nodo C. I sauropodi
fossili sono indicati dall'esagono rosa, e difatti si collocano nello
stelo-Aves.
Cosa accadrebbe con la scoperta di
Mokele Mbe-Mbe? Di colpo, abbiamo un sauropode vivente! Per
definizione di “corolla”, quindi, il nodo Eusaurischia (che
unisce uccelli e sauropodomorfi), che prima definiva un clade di
importanza puramente paleontologica, diventa ora un clade di
rilevanza zoologica avente in ambo le sue due linee almeno una specie
vivente: ovvero, Eusaurischia diventa un nodo corolla (= “uccelli
viventi + Mokele Mbe-Mbe”)! Automaticamente, stelo-Aves risulta
ristretto alla linea che congiunge corolla-Aves a
corolla-Eusaurischia (ovvero, la parte che oggi chiamiamo
non-corolla-Aves di Theropoda), mentre la linea che collaga
corolla-Archosauria e corolla-Eusaurischia diventa
stelo-Eusaurischia: a questo punto, pterosauri e ornithischi
diventano quindi degli stelo-eusaurischi e non sono più degli
stelo-aviani (mentre taxa come Tyrannosaurus e Archaeopteryx
restano stelo-aviani).
Il grafico di prima, con l'aggiunta di Mokele Mbe Mbe (j). |
Queste fondamentali rivoluzioni
tassonomiche sono uno dei motivi più importanti e sociologicamente
drammatici per cui dobbiamo sperare che non sia mai scoperto un
dinosauro (cioè, uno stelo-aviano) vivente! [sarcasmo]
Hai mandato una mail a Nature per dirgli dell'errore? Strano che una rivista di quel calibro commetta una leggerezza simile.
RispondiEliminaAlessandro (Bologna)
Non mi permetto di dire a dei colleghi come vogliono intitolare un loro articolo.
RispondiEliminaPiù che un "errore" lo considero una leggerezza terminologica.