10 anni fa, approssimativamente in questo momento, sostenevo davanti alla commissione di laurea la mia tesi dal titolo "Relazioni filogenetiche tra gli uccelli mesozoici ed i taxa prossimi ad Aves Linnaeus, 1758". La tesi discuteva le relazioni filogenetiche in Coelurosauria, analizzando la distribuzione di 360 caratteri morfologici in 45 taxa. L'analisi inoltre sviluppava un metodo di indagine modulare, in cui al cladogramma sviluppato con la totalità dei caratteri venivano comparati 5 cladogrammi ottenuti analizzando, alternativamente, i caratteri di regioni specifiche (cranio e mandibola; colonna vertebrale presacrale; cinto pettorale e arto anteriore; colonna sacro-caudale, cinto pelvico e femore; regione tibiotarsale e piede).
Quella analisi rappresenta il nucleo originario di Megamatrice, che quindi oggi compie 10 anni dalla sua primissima pubblicazione!
Rispetto alla primissima versione (in cui si analizzavano solo le relazioni tra i coelurosauri, in cui molti taxa erano di livello sopragenerico, e i non-coelurosauri erano utilizzati come gradi parafiletici col ruolo di gruppi esterni per la polarità dei caratteri), l'attuale Megamatrice è cresciuta di 9 volte come numero di taxa e di oltre 4 volte come numero di caratteri (è quindi oltre 36 volte più dettagliata), include solamente taxa a livello generico o infragenerico (in molti casi, individui singoli) e campiona l'intera diversità dello stelo aviano ("da Scleromochlus a Vegavis" per dirla ortogeneticamente). La figura a sinistra mostra la differenza di "dimensione" (taxa vs caratteri) tra la versione originaria del 2003 (rettangolo rosso) e quella attuale (rettangolo giallo).
Con la sua crescita progressiva, Megamatrice (o meglio, delle partizioni tassonomiche di Megamatrice) è stata usata in articoli scientifici: Cau e Arduini (2008), Naish et al. (2012), Cau et al. (2012), Cau et al. (2013), Godefroit et al. (2013), e sarà usata in alcuni studi in preparazione.
Megamatrice nacque dal desiderio, durante l'università, di fare almeno una ricerca sui theropodi. A rivedere tutto con gli occhi di oggi, considerando tutto ciò che è successo in seguito, sembra veramente un'altra era geologica. Ai tempi, era molto più difficile fare ricerca dinosaurologica, sia per reperire informazioni, che per stabilire contatti con "il mondo paleontologico". Inoltre, non era chiaro quale sarebbe stato il mio "futuro scientifico", se mai nei avrei avuto uno: nessuno nella mia università era lontanamente interessato alla paleontologia dei tetrapodi (figurarsi a quella dei theropodi), ed a parte l'amico Simone Maganuco, unico compagno di università a condividere quella passione, non conoscevo nessuno con tali interessi. L'incertezza e gli ostacoli erano enormi, specialmente se visti con gli occhi di un laureando senza alcun supporto esterno a parte la propria passione.
Oggi, con la possibilità tecnologica di connettersi istantaneamente con persone da tutto il mondo per condividere passioni, idee e progetti, e quindi con una maggiore possibilità di trovare contatti e occasioni di ricerca, è tutto molto più facile. Ma un decennio fa, considerando anche l'assenza della trama di relazioni che si è intessuta nel frattempo (con altri appassionati, con paleoartisti, e con paleontologi professionisti), appariva tutto estremamente labile ed incerto. Pertanto, mi dissi, forse l'unica occasione che avrei avuto di fare una qualche ricerca sui dinosauri sarebbe stata la tesi di laurea... almeno, pensai, mi sarei tolto la soddisfazione di provare. E così, in modo del tutto indipendente, inizia ad assemblare un'analisi che investigasse la filogenesi dei coelurosauri.
Immediatamente dopo la laurea, non avevo alcuna prospettiva di continuare in quel campo. Nonostante ciò, continuai ad espandere ed aggiornare progressivamente l'analisi, anche solo per il mio interesse e curiosità personali. Solo dopo il 2007, le prospettive iniziarono lentamente a farsi più luminose. Per i primi 5 anni della sua crescita, difatti, Megamatrice rimase esclusivamente un mio progetto personale. In seguito, prima menzionandola nel blog, poi usandola per ricerche scientifiche vere e proprie, essa ha preso forma e importanza, diventando ciò che è ora: la fonte delle più ampie analisi filogenetiche sui theropodi mesozoici pubblicate finora. Con tutti i suoi limiti ed imperfezioni, legati al suo creatore, limiti ed imperfezioni che spero progressivamente di identificare e correggere, essa è risultata comunque uno strumento utile e potenzialmente fecondo.
Devo molto a Megamatrice. Assemblare un progetto lungo dieci anni, e di tali dimensioni (in termini di dati, fonti, concetti e metodi) ha plasmato anche la mia forma mentis, mi ha fatto crescere come paleontologo.
Tanti auguri alla mia "bambina", e che possa continuare a crescere ancora ed ancora in futuro: perché ci sono ancora ampie lacune nella documentazione della storia evolutiva di Theropoda che attendono di essere scoperte, descritte, codificate, analizzate e testate!
Bibliografia:
Cau A., and Arduini P. 2008 - Enantiophoenix electrophyla gen. et sp. nov. (Aves, Enantiornithes) from the Upper Cretaceous (Cenomanian) of Lebanon and its phylogenetic relationships. Atti della Società Italiana di Scienze Naturali e del Museo Civico di Storia Naturale in Milano, 149 (II): 293-324.
Cau A., Dalla Vecchia F.M., and Fabbri M. 2013 - A thick-skulled theropod (Dinosauria, Saurischia) from the Upper Cretaceous of Morocco with implications for carcharodontosaurid cranial evolution. Cretaceous Research 40: 251-260. doi:10.1016/j.cretres.2012.09.002
Cau A., Dalla Vecchia F.M., and Fabbri M. 2012 - Evidence of a new carcharodontosaurid from the Upper Cretaceous of Morocco. Acta Palaeontologica Polonica 57(3): 661-665.
Cau A., Dalla Vecchia F.M., and Fabbri M. 2013 - A thick-skulled theropod (Dinosauria, Saurischia) from the Upper Cretaceous of Morocco with implications for carcharodontosaurid cranial evolution. Cretaceous Research 40: 251-260. doi:10.1016/j.cretres.2012.09.002
Cau A., Dalla Vecchia F.M., and Fabbri M. 2012 - Evidence of a new carcharodontosaurid from the Upper Cretaceous of Morocco. Acta Palaeontologica Polonica 57(3): 661-665.
doi:10.4202/app.2011.0043
Godefroit P., Cau A., Hu D.-Y., Escuillié F., Wu W., and Dyke G. 2013 - A Jurassic avialan dinosaur from China resolves the early phylogenetic history of birds. Nature 498: 359–362.
Godefroit P., Cau A., Hu D.-Y., Escuillié F., Wu W., and Dyke G. 2013 - A Jurassic avialan dinosaur from China resolves the early phylogenetic history of birds. Nature 498: 359–362.
doi:10.1038/nature12168
Naish D.W., Dyke G.J., Cau A., Escuillié F., and Godefroit P. 2012 - A gigantic bird from the Upper Cretaceous of Central Asia. Biology Letters 8: 97-100. doi: 10.1098/rsbl.2011.0683
Naish D.W., Dyke G.J., Cau A., Escuillié F., and Godefroit P. 2012 - A gigantic bird from the Upper Cretaceous of Central Asia. Biology Letters 8: 97-100. doi: 10.1098/rsbl.2011.0683
bene complimenti a te e auguri ad entrambi :)
RispondiEliminaEmiliano
Sono contento che consideri importante anche l'apporto degli appassionati.
RispondiEliminaAnche se scrivi che nessuno nell'Università era interessato alla paleontologia dei Teropodi, credo che ogni studente viene seguito da un docente per la tesi di laurea. Almeno il tuo relatore, se si chiama così, doveva saperne qualcosa. Di cosa si occupava il tuo relatore? E' per caso il docente che si occupava di denti di squalo che hai descritto in un post del passato?
Mi permetto anche di segnalarti un mio commento sull'orientamento delle costole sacrali in _Nyasasaurus_. Siccome non ho avuto risposta potrebbe esserti sfuggito. Se invece non hai risposto per altri motivi, considera pure nulla questa richiesta.
No, nessuno dei miei relatori/corelatori aveva competenza specifica sui dinosauri. Ovviamente, erano competenti nelle scienze naturali, zoologia, anatomia e così via, ma non erano paleontologi dei vertebrati.
EliminaPer la questione delle coste sacrali, se non hai davanti un ileo di dinosauriforme basale, e lo confronti con quelli di altri archosauri, è difficile che a parole ti possa spiegare in modo comprensibile il perché la flessione delle coste inclina le lame iliache... non è qualcosa che si deduce semplicemente da un ragionamento astratto. Comunque, tento: data l'inflessione della costa, la faccetta articolare che articola con la superficie mediale dell'ileo, è espansa dorsoventralmente, e ciò implica una lama iliaca articolata subverticalmente.
Grazie. In effetti senza figure è impraticabile per me capire. In corrispondenza, nell'articolo c'è un riferimento bibliografico. Proverò a leggerlo.
RispondiEliminaComunque, pensavo ad una struttura tipo questo segno grafico ˧, dove la costola è il trattino orizzontale e l'ileo la barra verticale. Se ruoto verso l'alto il trattino orizzontale, il punto basso della barra verticale si sposta verso destra e verso l'alto, viceversa il punto alto si sposta a sinistra e in basso.
Ci sono andato vicino?
A me pare impossibile che la tua passione, unita alla forma mentis che ti contraddistingue, così propriamente analitica e portata all'inferenza logica e scientifica non possa aver suscitato in qualche docente la percezione di potenzialità delle quali favorire l'espressione in ambito accademico. Comunque auguro a Megamatrice di divenire sempre più grande e dettagliata, per avvicinarsi il più possibile alle verità più probabili.
RispondiElimina