Meme simpatico ma fuorviante: a differenza di Nanotyrannus, Scipionyx non cade in sinonimia con alcun altro taxon (*non conosco il nome dell'autore: se avete info, lasciate un commento) |
Sono passati pochi giorni dalla pubblicazione del mio articolo di commento sui dinosauri italiani (e del post che lo accompagna) e - in parte previsto - esso ha già generato una serie di reazioni online. Reazioni sia da colleghi (spesso molto positive) sia dal variegato popolo dei "paleofan" (appassionati di paleontologia).
Oltre ai simpatici meme ispirati dall'ipotesi più forte proposta nella mia pubblicazione, e ad alcune discussioni ponderate, devo purtroppo constatare che in certi siti e social network le tematiche affrontate nel mio articolo sono state rapidamente travisare, fraintese e distorte.
Il tema dell'articolo, in particolare l'ipotesi relativa a Scipionyx, è complesso, e non si può ridurre a semplici meme o tweet senza rischiare di stravolgerlo. Non a caso, ho dovuto scrivere un lungo post di accompagnamento all'articolo, per permettere anche al lettore "non specialista" - ma nondimeno interessato - di apprezzare la logica sottostante il mio argomento.
Purtroppo, ho il sospetto che molti dei commentatori online non abbiano letto il mio articolo né il post che lo accompagna, limitandosi a condividere versioni semplificate e distorte dell'ipotesi da me argomentata.
Penso che sia quindi doveroso chiarire una serie di punti, nella speranza che ciò contenga il dilagare di errate rappresentazioni delle mie idee. PREMESSA: quanto scritto sotto è comprensibile solamente avendo prima letto il mio articolo o almeno il post relativo. Non ripeterò qui quanto scritto là.
La natura dell'articolo
L'articolo è un commento su invito. Lo scorso inverno, fui invitato dall'editore degli Atti della Società dei Naturalisti e dei Matematici di Modena, rivista ufficiale di una società scientifica dell'Università di Modena, e scrivere un articolo per la loro rivista. Per coloro che non sono pratici dei vari tipi di articoli che possono comparire su una rivista scientifica, il commento su invito ("invited commentary") è una pubblicazione breve che un autore viene invitato a scrivere per una rivista, in qualità di esperto in un determinato ambito di ricerca. Essendo un paleontologo dei vertebrati che ha studiato principalmente dinosauri theropodi e rettili mesozoici italiani, sono stato invitato a scrivere un breve articolo su questi ambiti.
Certe riviste sottopongono i commenti su invito a revisione paritaria, altri a revisione da parte dell'editore, altre ancora non sottopongono questi manoscritti a revisione. Il mio manoscritto è stato sottoposto a revisione da parte dell'editore, il quale ha chiesto di apportare alcune modifiche per rendere più chiara la logica di alcuni passaggi. Notare che il "target" dell'articolo sono tutti gli studiosi di zoologia, paleontologia e scienze naturali, non solo i paleontologi dei dinosauri predatori.
Un commento su invito è un tipo di pubblicazione che permette alcune libertà che nei normali articoli sottomessi ad una rivista non è possibile avere. In particolare, l'autore può esporre anche ipotesi controverse, provocatorie, sovente proprio con l'intento esplicito di indurre una discussione, un dibattito, o perlomeno suggerire nuove prospettive e punti di vista. Si tratta, quindi, del modo con cui un autore può stimolare i colleghi a prendere in considerazione un problema sotto una luce alternativa. Esso non si pone necessariamente come "verità" né come "dato di fatto": si tratta sempre della posizione particolare sostenuta da un autore (ovviamente, fondata su basi scientifiche e non su mere speculazioni).
Pertanto, l'invito che ho ricevuto per scrivere questo commento è stata l'occasione perfetta per proporre un punto di vista alternativo, non necessariamente completo o conclusivo, ma sicuramente utile per stimolare il dibattito su come dobbiamo affrontare l'analisi filogenetica di taxa basati solo su esemplari immaturi.
Ci tengo a rimarcare che l'articolo nasce e si è sempre esplicitato come "invited commentary": ciò è esplicito nel titolo dell'articolo ed è rimarcato nei ringraziamenti. Il lettore è libero di ignorare tale pubblicazione per qualsivoglia motivo più o meno formale (o formalistico), ma spero che comunque il contenuto di tale pubblicazione stimoli in tutti una riflessione su come affrontare il problema dei "compsognathidi".
Il tono del mio articolo
Se leggete l'articolo, noterete subito che il tono dell'argomentazione è sempre ipotetico, mai definitivo né tanto meno si dichiara conclusivo. Ho sottolineato alcune parti delle conclusioni, per rimarcare che non sto sostenendo una verità di fede, ma piuttosto una prospettiva originale e potenzialmente utile per affrontare il problema:
La logica della mia ipotesi
L'ipotesi che propongo nel mio articolo è che Compsognathidae possa essere polifiletico. Attenzione! Ho scritto "polifiletico", e non "parafiletico". I due termini non sono sinonimi e non si possono confondere. Polifiletico presuppone una origine multipla e distinta dei vari membri del gruppo, mentre parafiletico implica una origina singola del gruppo ma con omissione di un suo sottoclade. Purtroppo, ho letto online che la mia ipotesi è dipinta come "Compsognathidae è parafiletico", cosa che in parte stravolge (o dipinge in modo errato) il mio argomento.
La natura polifiletica di Compsognathidae può realizzarsi in due modi: una forma "forte" (l'intero gruppo è polifiletico) oppure "moderata" (una parte di Compsognathidae è un clade genuino, un'altra è invece una serie di taxa non-compsognathidi inclusi artificiosamente in quel clade).
L'ipotesi che propongo ritiene che la causa della natura polifiletica di Compsognathidae sia l'immissione nelle nostre analisi filogenetiche di taxa noti unicamente per esemplari immaturi (giovani o persino appena nati). Di conseguenza, l'ipotesi si articola in più livelli:
1- come identificare i taxa basati solo su esemplari immaturi
2- come identificare se un clade è un effetto spurio dell'uso di taxa basati su esemplari immaturi.
3- come risolvere il problema ed eventualmente collocare i taxa nei "veri cladi" di appartenenza.
Il primo punto si risolve analizzando gli esemplari per stabilirne l'età individuale (usando l'istologia, l'analisi della texture delle ossa, il grado di ossificazione dello scheletro, la presenza o meno di caratteri sessuali secondari, le dimensioni e proporzioni corporee).
Il secondo punto può essere risolto notando una "anomala" concentrazione di taxa basati su esemplari immaturi dentro un qualche clade: è ciò che accade - a mio avviso - con Compsognathidae, nel quale si osserva un numero insolitamente alto di specie note unicamente per esemplari immaturi.
Il terzo punto è il più difficile da risolvere. Io ho proposto un metodo, che sicuramente è rivedibile e migliorabile, ma perlomeno tenta di aiutarci a risolvere questo controverso grattacapo filogenetico. Ovvero, una volta riconosciuto che un clade ha una anomala abbondanza di specie basate su esemplari immaturi (il punto 2) noi possiamo usare tale metodo per testare cosa accada a "neutralizzare" tale clade. Si tratta di un approccio "bruto" perché rimuove ogni possibile codifica che possa (anche solo potenzialmente) essere stata influenzata dallo stato immaturo degli esemplari codificati. Proprio perché si tratta di un metodo abbastanza "bruto" nei modi, va usato con accortezza e consapevolezza!
ATTENZIONE: il metodo si basa sull'ipotesi che il punto 2 sia stato identificato. Non ha senso applicarlo a priori, ma richiede che ci sia una ipotesi di partenza su cui lavorare, in questo caso l'ipotesi è che Compsognathidae includa più specie note unicamente per esemplari immaturi.
ATTENZIONE: il metodo non funziona "da solo" ma richiede di avere una filogenesi di confronto ottenuta codificando i taxa basati su esemplari immaturi secondo la così detta "codifica ontogenetica contingente".
Purtroppo, vedo che alcuni commentatori hanno frainteso la logica del punto 3, sostenendo che io usi una qualche forma di codifica contingente "estrema" come soluzione al problema: in realtà, il punto 3 richiede il confronto tra due diverse tecniche di codifica, non la semplice applicazione di una sola.
I risultati della mia analisi
L'analisi citata nel punto 3 (discussa prima) è stata applicata UNICAMENTE a Scipionyx, Sciurumimus e Juravenator. Al contrario, Sinosauropteryx, Compsognathus e altri taxa di grado compsognathidae non sono stati (per ora) coinvolti nell'analisi. Questo significa che chi legga i cladogrammi mostrati nel mio articolo come "prova" che Compsognathus o Sinosauropteryx siano coelurosauri sta fraintendendo e mal riportando la mia analisi. Per ora, io resto agnostico sullo status di quei taxa. L'obiettivo dell'analisi era unicamente Scipionyx, mentre Juravenator e Sciurumimus sono stati inclusi solo come "test di controllo" poiché ipotizzati in precedenza di appartenere a Megalosauroidea e perché noti per esemplari a stadi di crescita non troppo diversi da quelli di Scipionyx.
Le parti più speculative della mia ipotesi
Alla fine del post (ma solo nel post, non ne parlo nell'articolo!) mi permetto di fare delle speculazioni più azzardate in merito alla posizione filogenetica di altri taxa di grado compsognathide. Notare che ho chiaramente sottolineato nel post che quelle erano delle speculazioni "azzardate". Il lettore intelligente e maturo è in grado di capire se e come prendere tali speculazioni in considerazione.
Quello che la mia ipotesi NON dice
Io NON sostegno che certi compsognathidi siano sinonimi junior di altri taxa. Inutile sottolineare che online molti non hanno ancora capito cosa "sinonimo junior" significhi, e tendando ad abusare del termine anche quando non è pertinente. In ogni caso, ridurre la mia ipotesi ad una nuova diatriba simile a quella sul destino di "Nanotyrannus" è del tutto ridicolo. La questione tassonomica (ovvero, quale nome attribuire a questo o quel taxon) è distinta dalla mia ipotesi. Solo quando sarà stabilita una sicura serie ontogenetica tra taxa coevi avrà senso valutare quale sia il nome formalmente corretto per chiamare tale serie.
Ed ora, come al solito, mi illudo che qualcuno legga questo post e non scriva scemenze su Twitter...