Nelle narrazioni ufficiali sul futuro del Pianeta Terra, tendiamo ad essere miopi e provinciali. La nostra descrizione del mondo che verrà è schiacciata sulle contingenze del presente, e sull'effimero impatto che Homo sapiens avrà sulla Storia a lungo termine del sistema terrestre.
La profondità di veduta delle narrazioni "antropoceniche" ormai "mainstream" è pari allo spessore cinematografico di un cinepanettone. Avete presente le commedie di Natale? La grande maggioranza delle gag e delle situazioni narrate in quei film tende ad ammiccare al presente immediato, con comicità di grana grossa che allude quasi unicamente ad eventi di cronaca molto recente, col risultato che già l'anno successivo quel film risulta obsoleto, fuori moda (e spesso poco comprensibile a chi non sia un lettore di gossip dell'anno prima). I Capolavori del Cinema hanno invece un respiro universale e parlano il linguaggio della Storia, non quello della effimera cronaca locale.
Temo che tutto il carrozzone sull'Antropocene sia niente altro che un cinepanettone in salsa geologica. In questo post, invece, vi propongo un esperimento mentale alternativo, che ribalta la prospettiva e la logica con cui si tende a immaginare il futuro della Terra. Invece di estrapolare il futuro dalla effimere contingenze presenti, vi propongo di delinearlo secondo la prospettiva del Tempo Profondo.
Dato che il Futuro non è prevedibile, non abbiamo modo di sapere cosa accadrà. Possiamo però fare un esperimento, e provare a delineare il futuro a larga scala correlando i processi principali che si sono svolti nel Passato Profondo. Non certo per estrapolare in modo rigido e lineare il divenire dei fatti, ma per suggerire una prospettiva complessiva, di amplissima scala, che trascende le piccolezze del tempo presente e la nostra ossessione per occupare il centro del creato.
Ad esempio, proviamo a confrontare il Mesozoico ed il Cenozoico a larga scala, per determinare se le due Ere abbiano seguito dinamiche generali analoghe. Si tratta, ripeto, solo di un gioco mentale, ma forse può risultare istruttivo.
Le analogie tra le due Ere sono intriganti.
Il Mesozoico si apre con una grande estinzione di massa. Il Cenozoico si apre con una grande estinzione di massa.
Dopo una decina di milioni di anni dall'inizio del Mesozoico, un gruppo dà origine a numerose linee distinte ma tutte adatte alla vita marina (Reptilia, da cui originano i sauropterigi, gli ittiopterigi, i thalattosauri). Dopo una decina di milioni di anni dall'inizio del Cenozoico, un gruppo dà origine a numerose linee distinte ma tutte adatte alla vita marina (Mammalia, da cui originano i cetacei, i sirenii e i desmostili).
Entro una ventina di milioni di anni dall'inizio del Mesozoico, un gruppo sviluppa il volo battuto (Reptilia, da cui originano gli pterosauri). Entro una ventina di milioni di anni dall'inizio del Cenozoico, un gruppo sviluppa il volo battuto (Mammalia, da cui originano i pipistrelli).
Dopo una quarantina di milioni di anni dall'inizio del Mesozoico, avviene un significativo ricambio faunistico globale con la scomparsa delle faune tipiche dei primi 30 milioni di anni e l'affermazione di nuovi cladi. Dopo una quarantina di milioni di anni dall'inizio del Cenozoico, avviene un significativo ricambio faunistico globale con la scomparsa delle faune tipiche dei primi 30 milioni di anni e l'affermazione di nuovi cladi.
Vedete che la storia dei primi 40-60 milioni di anni del Mesozoico e quella dei primi 40-60 milioni di anni del Cenozoico sono analoghe per le caratteristiche generali. Ovvero, il Paleogene e buona parte del Neogene sono analoghi al Triassico, mentre l'ultima fase del Neogene, compreso il presente, è analoga all'inizio del Giurassico.
Seguendo questa logica, il presente è analogo ad un brevissimo istante di instabilità climatiche avvenuto nel Giurassico Inferiore. Ad esempio, la fase di instabilità climatica toarciana potrebbe essere un analogo del Quaternario. Riassumendo, tutta la storia del Cenozoico potrebbe essere analoga alla storia Triassica e basso-Giurassica del Mesozoico.
Questa analogia è molto intrigante, perché, tradizionalmente, quando pensiamo e parliamo delle "faune del Mesozoico" noi tendiamo a riferirci alle faune della seconda metà del Mesozoico, ovvero quelle dominate dai dinosauri "derivati" (sauropodi, neotheropodi e ornitischi) assieme agli pterosauri "derivati" (pterodattiloidi), assieme ai sauropterigi "derivati" (plesiosauri), agli ittiosauromorfi "derivati" (ittiosauri tunnosauriani), ai mosasauri (lepidosauri molto derivati) e alla flora corrispondente. Quasi mai, nel parlare delle "faune mesozoiche" noi ci riferiamo alle faune triassiche o della base del Giurassico, le quali sono più o meno implicitamente intese come "fase di preparazione" e di "definizione" delle faune mesozoiche "vere e proprie", "definitive" e "classiche" che compaiono dopo.
Immaginiamo, anche solo come gioco, di sostenere una analogia profonda tra Cenozoico e Mesozoico. Se seguiamo questa logica, allora tutte le faune cenozoiche comparse finora, compreso il mondo in cui viviamo, sono "solamente" una preparazione di quella "vera e propria", "definitiva" e "classica" che apparirà solamente tra alcune decine di milioni di anni nel futuro. Secondo questa prospettiva, tutto il Cenozoico svoltosi finora è stato un "Triassico". La "vera" età dei mammiferi, il Cenozoico più puro e tradizionale, non è ancora comparso! Le radiazioni cenozoiche viste finora sono state solamente una anarchica esplosione di forme bizzarre, esattamente come il Triassico è stato una anarchica esplosione di forme bizzarre precedente la "Vera età dei Rettili" a cui tutti siamo affezionati, quella dominata dai dinosauri e dai rettili marini classici. E questo vale anche per la tanto glorificata "evoluzione dell'uomo", da noi sempre dipinta più o meno implicitamente come "conclusione" della storia dei mammiferi, punto finale e definitivo di un processo di perfezionamento che ha nel presente la sua consacrazione.
Ma se il Cenozoico a lungo termine fosse destinato a ripetere i modelli generali del Mesozoico, tutto quello che abbiamo visto finora è solo un primo capitolo, in gran parte destinato ad essere rimosso e sostituito, di una Epopea ben più ampia e vasta. Il "Giurassico" e "Cretacico" dei mammiferi (ma anche degli uccelli e degli squamati, ugualmente di successo al pari del nostro clade di succhia-latte) forse sono ancora lontanissimi nel futuro, un futuro che noi, così schiacciati dentro un effimero presente di miope antropocentrismo "toarciano", siamo incapaci di cogliere e realizzare.
Figo.
RispondiEliminaRiguardo al volo battuto i rettili non avevano concorrenti e quindi hanno potuto facilmente occupare questa nicchia ecologica che a seguito della loro estizione è stata occupata dagli uccelli.
Ora i pipistrelli invece non si sono (ancora?) imposti perchè gli uccelli non si sono estinti o perchè i pipistrelli non hanno (ancora?) sviluppato caratteristiche tali da sostituirsi agli uccelli.
Sarebbe interessante, sempre come gioco mentale, capire come i pipistrelli dovrebbero evolvere (o se potrebbero evolvere) per arrivare a sostituire gli uccelli, oppure quali condizioni ambientali dovrebbero svilupparsi affinchè i pipistrelli risultino più avvantaggiati rispetto agli uccelli.
Non credo che si debba leggere il rapporto uccelli-pipistrelli come competizione diretta. I due gruppi coesistono da 45 milioni di anni e non ci sono motivi per cui uno stia riducendo le opportunità dell'altro. In generale, uccelli e pipistrelli occupano nicchie differenti, e non vedo quindi ragione per ipotizzare una competizione.
EliminaNon mi sbilancio sull'analogia che si è voluto impostare nel testo, in quanto è implicito, nella definizione del gioco, che essa non vuole farsi prendere sul serio.
RispondiEliminaPreciso però che l'impronta dell'uomo si vedrà, eccome: siamo traghettatori di specie e stiamo provocando movimenti tra ecosistemi che non hanno analoghi nel passato in termini di frequenza e intreccio. Inoltre abbiamo una tecnologia con cui sposteremo (chi crede che non lo faremo, è a mio avviso incaponito in una puerile illusione) alleli e interi geni in numerose specie diverse. Lasceremo una traccia profonda nella storia della vita e la vita, continuerà anche quando l'uomo non ci sarà più.
La vita, distrugge le montagne.
Ian Malcom (No, scherzo, Emanuele)