Hu et al. (2016) descrivono un theropode completo lungo
circa un metro e mezzo dal Cretacico Inferiore della Cina, e lo riferiscono ad
un nuovo compsognathide, Beipiaognathus jii.
“Oh, che bello…” commentavo mentre scaricavo la
pubblicazione dalla rete. Non appena ho aperto il file e visto la foto dell’esemplare,
ho esclamato: “Oh, che bel… tarocco!”.
La descrizione dell’esemplare è piuttosto scarna, e le
immagini a bassa risoluzione, tuttavia, è abbastanza evidente che l’esemplare
sia un assemblaggio artificiale, e per giunta piuttosto grossolano.
Immagine composite di vari elementi di Beipiaognathus (modificato da Hu et al. 2016). |
I motivi
sono i seguenti:
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L’esemplare è conservato adagiato
sul fianco sinistro del corpo, tranne l’arto anteriore che è conservato “di
fronte”, con l’arto anteriore sinistro dislocato anteroventralmente al torace. Strana
modalità di fossilizzazione. Sebbene sia noto che il cinto pettorale sia tra le
prime parti a distaccarsi dal corpo, è poco chiaro come esso possa traslocare
sotto il corpo mentre questo resta disteso di lato. Ciò fa nascere il sospetto
che gli arti anteriori non appartengano allo stesso individuo del resto del
corpo (quindi, che l’esemplare sia una chimera). La differenza di colorazione
tra il corpo e gli arti anteriori potrebbe essere un artefatto dell’illuminazione
della foto (notare che il lato sinistro dell’immagine è più luminoso). Ma se
non fosse un effetto fotografico, indicherebbe che le ossa delle braccia sono
di diversa composizione rispetto al resto del corpo, avvalorando lo status di
chimera.
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Il cinto pettorale (che connette
arto anteriore e resto del corpo) è assente (e nemmeno citato nel testo). O
meglio, pare essere presente ma… dislocato e articolato altrove. Un osso lungo
connette l’omero destro al torace, e a prima vista potrebbe essere la scapola
destra ribaltata medialmente e ruotata di 180° (con la regione anteriore posta
contro le vertebre e la parte distale a contatto con l’omero). Inoltre, un osso
di forma semilunata posizionato nel bacino appare essere il coracoide (osso del
cinto pettorale che articola con scapola e omero) collocato per simulare un
enorme piede ischiatico.
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Il bacino ha forma e proporzioni
strane. A parte l’osso che potrebbe essere un coracoide, il pube appare girato
di 180° rispetto alla posizione originale, con un lungo piede pubico proiettato
in avanti piuttosto che indietro. Notare inoltre che un osso allungato sporge
sopra il bacino appena prima della coda, rivolto all’indietro: potrebbe essere
uno dei due veri ischi.
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Collo e coda sono piegati in
direzione opposta uno rispetto l’altra. Il collo è esteso in posizione
opistotonica, sebbene la testa non sia ruotata nel medesimo modo, ma appare
esposta dorsalmente e rivolta in avanti. La coda è anche essa estesa
opistotonicamente… ma notate che è concava sul lato ventrale, mentre in una
corretta posizione opistotonica ci aspetteremmo la concavità sul margine
dorsale. Come può un cadavere estendere la coda e simultaneamente flettere la
coda? Le contrazioni post-mortem dovrebbero estendere tutta la colonna allo
stesso modo. Appare evidente che la coda sia stata attaccata al corpo in modo
artificiale e grossolano, e non sia quindi in postura naturale.
Infine, notare che la maggioranza della lastra è un mosaico
di piccoli pezzi incollati tra loro.
Appare quindi evidente che l’esemplare nella sua apparenza
attuale è un palese artefatto. La domanda fondamentale è se le ossa usate per
assemblare questo esemplare siano tutte dal medesimo animale o appartengano ad
animali differenti. Purtroppo, dalle informazioni disponibili è difficile
stabilirlo. Pertanto, penso sia prematuro includere Beipiaognathus in
una analisi filogenetica, dato che non è possibile stabilire se sia un animale
reale o una chimera di più esemplari (e taxa).
Di una cosa sono però già sicuro: anche se fosse uno
scheletro genuino, l’animale non è riferibile a Compsognathidae come affermano
invece gli autori. Hu et al. (2016) riferiscono Beipiaognathus a
Compsognathidae in base a due caratteri: spine neurali a “ventaglio”, espanse nella
parte dorsale, e primo dito della mano più robusto del radio. Il primo
carattere è presente anche in ornithomimosauri e paraviani basali. Il secondo è
presente in alverzsauroidi e alcuni paraviani.
Inoltre, l’animale, ammesso che sia genuino, ha meno di 40
caudali, le caudali poco allungate, ha, apparentemente, delle lunghe coste
caudali prossimali (se la coda è esposta in parte dorsalmente), un arto
anteriore molto più lungo rispetto ai taxa di grado compsognathide, e mani con
proporzioni vagamente maniraptoriane. I denti sono conici e privi di seghettature. Se dovessi scommettere
una posizione, riferirei questo esemplare a Pennaraptora o l’intorno di quel
clade, ma non ai compsognathidi.
Pertanto, alla luce della evidente natura artefatta dell’esemplare,
e della sua possibile condizione chimerica, suggerisco di considerare Beipiaognathus
come un taxon molto dubbio sul piano sia tassonomico che prettamente ontologico.
Bibliografia:
Hu Y, Wang
X, Huang J. 2016. A new species of compsognathid from the Early Cretaceous Yixian
Formation of Western Liaoning, China. Journal of Geology 40:191-196.
peccato, oltretutto uno spreco di materiale che in questo stato non può dare nessuna informazione significativa.
RispondiEliminaEmiliano
ed è subito guerra della ossa...
RispondiEliminaValerio
(p.s. ma una volta smontato il materiale chimerico è ancora scientificamente valido no? magari ci sono più nuovi taxon per la scienza in quella foto...)
E come si fa a stabilire quali parti sono di un individuo e quali di altri?
RispondiEliminaLa mia impressione è che sia un solo animale, assemblato però in modo grossolano, forse da lastre estratte in modo poco professionale, e che quindi ci fosse un individuo articolato in origine. Non mi stupirei però se fossero due animali (il corpo vs le braccia). In ogni caso, senza prove non si può stabilire alcunchè.
quindi materiale "perso" ... da quello che dici sembra che non ci siano dati sul sito di estrazione.
EliminaEmiliano
I certainly had this feeling as well, as the limbs are all complete and conveniently articulated. Really sad description. Whatever the arms are from, the humerus is very similar to Ornitholestes.
RispondiEliminaI'm wondering how this paper passed the reviewing process, considereing the evident (as you said) anomalies of the fossil material, that make one question its genuinity.
RispondiEliminaNick