Sarebbe troppo facile liquidare buona
parte dell'opposizione alla pubblicazione di Ibrahim et al. (2014)
come frutto di sentimenti poco scientifici. In effetti, tra i vari
commenti che lessi in quel periodo, una ampia fetta si può collocare
più o meno direttamente in almeno una delle seguenti categorie:
- Il nuovo Spinosaurus è brutto, quindi l'articolo è sbagliato.
- Paul Sereno mi sta antipatico, quindi l'articolo è sbagliato.
- Science è una rivista patinata, quindi l'articolo è sbagliato.
Ad ogni modo, indipendentemente dal
fatto che si condivida o meno qualcuno di essi, questi sentimenti
esistono, ma non è mio interesse dilungarmi troppo su di loro.
L'opposizione ad un articolo scientifico dovrebbe essere fatta sugli
argomenti scientifici del medesimo, non sul nome degli autori o della
rivista in cui è pubblicato. Nei miei post in cui ho discusso questa
ipotesi, ho preso una posizione critica ma onesta, slegata da
pregiudizi personali pro o contro quello studio, nonostante che non
abbia mai nascosto che una parte importante degli autori dello studio
sia formata da amici. Proprio perché amici, e l'amicizia significa
onestà e non faziosità (pro o contro), ho scritto i post in cui
rimarcavo le parti deboli e rivedibili della loro ricerca.
Tuttavia, sul fronte dei critici, è
curioso notare della lacune che fanno sospettare in una qualche
(anche solo inconscia) faziosità. L'articolo di Ibrahim et al.
(2014) ha delle parti deboli, come qualsiasi altro studio, ma non è
il male assoluto, né tanto meno un prodotto peregrino di qualche
complotto tra venditori di fossili e riviste impattanti. I critici di
quello studio, purtroppo, paiono aver dipinto quella ricerca come
puramente fantascientifica, spesso cavillando su dettagli che
normalmente non richiederebbero particolari attacchi.
Inoltre, come ha notato Duane
Nash, un punto molto importante dello studio di Ibrahim et al.
(2014) è del tutto omesso dalle discussioni dei critici. I
detrattori della autenticità naturale dell'esemplare sostengono che
le vertebre dorsali siano troppo grandi per appartenere al medesimo
individuo proprietario del bacino e delle gambe. In un theropode
“classico”, ad esempio Allosaurus,
come riferimento, le vertebre dorsali posteriori sono lunghe
circa il 15% della lunghezza della tibia. In “Spinosaurus B”
e “Spinosaurus C” questo valore è circa del 21-26% (la
variazione di valore è probabilmente dovuta al fatto che le vertebre
note in Spinosaurus B e Spinosaurus C non sono
esattamente le medesime lungo la serie vertebrale, e tale variazione
di 3-4% può ricadere nella diversa lunghezza delle vertebre, oltre
che a variabilità individuale). Pertanto, in Spinosaurus C,
le vertebre dorsali sono circa una volta e mezzo più grandi di come
ci aspetteremmo in un theropode “classico”. I detrattori della
nuova ricostruzione di Spinosaurus ritengono questa differenza
troppo marcata per essere naturale. Ovvero, essi concludono che le
vertebre appartengano ad un individuo circa una volta e mezzo più
grande dell'individuo proprietario degli arti. Una volta e mezzo più
grande è una differenza che può essere dovuto a due fattori (non
necessariamente slegati): differenza di specie e/o differenza di età
individuale. La prima, come ho mostrato in un precedente post, è
attualmente irrisolvibile per gli arti, pertanto resta una ipotesi
incompleta che i sostenitori della chimera dovrebbero saper risolvere
ed argomentare. Ovvero, se ammettiamo che le vertebre siano (come è
dimostrato dalle spine neurali) di uno Spinosaurus, le ossa
degli arti dovrebbero appartenere ad una specie di theropode più
piccolo. Peccato che nessuno, come ho mostrato nel precedente post,
abbia stabilito chi sia questa seconda specie di piccolo theropode.
L'altra alternativa è che gli arti
appartengano sì ad uno Spinosaurus, ma che questo sia un
esemplare più giovane dell'esemplare a cui appartegono le vertebre
dorsali. Ad esempio, le dorsali potrebbero appartenere ad un adulto,
e gli arti ad un giovane. Una differenza del 150%, sempre usando come
analogia Allosaurus, è quella tra un adulto di 9 metri di
lunghezza ed un subadulto di 6 metri di lunghezza. Pertanto, se i
detrattori dell'associazione naturale hanno ragione, le diverse ossa
potrebbero appartenere a due individui di diversa età e quindi
diverso stadio di crescita. Questa ipotesi è testabile analizzando
istologicamente le ossa delle diverse parti dell'esemplare, e sarebbe
una ottima prova per falsificare l'associazione delle diverse ossa.
Se solo quei cattivoni di Ibrahim et
al. (2014) avessero fatto una analisi istologica delle diverse ossa,
ora avremmo una prova valida e robusta pro o contro l'associazione di
quell'individuo così problematico. Se uno ha seguito tutta questa
storia leggendo le varie critiche presenti online, probabilmente si
sarà fatto una chiara idea del team di Ibrahim et al. (2014):
arroganti nel proporre una ardita ricostruzione scientifica, ma poco
onesti nel mostrare i dati a loro sostegno. E pertanto, chi ha letto
le varie critiche concluderà che gli autori del famigerato articolo
non abbiano certo eseguito una analisi istologica sul loro “mostro”.
In realtà, questa analisi istologica è
stata fatta. Gli autori la riportano nel loro articolo (Ibrahim et
al. 2014, informazioni supplementari). Curioso che essa sia poco
citata online. Essi hanno preso sezioni istologiche dal femore, dalla
tibia (ossa degli arti, quindi appartenenti al fantomatico esemplare
giovane), da un gastrale e da una spina neurale dorsale (quindi ossa
vertebrali, appartenenti al fantomatico esemplare adulto), e ne hanno
analizzato la morfologia interna per risalire allo stadio di crescita
di ciascuna.
Sebbene le analisi istologiche sulle
ossa siano spesso citate in riferimento ad un singolo parametro,
l'età in anni, questo ultimo è sempre una stima, la quale ha un
margine di incertezza associato anche al fatto che diverse ossa del
medesimo scheletro subiscono rimodellamenti e cicli di crescita
differenti tra loro (come è stato dimostrato su scheletri articolati
di Tyrannosauridae). Al contrario delle “età assolute”, lo
stadio di crescita è invece uniforme nelle diverse ossa dello
scheletro, e può essere documentato con maggiore precisione rispetto
al “conteggio degli anni”. Cosa dicono le analisi istologiche su
“Spinosaurus C”? Tutte le sezioni effettuate (sia sugli
arti che sulle ossa vertebrali) mostrano che al momento della morte:
1) le distanze tra le linee di arresto della crescita erano in
contrazione, 2) il sistema fondamentale esterno delle ossa non si era
ancora formato, 3) la corteccia interna delle ossa era ancora in fase
di rimodellamento, e 4) la vascolarizzazione era ancora presente nel
livello più esterno. Tutti questi parametri indicano lo stadio
subadulto. Pertanto, sia le ossa degli arti che quelle delle vertebre
indicano uno stadio subadulto. Le due parti della fantomatica chimera
indicano il medesimo stadio di crescita. Questo non dimostra
automaticamente che esse appartenevano al medesimo individuo, ma
sicuramente smentisce l'ipotesi di chi sosteneva che l'esemplare
fosse un composito formato da un animale giovane associato ad un
animale adulto.
Perché i sostenitori della “chimera”
omettono sistematicamente di citare questo risultato empirico?
Ovviamente, perché essa smentisce l'idea che l'esemplare sia un
composito di individui a diversi stadi di crescita.
Ricapitolando, i fautori della
“chimera” non hanno ancora portato alcuna prova a loro favore,
dato che:
- Non esiste alcuno scheletro di Spinosaurus che mostri arti posteriori di proporzioni “classiche” rispetto alle vertebre.
- Non esiste alcuna prova diretta che Spinosaurus C sia una chimera.
Pertanto, l'opposizione all'ipotesi che
Spinosaurus C sia un animale genuino, avente bacino e arti
posteriori più corti rispetto alla maggioranza degli altri
theropodi, appare più un misto di orgoglio (non volere ammettere la sua
autenticità, nonostante nulla supporti il contrario) e pregiudizio
(dare per scontato che Spinosaurus debba avere proporzioni
“classiche”), piuttosto che la manifestazione di effettive
evidenze scientifiche.
Non avevo letto questa cosa di usare le proporzioni di Allosaurus come misura dell'autenticità di uno scheletro, è normale farvi riferimento per valutare una ricostruzione? Le vertebre e le tibie di cicogne e pinguini mi suggeriscono che potrebbe trattarsi di in canone piuttosto arbitrario...
RispondiEliminaI think the difference in tibia length relative to vertebrae between 'Spinosaurus B' and Spinosaurus C', and the difference in proportions and anatomy of the bones themselves is more down to them being different taxon, but I don't think it impacts the argument that Spinosaurus itself had short legs. In one of your previous posts, you coded the S. aegyptiacus holotype, 'Spinosaurus B' and 'Spinosaurus C' separately from each other, yet they ended up grouped together anyway.
RispondiEliminaI don't think 'Spinosaurus B' is Spinosaurus aegyptiacus, and honestly I'm not entirely convinced 'Spinosaurus C' is either given the lack of justification for the referral, that the authors also lump in other remains that are more obviously not Spinosaurus, and the fact that it would make Spinosaurus the only dinosaur known from both the Bahariya and Kem Kem Formations.
However, even if all 3 specimens are from different species to one another, only 2 of them are known from leg material and they both have drastically reduced hind limbs. Therefore, since those two are more closely related to Spinosaurus than other spinosaurids with "normal" limb proportions are, the most obvious conclusion is that Spinosaurus itself also had short legs.
Roberto, hai frainteso il discorso. Ho usato Allosaurus come esempio di un theropode con proporzioni "classiche" per avere una stima grossolana di come dovrebbe essere proporzionato Spinosaurus qualora fosse anche esso "classico" nelle dimensioni di arti e vertebre. Non è un metodo standard, ma solo un argomento per il post.
RispondiEliminaAah ok grazie, credevo di trattasse di un argomento usato dai detrattori dell'ultima ricostruzione.
EliminaIn ogni caso, non so quanto sia simpatico Sereno, non so quanto sia valida Science, ma il nuovo Spinosaurus è davvero bellissimo...
Dunque, la versione con proporzioni "non classiche" sarebbe genuina, è così? Io ero del partito della chimera, nel senso, esemplare giovane\esemplare adulto, ma se le prove dicono che le proporzioni fossero quelle, benissimo. Prendo questo allo stesso modo di come ho preso la piuma nei confronti della squama e abbandonando quelli che erano i miei miti cinematografici, dopo più di una dozzina di totale disinteresse al tema dinosauri, che ora è tornato in me più forte che mai. Ad ogni modo, se quindi Spinosaurus è da ritenersi "genuino così", e dal momento che tu non abbracci la soluzione quadrupede, mi chiedevo: per quali motivi un animale svilupperebbe mai delle proporzioni simili, se bipede? E' una domanda seria, credimi, nessun intento di polemica - Cristian.
RispondiEliminaLa tua domanda è lecita, ma mal posta. Molti commettono l'errore di porsi queste domande partendo dal "prodotto finito" (Spinosaurus) cercando di spiegare perché sia fatto così, per quale "motivo" (evolutivo, ovviamente).
RispondiEliminaQueste domande non si risolvono guardando solo Spinosaurus, ma cercando di inquadrarlo filogeneticamente, in modo da ricostruire la sequenza di trasformazioni che hanno condotto a quella morfologia. Ovvero, per rispondere a questa domanda, dobbiamo cercare nuovi taxa, intermedi tra Spinosaurus e gli altri spinosauridi.
Innanzitutto grazie per aver risposto e per aver ben interpretato la mia domanda. Qualche minuto dopo averla inviata, infatti, mi era venuto in mente il dubbio che, per come l'avevo posta, potesse essere facilmente fraintesa, ma per fortuna hai capito che intendevo.
EliminaAd ogni modo, grazie per la delucidazione. Non avevo mai preso in considerazione Spinosaurus tramite i taxa intermedi (cosa che avevo però fatto per altri dinosauri). Grazie ancora - Cristian.
che funzione poteva aver la vela se viveva in un ambiente di foresta pluviale e passasse molto tempo in acqua?
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