Un Aurornis si gode l'alba. Opera di Emiliano Troco. |
Questo post ha un valore particolare
per me, e non stupitevi se sarà forse un po' enfatico (oltre che più
lungo del solito). La giornata di oggi è difatti una delle più
importanti nella mia altresì modesta carriera paleontologica: sul
numero di Nature
di questa settimana è stato appena pubblicato l'articolo di un
team internazionale del quale sono parte (comprendente Pascal
Godefroit, me, Dong-Yu Hu, François
Escuillié, Wenhao Wu e Gareth Dyke), che descrive ed
istituisce un nuovo dinosauro theropode, dal Giurassico
Medio-Superiore della Cina.
Battezzato Aurornis xui, letteralmente, “l'Uccello dell'Alba di Xu Xing” (in onore del paleontologo che più di ogni altro ha contribuito allo studio dei dinosauri piumati), questo fossile risulta avere una combinazione di caratteri tale da suggerire un nuovo scenario, in parte inedito, per la transizione evolutiva che conduce ai primissimi uccelli.
Battezzato Aurornis xui, letteralmente, “l'Uccello dell'Alba di Xu Xing” (in onore del paleontologo che più di ogni altro ha contribuito allo studio dei dinosauri piumati), questo fossile risulta avere una combinazione di caratteri tale da suggerire un nuovo scenario, in parte inedito, per la transizione evolutiva che conduce ai primissimi uccelli.
Prologo autobiografico
Fin da quando ero un ragazzino con la
fissa per la paleontologia, sono sempre stato affascinato dai fossili
detti – in parte impropriamente – “transizionali”, e di cui
Archaeopteryx è sicuramente l'alfiere più famoso e
blasonato: fossili che presentano caratteristiche tali da essere
candidati eccellenti per rappresentare la transizione evolutiva tra
gruppi prima considerati morfologicamente distinti, e che quindi sono
quanto di più ambìto un paleontologo evoluzionista possa sperare di
studiare. Un mio sogno fin da allora è di studiare un nuovo
theropode, più antico e primitivo di Archaeopteryx, che colmi
una delle lacune ancora esistenti nel record fossile dell'evoluzione
che porta dai theropodi basali agli uccelli.
Fu proprio la
constatazione che tali fossili “ideali” sono molto rari, e che
molto spesso non possiamo contare sull'aiuto di queste “Steli di
Rosetta” nelle nostre indagini, a farmi scoprire ed
apprezzare la sistematica filogenetica: un metodo di indagine molto
potente che permette di ricostruire le transizioni evolutive anche in
assenza di quei fossili “speciali”. Dalla sistematica filogenetica compresi che ogni fossile è, paradossalmente, come una forma di
transizione ma senza esserlo, perché ogni singolo taxon è significativo, dato che non è la
singola specie - per quanto rilevante - che crea la connessione evolutiva, bensì la
distribuzione totale dei caratteri nell'intero sistema dato da tutte
le specie. Ciò non riduce minimamente il fascino di certi fossili, in questo caso intesi come “ponti” tra
gruppi tradizionalmente considerati “distinti”, ma ridefinisce il loro significato: anche in un'analisi filogenetica, infatti, una forma
nuova può risultare “chiave” in quanto portatrice di
combinazioni di caratteri in grado di spostare le posizioni dei vari
rami dentro l'albero verso configurazioni nuove, anche inattese, che
siano meglio rispondenti ai dati, quindi fornendo un grande
contributo al progresso della conoscenza sull'evoluzione di quei
gruppi.
Proprio la ricostruzione delle
transizioni morfologiche lungo l'evoluzione che conduce agli uccelli è stato il
tema principale della mia tesi di laurea, tesi che poi si è
progressivamente espansa nel progetto noto come Megamatrice, analisi
filogenetica volta alla ricostruzione dettagliata delle varie fasi
dell'evoluzione degli uccelli dai theropodi, e della soluzione dei
rapporti di parentela nei vari rami di Theropoda. In oltre dieci anni di
raccolta ed elaborazione di un'ampia mole di dati, Megamatrice è stato il mio
progetto più intenso, impegnativo ed importante. Non ho mai dubitato
che Megamatrice fosse qualcosa di meritevole e significativo, anche
solo per me che l'ho sviluppato e “coltivato”.
Proprio in virtù
della sua ampia campionatura, della sua esaustività e della sua
capacità di testare anche aree poco note di Theropoda, Megamatrice
ha iniziato ad attirare l'interesse di colleghi paleontologi, che
hanno visto in questa ampia analisi il mezzo ideale per testare nuove
ipotesi filetiche. Ed è proprio grazie alla potenzialità di
Megamatrice che sono entrato nel team di studio su
questo nuovo theropode.
Nell'estate del 2012, ricevetti
un'email da Pascal Godefroit, paleontologo dell'Accademia Reale del
Belgio, col quale avevo già collaborato l'anno precedente. Pascal mi
propose di partecipare alla descrizione ed interpretazione di un
nuovo fossile che egli stata studiando assieme a colleghi britannici,
cinesi e francesi. L'idea di partecipare ad un team internazionale
era sicuramente allettante, ma ancora più lo era l'oggetto dello
studio: un nuovo theropode maniraptoriano vissuto 10-15 milioni di
anni prima di Archaeopteryx.
Olotipo di Aurornis xui. Foto di T. Hubin. |
Da YTGP-T5198...
Come la maggioranza dei maniraptori
scoperti nel Biota Jehol della provincia cinese di Liaoning, anche l'esemplare oggetto di questo
post è stato rinvenuto da contadini locali, e poi acquistato da
istituti scientifici, in questo caso il Parco Geopaleontologico di Yizhou (YTGP). Esemplari così eccezionali
sono molto rari, persino nella provincia del Liaoning, dove esistono
le condizioni ottimali per la preservazione di questi fossili.
Pertanto, è improbabile che essi siano scoperti a seguito di
prospezioni scientifiche mirate: nella maggioranza dei casi, essi
vengono scoperti accidentalmente da contadini o dai cercatori di fossili locali. Dato che il fossile non
è stato scoperto da una prospezione scientifica, sono stati subito
affrontati due problemi inerenti questi ritrovamenti: la collocazione
stratigrafica (e quindi l'età geologica) del fossile e la sua
autenticità (ovvero, controllare che non fosse un composito
artefatto assemblando e ritoccando più esemplari, come è avvenuto in passato con altri fossili cinesi).
Età.
Sulla base delle indicazioni degli scopritori del fossile, esso
proviene da Yaolugou, una località prossima al sito-tipo di
Anchiornis, la cui età è riferibile all'inizio del
Giurassico Superiore (circa 160 milioni di anni fa). Le
caratteristiche litologiche dell'esemplare sono compatibili con
quelle di altri fossili dalla formazione Tiaojishian, che affiora
estensivamente in quella località.
Autenticità
dell'esemplare. Quando è giunto al YTGP, il fossile non
era ancora completamente preparato (il termine “preparazione” in
paleontologia indica la pulitura del fossile e la rimozione della
roccia che lo ingloba): la preparazione completa dell'esemplare è
stata effettuata da Pascal e François,
i quali hanno quindi potuto analizzare il fossile nel dettaglio. La
loro indagine non ha rilevato alcuna traccia di falsificazione nel
reperto.
Una volta confermata l'età e l'autenticità, e preparato il fossile, è stato il momento di tradurre l'oggetto in una serie di dati, da cui produrre un'interpretazione scientifica. Io entrai in gioco a questo punto: il mio lavoro è consistito nel
collaborare nella descrizione dello scheletro, assieme a Pascal e
Gareth, e nel realizzare le analisi filogenetiche per determinarne le
relazioni evolutive.
...ad Aurornis
L'olotipo di Aurornis è uno
scheletro quasi completo, lungo circa mezzo metro. Solamente l'arto
anteriore sinistro, parte della mano destra e del piede destro sono
mancanti. Lo scheletro è in perfetta articolazione, e giace sul
fianco sinistro. Tracce di piumaggio sono presenti lungo la testa, il
dorso e la coda. Nelle caratteristiche generali, Aurornis
ricorda Anchiornis;
tuttavia, vari dettagli del cranio, degli arti e del bacino
differenziano questi due theropodi uno dall'altro. In particolare, il
premascellare di Aurornis presenta un lungo ramo subnariale
che esclude completamente un contatto tra mascellare e narice esterna
(in Anchiornis questo processo è molto corto ed il mascellare partecipa alla narice esterna). Il lacrimale
presenta un lungo ramo anterodorsale ed un altrettanto lungo ramo
posterodorsale proiettato lungo l'orbita (combinazione assente in
Anchiornis). Il ramo ventrale dello jugale è più gracile che
in Anchiornis. La coda di Aurornis presenta circa
trenta vertebre, ed è molto più allungata che in Eosinopteryx,
taxon dal quale si differenzia anche per il maggiore allungamento del
muso. Lo stesso carattere, più differenze nella mano e
nell'ischio (descritto sotto), distinguono Aurornis anche da Xiaotingia.
L'omero ed i metacarpali sono relativamente più corti che in Anchiornis
ed Archaeopteryx. L'ileo presenta un robusto processo
postacetabolare di forma quadrangolare che differisce dal gracile processo “falciforme” presente
in Anchiornis,
Eosinopteryx e la maggioranza dei paraviani. L'ischio di Aurornis mostra una morfologia peculiare nel presentare un marcato processo dorsale-distale assieme a
un processo distale-ventrale a forma di uncino che delimita un'ampia
incisione otturatoria distale. Nel piede, le falangi sono
relativamente più corte che in Anchiornis,
ed il secondo dito non presenta specializzazioni predatorie. Questi
caratteri sanciscono la validità di Aurornis rispetto ai paraviani cinesi coevi, ed insieme ad
altri indicano che nella morfologia generale esso è relativamente
plesiomorfico se comparato con Anchiornis,
Archaeopteryx o
Xiaotingia.
Il piumaggio è poco preservato, e ciò non permette di stabilire la
presenza e l'estensione delle remiganti e delle timoniere.
La
personificazione del 'proavis' di Paul?
La primissima
impressione che ebbi guardando l'esemplare fu di grande eccitazione, ma anche uno strano stupore, perché lo scheletro che avevo di fronte era
straordinariamente simile all'immagine di un ipotetico
proto-ancestore di tutti gli uccelli, un maniraptoro speculativo
tratteggiato da Gregory Paul in 'Dinosaurs of the Air' (2002) sulla base dei
dati allora noti nei fossili ed estrapolati in base alla teoria
evolutiva.
La somiglianza tra Aurornis ed il 'proavian'
immaginato da Paul (2002) è veramente sbalorditiva, sebbene non perfetta. I due animali
sono differenziabili dalla robustezza dell'ulna (più robusta in
'proavis'), nella lunghezza della mano (più lunga in Aurornis),
nello sviluppo del piede pubico (più sviluppato in 'proavis'), nella
forma dell'ischio e nella struttura del primo dito del piede. Tuttavia, nel
complesso, i due animali condividono le medesime proporzioni generali
dello scheletro, ed in alcuni dettagli, come la forma della lama
postacetabolare ed il numero di caudali, sono quasi identici. Prima che qualcuno gridi al miracolo o chieda a Paul di rivelare i numeri delle prossime estrazioni al lotto, il motivo di questa somiglianza quasi profetica è del tutto razionale. La teoria evoluzionistica, come tutte le teorie scientifiche valide, se applicata al record fossile
permette di fare predizioni confermabili dall'osservazione futura che avvalorino
certi modelli rispetto ad altri (ogni riferimento a proto-uccelli
simili a Longisquama – mai scoperti – è ovviamente
voluto). Quindi, più che preveggenza, si tratta di un caso di interpolazione scientifica confermata in seguito dall'osservazione, o, semplicemente, di conferma sperimentale di un modello teorico. Complimenti quindi a Gregory Paul, che da oggi possiamo
considerare l'equivalente (paleo)ornitologico di ciò che Peter Higgs è per
la fisica delle particelle!
A parte le battute,
con quale grado di affidabilità possiamo sostenere che Aurornis
sia qualcosa di analogo al 'proavis' ipotizzato da Paul (2002)? Era
effettivamente un proto-uccello molto basale? Qui, la mia natura scettica è entrata in azione. Mi chiesi: non stavo forse subendo
il fascino pericoloso di un'ipotesi accattivante fondata solamente su
grossolane somiglianze? La storia della theropodologia è disseminata
di cadaveri (anzi, fossili) che inizialmente parevano fondamentali
tasselli per comprendere l'origine degli uccelli, ma che poi, ad
un'indagine rigorosa, risultarono solamente maniraptori membri di
altre linee, simili sì, ma solo per ritenzione di simplesiomorfie o
per mera omoplasia, agli uccelli. Dopo tutto, il 'protoavian' di Paul
(2002) era solamente un'ipotesi, non un dato reale, e per giunta
un'ipotesi basata su una visione idiosincratica e molto peculiare di
un ricercatore. In breve, tutti questi pensieri, ancora nebulosi ma
carichi di così grandi implicazioni, richiedevano un'indagine
rigorosa, che non si fondasse solo su generiche somiglianze con un
ipotetico 'anello mancante', ma esprimesse in modo quantitativo la
robustezza o meno di tale scenario alla luce dei dati reali.
Entra in gioco Megamatrice
Ho quindi realizzato una analisi filogenetica, tratta da una versione
ridotta di Megamatrice sviluppata appositamente
per lo studio su Aurornis,
per valutare la distribuzione di 992 caratteri
morfologici in 101 generi di theropodi, in maggioranza paraviani
basali (attualmente, la campionatura dei caratteri nella matrice dell'articolo su Aurornis è
la più dettagliata mai
pubblicata per una filogenesi incentrata su dinosauri mesozoici): il risultato dell'analisi colloca questo nuovo fossile
come la forma più basale in Avialae nota attualmente, e posiziona
Troodontidae come parente più stretto dello stesso Avialae, invece
che associato ai dromaeosauridi come risultava nella maggioranza
delle analisi precedenti. Inoltre, abbiamo valutato se e quanto gli altri scenari, presenti in studi precdenti, fossero supportati dalla nuova analisi. I vari test hanno indicato che, sebbene la ri-collocazione dei troodontidi come sister-taxon dei dromaeosauridi sia lievemente meno parsimoniosa della nostra ipotesi, lo scenario che colloca i taxa di "grado archaeopterygide" come membri di Deinonychosauria è molto meno parsimonioso dell'ipotesi "tradizionale".
L'analisi, comunque, confermava la mia prima impressione: Aurornis risultava alla base di Avialae, quindi esso poteva legittimamente rivendicare il titolo di 'proavis pauliano'!
L'analisi, comunque, confermava la mia prima impressione: Aurornis risultava alla base di Avialae, quindi esso poteva legittimamente rivendicare il titolo di 'proavis pauliano'!
Come scritto prima, nel complesso
Aurornis mostra un mix di caratteri intermedio tra quello dei
troodontidi basali, come Mei e Jinfengopteryx, ed i
paraviani di grado “archaeopterygide” come Anchiornis e
Xiaotingia. L'analisi ha
quindi elaborato queste somiglianze e differenze producendo uno
scenario nel quale Troodontidae è il sister-taxon diretto di
Avialae, e la base di Avialae è formata da una serie di linee,
basalmente molto simili ai primi troodontidi (Aurornis),
e seguite in direzione apicale da un grado di linee “archeopterygidi”
(Anchiornis,
Archaeopteryx e
Xiaotingia), a loro volta a formare
una serie che nidifica taxa con un maggior numero di sinapomorfie
aviane (ad esempio, Shenzhouraptor e Sapeornis).
Sebbene possa risultare insolito, un legame stretto tra aviali e troodonti che escluda i dromaeosauridi non è una novità assoluta: un legame tra troodontidi ed uccelli è stato più volte ipotizzato sulla base di somiglianze nella dentatura e nella struttura della scatola cranica, sebbene i dromaeosauridi siano stati più spesso preferiti nel ruolo di sister-taxon degli uccelli, o comunque ugualmente validi rispetto ai troodontidi. Recentemente, un nodo "Avialae + Troodontidae" escludente Dromaeosauridae è risultato nella filogenesi dell'articolo su Aorun. Inoltre, lo stesso risultato appare sub-ottimale nella filogenesi dei paraviani di Turner et al. (2012), dove è solamente un singolo step meno parsimonioso rispetto al risultato con i troodontidi interni a Deinonychosauria. Pertanto, molti studi recenti paiono convergere nel considerare i troodontidi più affini agli uccelli rispetto ai dromaeosauridi. Difatti, taxa come Anchiornis o Jinfengopteryx sono stati interpretati, alternativamente, come troodontidi o come uccelli, a riprova delle numerose somiglianze morfologiche, e la difficoltà a collocare i rappresentanti basali dei due cladi.
Sebbene possa risultare insolito, un legame stretto tra aviali e troodonti che escluda i dromaeosauridi non è una novità assoluta: un legame tra troodontidi ed uccelli è stato più volte ipotizzato sulla base di somiglianze nella dentatura e nella struttura della scatola cranica, sebbene i dromaeosauridi siano stati più spesso preferiti nel ruolo di sister-taxon degli uccelli, o comunque ugualmente validi rispetto ai troodontidi. Recentemente, un nodo "Avialae + Troodontidae" escludente Dromaeosauridae è risultato nella filogenesi dell'articolo su Aorun. Inoltre, lo stesso risultato appare sub-ottimale nella filogenesi dei paraviani di Turner et al. (2012), dove è solamente un singolo step meno parsimonioso rispetto al risultato con i troodontidi interni a Deinonychosauria. Pertanto, molti studi recenti paiono convergere nel considerare i troodontidi più affini agli uccelli rispetto ai dromaeosauridi. Difatti, taxa come Anchiornis o Jinfengopteryx sono stati interpretati, alternativamente, come troodontidi o come uccelli, a riprova delle numerose somiglianze morfologiche, e la difficoltà a collocare i rappresentanti basali dei due cladi.
Risultato molto
interessante, ma solo in parte inaspettato, questa nuova analisi colloca
Balaur come un Avialae
prossimo a Pygostylia, piuttosto che come un dromaeosauride. Sono
sicuro che molti lettori sono scettici di fronte a questo risultato:
tuttavia, l'analisi include un'ampia serie di caratteri morfologici,
molti dei quali assenti in altre analisi, che avvalorano questo
risultato. Inoltre – dettaglio non marginale – le codifiche
effettuate per Balaur
si basano sia sulla dettagliata monografia pubblicata di
recente, ma anche sull'osservazione diretta dell'esemplare,
svolta da Gareth all'inizio di questo anno in Romania, che hanno
evidenziato ulteriori caratteristiche ornitiche nel theropode rumeno, non menzionate nella monografia.
Della rivalutazione di Balaur
e delle sue implicazioni parlerò dettagliatamente in futuro.
Lo
scenario emerso da Magamatrice supporta alcune interpretazioni del record fossile:
- L'evoluzione dei caratteri adatti al volo in Paraves è relativamente lineare, e non occorre ipotizzare complessi scenari di acquisizioni multiple o reversioni, come accade invece nell'ipotesi che gli “archaeopterygidi” siano in Deinonychosauria.
- Aurornis non presenta particolari adattamenti “arboricoli” rispetto alla maggioranza dei theropodi: in particolare, il piede presenta falangi corte ed ungueali poco sviluppati e non particolarmente incurvati, tutte caratteristiche tipiche di animali prevalentemente terricoli. Pertanto, in relazione all'acquisizione di una nuova ecomorfologia “aerea”, gli aviali più basali non paiono “speciali” rispetto agli altri maniraptori, né meglio adattati di altri theropodi ad uno stile di vita arboreo. Gli eventuali adattamenti arboricoli o planatori nei Microraptora risultano quindi delle convergenze e non la condizione primitiva degli eumaniraptori (e qui, pertanto, Gregory Paul viene smentito).
- Questo risultato colloca alcuni paraviani “simili agli oviraptorosauri” (gli scansoriopterygidi ed Eosinopteryx) come esterni ad Eumaniraptora, colmando quindi alcune lacune della serie che dai maniraptori non-paraviani conduce agli aviali, ed ipotizza che l'antenato comune di questi ultimi fosse molto simile (quasi indistinguibile) da un proto-troodontide.
Questo
scenario “funziona” sia lungo la “direzione aviana”, sia
lungo quella “troodontide” del loro nodo più inclusivo: i
proto-troodontidi assomigliano marcatamente ai proto-aviali, e
solamente risalendo lungo la linea di Troodontidae questi
acquisiscono progressivamente le caratteristiche ritenute “tipiche”
del gruppo. In effetti, se applichiamo il paradigma darwiniano alle
evidenti somiglianze tra Aurornis
(sul lato avialiano) e forme come Mei
e Jinfengopteryx (sul
lato troodontide), la conclusione a cui giungiamo è che tutte queste
specie fossero poco differenziate reciprocamente, e quindi
anche poco modificate rispetto alla condizione ancestrale, che caratterizza il loro antenato comune. Ovvero, le
grandi somiglianze tra proto-aviali e proto-troodontidi implicano che
essi erano “ancora” molto poco differenziati rispetto alla
morfologia ancestrale comune, che, in termini cladistici, significa
una ridotta “distanza morfologica” dal nodo della loro
separazione evolutiva. Applicato ad Aurornis,
significa che esso risulta molto
prossimo alla condizione ancestrale di Avialae, alla radice di tutti
gli uccelli.
Aurornis
ci offre quindi l'immagine più chiara a nostra disposizione di quale
fosse l'aspetto dei primissimi uccelli poco dopo la loro separazione
dagli altri gruppi di dinosauri.
Gli aviali più antichi e basali, come Aurornis, ed i troodontidi più antichi e basali, come Jinfengopteryx, si somigliano molto più di quanto si somiglino i rappresentanti derivati e successivi di ambo le linee. I colori lungo le linee evolutive rappresentano la morfologia generale presente nelle varie specie: si deduce che le forme basali di ambo le linee siano più simili all'antenato comune di quanto lo siano le forme successive (ognuna con il proprio "colore derivato"). Ciò è perfettamente in accordo con i concetti darwiniani di "discendenza con modificazioni" e "antenato comune". Troodon di Hartman, modificato da Wikipedia. AVVERTENZA: questo grafico è una semplificazione delle linee evolutive di Avialae e Troodontidae: né Jinfengopteryx né Aurornis devono essere considerati antenati diretti degli altri troodontidi o degli aviali più derivati, bensì rappresentanti delle condizioni ancestrali dei rispettivi gruppi. L'evoluzione è comunque un processo ramificato, non una semplice serie lineare. |
Epilogo
Questi risultati, e
l'importanza di un nuovo theropode come chiave per comprendere
l'origine degli uccelli, hanno costituito l'articolo del quale sono
co-autore (Godefroit et al. 2013) e che oggi è stato pubblicato su
Nature. Oltre ad essere uno studio scientificamente significativo in
un campo che considero il più affascinante della mia disciplina,
oltre alla soddisfazione personale di aver contribuito all'istituzione di un nuovo theropode squisitamente preservato, oltre all'aver realizzato un desiderio di quando ero un ragazzino, questa ricerca è per me un motivo di grandissimo orgoglio (perdonate
la vanità): è un enorme incentivo a continuare su questa
strada, nonostante le difficoltà.
Ringrazio i miei
co-autori, in particolare Pascal Godefroit e Gareth Dyke, per avermi
coinvolto in questo eccezionale studio.
Un
grazie va anche al sempre eccellente Emiliano Troco per la
ricostruzione pittorica di Aurornis.
Bibliografia:
Godefroit P., Cau A., Hu D.-Y., Escuillié F., Wu W., Dyke G. 2013. A Jurassic avialan dinosaur from China resolves the early phylogenetic history of birds. Nature 498:359–362. doi:10.1038/nature12168
Ed ora "schiacciare i BAND, inseguirli mentre fuggono e sentire i lamenti delle BAND".
RispondiEliminaGrande post e grande scienza.
Super complimenti per la pubblicazione su Nature, ma non vedo l'ora di sapere cosa diranno ("i lamenti") i BAND.
Valerio
P.S. ottimo anche Troco, finito sul Guardian!
RispondiEliminaComplimenti vivissimi Andrea per questo ennesimo, ottimo lavoro!
RispondiEliminaAl di la dell'eccellente studio (molto interessante), la cosa per cui mi sento più propenso a farti i complimenti è il traguardo che hai raggiunto, grazie al tuo impegno e dedizione. Il fatto di aver attirato le attenzioni di un team straniero, in cui tra l'altro figurano nomi di "mostri sacri" come Xu, deve essere una gran soddisfazione. Quindi congratulazioni, Andrea, e che sia solo il primo di una lunga serie di successi.
RispondiEliminaSimone
controllando il numero di oggi di Nature la piacevole sorpresa é stata doppia.
RispondiEliminaComplimenti :)
Bellissimo, grazie.
RispondiEliminaEmiliano
Complimenti sinceri a te ed ai tuoi co-autori !
RispondiEliminaMarco
Complimenti vivissimi a te e agli altri autori per la descrizione di un così stupendo reperto.
RispondiEliminaPs: Rahonavis risulta sister-taxon di Shenzhouraptor?
Congratulazioni Andrea! Notizie e scoperte meravigliose!
RispondiEliminaBellissimo, congratulazioni, veramente il post più entusiasmante su questo blog! La prima cosa che mi è venuta in mente è che in fondo in fondo Holtz non ci era andato lontano quando ebbe coniato il termine Bullatosauria per mettere in evidenza la somiglianza tra i Troodontidi e gli Ornithomimosauri, che come dice il nome, sono imitatori di uccelli (anche se Ornithomimosauria è molto più lontano filogeneticamente rispetto a Dromaeosauridae, questo lo so). Ci sono alcuni aspetti però che non mi sono chiari dall'illustrazione della topologia di Paraves: da quanto mi pare di aver capito dal post, Eosinopteryx non rientra più nel clade formato da Anchiornis, Archaeopteryx e Xiaotingia (ed anche Aurornis). In più, ora Dromaeosauridae risulta più derivato di Scansoriopterygidae e di Eosinopteryx, i quali invece si avvicinano di più ad Oviraptorosauria (probabilmente proprio a causa di quelle che finora erano considerate convergenze morfologiche, specialmente a livello cranico). Inoltre, Xiaotingia sembra essere più vicino ad Archaeopteryx piuttosto che ad Anchiornis. Sono giuste tutte queste cose che mi sembra di aver capito? Inoltre, dato che non viene menzionato in tutto quest'ambaradam, che ruolo svolge PEDOPENNA DAOHUGOUENSIS?
RispondiEliminaP.S.: Aspetto con ansia il cranio di Balaur...
EliminaUn'ulteriore domanda (scusa l'assillamento): qual è lo stadio ontogenetico dell'olotipo?
EliminaIl cladogramma è chiaro in proposito. Non c'è molto da 'dedurre'.
EliminaPedopenna è stato escluso dall'analisi. La sua posizione comunque è nell'intorno della base di Avialae.
L'olotipo di Aurornis è maturo (suture neurocentrali e tibiotarsali sono fuse).
Ok, grazie, è solo che il cladogramma è molto chiaro ma è evidente che Aurornis ha rivoluzionato la cladistica di Paraves, perciò ci sono molti aspetti nuovi che è difficile all'inizio accogliere con sicurezza.
EliminaCongratulations on fulfilling a dream! I look forward to reading the paper.
RispondiEliminaComplimenti per la pubblicazione e complimenti anche a Troco.
RispondiEliminaSono molto felice per te.
RispondiEliminaHo letto con attenzione il tuo post e vorrei chiederti un chiarimento.
Non riesco a capire l'affermazione "clade meno inclusivo comprendente Passer ma che escluda Deinonychus e Troodon)". La porzione di albero racchiusa in questa definizione non necessariamente è quella intesa nell'immagine. Potrebbe essere anche solo il ramo che comprende i parenti più vicini a Passer e nient'altro. Mi aiuteresti a capire?
L'immagine di Troco è molto suggestiva.
E' possibile avere l'articolo? In questo periodo sono molto impegnato (grazie al cielo) con il lavoro e non ho possibilità di reperirlo.
Hai ragione, ho sbagliato a scrivere: intendevo "più inclusivo".
EliminaOra correggo.
Complimenti...
RispondiEliminaSei anche su Wired!
http://www.wired.com/wiredscience/2013/05/earliest-bird-claim/
Una domanda:
RispondiEliminaquando citi gli scenari emersi in Megamatrice, nel terzo punto, per Eumaniraptora intendi, "Passer > Troodon" o "Passer + Deinonychus" ?
Eumaniraptora fu definito come "Passer + Deinonychus", e tale è inteso da me. Come scrissi nel post relativo allo studio che l'ha ridefinito, non capisco il senso di riformularlo come "Passer > Troodon".
EliminaSto leggendo il tuo articolo, così vengo preparato alla conferenza.
RispondiEliminaNell'estratto leggo "Rimuovere _Archaeopteryx_ dalla base di Avialae per annidarlo entro Deinonychosauria comporta che il tipico volo degli uccelli ... sia o evoluto almeno due volte o successivamente perso o modificato in alcuni deinonychosauriani". Questo significa che _Archaeopteryx_ era capace di volare come gli uccelli?
Dalle mie modestissime letture non mi sembra ci sia consenso (per es.Senter, P. 2006. Scapular orientation in theropods and basal birds, and the origin of flapping flight. Acta Palaeontologica Polonica 51 (2): 305–313)
Dubito fortemente che praticasse volo battuto, ma non trovo obiezioni a una forma di volo planato.
Eliminawhat a joke you finding is they found modern dinosaurs allready its call crocodilian alligator gharial crocodile the real transition animal is spinosauridae john ruben approve of this message allways come here for a good laugh
RispondiEliminaDalla figura 2D dell'articolo sembra che il pube e l'ischio sono nella posizione "Saurischia". E' così? Visto che i Troodontidi e i Deinonychosauri per quanto ne so hanno ischio e pube nella posizione "Ornithischia" (opistopubico) questa condizione si è evoluta diverse volte?
RispondiEliminaAurornis è mesopubico (ortopubico), ovvero una condizione intermedia tra la propubica e l'opistopubica. La condizione mesopubica in Aurornis è la stessa della maggioranza dei paraviani basali. Probabilmente, la condizione opistopubica è comparsa almeno 4 volte in Theropoda: nei therizinosauroidi, nei parvicursorini, negli eudromaeosauri e negli aviali derivati.
Elimina