Chi coglierà tutti i riferimenti paleontologici presenti vince la soddisfazione di averlo capito.
Ecco una ricetta facile e sfiziosa con la quale stupire le vostre divinità ospiti da altri universi.
Ingredienti:
Una
stella di tipo G, ancora nella sequenza principale. Un pianeta con asse
di rotazione inclinato di una ventina di gradi sull’eclittica,
geodinamicamente attivo e con una crosta solida. Acqua in abbondanza.
Una manciata scarsa di asteroidi di media grandezza (evitate le comete,
tendono a lasciare il piatto troppo umido). Un pesce polmonato con
attitudine alle acque basse e limacciose (non usate Eusthenopteron o Acanthostega, troppo derivati).
Tempo di cottura:
350 milioni di anni.
350 milioni di anni.
Ricetta:
Togliete il pesce dall’acqua. Ripulitelo bene, sollevatelo in modo che sia tetrapode quanto basta, tirategli il collo (che avete precedentemente formato), togliete lepidotrichi e linea laterale, farcitelo con una fecondazione interna ed annessi embrionali. Tenetelo in umido una settantina di milioni di anni (possibilmente in un forno alimentato a carbonifero).
Allontanate il pesce dalle fascia equatoriale e portatelo in glaciazione per una trentina di milioni di anni. Aprite una finestra sul cranio e stendete la muscolatura del dorso, in modo che smetta di muoversi come un pesce fuor d’acqua. Eliminate le ossa della mandibola in eccesso, riducete la taglia e insaporitelo con un ricoprimento pilifero.
Prendete il pesce e mettetelo a riposare in ombra per circa duecento milioni di anni. Nel frattempo, godetevi il paesaggio.
Quando vedrete che il pesce ha smesso di fare uova, prendete un asteroide e scagliatelo sulla teglia. Attendete che l’asteroide abbia rosolato bene il resto della teglia, ripulitela da penne e scaglie in eccesso e ripassate il pesce nel microonde con una buona dose di radiazioni adattative.
Prendete il pesce e guarnitelo con qualche ramo. Appena il pesce avrà fatto una presa opponibile con i rami, farcitelo con frutta e foglie. Lasciate il tutto rampicare per una cinquantina di milioni di anni. Dopodiché, togliete rami e foglie, stendete il pesce al suolo, sollevatelo in verticale e fatelo seccare all’aperto. Nel frattempo, ripulitelo dal pelo in eccesso e farcite il cranio con cervella e frattaglie mentali assortite.
Prendete il pesce e istruitelo a sufficienza. Non è necessario farlo con spezie pregiate (arte, miti e filosofia), anche una buona dose di calcio e politica andranno bene ai nostri scopi. Bettezzatelo e dategli un obiettivo. Non appena l’obiettivo avrà fatto la crosta, sopprimete il pesce con la sua stessa tecnologia e seppellitelo con un rito funebre, senza fossilizzarlo.
Togliete il pesce dall’acqua. Ripulitelo bene, sollevatelo in modo che sia tetrapode quanto basta, tirategli il collo (che avete precedentemente formato), togliete lepidotrichi e linea laterale, farcitelo con una fecondazione interna ed annessi embrionali. Tenetelo in umido una settantina di milioni di anni (possibilmente in un forno alimentato a carbonifero).
Allontanate il pesce dalle fascia equatoriale e portatelo in glaciazione per una trentina di milioni di anni. Aprite una finestra sul cranio e stendete la muscolatura del dorso, in modo che smetta di muoversi come un pesce fuor d’acqua. Eliminate le ossa della mandibola in eccesso, riducete la taglia e insaporitelo con un ricoprimento pilifero.
Prendete il pesce e mettetelo a riposare in ombra per circa duecento milioni di anni. Nel frattempo, godetevi il paesaggio.
Quando vedrete che il pesce ha smesso di fare uova, prendete un asteroide e scagliatelo sulla teglia. Attendete che l’asteroide abbia rosolato bene il resto della teglia, ripulitela da penne e scaglie in eccesso e ripassate il pesce nel microonde con una buona dose di radiazioni adattative.
Prendete il pesce e guarnitelo con qualche ramo. Appena il pesce avrà fatto una presa opponibile con i rami, farcitelo con frutta e foglie. Lasciate il tutto rampicare per una cinquantina di milioni di anni. Dopodiché, togliete rami e foglie, stendete il pesce al suolo, sollevatelo in verticale e fatelo seccare all’aperto. Nel frattempo, ripulitelo dal pelo in eccesso e farcite il cranio con cervella e frattaglie mentali assortite.
Prendete il pesce e istruitelo a sufficienza. Non è necessario farlo con spezie pregiate (arte, miti e filosofia), anche una buona dose di calcio e politica andranno bene ai nostri scopi. Bettezzatelo e dategli un obiettivo. Non appena l’obiettivo avrà fatto la crosta, sopprimete il pesce con la sua stessa tecnologia e seppellitelo con un rito funebre, senza fossilizzarlo.
Il
piatto va servito caldo, appena soppresso, così che il ricordo della
sua evoluzione dia un pizzico di gusto in più ad un’esistenza troppo
spesso sottovalutata.
Buon appetito!
Geniale!
RispondiEliminaOttima ricetta!
RispondiEliminaStasera pesce polmonato alla griglia.
Giulio.