Nel precedente post, ho parlato della coppia di frontali fusi dal Giurassico Medio-Superiore descritta da Buffetaut e Enos (1992). Nella mia argomentazione mi ero basato solamente sulla traduzione inglese del testo originale, ma non avevo avuto modo di visionare le immagini del fossile. Un'immagine spesso vale più di mille parole, ed infatti così è stato. Grazie a Leonardo Ambasciano, che ha risposto alla mia richiesta di
aiuto iconografico, ho finalmente le immagini del fossile. Ecco la
figura, tratta dall'originale articolo di Buffetaut e Enos.
Da Buffetaut e Enos (1992) |
L'esemplare è chiaramente eroso (le forme sono troppo dolci ed arrotondate lungo tutti i margini), quindi è probabile che la forma originale sia in parte perduta, così come la reale estensione dei processi postorbitale e nasale. A prima vista, sembra effettivamente una coppia di frontali carcharodontosauridi, per la proporzione generale relativamente ampia, la ridotta partecipazione della fossa sopratemporale e la relativa distanza delle due fosse. Tuttavia, questa interpretazione è plausibile solo basandosi sulla vista dorsale (A). La vista anteriore (D), ventrale (B) e laterale (C) in parte stonano con un Carcharodontosauridae. Anzi, ad essere onesti, l'anteriore e posteriore (E) sono molto anomale per un theropode. L'ampia partecipazione all'orbita da parte del frontale contrasta con quanto accade in tutti i theropodi con frontali ampi e fusi, dove il frontale partecipa poco o niente nell'orbita. Possibile che non sia affatto un theropode? Possibilissimo: nel precedente post non ho menzionato il fatto che il fossile proviene da sedimenti marini. Buffetaut e Enos (1992) interpretano questo dato ipotizzando che si tratti di una carcassa di theropode trascinata al largo e depositatasi sul fondale marino. Tuttavia, alla luce delle bizzarrie dell'esemplare, esiste una spiegazione molto più semplice: non sarebbe un theropode, bensì un rettile marino.
L'identificazione del gruppo di appartenenza è provvisoria, dato che non conosco bene tutti i gruppi di rettili marini. Tuttavia, la presenza di una fossa sopratemporale (carattere diapside) che si espande anche nel frontale riduce la possibile identificazione a due soli gruppi giurassici (se ne conoscete altri con fosse sopratemporali nel frontale lasciate un commento): Theropoda e Crocodylomorpha. Pertanto, escludendo i theropodi, restano i coccodrilli. Ciò è avvalorato dalla fusione dei due frontali, tipico carattere coccodrilliano (mentre, come ho scritto nel precedente post, la fusione dei frontali nei theropodi avviene solo in linee del Cretacico).
Concludendo, è possibile che sia il frontale di un coccodrillo marino. In effetti, la bizzarra fossa anteroventrale in figura D (mai vista in un theropode) potrebbe essere la faccetta per il lacrimale, che nei metriorinchidi è spostata per l'espansione dei prefrontali.
Un metriorhynchide? Possibile che in questo blog, se non si parla di theropodi, si finisce a parlare di metriorhynchi?
Questa è la spiegazione più probabile che riesco a dare del fossile, ma, ripeto, è possibile che esistano altri gruppi che possano rivendicare la paternità del fossile, e che io non conosco bene.
Unica possibile obiezione alla mia interpretazione: è sensato che Buffetaut non si sia reso conto che il fossile fosse un metriorhynchide? Dopo tutto, egli è tra i maggiori esperti di metriorhynchidi. Questo sarebbe bene chiederlo a lui. Io, per ora, sono più portato a interpretare il fossile come un coccodrillo marino, e non un theropode. Ma, ovviamente, è possibile che dal vivo appaia più chiara la sua identità...
Quindi, chi ha informazioni aggiuntive è benvenuto.
Ringrazio Leonardo Ambasciano per il sempre puntuale aiuto.
PS: adoro questi fossili frammentari e bizzarri da identificare!
PS: adoro questi fossili frammentari e bizzarri da identificare!
Raiders of the Lost taxa strikes back.
RispondiEliminaComunque non ti preoccupare se ti occupi dei metriorhynchidi, ci hai già spiegato che sono i "theropodi del mare" (come diceva Steve Brusatte).
Sai bene che un po' di tuoi lettori (io in primis) amiamo quando divaghi, ed adoriamo tutta archosauria.
(Oltre che in generale tutta la paleontologia, se domani mattina fosse descritto un cronodonte consevato con i corpi molli -un colpo eccezionale per la paleontologia- o un'altra scoperta esaltante e di altissimo impatto spero che ne darai notizia).
Erodoto
Un giorno parlerò di conodonti.
RispondiEliminaScusa li chiamo semrpe cronodonti, chissa perché, spero di non averti infastidito.
RispondiEliminaForse perché non conosco l'etimologia del termine e penso sempre, anche inconsciamente che siano dedicati a Crono come le Ammoniti sono "consacreate" a Zeus Ammone alias Amon-Rà.
Erodoto
Il nome "conodonte" deriva dalla forma conica delle strutture mandibolari che costituiscono le uniche parti dure di quegli animali.
RispondiEliminaRipeto quanto ho detto (e in entrambi i casi senza infastidimento): un giorno parlerò di conodonti.