Scena da Jurassic Park III (2001) |
Un paleontologo deve sempre essere attento ai dettagli. Spesso, piccoli
dettagli marginali sono fonte di interessanti conseguenze. Ad esempio,
può capitare che una scena molto breve di un film molto brutto sia la
fonte di ricche considerazioni sui dinosauri e sul nostro modo di
vederli e rappresentarli.
Devo smentirmi: avevo scritto in passato che non mi sarei mai occupato del terzo film della trilogia di Billy & il Clonesauro, perché esso non rientrava nei miei propositi (regolarmente fraintesi da alcuni lettori), ovvero, la discussione della concezione paleontologica alla base dei dinosauri presenti in quei film. Il terzo film, infatti, è chiaramente distinguibile dai precedenti (sopratutto il primo), dato che non presenta una marcata connotazione di qualche modello paleontologico (se si fa eccezione per la palese manifestazione delle concezioni Horneriane relative all'ecologia di Tyrannosaurus, temi che ho già discusso in passato). Pertanto, dato che quasi tutti i commentatori di quel film si sono soffermati proprio su quei temi (sebbene spesso in modo impreciso, ingenuo e "fazioso"), ritenevo che gli argomenti su quello che (senza dubbio) è il meno interessante dei 3 film potessero chiudersi là. Tuttavia, recentemente ho rivisto una breve scena del film che merita di essere analizzata e tradotta in un post (che spero troverete interessante ed istruttivo).
DISCLAIMER. Come sempre, ripeto per evitare fiumi di polemiche futili: qui non parlo dei film, ma della paleontologia che, più o meno consapevolmente, gli autori del film (ed i loro consulenti scientifici, quando presenti) hanno trasmesso ad un pubblico formato in grandissima parte di persone che, non essendo paleontologi, non dispongono di strumenti concettuali adeguati per distinguere tra scene scientificamente plausibili e scene solo apparentemente realistiche ma prive di reale sostegno scientifico (quindi, dei miti).
Nonostante i fan della trilogia jurassica ricordino il terzo episodio sopratutto per un megalosauroide gigante molto inventato e per l'ipetrofica eccessività di quell'animale (e delle litanie sulla sua plausibilità), esistono dettagli ben più interessanti per cui riguardare ed analizzare quel film. In una scena, i protagonisti sono (guarda te, che originalità!) in fuga perché inseguiti dall'ennesima coppia di famelici squamatoraptor. Presi dalla fuga, i nostri eroi si imbattono in una mandria di pacifici hadrosauridi, intenti ad oziare e pascolare. Spaventati dagli esseri umani (o dalla bruttezza immonda degli squamatoraptor), gli hadrosauridi si lanciano in una caotica fuga, mentre i malcapitati eroi umani si intrufolano nella mischia, sempre incalzati dai predatori.
La prima cosa da notare è che questa scena conferma lo stereotipo bipolare dei dinosauri carnivori cattivi vs. dinosauri erbivori buoni discusso in un recente post.
Andando nel dettaglio, gli osservatori attenti avranno notato che gli hadrosauridi del branco non appartengono tutti allo stesso taxon, ma che sono presenti due generi: Parasaurolophus e Corythosaurus. Nell'immagine che apre il post li riconoscerete per la differente forma della testa. Quindi, il branco di pacifici dinosauri che viene disturbato e che si dà alla fuga è composto da due generi distinti, apparentemente coesi o perlomeno sufficientemente tolleranti reciprocamente da coesistere fianco a fianco. Può sembrare un cavillo eccessivamente puntiglioso, ma è bene notare che una scena simile non è immediata, né automaticamente ovvia. Per quale motivo illustrare un branco misto di due generi di dinosauro? Da notare che gli autori dei film non sono ingenui o grossolani, dato che nel secondo film viene più volte dichiarato da alcuni personaggi che i dinosauri (sopratutto quelli carnivori) sono territoriali (ovvero, che tendono a non tollerare la presenza di altri dinosauri nelle loro vicinanze).
Quindi, dato che nei due film sono presenti due concezioni contrastanti sul comportamento dei dinosauri, è probabile che qualche osservatore attento e curioso voglia sapere se e quale delle due visioni è più plausibile scientificamente. La paleontologia ci permette di determinare questi dettagli del comportamento, ormai perduti?
Un aspetto comune a molti generi di ornithischi del Cretacico Superiore, in particolare hadrosauridi e ceratopsidi, è che si rinvengono spesso in bonebeds, ovvero, letti di ossa formate da numerosi individui. L'analisi della composizione delle bonebeds ad hadrosauridi è spesso difficoltosa in assenza di resti del cranio, dato che spesso i vari generi (e specie) sono distinguibili tra loro sopratutto per caratteristiche del cranio. Ad ogni modo, risulta che nella maggioranza dei casi, le bonebeds ad hadrosauridi sono monospecifiche, ovvero, contengono individui di una sola specie per bonebed. Dato che non esistono motivi fisici per cui solamente i cadaveri di una particolare specie si accumulino in un solo luogo, mentre quelli di altre specie morfologicamente simili no, deduciamo che le associazioni monospecifiche delle bonebeds rappresentano un genuino segnale biologico: in vita questi animali si aggregavano con i membri della stessa specie (ATTENZIONE: NON STO FACENDO ALCUNA ILLAZIONE SUL MODO E SUL GRADO DI ASSOCIAZIAZIONE IN VITA TRA QUESTI ANIMALI), mentre non si aggregavano con animali di altre specie. Già questo fatto smentisce lo scenario che in Billy & Clo 3 viene sostenuto implicitamente.
Inoltre, questa interpretazione è sostenuta anche dall'abbondanza di elaborazione cranica tra gli ornithischi e dall'apparente assenza di dimorfismo sessuale: confrontati con le specie attuali, entrambi i fattori indicano che le creste erano un carattere distintivo per ciascuna specie e servivano probabilmente per il riconoscimento tra conspecifici per favorire l'aggregazione e scoraggiare il mescolamento con individui di altre specie.
Pertanto, è molto probabile che gli hadrosauridi fossero molto territoriali, e che non tollerassero la presenza di animali di altre specie, INCLUSI ALTRI HADROSAURIDI, all'interno delle loro associazioni gregarie. Quindi, la scena in Billy & Clo 3 è probabilmente un mito ingiustificato scientificamente.
Inoltre, dettaglio ironico ma importante, proprio perché gli hadrosauridi erano (molto ptobabilmente) animali territoriali e non tolleravano animali di altre specie all'interno del branco, suggerirei caldamente agli eroi del film di non correre in mezzo ad un branco di hadrosauridi: anche se il mito del "dinosauro erbivoro=buono" possa indurre a farlo, immischiarsi con decide di hadrosauridi sarebbe una soluzione persino più pericolosa che andare incontro ai 2 squamatoraptor...
Credo che gli autori abbiano preso spunto dalle classiche mandrie miste di zebre e gnu, senza farsi grandi problemi di plausibilità.
RispondiEliminaE sì che anche tra questi mammiferi la reciproca vicinanza deve essere dettata da equilibri ben precisi. Ricordo un documentario dove, tanto per sottolineare l'errore di cui parli tu, cioè erbivoro=buono, una zebra uccideva a calci un neonato di gnu, considerandolo evidentemente un elemento estraneo e invadente del suo spazio.
Davide B.
@Davide:"Credo che gli autori abbiano preso spunto dalle classiche mandrie miste di zebre e gnu".
RispondiEliminaInfatti, la probabile origine psicologica è quella: anche questo caso ricade nel classico pregiudizio analogico secondo cui, siccome erano grandi erbivori, allora erano equivalenti ecologici dei grandi erbivori attuali (analogia plausibile), quindi erano anche equivalenti comportamentali (implicazione errata). Tuttavia, si tratta di un'analogia puramente mentale, non automaticamente sostenuta da prove.
Per un caso, bizzarro, se avessero mostrato sauropodi della Formazione Morrison forse avrebbero potuto farlo: a quanto mi risulta (ma potrei sbagliare), i sauropodi nordamericani della Formazione Morrison non sembrano mostrare bonebed monospecifiche, quindi può darsi che non fossero così rigidamente "xenofobi" come gli ornithischi del Cretacico Superiore.
Ogni caso è specifico, per questo non bisogna mai generalizzare usando esempi attuali apparentemente plausibili come "regola generale".
Inoltre non escluderei il fatto che l'aggregazione di più animali della stessa specie possa essere stata passiva ed indiretta, magari utile (per esempio a scopo difensivo), ma non necessariamente con alcuna interazione fra animali, se non puramente gerarchica. Così come avviene in molte aree per alcuni coccodrilli, ed idem per svariati sauri. Insomma, qualcosa di piuttosto diverso da un "branco".
RispondiEliminaE' altrettanto vero però che non sempre specie diverse molto territoriali o aggressive sono incompatibili tra di loro, un esempio è la convivenza il molte aree tra ippopotami e coccodrilli, animali spiccatamente aggressivi e potenzialmente letali l'uno per l'altro, che mediamente condividono i medesimi spazi con rari scontri, se non nei periodi di siccità, quando sono stati registrati non poi così raramente attacchi di coccodrilli adulti a danno degli ippopotami (anche adulti).
Su questo blog, di tanto in tanto, sono state ospitate delle discussioni molto interessanti (almeno per me) sulla possibilità (o meno, sopratutto meno) che alcuni comportamenti possano lasciare tracce fossili. Ovvero se la paleontologia possa studiarli scientificamente, oppure lasciarli alla speculazione.
RispondiEliminaIn particolare le bonebeds potrebbero (o non potrebbero a seconda della tafonomia del sito) rappresentare esempi di vita sociale e coloniale per alcune specie.
I Cynodonti dei generi _Thrinaxodon_ e sopratutto _Trirachodon_, due rettili-mammifero (per usare una vecchia ed efficace definizione) triassici sono spesso trovati in bonebeds che, sembrano essere stati un tempo tane a cunicolo. Nel caso di _Trirachodon_ gli esemplari nelle tane erano molto numerosi e di tutte le classi d'età, viene quasi spontaneo fare un'analogia e renderli grossomodo equivalenti ecologici dei numerosissimi piccoli mammiferi che vivono in colonie, come Suricati o Cani della prateria.
Volevo chiederti cosa ne pensavi, inoltre se esitono bonebeds di dinosauri simili (alcuni Heterodontosauridae, alcuni Hypsilophodontidae ed enigmatici animali come Leaellynasaura potrebbero essere stati fossori) e se pensi che anche qualche teropode potrebbe aver avuto comportamenti simili.
Inoltre già che siamo in argomento vorrei capire se esiste un solo bonebed a teropodi che possa essere considerato significativo per testimoniare l'esistenza di gruppi intergenerazionali di individui della medesima specie (non ho detto "branchi strutturati") oppure se si tratta sempre di aggregazioni spiegabili in altro modo (trappole naturali ecc.).
In particolare mi sembra che Rodolfo Coria abbia avanzato questa ipotesi per il bonebed di Mapusaurus (ma mai in pubblicazioni scientifiche, solo nella conferenza stampa in Argentina, nel 2006, in cui presentava la scoperta) malgrado nel medesimo sito si trovassero anche fossili di altre specie indicative di una trappola naturale (ma allora forse erano in altri orizzonti contigui?).
Il branco di teropodi è quasi un articolo di fede per i dinomaniaci, ma quante sono le (presumo poche) prove di convivenza tra teropodi adulti? Quali specie (se ne esistono)? E quelle invece tra "adolescenti" e nidiate? Ed i teropodi non carnivori si differenziano dagli altri in questo?
Erodoto
Axelsaurus, infatti ho usato "aggregazioni" e "gregrai" proprio per evitare termini più direttamente legati a "intenzionalità". I fenicotteri aggregano per foraggiare, i pinguini durante l'inverno: questi sono esempi di aggregazioni che non implicano speculazioni su altri fattori non fossilizzati.
RispondiEliminaErodoto, il termine "rettile-mammifero" è orribile. Un therapside NON è un rettile. Nessuno dei nostri antenati fu mai un rettile. Evitiamo vecchi termini fuorvianti.
Se cerchi nella sezione dei post etichettati "Miti" troverai lunghe discussioni sulla socialità o meno di Allosaurus, Mapusaurus, Deinonychus, Sinornithomimus ed altri taxa.
Per gli ornithischi fossori non ho letto tutta la letteratura in proposito, quindi evito di dire potenziali banalità.
E' molto probabile che gli autori abbiano sfruttato a piene mani la scusa dell'anomalia comportamentale con cui Crichton giustificava molti dei suoi azzardi narrativi.
RispondiEliminaOsservazione scrupolosa e attenta la tua Andre, ma a questo punto la domanda sorge spontanea:
Animali estinti milioni di anni fa e riportati in vita di colpo in un ecosistema forzato e totalmente nuovo, potrebbero reinventare le proprie abitudini?
Anche questa domanda sorge spontanea: e se io avessi dei superpoteri, li userei per fare il bene o per fare il male?
RispondiEliminaScusa, ma quella che mi fai è una delle classiche domande senza senso che sfociano nell'opinionismo da bar.
;-)
A parte le battute, io non mi sono chiesto se animali estinti si comporterebbero come gli "originali": è una domanda inverificabile e quindi inutile. Io mi sono chiesto se le ricostruzioni nel film sono conformi alle nostre ipotesi scientifiche (domanda verificabile).
Inoltre, a me non interessa giustificare la plausibilità delle scene o demolire parti della trama, ma solo usare un film famoso per parlare di paleontologia.
In ogni caso, credo che molti errori del film non siano licenze artistiche, ma solo frutto dell'ignoranza scientifica: la quale non è un difetto (il film non è un trattato di paleontologia), ma è comunque uno spunto interessante per parlare di paleontologia in modo accattivante.
Però, scusa, in questo caso secondo me hai esagerato con le premesse. Cioè, il terzo è proprio indifendibile. Cinematograficamente parlando proprio.
RispondiEliminaOltretutto io mi ero già chiesto, a partire dal secondo film, la plausibilità di uno scenario in cui bestie prese a casaccio da aree geografiche eterogenee e soprattutto ere geologiche diverse, in un lasso di tempo irrisorio e gettate in un territorio minuscolo potessero stabilire autonomamente un ecosistema stabile.
Manfy89, ho già spiagato la mia posizione nell'introduzione del post. Rileggi il Disclaimer in arancione e vedrai che a me non interessa parlare del valore cinematografico della trilogia.
RispondiEliminaSulla sostenibilità ecologica di un'isola relativamente piccola popolata da così tanti dinosauri ne hanno già parlato altri (ad es., un articolo di Paul del 1997 su Prehistoric Times; o un intero libro divulgativo), quindi mi pare un discorso non originale, sul quale il mio contributo sarebbe irrilevante. Riassumendolo: è imporbabile che un'isola di poche decine o qualche centinaio di km quadrati possa mantenere un ecosistema stabile con dozzine di specie di dinosauri di tutte le taglie. Collasserebbe in pochi anni. Ad ogni modo, RIPETO, a me non interessa parlare della plausibilità reale di un'isola con dinosauri clonati, ma solo citare esempi dai film come mezzi per indurre una discussione (spero) intelligente su tematiche della paleontologia, spesso poco note o sottovalutate da molti.
Era un riferimento proprio al fatto che alcune persone, in passato, non hanno saputo distinguere i due aspetti, diciamo. Sono lieto comunque che le mie congetture estemporanee siano state condivise da menti ben più preparate della mia, che hanno saputo sviscerare la risibile questione in modo più rigoroso.
RispondiEliminaMi permetto di segnalare a Erodoto e tutti gli altri questo articolo
RispondiEliminaVarricchio, D.J., Sereno, P.C., Zhao, X., Tan, L., Wilson, J.A., and Lyon, G.H. 2008. Mud−trapped herd captures evidence
of distinctive dinosaur sociality. Acta Palaeontologica Polonica 53 (4): 567–578.
Se ho capito bene afferma che teropodi "giovani" vivessero insieme
L'articolo citato da Diego fu anche l'oggetto di un post su Theropoda:
RispondiEliminahttp://theropoda.blogspot.com/2008/12/sinornithomimus-e-la-via-dinosauriana.html
Scusa, ma quella che mi fai è una delle classiche domande senza senso che sfociano nell'opinionismo da bar.
RispondiElimina;-)
A parte le battute, io non mi sono chiesto se animali estinti si comporterebbero come gli "originali": è una domanda inverificabile e quindi inutile. Io mi sono chiesto se le ricostruzioni nel film sono conformi alle nostre ipotesi scientifiche (domanda verificabile).
Non volevo fare un intervento scialbo, ma l'idea che mi son fatto io del post, per quanto tu dichiari di non aver interesse nel demolire scene o trame del film, è che tu stai usando quell'attimo del film prescindendo da tutti i risvolti e le condizioni narrative per verificare un aspetto comportamentale di quei sauri dedotto dai ritrovamenti fossili.
Interessantissimo ribadisco, anzi a me fa solo piacere se svengono discusse certe cose, ma impostato così il tuo post crea l'indiretta conclusione finale che "quello che si vede è errato".
Tutto qui.
Quello che si vede è finzione. Non è né corretto né errato, è una illusione che lo spettatore assume in base alle "regole implicite" del cinema. NOn esistono isole con dinosauri clonati, quindi non ha senso dire che sia "errato".
RispondiEliminaNon confondiamo i due piani: 1) l'asserzione di plausibilità che sta (anche solo inconsciamente) alla base della fruizione di un film; 2) la discussione di tematiche reali tangenzialmente ispirate dal film.
Io mi interesso solo della 2). La tua questione è invece inclusa nel punto 1).
Per questo, per me è irrilevante la "plausibilità" delle scene (assunta in modo acritico nell'atto di "godersi" il film). Credo che molti commentatori dei miei post su Jurassic Park non distinguano i due livelli della questione, finendo con mettere sullo stesso piano una discussione sulla finzione con quella sulla realtà: forse questo spiega perché alcuni fraintendono i post e trovano pretestuoso o inutile il mio argomentare partendo da Jurassic Park, quasi che mi accanisca su qualcosa che, essendo finzione, non ha senso che sia criticato.
Ricordo una bella tavola (non ricordo l'autore) dove era rappresentata una 'associazione' a coritosauri e parasaurolofi (nello sfondo c'era un albertosauro se non ricordo male)... forse gli autori del film hanno preso ispirazione anche da opere di questo genere. Comunque per restare in 'modalità bar' non troverei inverosimile la condivisione dello stesso ambiente da parte di specie affini. Mi vengono in mente le tartartarughe d'acqua dolce, simili nell'aspetto ma appartenenti a specie o generi diversi, che si riscaldano assieme lungo le rive dei laghetti.
RispondiElimina@Hulkolagus
RispondiEliminaMa come ci ricorda Cau non è in disussione la plausibilità di un comportamento in base a quanto fanno gli animali viventi, ma in base alle prove fossili.
E queste parlano di bonebeds "xenofobi" per gli ornitischi, dove si trovano solo membri di una singola specie; lasciando intendere che sia probabile che gli adrosauri di una specie scacciassero i mebri di altra, i ceratopi di una specie quelli delle altre ecc. ecc.
Erodoto
Si, ho letto. I fossili (al momento) suggeriscono questo.
RispondiEliminaLa tavola è di Sibbick.
RispondiEliminaHulkolagus, spiegami bene cosa intendi con:
"I fossili (al momento) suggeriscono questo."
Vuoi forse alludere al fatto che forse c'è una spiegazione migliore per quello che decine di bonebeds monospecifiche mostrano? Il desiderio di vedere associazioni multispecifiche, sebbene non ci siano prove di ciò per gli hadrosauridi, è più forte di decine di siti fossiliferi, di prove documentate?
Partiamo con discorsi da bar?
Secondo me i sauropodi erano sottomarini e si nutrivano di molluschi. L'anatomia e la sedimentologia di decine di siti smentiscono categoricamente
questa ipotesi (come le bonebeds fanno con gli hadrosauridi misti), ma, dopo tutto, a me piacciono i sauropodi sottomarii, ed i fossili sono imprecisi, e solo al momento suggeriscono che non fossero acquatici. Vorremmo forse sostenere che decine di siti fossiliferi sono più validi di una tavola di un paleoartista? Quindi, io voglio lasciare aperta l'idea di sauropodi sottomarini. Chi se ne frega delle prove che lo smentiscono?
Facciamo altri discorsi da bar?
No, grazie, preferisco fare discorsi scientifici e basarmi solo su ipotesi sostenute dai fossili.
Questa è la filosofia del blog.
:-)
@Hulkolagus, spiegami bene cosa intendi con:
RispondiElimina"I fossili (al momento) suggeriscono questo."
Semplicemente che se in futuro verranno alla luce nuovi dati, le attuali conoscenze acquisite in campo paleontologico potrebbero mutate o per rimanere in tema... 'evolversi'. Per fare qualche esempio 'da bar' fino a qualche decennio fa quasi nessuno si immaginava dinosauri pennuti, eppure oggi i dati paleontologici parlano chiaro. Lo stesso vale per le 'code striscianti' smentite dagli ichnofossili, ecc ecc.
Ma i fossili dicono già che gli hadrosauridi erano "xenofobi". Non occorre aspettare future scoperte per dirlo.
RispondiEliminaLe penne non avevano prove, che poi sono arrivate.
La "xenofobia" ha già delle prove, le bonebeds monospecifiche.
Temo che ci sia un club di persone che non accettano prove che non gradiscono e si attaccano ad assenze di prove per sperare in future conferme delle loro aspettative.
Comunque, chiudiamo qui la discussione, che sono abbastanza stanco di questo tipo di argomenti "da bar".
Ho risposto solo alla tua domanda, non c'è bisogno di alzare 'polveroni'.
RispondiElimina