Quello che racconto oggi è tratto dal best seller più venduto alla fine del Giurassico, un romanzo famosissimo dal quale è stato tratto un film campione di incassi, nonché vincitore del Premio Osborn per gli effetti speciali nel Berriasiano. La storia la conoscete sicuramente: una spedizione scientifica raggiunge una regione inesplorata del Sudamerica popolata da animali preistorici che si ritenevano estinti da decine di milioni di anni.
C’è qualcosa che non va in quello che ho scritto?
Recentemente, Salgado et al. (2008) hanno descritto una serie di resti ossei provenienti da strati della fine del Giurassico del Cile. Si tratta dei primi resti di dinosauri carnivori tardo-giurassici provenienti dal Sudamerica, e i primi decentemente completi dal Cile. I resti, attribuibili a due specie distinte, sono estremamente interessanti.
Il primo, una serie di dorsali ed una mano incompleta, è un probabile neotetanuro, forse celurosauro: la morfologia della mano è intermedia tra quelle di Allosaurus e di alcuni celurosauri basali.
Il secondo, un ileo, tibia, astragalo-calcagno e piede, non mostra alcuna sinapomorfia di Tetanurae o Ceratosauria. In effetti, per quanto sia chiaramente un saurischio, appare molto più basale di quanto ci aspetteremmo per una forma della fine del Giurassico. L’ileo ha alcuni caratteri derivati (lamina preacetabolare che si proietta cranialmente al peduncolo pubico, ileo laminare, perduncolo pubico allungato) ma nel resto è relativamente basale (corta lama postacetabolare, fossa breve poco sviluppata, ridotta faccetta distale del peduncolo pubico). La tibia ha i malleoli distali subeguali in profondità ed una ridotta sovrapposizione caudale alla fibula. L’astragalo ha i condili proiettati distalmente e non cranialmente, ed un processo ascendente molto ridotto e basso. Il piede è robusto, con i metatarsi poco appressati. Il quarto tarsale distale non si sovrappone completamente al quarto metatarsale. Il quarto metatarsale ha un processo craniale laterale come nei sauropodomorfi e in Herrerasaurus, ed una ridotta espansione cranio-caudale della faccetta prossimale.
Questi dati indicano che questo saurischio cileno è una forma molto basale, morfologicamente più simile a Herrerasaurus ed ai sauropodomorfi basali (come Saturnalia) che ad un neoteropode.
In effetti, l’immissione in Megamatrice avvalora questa interpretazione e produce il notevole risultato di posizionare questo nuovo saurischio all’interno di Herrerasauria, sister-group di Herrerasauridae! Un herrerasauro della fine del Giurassico, vissuto in Cile ben 70 milioni di anni dopo la presunta estinzione degli herrerasauri! I dati stratigrafici e le datazioni confermano l’età Tardo Giurassica dello strato da cui proviene il nuovo saurischio. Tale età è anche confermata dalla presenza dell’altro esemplare, un teropode chiaramente “giurassico”: in effetti, la presenza di questo secondo animale, un neotetanuro, sarebbe molto più anomala da spiegare se lo strato fosse del Triassico.
L’idea che in alcune zone “remote” del Gondwana, come il Cile, si siano preservati dei “relitti di età precedenti” non è nuova (ad esempio, è stata proposta per alcuni teropodi e sinapsidi del Cretacico Medio autraliano, ed è probabilmente la spiegazione per l’esistenza del celurosauro basale Orkoraptor, sopravvissuto fino al Maastrischtiano), né particolarmente azzardata.
Il Cile del Giurassico era un “Mondo Perduto” nel quale vivevano ancora degli animali “prestorici” (per quei tempi)? L’idea è accattivamente e merita di essere approfondita.
Vedremo se ulteriori studi avvaloreranno questa interpretazione. Non ci sono dubbi che il secondo saurischio cileno dello studio di Salgado et al. (2008) non sia un tetanuro, e che molto probabilmente non sia un ceratosauro (tibia e piede non hanno apomorfie di questo clade). Pertanto, anche se nuovi ritrovamenti smentiranno l’attribuzione ad Herrerasauria, non ci sono dubbi che si tratti di una linea evolutiva saurischia originatasi nel Triassico e sopravvissuta per più di 50 milioni di anni dopo l’estinzione dei suoi parenti più prossimi.
Bibliografia:
Salgado L., De la Cruz R., Suarez M., Fernandez M., Gasparini Z., Palma-Heldt S. & Fanning M., 2008 - First Late Jurassic Dinosaur Bones from Chile. Journal of Vertebrate Paleontology, 28: 529-534.
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