L’obsolescenza è un fenomeno tipicamente paleontologico. Esso non riguarda gli organismi fossili in sé (non è un fenomeno naturale), bensì, colpisce la disciplina paleontologica, in particolare, la diagnosi dei taxa.
L’obsolescenza è l’inevitabile conseguenza del progresso della conoscenza e colpisce principalmente (ma non esclusivamente) taxa frammentari appartenenti a linee evolutive poco note. Per chiarire, userò un esempio ipotetico.
Immaginiamo di scoprire una fossile da una zona remota, ad esempio, una vertebra caudale di teropode.
Descriviamo la vertebra (ipotetico esemplare CAU230278), la confrontiamo con le vertebre caudali note, e scopriamo che non assomiglia a nessuna vertebra già nota. Sulla base della sua anatomia particolare, decidiamo di istituire una nuova specie, Jemjemia olograms (con olotipo CAU2302078).
Fin qui, apparentemente nulla di scorretto. Jemjemia è una nuova specie di teropode prima sconosciuto, con una diagnosi precisa (ovvero, la lista delle sue apomorfie e/o la combinazione particolare dei caratteri presente in CAU230278). Ammettiamo che la diagnosi di Jemjemia sia la lista di caratteri L: (A, B, C, D).
Ammettiamo che l’anno dopo si scoprano tre nuovi teropodi, molto più completi di Jemjemia, appartenenti a 3 nuovi generi, chiaramente distinti tra loro: Barbieraptor, Bigjimmia e He-mania. Immessi in Megamatrice, risulta che formano un clade, Barbiraptoridae tax. nov. = (He-mania + (Barbieraptor + Bigjimmia)) diagnosticabile proprio sulla base delle quattro caratteristiche diagnostiche di Jemjemia. Anzi, ad un attento esame, risulta che sia He-mania che Bigjimmia hanno vertebre caudali identiche a l’unico resto noto di Jemjemia (mentre Barbieraptor non ha caudali preservate)! Che fare? Non è possibile attribuire la vertebra a nessuno dei due, né è possibile distinguere Jemjemia dagli altri, dato che la sua lista di caratteri diagnostici è diventata la lista delle autapomorfie del clade Barbiraptoridae. Di fatto, Jemjemia non è più una specie diagnostica! I suoi caratteri diagnostici hanno subito un processo di obsolescenza, divenendo non più utili per definire una specie particolare, bensì un clade sopraspecifico. Addio Jemjemia... vampirizzata da Barbiraptoridae: da oggi, CAU230278 è solamente un Bambiraptoridae indet.
Questo fenomeno è accaduto in passato, sopratutto con taxa frammentari descritti nell’ottocento (ad esempio col genere Titanosaurus; vedere Wilson & Upchurch, 2003). Oggi, si tende a diagnosticare i taxa in modo da minimizzare la probabilità che subiscano obsolescenza, tuttavia, questo fenomeno è sempre presente, man mano che le nostre conoscenze paleontologiche crescono. Una soluzione al problema è di ri-definire la diagnosi di un clade ogni volta che si scopre che alcune sue caratteristiche diagnostiche sono diventate apomorfie di un clade più ampio della singola specie.
Tuttavia, nel caso di specie basate su resti molto frammentari e cadute completamente in obsolescenza, non rimane che considerare quegli esemplari come membri del clade che si è appropriato della diagnosi, senza attribuire loro alcun nome specifico.
Bibliografia:
Wilson J.A., & Upchurch P., 2003 - A Revision of Titanosaurus Lydekker (Dinosauria - Sauropoda), the first dinosaur genus with a “Gondwanan” distribution. Journal of Systematic Palaeontology 1 (3): 125 - 160.
"L’obsolescenza è l’inevitabile conseguenza del progresso della conoscenza e colpisce principalmente (ma non esclusivamente) taxa frammentari appartenenti a linee evolutive poco note"
RispondiEliminaParole(scientificamente)sante!!