Questo blog non è nato per esprimere le mie idee e posizioni politiche. Non è mio interesse mescolare politica e paleontologia, anche perché ho amici e colleghi che si occupano con uguale passione ed energia alla scienza paleontologica da ambo i lati dell'arbitrario spettro bipolare con cui si semplifica la realtà sociale ed economica. Sì, la politica è forzata semplificazione della complessità umana. O almeno così mi è sempre apparsa dalla prospettiva della scienza. I politici vedono il mondo in modo molto semplicistico: "amici" vs "nemici", "destra" vs "sinistra", "maggioranza" vs "opposizione". Tutte categorie che per un paleontologo sono troppo semplici e grossolane per rispecchiare la realtà.
I politici amano le frasi ad effetto, abusano della retorica, giocano col sofismo. Tutto il contrario del paleontologo, che come ogni scienziato deve essere privo di ambiguità in ciò che dice. Una tanatocenosi non è una tafocenosi. Una sinapomorfia non è una plesiomorfia. Il quarto trocantere non è il trocantere posteriore. Confondere il senso e l'uso delle parole renderebbe la paleontologia quel tipo di aria fritta che fa vincere le elezioni. Ecco perché in Parlamento non ci sono paleontologi, nonostante che quella sia spesso menzionata come la sede dei dinosauri.
Da ieri, scopro che "perché studiare i dinosauri" è una questione ai più alti livelli della politica nazionale. Il Ministro della Pubblica Istruzione, in un dibattito pubblico, dichiara la inutilità dell'insegnamento di qualche nozione paleontologica agli studenti della terza elementare. Gli esempi portati a conferma dell'enorme spazio e tempo della didattica sprecato nei dinosauri sono stati vaghi. Il Ministro cita vagamente, non ricordando il nome, un "felino" del Messico di 40 milioni di anni fa. A parte che un felino di 40 milioni di anni fa non è un dinosauro, ma sospetto che questo animale non esista nemmeno. Ma non importa. Inventare falsi dinosauri è parte del falso problema dei dinosauri a scuola.
Mi domando quale giovamento possa trarre un ragazzino di terza elementare dalla rimozione di qualche manciata di nozioni sui dinosauri. Per sostituirla con cosa? Con le eroiche gesta di qualche personaggio storico caro alla retorica nazionalista? Forse che i dinosauri non sono epici? Forse che la loro esistenza non ci insegna qualcosa di importante sulle nostre origini? I mammiferi devono molto di ciò che sono oggi all'esistenza dei dinosauri. Se l'evoluzione dei mammiferi di dimensioni superiori a quelle di un gatto è stata possibile, ciò fu solo dopo che i dinosauri si estinsero. Fintanto che i dinosauri occuparono (e con enorme successo) tutte le nicchie di grandi dimensioni, non ci fu alcuno spazio ecologico, evolutivo, cognitivo per animali come i primati. Noi esistiamo nella forma che siamo oggi anche perché la nostra evoluzione fu incanalata per moltissimo tempo (almeno 100 milioni di anni) in una certa direzione ecomorfologicamente vincolata proprio dalla presenza dei dinosauri.
Il Ministro pensa che qualche nozione sui dinosauri sia inutile, che a scuola si sprechi tempo ad insegnare ai ragazzini qualcosa che "non serve". Allora la nostra origine profonda è inutile. Bizzarro sentire queste parole dal membro di un governo che fa della retorica del passato uno dei suoi tratti più distintivi. Evidentemente, c'è un passato che serve ed uno che non serve.
Attaccare i dinosauri, inutili animali morti da un tempo assurdamente lungo, è solo un pretesto per un attacco più generale all'idea che la scuola debba essere universale e indipendente dal potere. La scuola deve servire (nel senso di essere sottomessa) qualcosa di superiore (nel senso che sta sopra e schiaccia tutto il resto).
Ringrazio il Ministro, che con le sue parole sulla inutilità dello studio dei dinosauri, ha esplicitamente dichiarato la inutilità della mia intera vita. Lo trovo un meraviglioso riconoscimento alla mia libertà, indipendenza ed irriducibilità alle logiche meschine ed utilitaristiche del potere e della politica.
i dinosauri (e i batteri, le faune cambriane, le alghe azzurre, etc...) sono "la nostra tradizione" in senso profondo... vaglielo a spiegare. Emiliano
RispondiEliminaNon trovo nulla di meglio dei Dinosauri per fare appassionare i bambini alla scienza
RispondiEliminaPS. Sto leggendo il tuo articolo sulla filogenesi e le forme immature
Diego Fondacaro
Quando lessi sul grupo Facebook di Theropoda che Valditara disse: "è inutile, se poi non conosciamo le esperienze più importanti del nostro passato", ho pensato: "abbiamo convissuto per decine di milioni di anni con i dinosauri (un periodo molto più lungo dell'impero romano, della storia greca, o del medievo, o di tutta la storia scritta, o di tutta l'epopea della nostra specie Homo sapiens), nascondendoci per sopravvivere, ritagliandoci il nostro spazio di piccoli mammiferi notturni in un mondo dominato da loro, e solo dopo la loro estinzione abbiamo potuto espanderci, evolverci e diventare ciò che siamo, e ciò non è una delle esperienze più importanti del nostro passato? Se siamo ciò che siamo è anche grazie a loro! La loro storia può insegnarci molto sulla situazione attuale, sull'ambiente e sull'importanza della vita sulla Terra! E anche parlando individualmente, i dinosauri sono davvero una parte importante del mio passato! Chi più chi meno ha avuto a che fare con i dinosauri, nel suo passato!". Considerando poi che sono vivi ancora oggi, che costituiscono un'ampia fetta tra i vertebrati terrestri (sono il doppio delle specie dei mammiferi) e della nostra economia e che ci abbiamo a che fare ogni giorno, direi che è molto di più di quanto basta per studiarli! A scuola io ci ho avuto a che fare per tre lezioni scarse, poi! Alle medie, nemmeno alle elementari! Sette pagine su un libro di scienze di oltre 500 pagine (e due di suddette pagine erano occupate da una grande tavola illustrata). Meriterebbero almeno un mese di lezione e una ventina di pagine!
RispondiEliminaRiccardo
Al di là del caso specifico, su cui esprimo le stesse critiche (la Paleontologia è un esempio lampante di cosa si la scienza, non il ciarpame che si sente in TV spacciato per essa).
RispondiEliminaPerò mi sento di dover spezzare una lancia per i politci (non questo in particolare). Ai "politici" non "piace" semplificare la realtà, piace di più ai giornalisti, al marketing, ai PR. Un Politico deve, talvolta, semplificare la realtà perchè la sua funzione è quella di mediare tra interessi spesso divergenti.
Ci sono Politici che non semplificano affatto la realtà, ma, talvolta, ne sono costretti perchè noi persone comune non abbiamo tempo, voglia o cultura, per approfondire i temi trattati.
Questo per dire che semplificare dicendo che i politici semplificano, la ritengo una semplificazione troppo semplicistica.
Non ho scritto che ai politici piace semplificare la realtà, ma che la politica è la forzata semplificazione della complessità umana. Sono due concetti diversi.
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