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14 settembre 2012

Studi theropodologici dalla Riunione della Associazione Paleontologica Argentina 2011

L'Argentina è una delle "superpotenze theropodologiche" grazie al suo straordinario patrimonio paleontologico, e probabilmente la nazione con la più estesa registrazione dell'evoluzione mesozoica dei dinosauri, dal Triassico Medio fino alla fine del Cretacico. Oggi ho potuto leggere i riassunti degli interventi dello scorso Congresso della Associazione Paleontologica Argentina, tenutosi tra il 23 ed il 25 novembre 2011 a Luján, e raccolti in un numero speciale di Ameghiniana.
In questo post parlo dei contributi più interessanti sul piano theropodologico. 
Una precisazione importante per coloro che sono poco pratici di abstract tratti da conferenze: questi non sono articoli scientifici "completi", ovvero dettagliate pubblicazioni soggette a revisione paritaria, ma riassunti di ricerche in atto che potranno in futuro diventare articoli scientifici "veri e propri". Pertanto, è possibile che parte di ciò che viene citato in questo post sarà rivisto o modificato in futuro nella forma "definitiva" dell'articolo che, si presume, discenderà da questi riassunti. Da notare che alcuni abstract sono nel frattempo diventati articoli veri e propri (ad esempio, quello di Lio et al. sulla revisione di Kemkemia - di cui sono coautore - e quello di Rauhut e Pol su un nuovo abelisauride basale, che poi è stato pubblicato come Eoabelisaurus).


Agnolin e Novas presentano una nuova analisi filogenetica di Coelurosauria focalizzata sulla base di Avialae e sui parenti più prossimi degli uccelli e ottengono i taxa che nella maggioranza delle analisi recenti formano Deinonychosauria disposti come successivi sister-taxa di Avialae (senso stretto), con Microraptoria, Unenlagiinae, Anchiornis più vicini agli uccelli che agli eudromaeosauri. Inoltre, Scansoriopterygidae non risulterebbe prossimo ai paraviani. Questa topologia non è mai risultata nelle varie iterazioni di Megamatrice, quindi sono molto curioso di scoprire su quali basi si fondi.

Langer e Bittecourt rivalutano le affinitità dei saurischi triassici Daemonosaurus, Eodromaeous e Tawa, e le loro eventuali influenze sulla posizione di Herrerasauria rispetto a Theropoda. In particolare, gli autori sottolineano come la definizione e la valutazione della distribuzione dei caratteri-chiave per le relazioni alla base di Theropoda/Saurischia siano cruciali per la risoluzione delle posizioni di questi taxa. Concordo sulla necessità di una dettagliata revisione della filogenesi di questi dinosauri triassici, dato che anche in Megamatrice le loro posizioni sono tutt'altro che stabili.

Un tema analogo è affrontato da Novas ed Ezcurra, che si concentrano sulle possibili affinità herrerasauriane di Tawa. Essi elencano una serie di possibili sinapomorfie a sostegno di una posizione herrerasauriana per Tawa, e per una collocazione esterna a Eusaurischia per Herrerasauria. Le caratteristiche in comune tra Tawa ed Herrerasauridae elencate sono sopratutto a livello della zona jugale, mano e bacino. Anche in questo caso, più che la mera identificazione di caratteri condivisi, è fondamentale chiarire la distribuzione e quindi il grado di inclusività di tali caratteri, e ciò è possibile solo includendo tutti i taxa noti in una sola analisi.

Rauhut e Pol introducono alcuni nuovi theropodi di taglia medio-grande dal Giurassico Medio della Patagonia. Oltre al già menzionato abelisauroide basale (Eoabelisaurus), gli autori descrivono un nuovo tetanuro estremamente interessante, in quanto presenterebbe un mix di caratteri molto plesiomorfici per Tetanurae associati a caratteri ritenuti sinapomorfie megalosauroidi. Il mio primo pensiero leggendo questo abstract è andato alle implicazioni sulla possibile obsolescenza di caratteri diagnostici per Megalosauroidea, un tema non secondario, considerando la relativa "conservatività" della morfologia di questi theropodi (se si esclude Spinosauridae). Attendo con molta curiosità la pubblicazione ufficiale di questo taxon, dato che potrebbe rivelarsi una forma chiave per stabilire le relazioni tra i tetanuri non-coelurosauri.

Rodrigues Silva e Zaher descrivono i resti di un nuovo abelisauroide dall'Aptiano del Brasile. I resti includono un arto posteriore molto ben conservato, che presenta tipiche sinapomorfie di Abelisauroidea, tra cui le proporzioni della superficie prossimale e distale del terzo metatarsale, ma non presenterebbe una fusione spinta delle suture tra le ossa della caviglia. Che sia una condizione primitiva o indicazione di immaturità dell'esemplare, dovremo attendere la pubblicazione ufficiale per saperlo.

Coria e Paulina Carabajal descrivono il bacino completo di un abelisauride dal Cenomaniano della Patagonia. Purtroppo, nonostante le dimensioni comparabili, non esiste materiale comparabile per stabilire se esso sia riferibile al penecontemporaneo Ilokelesia.

Lamanna et al. descrivono un esemplare di abelisauride in buono stato di conservazione dal Cenomaniano-Turoniano dell'Argentina. L'esemplare mostra un mix di caratteri relativamente plesiomorfici (come un frontale non ispessito e assenza di espansioni distali nelle coste caudali) e potenziali autapomorfie (un processo dorsale posterolaterale del frontale e una forma peculiare nella parte intermedia dei processi trasversi caudali) che indicano un nuovo taxon. Purtroppo, come nel caso precedente, non esiste materiale comparabile col peneconteporaneo Xenotarsosaurus per stabilire l'eventuale sinonimia.

Porfiri et al. riportano nuovi resti di Megaraptora dalla località che ha fornito i resti meglio conservati di Megaraptor. Si tratta di un esemplare che conserva un dentale completo, molto simile ad Australovenator, denti con la caratteristica seghettatura di Orkoraptor, vertebre presacrali con un grado di pneumatizzazione intermedio tra i non-carcharodontosauri e i carcharodontosauri, e caudali con laminazioni e pneumatizzazioni come in Aerosteon e Orkoraptor. L'esemplare quindi risulta un elemento chiave per confermare la monofilia dei Megaraptori e potrebbe migliorare la risoluzione interna delle relazioni in questo clade.

Soto-Ocuna et al. ri-analizzano la procedura utilizzata per sostenere che la mano di Limusaurus sosterrebbe un frame-shift omeotico nell'evoluzione della mano dei tetanuri (in particolare, la perdita totale del primo dito in Tetanurae), e dimostrano che la precedente analisi sia da rifiutare per via di errori di codifica e assenza di taxa-chiave come "Szechuanosaurus" zigongensis e Xuanhanosaurus nell'analisi. Si tratta delle stesse obiezioni generali che io ed altri avevamo sostenuto immediatamente dopo la pubblicazione di Limusaurus. Gli autori mostrano che ripetendo l'analisi con le correzioni delle codifiche errate, l'aggiunta di caratteri assenti nella prima versione e l'inclusione dei taxa assenti citati, l'ipotesi tradizionale (ovvero, che la mano dei tetanuri tridattili sia formata dalle 3 dita mediali: I-II-III) è molto più parsimoniosa dell'ipotesi II-III-IV.

Bibliografia:
AAVV. 2011. AMEGHINIANA 48 (4) Suplemento.

1 commento:

  1. solo una segnalazione: per chi fosse interessato, gli abstracts sono disponibili online gratuitamente sul sito della rivista Ameghiniana

    http://www.ameghiniana.org.ar/index.php/ameghiniana/article/view/614/1232.

    Marco

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