Tutti amano i crani di theropode. Sono belli, accattivanti, grotteschi e suggestivi. Sono relativamente facili da interpretare, quasi (purtroppo) intuitivi. Pochi si appassionano alle vertebre, o ad ossa del bacino. Meglio i crani, o, se proprio bisogna accontentarsi, qualche arto. Una zampa artigliata è una piacevole alternativa ad un cranio dentato. Anche io amo queste parti dello scheletro theropode, per il semplice motivo che amo tutte le parti dello scheletro theropode. In particolare, adoro la Cenerentola dello scheletro, la poco blasonata e spesso dimenticata spina dorsale dell'intero sistema, la colonna vertebrale. Sebbene la maggioranza dei profani ed appassionati possa pensare che le vertebre dei theropodi siano tutte pressapoco uguali, a parte vistose eccezioni come Spinosaurus, in realtà, la morfologia vertebrale theropode è molto complessa e variegata. In Megamatrice, più di 200 caratteri sono relativi alle vertebre: il 17% dell'intera matrice. Se considerate che in altri gruppi, le vertebre occupano meno del 5% della lista dei caratteri (a tutto vantaggio del cranio), capirete che esse sono relativamente significative nei theropodi. Ciò è particolarmente vero per gli abelisauroidi. Perché questa introduzione? Oggi parlo del caso di un theropode relativamente completo (per gli standard paleontologici), sicuramente diagnostico, ma che, per qualche strano motivo, ha "quasi" ricevuto un nome per poi vederselo negare.
Coria et al. (2006) descrivono un abelisauroide di taglia media (lunghezza stimata: 4 metri) dal Turoniano dell'Argentina. L'esemplare, MCF-PVPH-237*, comprende alcune dorsali caudali (prossime al sacro), vertebre sacrali ed un bacino quasi completo. L'esemplare presenta una combinazione unica di caratteri (nelle proporzioni dei centri, nella morfologia delle lamine vertebrali) ed un'autapomorfia a livello della sezione trasversale del pube. Nonostante ciò, questo abelisauroide non ha ricevuto un nome scientifico ufficiale.
In realtà, pare che il nome l'abbia ricevuto, ma che poi, in fase di pubblicazione dello studio, il nome sia stato accantonato.
Infatti, se guardate il cladogramma calibrato stratigraficamente presente in Fig. 6 dell'articolo (Coria et al., 2006, Fig.6) osserverete che MCF-PVPH-237 è assente. Ciò è bizzarro, dato che l'articolo è dedicato a lui. Tuttavia, è presente un misterioso taxon chiamato "Bayosaurus". Esso è collocato geocronologicamente nel Turoniano (proprio l'età di MCF-PVPH-237), ed è evidenziato con un carattere più grande rispetto agli altri taxa del diagramma. Questa serie di fatti è interpretabile solamente in un modo: "Bayosaurus" è il nome che gli autori intendevano attribuire a MCF-PVPH-237. Non a caso, questa è l'unica pubblicazione scientifica esistente nella quale questo nome sia citato. Evidentemente, durante la preparazione dell'articolo gli autori hanno cambiato idea (forse per un mancato consenso tra loro, o per la richiesta dei revisori), mantendendo solamente il numero di catalogo dell'esemplare, senza istituire un nuovo taxon. Tuttavia, essi devono aver dimenticato di correggere la Figura 6 del loro articolo, che, nella migliore tradizione delle storie affascinanti, ha conservato le tracce di un evento passato che avrebbe dovuto non preservarsi. Purtroppo, anche se è evidente che il nome "Bayosaurus" è relativo a questo esemplare, esso non può essere usato formalmente: esso è un nomen nudum, dato che nell'articolo non è presente alcuna indicazione precisa ed univoca che sia riferito ad un esemplare. Noi intuiamo che è il nome dell'esemplare, ma non possiamo citarlo, dato che, in base alle rigide procedure di istituzione tassonomica, il nome non è esplicitamente definito secondo le norme accettate dalla comunità scientifica.
Perché gli autori hanno cambiato idea, decidendo infine di non battezzare questo taxon, nonostante sia diagnostico e distinguibile dagli altri abelisauroidi noti? La tassonomia non è un'imposizione rigida, ed ogni ricercatore segue una sua particolare filosofia in merito a quale sia il grado di completezza meritevole di un nome. Forse, ma è solo una mia suggestione, l'assenza di ossa "nobili" come cranio e arti ha indotto gli autori a non creare un nome, in attesa di ossa più facilmente confrontabili con gli altri abelisauroidi. Per la cronaca, Megamatrice lo colloca in Abelisauridae, in una politomia con i taxa più derivati di Kryptops.
Se qualcuno ha "rumors" in proposito da confidare, è benvenuto.
*Il numero di catalogo si riferisce al Museo Carmen Funes di Plaza Huincul. Per la cronaca, il numero immediatamente precedente è l'olotipo di Aucasaurus garridoi.
Bibliografia:
Coria R., Currie P.J., Carabajal A.P., 2006. A new abelisauroid theropod from northwestern Patagonia. Canadian Journal of Earth Science 43:1283-1289.
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