Un campionario della disparità theropodiana mesozoica: Carcharodontosaurus, Sinocalliopteryx e Ichthyornis. (c) Davide Bonadonna |
I grandi successi sono il prodotto di
una tendenza costante e persistente.
Questa introduzione è relativa sia al
tema specifico del post, ma anche al lavoro che sta a monte della
pubblicazione che sto per introdurvi. Nel numero di oggi di Science,
è difatti pubblicato uno studio frutto della collaborazione tra Mike
Lee (Università di Adelaide, Australia), Andrea Cau (il sottoscritto autore di questo blog, Università di Bologna e Museo 'Capellini'), Gareth
Dyke e Darren "TetZoo" Naish (entrambi dell'Università di
Southampton, UK), avente come oggetto l'applicazione di un nuovo
metodo di indagine filogenetica su Theropoda. Il metodo in questione,
integrante morfologia e stratigrafia, è una versione aggiornata del
“morfoclock”
usato dallo stesso team per lo studio sull'evoluzione di Aves nel
Mesozoico (Lee et al. 2014a). Questo nuovo studio espande la
filogenesi che sviluppai per lo studio su Aurornis
(Godefroit et al 2013), e
che, di fatto, si può considerare la “versione beta.2” di
Megamatrice. Con 121 taxa e 1549 caratteri, la nuova analisi (paper:
Lee et al. 2014b; dataset: Cau et al. 2014) è la più ampia e
dettagliata filogenesi dei theropodi mesozoici finora pubblicata. E
dato che Megamatrice è il risultato di oltre 10 anni di progressiva
espansione, integrazione ed aggiornamento di informazione
filogenetica, lavoro svolto da me a partire dalla mia tesi di laurea,
la pubblicazione di oggi si può considerare il prodotto finale (ma
non definitivo) di una tendenza costante e persistente, alla pari del
tema della pubblicazione.
L'obiettivo del nostro studio è
difatti un tema controverso, ampiamente discusso in letteratura: la
presenza o meno di tendenze nell'evoluzione delle dimensioni corporee
in Theropoda. In particolare, le domande che volevamo analizzare con
questo nuovo metodo sono state:
- Esiste una tendenza particolare alla miniaturizzazione corporea nei theropodi prossimi all'origine degli uccelli (Avialae)? Se sì, quale fu la sua durata temporale, intensità ed estensione filogenetica?
- Esiste una qualche tendenza generale nell'evoluzione delle dimensioni corporee in Theropoda?
Per rispondere a queste domande,
abbiamo elaborato per la prima volta una filogenesi dell'intero clade
(alla scala dei gruppi principali, con particolare enfasi alla
transizione che porta agli uccelli) in cui non solo le relazioni
filogenetiche ma anche la collocazione nel tempo dei nodi e la
dimensione corporea delle specie fossero parte integrante
dell'analisi, usando una metodologia sviluppata in origine per
studiare l'evoluzione molecolare dei virus, e quindi del tutto
estranea alle logiche classiche delle filogenesi paleontologiche.
Questo nuovo approccio ha utilizzato un sotto-insieme estratto da Megamatrice (da una versione di circa un anno fa), lo
ha integrato con i dati relativi all'età geologica di tutti i taxa
inclusi, ed ha esplorato questo spazio “morfo-stratigratico” analizzando simultaneamente l'informazione morfologica e cronologica (l'età di ogni taxon, in milioni
di anni dal presente). L'analisi dei dati ha richiesto alcune settimane di tempo macchina per processare la matrice di oltre 187 mila codifiche.
La filogenesi così ottenuta ha quindi
il pregio di indicare:
- le relazioni di parentela tra le specie (come le classiche analisi filogenetiche)
- la posizione più probabile nel tempo geologico in cui è avvenuta la separazione delle linee, posizione che viene stimata dal tasso di divergenza morfologica dei vari taxa
- la variazione nelle dimensioni corporee lungo la filogenesi, con stima delle dimensioni dei vari ancestori rappresentati dai nodi
- la velocità con cui i caratteri sono evoluti lungo le varie linee filetiche
Il terzo punto, in particolare, è
stato l'obiettivo principale della nostra analisi.
L'analisi conferma le relazioni
generali tra i theropodi, e ci da una stima quantitativa (e relativo
intervallo statistico di confidenza) di quando i vari gruppi siano
comparsi. Essa indica una fase di rapida cladogenesi per la radice di
Tetanurae nel Giurassico Inferiore, con la comparsa dei vari
sottocladi principali. Inoltre, mappando i tassi di trasformazione
morfologica lungo l'albero, l'analisi mostra che l'origine di Avialae
non è “speciale” rispetto ad altre aree di Theropoda, in quanto
mostra un tasso di trasformazione comparabile a quello di buona parte
dell'albero. Difatti, la parte della filogenesi che mostra il tasso
di trasformazione più elevato è la parte dello stelo-aviano che
comprende le radici di Coelurosauria e Maniraptora.
Rispondendo alle domande poste prima:
- Effettivamente, esiste una tendenza alla miniaturizzazione nella linea che porta agli uccelli, ma questa tendenza non è localizzata in Avialae o Paraves, né nello stelo di Coelurosauria, bensì è una caratteristica dell'intera linea che dalla base di Tetanurae porta fino alla base di Avialae. Ovvero, la nostra analisi mostra che gli uccelli sono il prodotto finale di una tendenza alla miniaturizzazione sostenuta per almeno 50 milioni di anni, iniziata almeno tra la fine del Triassico e l'inizio del Giurassico (210-200 milioni di anni fa), molto prima della differenziazione di una “linea degli uccelli”, e perdurata fino all'origine degli uccelli (collocata a circa 160 milioni di anni fa). Difatti, l'analisi colloca il concestore* di Neotheropoda a 224 Ma (milioni di anni fa) con una massa adulta stimata in circa 238 kg, il concestore di Orionides a 198 Ma con una massa adulta di circa 163 kg, il concestore di Avetheropoda a 174 Ma per 46 kg, il concestore di Coelurosauria a 173 Ma e 27 kg, il concestore di Maniraptora a 170 Ma per 10 kg, il concestore di Paraves a 168 Ma per 3 kg, e quello di Avialae a 163 Ma per 0.8 kg. Notare come si abbia un'accelerazione della cladogenesi nella fase finale del Giurassico Inferiore. Simulazioni con il nostro dataset indicano che questa tendenza alla miniaturizzazione non sia un artefatto del campionamento dei dati né un effetto passivo casuale all'interno di una grande radiazione adattativa: risulta statisticamente improbabile che per ben 12 eventi di cladogenesi formanti una sequenza continua persista casualmente una trend uniforme di miniaturizzazione. Inoltre, il medesimo trend emerge anche usando altri dataset filogenetici di Theropoda pubblicati da altri autori.
- Sebbene la linea che porta dalla base di Tetanurae alla base di Avialae mostri una tendenza costante alla miniaturizzazione, nella globalità di Theropoda - invece - non emergono tendenze particolari: ogni linea mostra difatti fasi alternate di aumento o riduzione delle dimensioni corporee, segno di un grande clade in espansione ecomorfologica. Solo la "traiettoria" che conduce agli aviali persiste costantemente nella miniaturizzazione.
Andamento delle dimensioni corporee lungo i nodi dello stelo-aviano che dalla base di Neotheropoda conduce ad Avialae, emerso dal nostro studio. Notare il trend persistente alla riduzione delle dimensioni corporee per almeno 50 milioni di anni. Silhouettes modificate da artworks di Scott Hartman, Mike Keesey e Matt Martyniuk (fonte Phylopic). |
Pertanto, la nostra analisi, oltre a
produrre una ampia filogenesi di Theropoda calibrata nel tempo
geologico, oltre a mostrare i tassi di trasformazione morfologica,
indica che Avialae non è “speciale” nel momento particolare
della sua origine, ma lo è in quanto prodotto finale di una tendenza
unica e persistente verso le riduzioni corporee. Ovvero, ciò che noi
chiamiamo “uccelli” sono una forma particolare e peculiare di
specializzazione dimensionale all'interno della grande radiazione
adattativa dei Theropodi. Retrospettivamente, si può dire che gli
uccelli sono ciò che si raggiunge seguendo l'unica traiettoria di
Theropoda che includa sempre speciazioni con miniaturizzazione
dimensionale. La tendenza pervasiva alla riduzione delle dimensioni
corporee, durata almeno 50 milioni di anni lungo la linea che collega la base dei tetanuri alla base degli uccelli,
può rappresentare quel framework biologico che funse poi da “base”
per molte delle peculiarità degli uccelli, e che sono emerse durante
e dopo la tendenza da noi rilevata: l'elaborazione del piumaggio
rispetto agli altri dinosauri, l'accelerazione del tasso metabolico e
di crescita rispetto agli altri dinosauri, l'espansione del cervello
rispetto agli altri dinosauri, l'evoluzione della strategia
riproduttiva più K-orientata rispetto agli altri dinosauri, la
riorganizzazione del sistema caudo-femorale rispetto agli altri
dinosauri e, sopratutto, l'evoluzione del volo battuto, capacità unica degli
uccelli in Dinosauria. Molti di questi tratti, oggi adattativi per gli aviani, sono
interpretabili come ex-aptation della miniaturizzazione avvenuta nel Giurassico.
Comparazione tra le dimensioni degli ipotetici concestori* di Neotheropoda, Tetanurae, Coelurosauria, Paraves rispetto ad Archaeopteryx, come risulta dalla nostra analisi. (c) Davide Bonadonna. |
Un altro risultato inatteso ed interessante è che le dimensioni stimate per i primi tetanuri, inclusi gli ancestori di allosauroidi e megalosauroidi (qualora questi non formino un "grande Carnosauria"), sono nettamente inferiori a quelle che generalmente si assumevano considerando le dimensioni dei taxa noti. La maggioranza dei tetanuri non-coelurosauri noti attualmente ha dimensioni medio-grandi, con masse superiori a 400-500 kg. Era lecito, pertanto, ritenere queste dimensioni come le probabili dimensioni minime degli ancestori orionidi. La nostra analisi invece indica che i tetanuri basali avessero masse nettamente inferiori (attorno a 150-200 kg), quindi comparabili a quelle dei più grandi coelophysoidi e di molti ceratosauri basali. Ciò ha interessanti implicazioni su quale ecologia ancestrale dobbiamo identificare per gli antenati dei principali gruppi di tetanuri: Allosaurus, Sinraptor e Megalosaurus potrebbero non essere dei "modelli adeguati" per capire i tetanuri ancestrali, mentre forme come Guanlong e Dilophosaurus potrebbero essere più indicativi della "plesiomorfia ecologica" da cui derivano megalosauroidi, allosauroidi e coelurosauri.
Il nostro studio si inserisce in un nuovo filone di indagini macroevolutive a larga scala sui dinosauri ed in particolare sulla transizione agli uccelli. Parte dei risultati del nostro studio sono emersi anche in altre ricerche pubblicate di recente, ad esempio in uno studio pubblicato da Benson et al. (2014) che ha analizzato l'evoluzione delle dimensioni corporee nei dinosauri (studio che, per puro caso, ha un titolo in parte simile al nostro: i due studi furono sottomessi indipedentemente alle rispettive riviste in momenti simili). Ciò che è nuovo nella nostra indagine è la metodologia utilizzata, che integra contemporaneamente dato morfologico, dato dimensionale e dato tempo nella costruzione della filogenesi. Negli studi precedenti, invece, era prassi di seguire un metodo a fasi distinte, in cui prima si assemblava il cladogramma “senza il dato tempo”, poi sia calibrava il cladogramma ottenuto "estendendolo nel tempo", minimizzando la durata non preservata delle linee filetiche (un approccio sovente arbitrario), ed infine si mappava su questa filogenesi la variazione del particolare dato morfologico. Ritengo che il metodo da noi sviluppato – per quanto “giovane” e quindi probabilmente rivedibile e migliorabile – sia più potente e meno soggetto alla propagazione dell'errore. Inoltre, l'inclusione del dato tempo nella analisi ricolloca la filogenetica, ed in particolare quella paleontologica immersa nel Tempo Profondo, nel luogo che le compete e da cui trae fondamento, nell'alveo evoluzionistico darwiniano, in cui il Modo della trasformazione morfologica non può essere scisso dal Tempo.
Il nostro studio si inserisce in un nuovo filone di indagini macroevolutive a larga scala sui dinosauri ed in particolare sulla transizione agli uccelli. Parte dei risultati del nostro studio sono emersi anche in altre ricerche pubblicate di recente, ad esempio in uno studio pubblicato da Benson et al. (2014) che ha analizzato l'evoluzione delle dimensioni corporee nei dinosauri (studio che, per puro caso, ha un titolo in parte simile al nostro: i due studi furono sottomessi indipedentemente alle rispettive riviste in momenti simili). Ciò che è nuovo nella nostra indagine è la metodologia utilizzata, che integra contemporaneamente dato morfologico, dato dimensionale e dato tempo nella costruzione della filogenesi. Negli studi precedenti, invece, era prassi di seguire un metodo a fasi distinte, in cui prima si assemblava il cladogramma “senza il dato tempo”, poi sia calibrava il cladogramma ottenuto "estendendolo nel tempo", minimizzando la durata non preservata delle linee filetiche (un approccio sovente arbitrario), ed infine si mappava su questa filogenesi la variazione del particolare dato morfologico. Ritengo che il metodo da noi sviluppato – per quanto “giovane” e quindi probabilmente rivedibile e migliorabile – sia più potente e meno soggetto alla propagazione dell'errore. Inoltre, l'inclusione del dato tempo nella analisi ricolloca la filogenetica, ed in particolare quella paleontologica immersa nel Tempo Profondo, nel luogo che le compete e da cui trae fondamento, nell'alveo evoluzionistico darwiniano, in cui il Modo della trasformazione morfologica non può essere scisso dal Tempo.
Ringrazio Mike, Gareth e Darren, miei coautori in questo studio, il primo – di fatto –
della serie di ricerche che sto svolgendo per il mio dottorato di
ricerca all'Università di Bologna.
Ringrazio inoltre la direzione del Museo 'Capellini' per aver permesso l'uso di fotografie di materiale presente nel museo. Davide Bonadonna e Andrea Pirondini hanno fornito aiuto e suggerimenti nella fase di elaborazione del materiale illustrativo ed iconografico.
Non mancate di leggere anche il post di Darren pubblicato in contemporanea con questo!
*concestore di un clade: più recente antenato comune di tutti i membri di quel clade.
Ringrazio inoltre la direzione del Museo 'Capellini' per aver permesso l'uso di fotografie di materiale presente nel museo. Davide Bonadonna e Andrea Pirondini hanno fornito aiuto e suggerimenti nella fase di elaborazione del materiale illustrativo ed iconografico.
Non mancate di leggere anche il post di Darren pubblicato in contemporanea con questo!
*concestore di un clade: più recente antenato comune di tutti i membri di quel clade.
Bibliografia
Benson, R.B.J., Campione, N.E., Carrano, M.T., Mannion, P.D., Sullivan, C., et al. (2014) - Rates of Dinosaur Body Mass Evolution Indicate 170 Million Years of Sustained Ecological Innovation on the Avian Stem Lineage. PLoS Biol 12(5): e1001853. doi:10.1371/journal.pbio.1001853
Cau, A., Dyke, G.J., Lee, M.S.Y., Naish, D. 2014 - Phylogenetic, stratigraphic and size data from: Sustained miniaturization and anatomical innovation in the dinosaurian ancestors of birds. Dryad Digital Repository doi:10.5061/dryad.jm6pj
Godefroit P., Cau A., Hu D.-Y., Escuillié F., Wu W., and Dyke G. 2013 - A Jurassic avialan dinosaur from China resolves the early phylogenetic history of birds. Nature 498: 359–362.
Lee M.S.Y., Cau A., Naish, D., Dyke G.J. 2014a - Morphological clocks in palaeontology, and a mid-Cretaceous origin of crown Aves. Systematic Biology 63(3): 442-449.
Lee, M.S.Y., Cau, A., Naish, D, Dyke, G.J. 2014b - Sustained miniaturization and anatomical innovation in the dinosaurian ancestors of birds. Science 345: 562-566. doi: 10.1126/science.1252243
Cau, A., Dyke, G.J., Lee, M.S.Y., Naish, D. 2014 - Phylogenetic, stratigraphic and size data from: Sustained miniaturization and anatomical innovation in the dinosaurian ancestors of birds. Dryad Digital Repository doi:10.5061/dryad.jm6pj
Godefroit P., Cau A., Hu D.-Y., Escuillié F., Wu W., and Dyke G. 2013 - A Jurassic avialan dinosaur from China resolves the early phylogenetic history of birds. Nature 498: 359–362.
Lee M.S.Y., Cau A., Naish, D., Dyke G.J. 2014a - Morphological clocks in palaeontology, and a mid-Cretaceous origin of crown Aves. Systematic Biology 63(3): 442-449.
Lee, M.S.Y., Cau, A., Naish, D, Dyke, G.J. 2014b - Sustained miniaturization and anatomical innovation in the dinosaurian ancestors of birds. Science 345: 562-566. doi: 10.1126/science.1252243