(Rough) Translator

31 maggio 2015

Un'Estate nel Mondo Giurassico

Domani, sarà il primo giugno, un mese che molti di voi attendono con grande trepidazione. Sarà finalmente il mese in cui ci immergeremo tutti nella stupefacente meraviglia del Mondo Giurassico. Non siete emozionati, eccitati, scalpitanti? In parallelo all'arrivo del film con il rapporto “potenzialità vs accuratezza scientifica” più atroce degli ultimi 25 anni, è inevitabile che si attiverà anche un ampio sistema mediatico di divulgazione, eventi e paleoarte. Mi pare giusto, e spero che i molti paleontologi coinvolti sapranno usare “But, it's just a movie!” come pretesto per parlare di veri dinosauri, di vera scienza e di vera paleontologia.

A parte le mie digressioni sul blog, io non parteciperò a questi eventi. Non per un atteggiamento elitario né snob. Avevo ricevuto alcune richieste di partecipare a eventi divulgativi legati a Billy World, ma ho dovuto declinare le gentili offerte perché i miei impegni mi porteranno altrove.
Per tutta l'estate, sarò lontano dal Jurassic World, perché sarò felicemente immerso nel Mondo Mesozoico, quello vero, quello dei fossili. Domani lascerò l'Italia per tre mesi. Mi trasferirò a Bruxelles, dove collaborerò con Pascal Godefroit (col quale ho descritto Aurornis) per studiare alcuni nuovi dinosauri, estremamente interessanti. Il Museo Reale di Storia Naturale del Belgio è uno degli istituti più importanti al mondo per lo studio dei dinosauri. I famosi iguanodonti di Bernissart sono solamente la punta di un enorme iceberg paleontologico. Non posso ancora dire nulla sui dettagli delle ricerche che svolgerò, se non che sono esaltato come un bambino al quale sia stato regalato un negozio di giocattoli.

Al momento opportuno, sarete i primi ad essere aggiornati.
Restate sintonizzati: la vera estate Giurassica sta per cominciare!

23 maggio 2015

Zar Bonaparte e lo Stegosauro del Futuro

“Le Cinque Giornate di Bonaparte” è un film francese del 1976 che racconta alcuni eventi legati alla battaglia di Varsavia del 1806. Come saprete, nel 1806, Napoleone Bonaparte, di ritorno dalla Campagna delle Indie e appena incoronato Imperatore di Tutte le Russie, dovette affrontare una rivolta polacca fomentata da prussiani e inglesi. Il film è rimasto negli annali per l'accurata fedeltà negli arredi e nei costumi, mentre fu aspramente criticato per le numerose imprecisioni storiche, prima tra tutte che non avvenne mai una battaglia di Varsavia del 1806, che Napolenone non andò mai in India e, sopratutto, non fu mai incoronato Imperatore di Tutte le Russie. Nella logica interna del film, tutta incentrata su alcuni personaggi gravitanti attorno alla cerchia dei più stretti collaboratori di Napoleone, questi dettagli di fredda storiografia sono comunque marginali, e qualora fossero stati rispettati, sarebbero stati irrilevanti per il successo del film. Nondimeno, sono sicuro che molti di voi non considererebbero un film del genere (che, spero, avrete colto che è del tutto di mia fantasia) come una rappresentazione di Napoleone Bonaparte. Se molti di voi sono come me, e hanno storto il naso non appena hanno letto “Imperatore di Tutte le Russie” (se non direttamente da “battaglia di Varsavia del 1806”), esistono anche coloro che, invece, considerano le polemiche verso questi dettagli storici in un film del tutto pretestuose, se non addirittura ridicole. E non per motivi di “libertà creativa”, ma per una motivazione più squisitamente “ontologica”. In base a questa corrente di pensiero, infatti, non si può escludere del tutto che, forse, Napoleone abbia effettivamente guidato i russi durante una battaglia in suolo polacco nel 1806, né che egli sia stato a capo di una spedizione in India. Chi di noi era presente allora per controllare? Ed anche basandoci sui dati storici giunti fino ad oggi, dobbiamo riconoscere che non tutti i giorni della vita del Bonaparte sono stati trascritti e documentati: quindi, è possibile teoricamente che nelle lacune della storia ci sia spazio per ammettere quelle cinque giornate in Polonia. La Storia, difatti, non è conosciuta al 100%, ed esistono quindi ampi margini di non-conosciuto in cui gli eventi fittizi del film potrebbero comunque essere considerati realistici, plausibili, corretti ed accurati. E comunque, anche se i fatti narrati ne “Le Cinque Giornate di Bonaparte” fossero del tutto inventati, nessuno può impedirci di considerare Zar Napoleone I un personaggio molto più cool ed interessante dell'autentico Bonaparte Imperatore dei Francesi.

Se quello che avete appena letto vi pare assurdo o ridicolo, avete delle ottime ragioni. Nondimeno, quando si trasla dalla Storia alla Paleontologia, i giudizi critici verso questi atteggiamenti sfumano nella accondiscendenza, e sovente ci limitiamo a sorridere di commenti come questi qua, che in questi giorni riempiono i vari siti e forum che parlano di Billy World:



Il primo commento, dopo tutto, è innocuo. Non ho nulla contro chi pensi veramente che una dozzina di creature cinematografiche vagamente dinosauromorfe, che si vedono sì e no dieci minuti, siano preferibili a migliaia di resti fossili reali frutto di due secoli di ricerca. Dopo tutto, il mondo è bello perché è vario, e quindi c'è posto per chi beve la così detta “birra analcolica” al posto della birra, mangia al fast food invece che in trattoria, e preferisce le bionde finte platino invece delle brune originali. Quindi, c'è anche posto per chi considera i pupazzi di un film preferibili ai fossili di Dinosauria.
Contenti loro...
Il secondo commento è, invece, molto più interessante, ed a tratti problematico. In effetti, io considero quel genere di commento il più puro concetto da dinomaniaco. Esso è, difatti, l'essenza del giustificazionismo dinomaniacale. Se cogliete la sottile “logica” del commento, noterete che esso sia esattamente opposto a ciò che guida i post che scrivo su Billy ed il Clonesauro. Nei miei post, uso gli errori scientifici del film come pretesto per parlare di scienza: la finzione è una scusa per parlare di scienza reale. Nel commento sopra, invece, gli errori di fatto presenti in un film, confermati dai dati scientifici, vengono “giustificati” e quindi negati in quanto tali, inserendoli nella nebulosa regione del “possibile”. Di conseguenza, il dato della scienza reale viene degradato ad una mera alternativa non privilegiata in un insieme di tanti “fanta”-dati privi di sostegno empirico. Ciò che, semplicemente, dovrebbe essere riconosciuto come un innocuo errore dei realizzatori del film, quindi riconosciuto come il frutto di una scarsa consulenza scientifica, viene invece “reificato” a “possibilità scientifica”, in base ad una distorta manipolazione del concetto: “assenza di evidenze non è evidenza di assenza”. Trovo molto interessante che questo tipo di commento sia molto simile a quelli di chi si ostina a negare le piume in certi dinosauri pur di mantenere viva un'iconografia ormai ampiamente falsificata da dozzine di fossili. Il commento pare affermare che quelle imprecisioni scientifiche presenti nella finzione del film potrebbero essere possibili, dato che potrebbero semplicemente rappresentare qualcosa che la scienza non ha ancora scoperto. E quindi, non si potrebbe negare che forse gli stegosauri potessero all'occorrenza far strisciare la coda, mantenendola in una postura altresì negata dai fossili noti. Perché? Semplice: siccome non abbiamo scoperto tutti gli scheletri di stegosauro esistiti nel Mesozoico, non possiamo negare che, forse, qualche stegosauro non ancora scoperto si fosse evoluto in un modo ancora ignoto, assumendo proprio la forma che vediamo nel film. Quindi, non si può attaccare le ricostruzioni del film, dato che, forse, un giorno troveremo proprio i dinosauri come quelli del film!

Spero stiate ridendo per quello che avete appena letto, eppure è ciò che esattamente dichiara quel commento. Così come c'è abbastanza spazio vuoto nella biografia napoleonica per inserire cinque giornate polacche in cui ha assediato Varsavia, il record fossile noto è così lacunoso che c'è spazio per includere tutti i dinosauri di fantasia inventati (più o meno coscientemente) dall'uomo. E la limpida tranquillità con cui si deforma il concetto di dinosauro (anzi, il concetto di evidenza) è il segno di una totale mancanza di mentalità scientifica, ancora dominante in molti.

La scienza (inclusa la paleontologia) si basa su ciò che conosciamo, non su ciò che non conosciamo. Pare un'affermazione ovvia e ridicola, eppure molti sembrano dimenticarla. Nessuna delle nostre affermazioni sui dinosauri è fondata su “cose che non si conoscono”. Usare il “non conosciuto” come fondamento per affermazioni scientifiche è una contraddizione. Attenzione, ciò non significa che la scienza si basi solamente su fatti diretti. Esistono numerose fonti indirette di informazione (ad esempio, l'inferenza filogenetica) le quali tuttavia hanno sempre una base in ciò che conosciamo direttamente. Ma affermare che una obsoleta ricostruzione di dinosauro – smentita dai dati attualmente noti – sia “possibile” e quindi “non rifiutabile” appellandosi a ciò che non è un dato, ma solo una possibilità (o meglio, una speranza sentimentale legata da un film), non è scientifico. Pertanto, il secondo commento, inavvertitamente, si contraddice proprio in ciò che vorrebbe “salvare”: quando pretende di mantenete dentro l'alveo dello scientifico qualcosa non basato su un approccio scientifico. Uno stegosauro con la coda che striscia o un parasaurolofo con una morfologia fasulla hanno legittimità nel mondo della fantasia e dell'arte, ma non possono essere considerati “scientifici”, né tanto meno dovrebbero essere “giustificati” o “salvati”. Quindi, volerli giustificare “scientificamente” in base a ciò che non ha fondamento nei dati noti è una contraddizione, se non una perversione mentale.

Perché perversione? Perché invece di accettare una semplice verità (ovvero, quelle ricostruzioni sono scientificamente inaccettabili), si preferisce giustificare in toto una finzione scientificamente grossolana abbattendo il confine tra scientifico e non-scientifico.

21 maggio 2015

Tre motivi per andare al cinema a vedere Billy World (ed uno per non andare)

No, questa scena non ci sarà...

Post totalmente frivolo e privo di alcuna velleità seria, che nasce non tanto per farvi sapere la mia opinione in merito ad eventuali film da vedere, ma per sfatare un probabile fraintendimento che - temo - alcuni lettori possono aver sviluppato nei miei confronti. Sebbene questo blog sia dedicato alla scienza paleontologica (pur trattata qui nel mio personale modo... molto ultrazionale), e sebbene io sia un freddo paleontologo amante della scienza dura e pura, nella vita reale sono anche un cazzaro demenziale e volutamente nerd. Le due anime convivono e coesistono, sebbene nel blog io mi sforzi di manifestare prettamente la prima. E sebbene per me sia assolutamente ovvio e normale distinguere tra ciò che scrivo in questo blog (per le finalità scientifico-didattico-divulgativo-filosofiche del blog) da ciò che posso pensare o fare nella vita reale (sopratutto in base al mio lato cazzaro), può darsi che chi non mi conosce dal vivo possa pensare che io sia solo ed esclusivamente ciò che scrivo qui [quei lettori che mi conoscono anche nella vita reale possono confermare che nel blog mostro il mio lato peggiore ;-) ]. 
Ovvero, siccome mi diverto ad usare l'imminente film di Billy World come pretesto per fare edotte digressioni paleontologiche per i fini paleontologici del blog, ma questo (come ho notato) genera ridicoli fraintendimenti polemici come se scrivessi dei post di critica cinematografica ostili verso un film, in questo enorme post "off topic" elencherò i motivi per cui io consiglio di andare al cinema a vedere Billy World, al fine di sfatare l'idea che io abbia qualcosa "contro il film". Come ho scritto (evidentemente invano) molte volte, c'è una bella differenza tra il giudizio di un prodotto culturale contenente i dinosauri (ad esempio, un film) ed il giudizio sulla correttezza scientifica di quel prodotto culturale (che è il tema della maggioranza dei miei post). [In brevissimo: si può amare Jurassic Park in quanto azzeccato e godevole film di avventura ed intrattenimento, ed al tempo stesso essere consapevoli che i dinosauri in quel film non sono né corretti né plausibili scientificamente: queste due "facce" della stessa medaglia sono chiaramente distinguibili da chi ha un minimo di maturità scientifica e cinematografica. Gli altri sono, per definizione, i dinomaniaci].

Se troverete questo post assurdo e contradditorio con il resto del blog (o con l'idea che vi eravate fatti del blogger), il problema sarà quindi vostro e non mio.

Motivi per vedere Billy World:
  1. Dato che il film è una palese Operazione Nostalgia ad uso e consumo dei fan della precedente trilogia, sarà molto divertente valutare il proprio tasso di "nerditudine jurassicparkiana" identificando e riconoscendo tutti gli inevitabili rimandi ai film precedenti inclusi più o meno esplicitamente nel film. Già questo, da solo, vale il biglietto.
  2. Chris Pratt è un simpatico piacione.
  3. Quasi sicuramente, come scrissi in passato, l'odioso Indominkius sarà fatto fuori dalla amata Tyrannosaurus pensionata del 1993. Tale scena, effettivamente, sarà il massimo della catarsi dinomaniacale, la Realizzazione della Profezia che tutti attendono da anni. Essere in un cinema pieno di dinomaniaci durante quella scena deve essere qualcosa di assolutamente esaltante sul piano antropologico. Quanti di loro, alla fine della inevitabile battaglia finale tra il Male Genetico ed il Bene Paleontologico resisteranno dall'alzarsi in piedi per urlare di gioia liberatoria? Si può correre il rischio di non vivere quel momento (non la scena del film, ma la catarsi dentro la sala cinematografica)?

Unico motivo per non vedere il film:

Nel film non ci sono dinosauri.

[AVVERTENZA: Dato che non ho alcun interesse a sapere i vostri motivi per cui andrete o non andrete al cinema per quel film, i commenti in questo post sono stati disabilitati]

Ed ora, torniano a fare paleontologia.




 

20 maggio 2015

Duri a Morire


Per poter occupare consistentemente quasi tutti i ruoli di predatore negli ecosistemi terrestri, e mantenere quel ruolo per oltre 150 milioni di anni, devi essere un animale estremamente tenace, duro a morire. Tale retaggio comportamentale deve inevitabilmente persistere nei tuoi discendenti.
Questo video mostra che, alla fine, un theropode di pochi chilogrammi può tenere testa a tre sinapsidi carnivori pesanti vari quintali ciascuno. Immaginate cosa potrebbe fare un theropode di qualche quintale...

PS: ennesima dimostrazione che non ha alcun senso valutare i "combattimenti" tra animali in base a criteri come "dimensioni corporee" o "potenza del morso". Quanti, a priori, scommetterebbero sull'esito di uno scontro tra una singola elegante gru e tre tigri?

PS2: Qualora qualcuno pensasse ancora che le piume rendono un theropode "meno pericoloso" o addirittura "fragile", il video mostra che semmai sono un vantaggio perché aumentano le dimensioni apparenti dell'animale quando apre le braccia, rendendolo più minaccioso. E in natura la dissimulazione e l'inganno, anche apparendo più maestosi, è un vantaggio non indifferente nella competizione.

19 maggio 2015

I post di Billy ed il Clonesauro servono a fare audiance?

Un commentatore del blog criticava che:

"purtroppo il dottor Cau deve tenere alti gli ascolti e non sapendo cosa scrivere.....allora si attacca a Jurassic world."

e concludeva con:

"perciò basta...oppure continua almeno scrivi quattro cavolate contro il film...sennò che potresti scrivere dato che notizie serie non ne hai. Billy word blog chiamalo così."

Inutile dire che queste critiche sono ridicole dato che nessuno può impormi cosa posso o non posso scrivere nel mio blog. Ma non è di questo che voglio parlare qui, bensì analizzare questa critica, per vedere se, eventualmente, essa sia motivata.
Negli otto anni di vita di questo blog, ho pubblicato 1601 post. Di questi, 46 sono indicizzati come "Billy e il Clonesauro", e sono quelli che, evidentemente, il commentatore critico citava come prova che "notizie serie non ne hai" (come se io fossi obbligato a scrivere "notizie serie"... vabbè, tralasciamo questo aspetto demenziale).
In ogni caso, con 46 post su 1601, ovvero il 2.87% dei post, è ridicolo pensare che io scriva solamente post su Jurassic Park.
E le visite? Dopo tutto, il primo commento sostiene che io scriva i post su Jurassic Park perché essi "tengono alti gli ascolti". Se quella ipotesi fosse corretta, dovremmo avere un numero di visualizzazioni nei 46 post di Billy e il Clonesauro ben più alte del misero 2.87% che quei post rappresentano nella popolazione dei post del blog.

Innanzitutto, se guardo la classifica dei 10 post più visitati nella storia del blog, solo uno è relativo al Billy ed il Clonesauro, e risale a novembre del 2014, quindi non è nemmeno uno di quelli recenti.


Infine, utilizzando il contatore delle visite incorporato nel blog, risulta che ad oggi il blog ha ricevuto 1 milione e 644 mila e 533 visualizzazioni. Se sommiamo le visualizzazioni conteggiate nei 46 post indicizzati come "Billy ed il Clonesauro" ottengo 40721 visualizzazioni.

Dato che 40721 è pari al 2.47% di 1644533, un valore persino più basso del 2.87% relativo al numero di quei post rispetto al totale dei post, l'accusa del nostro commentatore è del tutto demolita alla radice.

17 maggio 2015

Cucciolo!

L'imminente arrivo del film paleontologico del secolo (sarcasm mode: on) è inevitabilmente una fonte di ispirazione per questo blog paleontologico.
Ringrazio l'amico Filippo Bertozzo per questa succosa chicca che sta suscitando ilarità in rete.

Come vedete, non sono il solo a trovare Billy World un film demenziale...
Pare che non ci sia immagine in circolazione di quel meraviglioso film non ancora al cinema che non sia ispirazione per il mio blog.
Insomma, come si fa a non riflettere su quella scena? Abbiamo un bambino che abbraccia un piccolo sauropode.
No, il mio pensiero non è stato: Cuccioli!
Io sono un freddo paleontologo senza sentimenti (sarcasm mode: on).
Assumo che si tratti di un esemplare molto giovane di sauropode, e non un sauropode adulto miniaturizzato. La scena può sembrare abbastanza “ovvia” (a parte la presenza di dinosauri mesozoici), nel senso che tutti noi abbiamo visto molte volte i bambini giocare con i cuccioli degli animali domestici. La rete abbonda di foto di bambini che abbracciano i cavallini, i vitellini, gli agnellini, i maialini, le anatroccole. Quindi, potrebbe essere plausibile un'immagine come quella sopra. Tuttavia, non dovremmo mai dimenticare la subdola potenza dell'ovvietà. Ciò che è ovvio spesso è solamente ciò che evitiamo di analizzare in modo critico. Pertanto, il mio istinto di paleontologo dissente, e trova quella scena paradossale, oltre che ennesimo simbolo della pacchiana grossolanità scientifica dietro questo film. Infatti, oltre a confermare per l'ennesima volta il solito stereotipo sui "dinosauri-erbivori-pecore", questa immagine palesa altre grossolane incongruenze con ciò che sappiamo dei dinosauri.
Vi pongo quindi la stessa domanda che è frullata nel mio cervello alla vista di quell'immagine: voi fareste abbracciare vostro figlio ad un piccolo sauropode?
La mia risposta sarebbe: ASSOLUTAMENTE NO!
Seguite il mio ragionamento, fondato sui dati paleontologi noti per i sauropodi.
Tra tutti i dinosauri, i sauropodi hanno la strategia riproduttiva più “r-orientata”. Tradotto fuori dal gergo tecnico, i sauropodi manifestavano il livello minimo di cure parentali tra i dinosauri. Fondamentalmente, i piccoli sauropodi non ricevevano cure parentali dopo la schiusa. Questo è confermato da leggi generali della biologia (per cui animali con covate numerose e uova relativamente piccole rispetto all'adulto tendono a non avere cure parentali) e caratteristiche generali dei dinosauri mesozoici (i giovani dinosauri sono tutti precoci e iper-precoci, ovvero, perfettamente capaci di badare a sé fin dalla nascita). Dato che le nidiate dei sauropodi includono dozzine di uova alla volta, dobbiamo dedurre una elevata mortalità giovanile per mantenere stabile la popolazione. Questa elevata mortalità giovanile è plausibilmente dovuta a predazione. Pertanto, i nostri cari piccoli sauropodi erano, fin dalla nascita, privi di difese dagli adulti e soggetti ad intensa predazione. Quali esemplari sopravvivevano fino all'età adulta? Sicuramente quelli più in grado di allontanare un predatore. Il predatore classico di un giovane sauropode era probabilmente il theropode di taglia medio-piccola, che è anche nel range dimensionale di un giovane essere umano. Pertanto, un bambino ha le dimensioni tipiche del tipico predatore di giovane sauropode. Come si difendeva un giovane sauropode? Nel caso dell'apparente diplodocide dell'immagine in alto, la risposta è ovvia: a colpi di coda. I diplodocidi hanno lunghe code a frusta mosse da potenti muscoli caudofemorali. Nel mondo attuale gli animali con code più simili sono i varani. Un varano può provocare dolorose ferite con la propria coda, ed è ragionevole che un giovane sauropode fosse ugualmente in grado di sferrare rapide sferzate con la propria coda. 



Fareste avvicinare vostro figlio alla coda di un varano? Sicuramente, no. E ad un giovane sauropode? Nemmeno... Pertanto, è probabile che i giovani sauropodi fossero piuttosto guardinghi e lesti nel sferrare colpi di coda verso qualsiasi animale delle dimensioni di un bambino che corresse loro incontro.

15 maggio 2015

Billy and the Vintage Tail

Nel post di ieri ho mostrato un fotogramma tratto dal film del 1985 intitolato Billy World. Un lettore del post ha sollevato l'obiezione che sarei troppo cavilloso nel polemizzare sulla coda del triceratopo mostrato, perché quell'animale dopo tutto si stava sollevando e quindi poteva assumere una postura della coda abbassata. No, caro lettore, sei in errore: un ornitischio non può mai assumere quella postura della coda. Inoltre, l'immagine che ho mostrato non è un fotogramma isolato che ho scelto pretestuosamente: i dinosauri di Billy World sono tutti sistematicamente pieni di errori, obsoleti e scientificamente infondati (oltre che brutti). Infatti, come scopro dalla pagina Facebook di Tom Holtz, nella medesima scena si può ricavare una meravigliosa perla di revisionismo paleontologico, che sarà l'oggetto del post.
Devo ammettere che non avrei mai pensato, nel 2015, di dover scrivere un post come questo. Eppure, pare che non ci sia limite allo scempio operato ad Isla Nublar vers. 2.0, un'isola dove – inutile ricordarlo – non ci sono i dinosauri così come li conosciamo nel 2015, ma nemmeno quelli che avevamo lasciato nel 1993.
Sì, perché a Billy World abbiamo i dinosauri come erano concepiti nel 1940!

Rullo di tamburi...

Signore e signori, nella sua isola egli era un re, ma ora si prostra in catene davanti a voi per sollazzarvi. Direttamente dal Mondo Giurassico, ecco a voi: lo stegosauro!



No.
Davvero?
Guardatelo bene: non si sta alzando da terra, quindi non tirate fuori qualche patetica scusa per giustificare l'ingiustificabile. Questo è uno stegosauro con la coda che striscia! La fottuta coda sta fottutamente strisciando! La vedete, la coda, tocca terra, scende ripida dalla gibbosa schiena del rettile preistorico, nella migliore tradizione dei vecchi dinosauri vintage!
A questo punto, non dubito che qualche dinomaniaco zelota intervenga per dire che, dopo tutto, “cosa ci sarebbe di male?”. In fondo, dirà il nostro difensore della nublarità, “i dinosauri non erano mica costretti tutta la vita a tenere la coda sollevata. Un animale è libero di muovere la coda come gli pare, quindi può anche abbassarla in quel modo, se gli va di abbassare la coda”.
Invece, no. Chi commentasse in quel modo dimostrerebbe solamente di essere un ignorante in anatomia dei dinosauri. Il nostro povero stegosauro NON può muovere la coda come gli pare e piace, in particolare, NON può abbassarla in quel modo: nemmeno se volesse! Ed è paradossale che debba spiegarlo nel 2015, dato che ciò è assodato da più di 25 anni. E senza spiegare nel dettaglio che le articolazioni delle vertebre caudali degli stegosauri sono relativamente rigide lungo la direzione flessoria (ovvero, per abbassare ed alzare le coda) e che la coda si muoveva prettamente lungo la direzione mediolaterale (ovvero, per muovere la coda di lato), vi basterà usare il buon senso ed osservare direttamente la primissima ricostruzione di Stegosaurus, risalente alla fine del '800, per capire il perché quella fottuta coda non possa assumere quella fottuta postura strisciante.



Come vedete, se assumessimo la postura flessa della coda (ovvero, che striscia) dovremmo comprimere completamente la regione cloacale sotto gli archi emali della coda, impedendo di fatto qualunque sbocco alle vie intestinali ed urogenitali. In pratica, se abbassiamo la coda in qual modo torturiamo proprio lì, nel basso ventre, il nostro povero stegosauro.
Lo stereotipo della coda che striscia, inoltre, si reggeva anche su una versione molto ingobbita di Stegosaurus, che abbassando significativamente la posizione del bacino permetteva alla coda di toccare terra. Tale postura non è plausibile, dato che, come tutti i dinosauri, anche Stegosaurus aveva gli arti posteriori completamente eretti e parasagittali. E siccome le gambe di Stegosaurus sono relativamente lunghe, come in tutti i dinosauri, non c'è modo di abbassargli il bacino per far toccare la coda a terra. Questo mix di errori nella ricostruzione è alla base delle “classiche” immagini di Stegosaurus realizzate nella prima metà del XX secolo, e che oggi abbiamo del tutto abbandonato.



Alla fine degli anni '80, nell'acme del Rinascimento Dinosauriano, era ormai assodato che la coda di Stegosaurus fosse suborizzontale, proprio per motivi legati sia alle articolazioni delle vertebre, alla lunghezza degli arti, oltre che per un semplice buon senso (che deve lasciare la regione cloacale sufficientemente ampia).



Ma siccome non c'è limite all'ignoranza, e il ruolo dei paleontologi ormai pare superfluo ai creatori di dinosauri cinematografici, ci ritroviamo nel 2015 con stegosauri in stile 1918, dimenticando gli ultimi 30 anni di studi. Ed il paradosso diventa perversione se ricordiamo che in Billy ed il Clonesauro 2 (Il Clone Perduto) avevamo già visto degli stegosauri, e quelli mostravano le code ricostruite con la postura corretta!

14 maggio 2015

Malcolm's Prophecy


Billy World è un film del 1985 diretto da Billy Tribolium. Il film narra di una colossale truffa volta ad imbrogliare persone ignoranti in paleontologia, che credono di pagare il biglietto per visitate un parco con dei dinosauri, quando invece si trovano davanti dei brutti mostri di gomma. Nel film, vediamo i mostri gommosi spacciati per dinosauri che sono ricostruiti in base alla vecchia iconografia dei libri per ragazzini di quel periodo. Il film, pur essendo un pessimo remake di un film precedente, ottenne un incasso enorme, cosa abbastanza scontata considerando il livello medio di cultura paleontologica e cinematografica di quei tempi.
Il film fu poi rimosso dalla circolazione dopo che si scoprì che era il plagio di un film sovietico sull'ammutinamento di una corazzata russa avvenuto nel 1905, e da allora è praticamente introvabile. Basandoci sui pochi fotogrammi disponibili online, è possibile comunque fare delle considerazioni sulla concezione paleontologica e paleoartistica che deve aver guidato i realizzatori di quel vecchio B-movie. Si tratta quindi di un interessante documento su come erano visti i dinosauri a livello popolare durante i pacchianissimi anni '80.

In un fotogramma di Billy World, vediamo una serie di dinosauri non-theropodi (apparentemente, 4 specie: un ceratopside, un sauropode, uno stegosauride ed un hadrosauride) che pascolano in una radura. In primo piano, un veicolo a forma di parte-del-mio-corpo-che-si-rompe-quando-leggo-certi-commenti che permette agli ospiti del parco di aggirarsi tra le bestie. L'immagine è molto istruttiva da vari punti di vista.



Pecore-sauri. Dall'immagine, è palese lo stereotipo “ovino” per i dinosauri non-theropodi. L'idea di potersi avvicinare incolumi a pochi metri da un ceratopside adulto è, a mio avviso, demenziale, e rispecchia uno stereotipo molto diffuso in merito ai dinosauri non-theropodi (ne avevo già parlato in passato). Così come – in quei vecchi film – i theropodi sono rappresentati sempre come delle quasi invulnerabili macchine di morte costantemente assetate di sangue, gli altri dinosauri sono invece rappresentati come delle noiose creature indolenti prive di qualsiasi pericolosità: delle pecore castrate e lobotomizzate. Si tratta di una visione manichea e del tutto irrealistica dei dinosauri. Esattamente come gli animali di oggi mostrano un grado di pericolosità e bellicosità del tutto slegato dalla dieta, così doveva valere per i dinosauri mesozoici. Se non siete convinti e pensate che i dinosauri erbivori fossero dei pacifici in virtù della loro natura non-predatoria, provate ad avvicinarvi ad un rinoceronte nero, un bufalo cafro, un ippopotamo, uno cavallo selvatico, o un gorilla: sono tutti animali “erbivori”, non-predatori, eppure sono tutti molto pericolosi se avvicinati oltre una certa distanza.

[Mi immagino una possibile critica dinomaniacale volta a giustificare ogni cosa: “i dinosauri di Billy World sono stati modificati geneticamente per essere docili”. Tralasciando la facile battuta che, piuttosto, pare che quei dinosauri siano stati modificati per essere terribilmente noiosi, ricordo al dinomaniaco di turno che ciò che accade nel mondo fittizio di Billy non mi interessa affatto. Qualunque sia “l'universo narrativo interno” di quel film, non me ne frega una benemerita mazza. Quello che mi interessa qui è analizzare l'iconografia dei dinosauri così come appare, perché fornisce indizi sul retroterra culturale a monte di queste scelte stilistiche e iconografiche]

Grigio-sauri. Non dovremmo biasimare Billy World per il fatto che ci dia tutti i dinosauri in poche tonalità di grigio: è un film del 1985, quindi girato ben prima della attuale rivoluzione iconografica nella paleoarte. Pur detestando gli eccessi cromatici di certa paleoarte attuale di serie B, la monocronia desaturata di Billy World è altrettanto disturbante, perché ci riporta ad una visione pachidermatica dei dinosauri. In effetti, la pelle grigiastra e vistosamente rugosa, è un chiaro indizio della “elefantiasi concettuale” con la quale, in modo semplicistico, paiono caratterizzati questi dinosauri. Ovviamente, se questo film fosse stato girato ai nostri giorni, questa atona epidermide da pachiderma sarebbe stata sostituita da una complessa livrea di squame e piume di varie tonalità. Ma, ripeto, non possiamo biasimare questo film del 1985 per non aver attinto all'enorme ricchezza conoscitiva dei nostri giorni.

Tozzo-sauri. Oltre che ricoperti da una pelle elefantiaca, i dinosauri di Billy sono anche palesemente tozzi e sgraziati. Tutti hanno arti poco realistici per essere dei dinosauri. Caratteristica della grandissima maggioranza dei dinosauri è la presenza di arti allungati ed affusolati, e ciò è costante indipendentemente dalle dimensioni. Qui, invece, vediamo animali dagli arti corti e relativamente tozzi: il ceratopside in primo piano ha delle corte gambette tozze che sporgono ai lati del corpo. Il sauropode a sinistra ha arti veramente obesi per le sue dimensioni. Anche in questo caso, è evidente l'effetto di uno stereotipo che era persino datato nel 1985: i dinosauri come “lucertoloni”, come versioni gigantesche di coccodrilli e tartatughe, quindi con analoghe proporzioni corporee. Basta osservare lo scheletro di un ceratopside o di un sauropode per constatare come invece questi animali abbiano arti molto più allungati ed affusolati rispetto ad un coccodrillo o ad una tartaruga. L'immagine quindi, oltre che non realistica, è uno specchio dello stereotipo concettuale a monte delle ricostruzioni, eseguite più in base a pregiudizi culturali che in base a effettive osservazioni dei fossili.

La coda che striscia! Oggi, illustrare un ceratopside con la coda che striscia a terra è considerato totalmente fuori moda, e comunque intrinsecamente scorretto dato che la coda reale di un ceratopside è troppo corta (rispetto all'altezza al bacino) per poter essere depressa in quel modo e trascinata a terra. Chi ha realizzato quel ceratopside evidentemente non ha mai visto una ricostruzione scheletrica di un ceratopside, o, perlomeno, una realizzata negli ultimi 20 anni. Ad accentuare l'effetto trascinamento è anche la forma tozza e corta delle zampe, come rimarcato prima. Infatti, la scelta iconografica della coda strisciante è perfettamente coerente con lo stereotipo del lucertolone gigante, con il “dinosauro” così come concepito a livello popolare per buona parte del XX secolo, non certo come interpretato oggi da chi di professione studia i dinosauri.
Ancora una volta, non possiamo biasimare un film di serie B del 1985 per queste pacchiane grossolanità. Forse che qualcuno di voi pensava che ci fosse il lavoro dei paleontologi dietro questi vecchi filmacci con “mostri preistorici”? O, citando il personaggio di un altro film, uscito dopo Billy World: è previsto che si vedano dei dinosauri in questo... parco dei dinosauri?

12 maggio 2015

Mad Cau: Feathered Road


Sterminato e sterminatore, il deserto davanti a noi. Arido e scabro, privo di speranza, a noi tocca attraversarlo con occhio rapace, pronti a cogliere la prima minaccia all'orizzonte.
Un deserto di contenuti, argomenti e, sopratutto, intelligenza. Un deserto, questo, su cui serpeggia con spire sibilanti lo spirito del dio senza piume. Un dio geloso, per quanto minore, che non tollera la luce delle evidenze. Come suo cugino, il dio dei gap, il dio senza piume vive nell'ombra. Non lo vedi, non lo tocchi, non gli parli, perché egli non è un dio che si manifesta nelle affermazioni, bensì uno che cova nelle negazioni. Un dio geloso, perché fondamentalmente razzista, ovvero discriminatore in base a secondari connotati esteriori. Al dio senza piume non interessa la sostanza, l'interiorità, la struttura, né tanto meno la consistenza. Al dio senza piume basta che non ci sia l'infame marchio sulla pelle dato dal piumaggio. Perché è così? Perché egli è colui che è: un dio senza piume. Plumofobico e misornite, il dio senza piume fa dell'ignoranza la sua forza.
Perché egli è il signore senza piume, e non avrai altro dio all'infuori di lui.

Ho mostrato in numerosi post perché ogni argomento sollevato contro la presenza del piumaggio nei dinosauri fosse sempre fallace, spesso scientificamente infondato, sovente contradditorio. Ho mostrato come la presenza di tegumento squamato non sia prova di assenza di piumaggio. Ho mostrato come argomenti fisiologici basati sui mammiferi proboscidati siano ridicoli se applicati ai dinosauri. Ho mostrato che argomenti climatici per negare il piumaggio siano infondati, dato che non esiste correlazione tra presenza del piumaggio e clima. Ho mostrato quanto fosse contraddittorio mettere in dubbio la presenza di piumaggio nei dinosauri su basi filogenetiche quando il medesimo criterio è assunto da tutti per ricostruire la pelliccia nei mammiferi fossili. Ho mostrato che il piumaggio espleta una tale gamma di funzioni vitali che ipotizzare una perdita secondaria del piumaggio sia più fonte di ulteriori problemi che una soluzione. Ma sopratutto, ho mostrato come il rifiuto del piumaggio da parte di molti seguaci del dio senza piume abbia basi più psicologiche che scientifiche.
Eppure, tutto questo pare non bastare. Il dio senza piume vive nell'ombra e nega le evidenza logiche ed empiriche. Sinosauropteryx, Protarchaeopteryx, Caudipteryx, Beipiaosaurus, Sinornithosaurus, Microraptor, Jinfengopteryx, Dilong, Anchiornis, Eosinopteryx e tutti gli altri piccoli bastardi simili agli uccelli potranno anche aver mostrato che nei coelurosauri il dannato piumaggio è il tegumento fondamentale. Ma i grandi coelurosauri devono restare squamati. Yutyrannus non scalfisce il T-Rex dell'infanzia. E tutto ciò che non è coelurosauro risulta (quasi per una distorta definizione che considera Coelurosauria ciò che era Aves fino a 20 anni fa): non-piumato. Psittacosaurus, Tianyulong e Kulindadromeus non paiono avere alcun valore agli occhi dei figli del dio senza piume, nonostante che siano tre ornithischi in tre distinte linee, a conferma della ampia diffusione del piumaggio persino nel ramo dinosauriano più lontano dagli uccelli. La logica, il buon senso e l'apertura mentale libera da iconografie obsolete porterebbero la mente a gridare la pervasività delle piume nei dinosauri. Ma ciò non accade. Il dio senza piuma, come il dio dei gap suo cugino, è intrinsecamente destinato a contrarsi, ma non a sparire. Difatti, pur ridotto nel dominio, al pari di un papa in Vaticano, persiste nel pontificare. Perché – rimarcheranno gli ottusi – si sarà pure ritirato da Coelurosauria (tranne il T-Rex!), Psittacosauridae, Heterodontosauridae e da qualche patetico rametto basale dei neornithischi, ma continua a dominare nel resto di Ornithischia, in tutto Sauropodomorpha e nella parte basale di Theropoda. Perché – rimarcheranno gli ottusi – abbiamo squame in ankilosauri, ceratopsidi, hadrosauridi e titanosauri. Come se ciò avesse alcuna rilevanza con il piumaggio. Come se le placche sulla schiena di un armadillo implicassero l'assenza di pelo nei mammiferi.
Ridicolo, non è vero? Eppure, coi dinosauri funziona alla grande...

Ed allora, eccoci ancora a correre all'impazzata, nel deserto di contenuti dominato dal dio senza piume, inseguiti da orde di ignoranti, schiere di ottusi e bande di fanatici.

Coming Soon: Mad Cau: Feathered Road

What a lovely day!

03 maggio 2015

Piumare l'Incredulità, senza sospenderla



Post più ultrazionale che theropodico...
Per mia natura, sono scettico. E lo sono soprattutto verso ciò che conosco meglio. E siccome ciò che conosco meglio nell'intero universo è me stesso, voglio essere – per l'ennesima volta – scettico verso me stesso e domandarmi se parte (quanta?) della bile dinomaniacale che trasuda da certi commenti sia dovuta al fatto che non ho spiegato bene le mie intenzioni ai miei lettori, specialmente a quelli più fanatici e zeloti verso Billy l'Altissimo ed il suo Giardino Giurassico.
Il dubbio nasce dal fatto che troppo spesso i miei post su Billy il Creatore dell'Eden Giurassico generino commenti idio... ehm, bizzarri come “Ma Billy è solo un film! Non si può criticare scientificamente un film di fantasia!”.

Caro il mio dinomaniaco che commenti con l'ovvia constatazione che Billy ed il Clonesauro sia un film, anche io so che Billy ed il Clonesauro è solo un film. Infatti, proprio perché è solo un film penso sia perfetto per fare disquisizioni di qualsiasi tipo, dalla paleontologia, alla paleoarte, alla cultura pop, alla divulgazione scientifica, alla epistemologia. Qui chi non si rende conto che è “solo” un film sembri essere solo tu che commenti con la più ovvia delle constatazioni. Dove sarebbe il problema del “essere solo un film”? Proprio perché è solamente un film si può sviscerare nei modi più vari, ed usarlo come pretesto per discorsi che vanno ben aldilà del mero film.
Siccome è solo un film, ovvero una narrazione fittizia che frulla nei nostri cervelli, possiamo usarla per far frullare ben altri tipi di concetti, a mio avviso ben più interessanti del mero parlare della storia del film in quanto tale.
Caro dinomaniaco, perché non capisci? Perché ti senti il dovere di “difendere” un film ricordandomi che esso è solo un film? Perché pensi che quel film sia da “difendere” dai miei post, ergendo un bastione protettivo con commenti ovvi e banali? Forse temi che i miei post faranno calare gli incassi del film? Probabilmente, no. Non sei così fanatico... Forse temi che disvelando la natura fittizia di un film quel film perda il suo fascino? Spero di no. Non sei così ingenuo. Forse hai paura di diventare adulto e scoprire che non esiste realmente un'isola al largo del Costa Rica presa in concessione dal governo e nel quale hanno passato gli ultimi cinque anni a mettere su una specie di “riserva biologica” (una cosa spettacolare, non hanno badato a spese), e che tale progetto non potrà mai esistere? Spero di no. Non sei così immaturo.

Mi chiedo allora se il bisogno di “difendere” Billy – palese nei commenti di vari lettori – non celi in realtà un voler difendere sé stessi. Difendersi da cosa? Forse, imponendo una riflessione (ult)razionale all'interno di un contesto di finzione, molti si sentono minacciati? Minacciati da cosa e perché?

Provo a riflettere, partendo da come io vedo i miei post su Billy.
Nella mia mente esistono vari “livelli di realtà”.
Esiste una realtà fisica, che è quella che conosciamo tramite i sensi grazie alla mediazione del metodo scientifico. I dinosauri, nella loro accezione più pura, sono parte di quel mondo fisico.
Esiste una realtà simbolica, che è quella elaborata dal nostro cervello per comprendere ed agire nel mondo fisico, ma che è andata anche oltre la mera corrispondenza con la realtà fisica, producendo l'intricata nebulosa dei nostri ideali, passioni, sogni, idoli e mitologie. Un film come Billy ed il Clonesauro esiste in questo secondo mondo, non nel primo. Sì, nel mondo fisico esiste la bobina di celluloide, la videocassetta o il DVD di Billy ed il Clonesauro, ma ciò che suscita la passione e che spinge le persone al cinema sta dentro le loro teste, non nel supporto fisico del film.

Pertanto, convenuto che Billy esiste esclusivamente nel mondo simbolico che frulla dentro le nostre teste, esso è, al pari di qualsiasi altro oggetto della mente, uno strumento per costruire a sua volta nuovi simboli, nuovi concetti, nuovi pensieri. Vediamo cosa genera, a seconda delle diverse teste in cui il film viene “visionato”.
Dentro la mia mente esiste una complessa sovrapposizione di livelli simbolici.
Esiste l'elegante sistema del pensiero scientifico, dentro cui i fossili sono analizzati ed interpretati, ed il concetto di dinosauro è vincolato al paradigma scientifico con cui interpreto i fossili.
Esiste poi il “dinosauro” nella sia accezione popolare, inclusa quella che vediamo in Billy.
Il dinosauro “pop” ed il dinosauro puro (scientifico) sono legati da varie relazioni. Non sempre il flusso delle relazioni parte dal dinosauro scientifico per approdare in quello pop. A volte, avviene il contrario. Ciò non deve scandalizzare, a patto che tale “inversione” delle relazioni sia consapevole e guidata. Io posso prendermi la libertà di coniare Sauroniops perché so perfettamente che quel frontale cenomaniano è un oggetto scientificamente valido, indipendentemente dall'appeal pop del nome del taxon che conio. Ma non tutti, probabilmente, hanno lo stesso grado di consapevolezza quando frullano il concetto di “dinosauro” nelle loro menti.

Nella mia mente esiste anche il concetto di “film”, inteso come “arbitraria sequenza di scene che io interpreto come una storia che simula eventi reali”. Un film è sempre, anche quando proposto come “documentario”, una pura finzione. Finzione è la sequenza, il montaggio, il plot degli eventi. Per “finzione” intendo che quello che vedo scorrere nella storia è stato deciso e assemblato da altre persone, non avviene nel mondo “oggettivo” in modo autonomo. Billy, come ogni altro film, è quindi una pura invenzione, ma che si propone – in modo accattivante – come realistica, generando in noi l'illusione del reale, e, di conseguenza, inducendo in noi emozioni analoghe a quelle che si provano nella vita reale. Il successo dei film sta proprio nel loro stimolarci emotivamente. Da qui, penso, nasce l'attaccamento emotivo di chi non vuole che la sua “storia preferita” sia palesemente sviscerata razionalmente e mostrata per quello che è: ovvero, una sequenza arbitraria di scene filmate piena di contraddizioni scientifiche, contraddizioni che impediscono a questa storia di poter essere reale.

Trovo riduttivo l'approccio di chi non riesce a sviscerare un film nella sua natura paradossale. E trovo ulteriormente limitante l'incapacità di molti di comprendere la differenza tra film-in-quanto-finzione-reale da film-in-quanto-finzione-simbolica. Comprendere tale differenza significa essere capaci di amare un film emotivamente, grazie alla sospensione dell'incredulità, ed al tempo stesso apprezzare l'analisi razionale del perché e del come un film non sia reale.

Cosa mi spinge a “sviscerare” un film, per mostrare la sua impossibilità sia logica che scientifica, la sua non-realtà? Perché trovo interessante mostrare che un Tyrannosaurus adulto nel 1993 deve essere stato clonato nel 1968, contraddicendo quindi il film stesso che dichiara tale animale creato non prima di cinque anni prima? Perché è un modo simpatico ed originale per indurre riflessioni a vari livelli: riflessioni sullo sviluppo ontogenetico dei dinosauri, riflessioni sulla plausibilità scientifica di un allevamento di dinosauri, riflessioni sulla sospensione dell'incredulità che assumiamo quando guardiamo un film di fantascienza, riflessioni sulla potenza mitizzante del cinema, riflessioni sulla natura pseudo-religiosa di molte passioni post-moderne. Tutto questo può essere generato da un post che usi come pretesto l'ontogenesi di un Tyrannosaurus vissuto nel 1993. Peccato che larga parte di queste discussioni sia del tutto aldilà della capacità riflessiva del commentatore medio, il quale si limita solo a lamentarsi dell'ovvia natura fittizia di un film.

E quindi torno al dinomaniaco che deve commentare in quel modo.
Perché non comprende che un film può trascendere la sua natura di finzione narrativa, ed essere un pretesto simpatico ed intelligente per aprire una discussione su temi più complessi ed elevati del mero film sui dinosauri? Perché non si sforza di separare la narrazione fittizia e la storia arbitraria che gli viene confezionata e proposta nel film, da tutto ciò che egli può generare partendo dal film? Perché non riesce a saltare dal piano della mera narrazione fantastica, che riconosce quando afferma che “è solo un film”, per approdare a quella del paradosso, per poi usare quel paradosso come un elegante trampolino per affrontare tematiche più ampie ed interessanti?

Se il dinomaniaco non fosse tale, comprenderebbe i differenti livelli presenti nei post, non si scandalizzarebbe della mia analisi razionale, ma anzi la apprezzerebbe per la sua evidente connotazione paradossale, e stimolato dal paradosse dialogherebbe con me su ciò che mi interessa parlare qui. Che non è il fatto che “ Billy è solo un film”.

Forse, pretendo troppo dalla maggioranza dei dinomaniaci...

02 maggio 2015

Billy World - T.rex Geriatrics

Post con differenti livelli di lettura, non tutti immediati.

Come sicuramente ricorderete, specialmente quelli che allora nemmeno erano nati, nell'estate del 1993 un esemplare adulto di Tyrannosaurus rex salvò la vita a quattro persone. Dato che si trattava di un esemplare adulto di Tyrannosaurus rex, quell'animale doveva avere come minimo 20 anni, ma più plausibilmente 25 anni, dato che quello è l'intervallo di tempo minimo per ottenere un Tyrannosaurus di 6 tonnellate sano e vigoroso partendo da un uovo (clonato). Non si può sgarrare questo fatto, a meno di non dovere ammettere un collasso generale del sistema logico che fonda l'Universo di Billy, nel quale – lo ricordo per chi fingesse di ignorarlo – è ammesso solamente un insieme limitato di modifiche delle Leggi Naturali, quelle leggi che impedirebbero l'esistenza di un'isola con dinosauri mesozoici clonati da sangue di dinosauro mesozoico succhiato da zanzare mesozoiche conservate in ambra fossile mesozoica. Pertanto, favole da dinomaniaco ortodosso che credano di avere un Tyrannosaurus adulto in solo 5-10 anni accelerando artificialmente il naturale tasso di crescita di questi animali (già per loro natura dotati di tassi molto elevati per gli standard animali) implicano una sospensione dell'incredulità tanto grande da uscire totalmente dal sistema logico dell'Universo di Billy, per entrare a testa bassa nel Regno della Magia. Ed a quel punto, potremmo anche avere un Tyrannosaurus che vola, emette fiamme dagli orifizi, parla con accento scozzese e si accoppia con muli parlanti. Perché? Perché nel momento in cui si ammette ed accetta che ogni singolo dettaglio scientifico sui dinosauri può essere piegato alle logiche della “storia”, la “storia” diventa pura favola, che implica a sua volta che possiamo includere qualsiasi cosa, dai folletti, ai puffi, alle famiglie edulcorate del Mulino Bianco, senza più alcun vincolo. Anche se il dinomaniaco medio è incapace di elaborare questa semplice conclusione, nel momento in cui si può ammettere qualsiasi libera violazione delle leggi della Natura al fine di “salvare la storia di Billy”, è ammissibile anche ogni alternativa distorsione della realtà che possa a sua volta “distruggere la storia di Billy”. Se io vi concedessi i tassi di crescita accelerati, voi dovreste concedermi un tasso accelerato di degenerazione cellulare indotto dalla crescita accelerata, che ucciderebbe i vostri animali prima che possano diventare adulti. Perché dovete concedermelo? Perché senza alcun vincolo logico la mia versione è valida come la vostra. Nessuno potrebbe “rivendicare” una maggiore coerenza rispetto alle alternative. Ma se volete che ci sia un qualche “criterio” per discriminare versioni “valide” da “versioni non valide” occorre che tale criterio sia svincolato dalla soggettività di chi propone lo scenario. Ovvero, occorre un vincolo oggettivo. Tale vincolo oggettivo è dato dalla coerenza con la storia originale che funge da “fondamento” del sistema dell'Universo di Billy. Tanto più ci allontaniamo da tale criterio “assiomatico” tanto più soggettiva e anarchica diventa la vostra versione della storia. Ovvero, se vogliamo restare seriamente dentro Billy Universe (e la sua base minima di assiomi) e non in Fantasilandia (isola dove potreste incontrare i dinosauri [n.d.a.]), quell'esemplare deve essere nato nel 1968. Non c'è altro modo per avere un Tyrannosaurus adulto nel 1993 nell'Universo di Billy.
Quindi, nell'Universo di Billy attualmente esistente, anno 2015, detto anche “Billy World”, quanti anni avrebbe oggi un Tyrannosaurus nato nel 1968? Semplice: 47. Un'età del genere pone problemi di qualche tipo, rispetto alla serie ristretta di concessioni alle Leggi Naturali che fonda l'Universo di Billy? Sì, enormemente.

Come ricorderete, gli esemplari fossili più anziani di Tyrannosaurus noti erano morti tutti ad un'età inferiore a 30 anni. Il famoso esemplare “Sue” era morto a 28 anni e mostrava un grado massimo di ossificazione delle suture tra le ossa, numerosi segni di patologie dovute alla tarda età e una morfologia molto massiccia. In breve, “Sue” era un esemplare anziano. Sebbene non sia possibile stimare la longevità massima di questa specie, possiamo comunque fare delle analogie con un altro animale che popola l'isola di Billy, e del quale è molto ben conosciuto il ciclo vitale: Homo sapiens. Siccome si considera “anziano” un essere umano sopra i 65 anni, ipotizzare un Tyrannosaurus di 47 anni è simile all'ipotizzare un essere umano di più di 109 anni. Un'età del genere non è impossibile da raggiungere per gli Homo sapiens attuali, ma è estremamente molto rara e, sopratutto, caratterizzata da una quasi totale mancanza di “prestazioni funzionali”. Seguendo la medesima logica, un Tyrannosaurus di 47 anni sarebbe molto probabilmente un individuo talmente vecchio e malridotto, debole e acciaccato, da essere del tutto incapace di muoversi e nutrirsi autonomamente. Anche se si dimentica che anche i dinosauri erano animali e non super-eroi mitologici, anche i dinosauri, come ogni animale in natura, invecchiavano. E la vecchiaia porta indebolimento, perdita di “prestazioni” e una generale decadenza delle capacità. Un Tyrannosaurus ad uno stadio super-geriatrico, tenuto in piedi più per l'Operazione Nostalgia che per una reale esigenza logica, sarebbe un pessimo soggetto per qualsiasi scena finale.
Ciò che fu possibile nel 1993 in modo epico potrebbe quindi avvenire nel 2015 in modo patetico.

Nota per il dinomaniaco zelota: se il tuo Tyrannosaurus ha un tasso di crescita accelerata per poter essere adulto in soli 5 anni, proprio per effetto del tasso di accelerazione della sua crescita (4 volte quello naturale) invece di diventare anziano a 28 anni lo diventerebbe a 28/4=7 anni. Quindi, un Tyrannosaurus con tasso di crescita accelerata 4x ed adulto nel 1993, se fosse ancora vivo nel 2015 avrebbe le prestazioni comparabili a quelle di un essere umano di 188 anni (o, semplicemente, sarebbe morto di vecchiaia – accelerata – nel 1995).
Dalla padella alla brace.