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09 dicembre 2023

L'Ultimo pasto del Gorgosaurus

 


Nuovo episodio del Podcast di Theropoda dedicato al recente studio di Therrien et al. (2023) su un esemplare di Gorgosaurus che mostra tracce dei suoi ultimi pasti nella cavità addominale. Link all'articolo nella descrizione inclusa nell'episodio del podcast.

07 gennaio 2023

Il dinosauro più intelligente del Mesozoico (senza bisogno del dinosauroide)

Dale Russell era del tutto fuori strada? La realtà supera la fantasia?


Quale era il dinosauro "più intelligente"? No, non è Troodon. E non è nemmeno il famigerato dinosauroide di Russell! Possibile che abbiamo sbagliato tutto nel dibattito sull'intelligenza nei dinosauri? Possibile che la risposta sia altrove, e sia forse persino più esaltante del fantasioso dino-umanoide che ricorre ogni volta che si parla di dinosauri con capacità cognitive sofisticate? 

Parlo di una specie vera, ma che non avreste mai immaginato sotto questa luce.

Ma andiamo per gradi.

Nel mio podcast di ieri, ho commentato lo studio di Herculano-Houzel (2023), nel quale l'autrice propone un nuovo metodo per stimare la densità ed il numero dei neuroni telencefalici nei dinosauri mesozoici, neuroni che, nelle specie dotate di grande cervello (e una peculiare organizzazione del cervello) sono di fatto i responsabili delle capacità cognitive di un animale.

L'autrice mostra che nei theropodi mesozoici il rapporto massa (stimata) del cervello e massa (stimata) del corpo segua il medesimo andamento che si osserva nelle specie di aviani moderni più basali (come galliformi e ratiti), e che da ciò sia possibile calcolare il numero di neuroni telencefalici. In base a questa stima, Tyrannosaurus risulterebbe possedere più di 3 miliardi di neuroni telencefalici, ovvero lo stesso ordine di grandezza di un babbuino. Dato che, sostiene Herculano-Houzel (2023), il numero dei neuroni telencefalici è il vero indicatore delle prestazioni cerebrali (e non la sua relazione con la massa totale dell'animale), l'autrice suggerisce la sconvolgente possibilità che i grandi theropodi, in virtù del loro numero relativamente elevato di neuroni telencefalici, possano aver avuto una "intelligenza" simile a quella dei mammiferi e degli uccelli più "smart".

Immaginare Tyrannosaurus come dotato di un'intelligenza corvina è sicuramente accattivante e sono sicuro sarà il nuovo dogma dei dinomaniaci, ma io continuo a ragionare da paleontologo il più possibile ancorato al terreno e non mi limito a considerare l'intelligenza di un animale solamente in base al numero dei neuroni calcolati. Il numero è importante ma conta anche come sono organizzati tali neuroni.

Come ho commentato nel podcast, anche ammettendo che i calcoli di Herculano-Houzel (2023) siano validi, ciò non implica automaticamente che il gran numero di neuroni telencefalici di Tyrannosaurus fosse usato per elaborare concetti e comportamenti sofisticati. Il neurocranio di Tyrannosaurus ha una organizzazione generale che ricorda molto quello dei coccodrilli, e poco quello degli animali "più intelligenti", come corvi e scimmie. La regione telencefalica è tubolare e ospita un enorme bulbo olfattorio, e non appare riorganizzata per elaborare informazioni più astratte dei classici segnali odorosi. Pertanto, aver calcolato un enorme numero di neuroni telencefalici in Tyrannosaurus conferma la sua eccezionale acutezza olfattiva (già ipotizzata da studi neurologici precedenti) ma non implica alcuna sofisticazione intellettiva.

Modelli digitali della regione endocranica in Majungasaurus (A), Allosaurus (B), Tyrannosaurus (C), Struthiomimus (D), Deinonychus (E), Archaeopteryx (F): notare che la forma della regione telencefalica (indicata con "cer") diventa sempre meno "rettiliana" e tubolare ed assume una forma più globosa e "aviana" tanto più ci avviciniamo filogeneticamente ad Aves. Tyrannosaurus non mostra un telencefalo particolarmente "aviano" e probabilmente aveva solo un enorme sistema di elaborazione del segnale olfattivo "da rettile", ma nessuna speciale sofisticazione cognitiva. Immagine da Witmer e Ridgely (2009).


Ciò significa che, probabilmente, il numero elevato di neuroni telencefalici in queste specie era principalmente legato alle loro specializzazioni sensoriali, in particolare quelle legate al senso dell'olfatto, come accade nella maggioranza dei vertebrati (il telencefalo ospita in origine il sistema olfattivo, e solo in certi gruppi evolve come organo "cognitivo superiore"), ma non implica automaticamente una sofisticazione cognitiva.

Questo significa che lo studio di Herculano-Houzel (2023) è completamente sbagliato? Forse no. Come l'autrice stessa sottolinea nella sua analisi dei dati, non è corretto assumere una singola "traiettoria" cerebrale nei dinosauri: ci sono taxa con cervelli più "rettiliani" e ci sono taxa con cervelli più "aviani", e questo sicuramente si rifletteva anche nelle modalità di processamento delle informazioni. L'autrice ha portato un contributo interessante per capire l'intelligenza dei dinosauri perché ha mostrato che oltre alla organizzazione generale del cervello esisteva anche un secondo fattore che poteva incidere sull'intelligenza dell'animale: le dimensioni assolute del cervello (ovvero, il numero totale di neuroni). Ovvero, a parità di organizzazione generale, il cervello di un dinosauro gigante era "più intelligente" di quello di un dinosauro dello stesso gruppo ma di dimensioni totali inferiori. Questo risultato è analogo a quanto osserviamo negli elefanti, la cui intelligenza è anche legata alle dimensioni assolute dei loro grandi cervelli, nonostante che essi non appartengano ai gruppi di mammiferi con specializzazioni cerebrali superiori (come cetacei e primati).

Pertanto, se volessimo cercare il "dinosauro più intelligente", dovremmo cercarlo tra quelli con l'organizzazione cerebrale più simile a quella aviana ed al tempo stesso aventi le dimensioni assolute maggiori. Ovvero, è nei maniraptoriformi giganti che forse possiamo incontrare qualche dinosauro con capacità cognitive superiori (per la media dei rettili).

Usando i dati presenti in Herculano-Houzel (2023) ho quindi calcolato la relazione tra massa del cervello e massa del corpo nei maniraptoformi (i theropodi con i cervelli più simili a quelli aviani) e usando questa relazione ho calcolato il numero di neuroni telencefalici in Gigantoraptor ed in Deinocheirus: il primo risulta avere 2 miliardi e 700 milioni di neuroni telencefalici, più o meno quanto un babbuino, mentre il secondo risulta averne 3 miliardi e 800 milioni, un valore persino superiore a quelli stimati per Tyrannosaurus, ma con la differenza che in questo caso la componente telencefalica non appare esclusivamente specializzata per l'elaborazione del segnale olfattorio, e potrebbe quindi essere stata deputata anche ad elaborare una qualche forma di "intelligenza".

Se prendiamo queste stime come buone, e assumiamo che il telencefalo dei maniraptoriformi non fosse "rettiliano" come quello di Tyrannosaurus, allora, forse, e lo dico con tutte le virgolette possibili, forse i maniraptori giganti, endotermici, dotati di lunghi arti anteriori, come Deinocheirus e Gigantoraptor, potrebbero essere stati i dinosauri più intelligenti in assoluto. La domanda finale, ovviamente, è: erano capaci di prestazioni cerebrali complesse e sofisticate, forse comparabili a quelle delle specie più "furbe" viventi oggi? Per rispondere a questa domanda, dovremo trovare nuovi fossili, analizzare i calchi endocranici, trovare tracce di sistemi socio-famigliari complessi. Ovvero, continuare a fare ricerca paleontologica e non solo elegante speculazione matematica.

Non vi nascondo che l'idea che Deinocheirus possa essere stato "speciale" anche a livello cognitivo, elevandolo intellettualmente sopra i suoi simili, solleva delle eccitanti considerazioni sull'uso delle sua enormi mani prensili...

Bibiliografia:

Herculano-Houzel S. (2023) Theropod dinosaurs had primate-like numbers of telencephalic neurons. Journal of Comparative Neurology DOI: 10.1002/cne.25453



02 marzo 2021

Tamarro è un troodontide?

 



Sellés et al. (2021) descrivono un metatarsale parziale dal Maastrichtiano terminale della Spagna, ed istituiscono un nuovo theropode, Tamarro insperatus. Il nome del genere è un riferimento al folklore catalano, ma in italiano ha ben altro significato

L'esemplare è molto interessante, dato che proviene da livelli molto alti della fine del Cretacico, a non meno di 200 mila anni dalla fine del Mesozoico. Tamarro è quindi uno dei più recenti dinosauri non-aviani europei noti.

Gli autori codificano Tamarro nell'analisi di Hartman et al. (2019) dove risulta essere un troodontide basale (Jinfengopteryginae). Immesso in Megamatrice, Tamarro risulta invece un maniraptoro di posizione indeterminata: esso è collocabile con uguale supporto in Caenagnathoidea, in Unenlagiinae o nel grado non-parvicursorino di Alvarezsauridae. Delle tre opzioni, la mia scommessa va in Unenlagiinae, dato che Magamatrice identifica altri taxa europei della fine del Cretacico in quel clade.

In attesa di nuovi resti, non penso si possa speculare molto oltre.

27 aprile 2019

Xingtianosaurus: un caudipteride?

Olotipo di X. ganqi (da Qiu et al. 2019).

Qiu et al. (2019) descrivono uno scheletro parziale di theropode dalla parte intermedia della Formazione Yixian e istituiscono un nuovo taxon: Xingtianosaurus ganqi.
L'unico esemplare di Xingtianosaurus è privo di testa, manca di buona parte della colonna presacrale e della parte distale della coda, e non preserva i coracoidi. 
Le vertebre dorsali intermedie sono pneumatizzate. Le caudali non si allungano nella parte distale della coda, condizione simile a oviraptorosauri e therizinosauroidi. Lo sterno è ampio ed ossificato, con una marcata concavità laterale, la scapola è riportata essere più corta dell'omero ma è incompleta, quindi è difficile determinarne la lunghezza totale. L'omero è parzialmente preservato e sembra privo del prominente tubercolo mediale tipico di molti maniraptori. L'ulna è piegata posteriormente, e la mano presenta un carpale semilunato, caratteri tipici dei pennaraptori. Il carpale semilunare non ricopre completamente né il primo né il secondo metacarpale. Lo scafolunare ha un angolo radiale relativamente acuto, condizione che differenzia questo taxon dagli oviraptorosauri e dagli uccelli più derivati. Un piccolo carpale potrebbe essere l'ulnare. Il terzo metacarpale è parzialmente ossificato prossimalmente. La mano ha proporzioni tipiche da maniraptoro, con il secondo ungueale più ampio del primo, ed il terzo ridotto. La presenza del terzo ungueale differenzia questo taxon da Caudipteryx (che è funzionalmente didattilo). L'ileo ricorda gli oviraptorosauri basali nell'avere un lungo processo preacetabolare con un uncino lobato, ed un processo posteacetabolare ridotto ed acumunato. Il peduncolo pubico tuttavia è più simile ai paraviani, in quanto più lungo dell'acetabolo. Il pube è esposto anteriormente e manca della parte distale. L'ischio è privo di curvatura (a differenza di quanto riportato nel testo) ed ha il processo otturatore in posizione terminale: questo è un mix di caratteri simili ai paraviani piuttosto che agli oviraptorosauri. La gamba è poco diagnostica, ma apparentemente è priva di arctometatarso (anche nella forma incipiente), ma non mostra alcuna particolare affinità con qualche clade di Maniraptora, aldilà delle caratteristiche generali dell'intero clade.
Qiu et al. (2019) svolgono due analisi filogenetiche, una generale alla scala di Coelurosauria, ed una più focalizzata in Oviraptorosauria, il clade in cui Xingtianosaurus risulta nella prima analisi. La seconda analisi colloca il nuovo taxon alla base di Caudipteridae.
A giudicare dalla lista di caratteri "anomali" per un oviraptorosauro che ho elencato sopra, questo risultato mi lascia scettico.
Immesso in Megamatrice, Xingtianosaurus risulta il sister taxon di Pennaraptora (= Oviraptorosauria + Paraves). Per posizionare il nuovo taxon in Oviraptorosauria occorre aggiungere tre steps, ed in quel caso, Xingtianosaurus risulta un "Protarchaeopterygidae". Per collocarlo in Caudipteridae, occorre aggiungere altri 2 steps: pertanto, con 5 steps di differenza rispetto alla posizione esterna a Oviraptorosauria, io resto scettico sullo status caudipteride di questo theropode. Al tempo stesso, è plausibile che la posizione attuale sia viziata dalla mancanza del cranio (che risolverebbe immediatamente l'interpretazione pro o contro Caudipteridae): per questo motivo, la prudenza mi dice di limitare la classificazione di questo nuovo taxon a Maniraptora incertae sedis.

Bibliografia:
Rui Qiu, Xiaolin Wang, Qiang Wang, Ning Li, Jialiang Zhang, Yiyun Ma (2019). A new caudipterid from the Lower Cretaceous of China with information on the evolution of the manus of Oviraptorosauria. Scientific Reports. 9: 6431. doi:10.1038/s41598-019-42547-6

25 marzo 2018

Anomalipes (ai piedi di Gigantoraptor)

Femore, tibia e fibula di Anomalipes (da Yu et al. 2018)

Yu et al. (2018) descrivono i resti frammentari di un theropode di dimensioni medio-piccole dal Cretacico Superiore del Shandong. I resti includono buona parte di femore e tibia, metà fibula, un terzo metatarsale completo ed alcune falangi del piede, e sono riferibili ad un oviraptorosauro per il mix di caratteri (tra cui, la presenza nel femore del trocantere posteriore, la riduzione del quarto trocantere, e la presenza del trocantere accessorio). Gli autori notano una serie di caratteri inusuali condivisi con Gigantoraptor, ed istituiscono Anomalipes zhaoi.
Anche Megamatrice avvalora la collocazione di Anomalipes tra i caenagnathidi.  La possibile relazione stretta con Gigantoraptor è intrigante, dato che implicherebbe un clade di caenagnathidi cinesi. Gli autori esplorano l'evoluzione delle dimensioni corporee negli oviraptorosauri, sebbene non sia chiaro come fattori ontogenetici possano distorcere il risultato della loro analisi. Ad esempio, sebbene Anomalipes è stimato attorno ai 50 kg, non è chiaro se l'esemplare sia pienamente maturo. Dato che il sister-taxon di Anomalipes in quella analisi è Gigantoraptor (la cui massa è stimata oltre le 3 tonnellate), determinare se l'unico esemplare di Anomalipes sia adulto o no è fondamentale per quantificare l'entità dell'aumento dimensionale dagli oviraptorosauri ancestrali al più grande di tutti i pennaraptori.

Bibliografia:
Yilun Yu, Kebai Wang, Shuqing Chen, Corwin Sullivan, Shuo Wang, Peiye Wang, Xing Xu (2018) A new caenagnathid dinosaur from the Upper Cretaceous Wangshi Group of Shandong, China, with comments on size variation among oviraptorosaurs. Scientific Reports 8: 5030. doi:10.1038/s41598-018-23252-2

11 novembre 2017

Una Soluzione Etica e Sostanziale all'Affare Ajacingenia


Nel genere cinematografico poliziesco e d'azione, esiste una coppia stereotipata, la così detta coppia "poliziotto buono - sbirro cattivo". Entrambi i membri della coppia sono "dei buoni" ed entrambi combattono il crimine, ma risultano antitetici da un punto di vista "aristotelico". Il poliziotto buono è generalmente "formale", vuole rispettare le regole sempre e comunque, ed è perfettamente aderente al regolamento. Egli incarna l'idea che le regole siano da rispettare sempre e comunque, costi quel che costi. Lo sbirro cattivo è invece allergico alle regole, non rispetta il regolamento e tende a fare "a modo suo". Egli incarna l'idea che la giustizia e l'etica sono più importanti della forma, e che il nobile fine di far trionfare la giustizia richiede ai buoni, a volte, di "agire da cattivi". Generalmente, la simpatia dello spettatore va verso "lo sbirro cattivo", se non altro perché spesso la trama di questi film è proprio incentrata sulla necessità di "sporcarsi le mani" e "violare il regolamento" per combattere il crimine. Una scena classica di questi film è appunto il momento in cui lo sbirro cattivo spiega all'amico poliziotto buono che, a volte, occorre violare il regolamento proprio per mantenere in vita il senso stesso di quel regolamento. Perché, dopo tutto, le regole sono fatte per essere infrante. e la forma ha senso solamente in funzione della sostanza.

Vi ricordate il brutto affare che coinvolse la revisione tassonomica dell'oviraptoride "Ingenia" yanshini? Ne parlai alcuni anni fa, quando scoprii (e denunciai su questo blog) che un certo Easter, autore della "revisione" di Ingenia (revisionato con il nome di Ajacingenia), aveva scritto quell'articolo plagiando il blog di Mickey Mortimer e non contattando Rinchen Barsbold, paleontologo mongolo di fama internazionale, ancora in vita ed autore della specie originaria "I." yanshini, quindi non coinvolgendolo nella revisione della specie istituita proprio da Barsbold nel 1981.
Formalmente, il nome "Ajacingenia" è pienamente valido, perché rispetta tutte le regole del Codice Internazionale di Nomenclatura Zoologica. Secondo l'approccio del "poliziotto buono", il nome Ajacingenia chiude la faccenda, e deve essere usato. Eppure, io ho più volte sottolineato che tale nome è, per quanto "formalmente buono", "sostanzialmente cattivo", sbagliato ed ingiusto. Pertanto, io non lo ritengo un termine scientificamente valido, per questioni "etiche" più che formali: usare quel termine significa avallare un episodio di plagio e di scorrettezza etica. Oltre che ingiusto nella sostanza, esso diventa un pericoloso precedente di vandalismo tassonomico e cattiva condotta professionale.
Altri preferiscono "rispettare il regolamento" e ignorare la questione etica: essi dicono che siccome Ajacingenia è formalmente valido, non ci sono motivi per non usarlo. Io la penso diversamente. Forse perché io non sono un poliziotto buono, ma uno sbirro cattivo: una persona poco rispettosa della forma ma molto attenta alla sostanza.

All'inizio di questo anno, ricevetti la richiesta di fare la revisione tecnica ad un manoscritto scritto da Greg Funston, Mendonca, Currie e Barsbold, avente come oggetto una dettagliata revisione anatomica e tassonomica degli oviraptorosauri dal Bacino del Nemegt. In questo articolo, gli autori revisiovano la morfologia di "Ingenia" ed usavano il nome "formalmente valido" di Ajacingenia. Alla fine della mia revisione, inclusi una nota non vincolante, ma che mi auguravo che gli autori avrebbero preso in considerazione: evitare di usare Ajacingenia, per i motivi etici che ho menzionato prima, e di "aggirare il codice" proponendo la seguente soluzione:

In tutte le recenti filogenesi degli oviraptorosauri, "Ingenia/Ajacingenia" yanshini risulta sister taxon di Heyuannia huangi, un oviraptoride cinese. I due oviraptoridi sono molto simili, in particolare nella inusuale morfologia robusta della mano, al punto che le differenze tra i due olotipi sono a livello di dettagli minori. Pertanto, proposi, perché non abbandonare Ajacingenia (per motivi etici sostanziali) e proporre una "espansione" del nome Heyuannia, così da includere al suo interno non solo la specie huangi, ma anche la specie yanshini? Ovvero, proposi a Funston et al. di istituire una nuova combinazione "Heyuannia yanshini" al posto di "Ajacingenia yanshini". Dato che il genere Heyuannia è stato istituito 11 anni prima di Ajacingenia, esso è un potenziale sinonimo senior di questo ultimo, e quindi ha priorità nel caso i due nomi si riferiscano al medesimo taxon. Pertanto, "espandendo" l'inclusività di Heyuannia (non più associato ad una sola specie, ma a due), si rende inutile la necessità di Ajacingenia. In questo modo, sicuramente poco formale, ma sostanzialmente valido e comunque permesso dal Codice, si rimuoveva alla radice il problema etico generato da Ajacingenia.

Notate che non ci sono motivi per rifiutare questa opzione: esattamente come Gorgosaurus libratus e Albertosaurus libratus sono due alternative valide per il medesimo taxon (dipende da quanto inclusivo consideriate il nome Albertosaurus), allo stesso modo possiamo usare Heyuannia yanshini e Ajacingenia yanshini. Con la differenza, per me sostanziale, che Heyuannia yanshini è eticamente più accettabile di Ajacingenia yanshini.

Da Funston et al. (2017)


Ieri, l'articolo di Funston et al. (2017) è stato pubblicato. Gli autori hanno accolto il mio suggerimento e propongono la combinazione Heyuannia yanshini.
Essi scrivono:

Barsbold (1981) originally described this oviraptorid as “Ingeniayanshini, but the genus was preoccupied by a nematode. Despite recognition of the taxonomic issue, it was not resolved until Easter (2013) coined “Ajancingenia”. There are, however, several ethical problems with the study of Easter (2013), including the plagiarism of text and a figure. Hence, despite the validity of ‘Ajancingenia’ under the ICZN, we propose synonymizing Ajancingenia and Heyuannia to avoid an ethical dilemma. This synonymy is supported by recent oviraptorosaur phylogenies (Lamanna et al., 2014; Funston and Currie, 2016; Lü et al., 2016), which find H. yanshini and H. huangi as sister taxa.


Funston mi ha personalmente risposto ieri, via Facebook, ringraziandomi per aver proposto una "soluzione elegante" ed eticamente risolutrice alla controversia tassonomica. Io, ovviamente, seguirò questa proposta, non tanto perché l'ho proposta io, ma perché mi pare veramente la soluzione più corretta, nella sostanza, ad una brutta faccenda di plagio e vandalismo tassonomico.

Bibliografia:
Funston, G.F. et al. (2017) Oviraptorosaur anatomy, diversity and ecology in the Nemegt Basin. Palaeogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology http://dx.doi.org/10.1016/j.palaeo.2017.10.023

22 ottobre 2016

Un bonebed di Avimimus



Funston et al. (2016) descrivono un bonebed dalla Formazione Nemegt della Mongolia meridionale, composta da elementi in larga parte disarticolati. Il bonebed fu scoperto nel 2006 ed era, al momento della scoperta, già stato depredato da cercatori illegali di fossili. La grande maggioranza degli elementi presenti ancora nel bonebed (il 90%) è riferibile ad Avimimus, che è rappresentato da un numero minimo di 18 individui, stima basata sulle 33 tibie rinvenute. Aspetto interessante dell’associazione è che tutti gli individui sono riferibili a stadi di crescita subadulto o adulto, senza rappresentanza di immaturi. Siccome nel bonebed sono presenti ossa di animali di piccole dimensioni (come mammiferi), l’assenza di Avimimus giovani non è da imputare a fattori fisici che selezionarono le dimensioni delle ossa nel sito. Siccome esistono altri casi di associazioni monospecifiche a dinosauri segregate in base allo stadio di crescita, questo sito conferma che nei dinosauri mesozoici è frequente la segregazione in gruppi omogenei per fasce di età.
Le ossa di Avimimus da questo nuovo sito aggiungono informazioni sull’anatomia di questo theropode: il premascellare è corto e privo di denti, con crenulazioni sul margine orale. I nasali sono fusi, corti e con una forma vagamente “ad ancora”. Il dentale è di forma intermedia tra quello di Caudipteryx e quelli dei caenagnathoidi. Il muso di Avimimus era quindi molto corto, come nella maggioranza degli oviraptorosauri. Il complesso del tetto cranico e della scatola cranica è ampiamente ossificato, con la maggioranza delle suture obliterate.
Aggiornato su questi nuovi dati, Avimimus in Megamatrice risulta sister-taxon del nodo Oviraptoridae + Caenagnathidae.

Bibliografia:
Funston, G. F. et al. 2016. The first oviraptorosaur (Dinosauria: Theropoda) bonebed: evidence of gregarious behaviour in a maniraptoran theropod. Scientific Reports 6, 35782.

15 aprile 2016

Apatoraptor

Olotipo di Apatoraptor (fonte: Wikipedia).

Ero a conoscenza che un esemplare articolato di Caenagnathidae canadese era attualmente in studio. Con piacere, l'esemplare è stato pubblicato in questi giorni, e riferito al nuovo taxon Apatoraptor pennatus (Funston e Currie 2016), letteralmente "il rapace ingannatore con le penne". La natura ingannatrice del genere è dovuta all'iniziale interpretazione del fossile come appartenente ad un ornithomimide, interpretazione scartata con la completa preparazione e studio del fossile.
L'olotipo di Apatoraptor comprende la metà anteriore articolata di un theropode di taglia medio-piccola. Buona parte del cranio è andata perduta, con solo parte del palato e della mandibola preservata. La conformazione della mandibola è tipica dei Caenagnathidae, con una lunga finestra mandibolare bordata da un lungo processo posteroventrale del dentale, e la fusione di surangolare, angolare ed articolare. Il collo include almeno 11 vertebre (le prime dorsali sono "cervicalizzate"), mentre la mano presenta un mix di caratteri presenti in altri oviraptorosauri derivati. L'ulna presenta tracce di papille ulnari: si tratta della prima evidenza di questa struttura in un oviraptorosauro, e conferma quanto già sapevamo dalla scoperta di Caudipteryx, ovvero che anche gli oviraptorosauri presentano vere penne remiganti come i paraviani.
Immesso in Megamatrice, Apatoraptor risulta membro di Caenagnathidae, come risultato anche a Funston e Currie (2016). A differenza dell'analisi svolta in quello studio, io provvisoriamente non riferisco elementi non-sovrapponibili con gli olotipi ad i taxa Chirostenotes ed Elmisaurus: questa decisione conservativa probabilmente spiega alcune discrepanze tra la composizione di Caenagnathidae risultata nelle due analisi.

Bibliografia:
Gregory F. Funston and Philip J. Currie (2016). A new caenagnathid (Dinosauria: Oviraptorosauria) from the Horseshoe Canyon Formation of Alberta, Canada, and a reevaluation of the relationships of Caenagnathidae. Journal of Vertebrate Paleontology doi:10.1080/02724634.2016.1160910

07 dicembre 2015

Outgroup matters

Un'analisi filogenetica è una procedura formalizzata per costruire ipotesi testabili sulle relazioni evoluzionistiche all'interno di un gruppo monofiletico (generalmente, un insieme di specie). Ogni analisi filogenetica consta di tre soggetti.

1- L'insieme delle forme biologiche da analizzare, il gruppo monofiletico del quale vogliamo costruire la filogenesi. Questo insieme è detto “gruppo interno” (ingroup).
2- L'insieme delle caratteristiche intrinseche ai membri del gruppo che usiamo come dati a sostegno della nostra filogenesi. Nel caso di forme fossili, questo insieme di caratteristiche è dato da una serie di caratteri morfologici. Per ciascuno carattere morfologico occorre riconoscere almeno due stadi alternativi con cui tale carattere si manifesta. Questi stadi alternativi sono detti “stati del carattere”.
3- Una o più forme biologiche che non appartengono all'ingroup, ma che sono utilizzate dall'analisi per ricostruire la condizione ancestrale di tutti i caratteri analizzati. Il motivo per l'inclusione di queste forme nell'analisi è il seguente:
Un'analisi filogenetica si basa sul principio darwiniano della discendenza con modificazioni per ricostruire l'evoluzione nell'ingroup. Queste modificazioni non sono altro che trasformazioni da uno stato di un carattere ad un altro stato di un carattere. Il primo stato è detto “condizione primitiva”, il secondo “condizione derivata”. Sono ritenuti gruppi filogeneticamente validi solamente quelli basati sulle condizioni derivate: dato che le condizione primitive erano pre-esistenti all'evoluzione di quel gruppo, non sono significative per ricostruire i legami interni all'ingroup. Non esistono principi generali per stabilire quali stati siano primitivi e quali derivati, anche perché i medesimi stati possono essere alternativamente primitivi o derivati a seconda di quanto ampio o ristretto sia l'ingroup che utilizziamo. Per questo, utilizziamo delle ulteriori specie “esterne” per stabilire quali siano le condizioni primitive (e, di conseguenza, quelle derivate). Siccome non possiamo conoscere a priori quali siano le trasformazioni degli stati dei caratteri, utilizziamo gli stati dei caratteri di specie NON appartenenti all'ingroup per risalire alle condizioni primitive. Se una o più specie esterne condividono un particolare stato di un carattere, si assume che quello stato sia il primitivo per l'ingroup. Queste specie “esterne” al nostro gruppo formano il cosidetto “gruppo esterno” o outgroup.

Se avete seguito tutto il ragionamento, avrete colto che la scelta del gruppo esterno è fondamentale per un'analisi filogenetica. Modificando il gruppo esterno, difatti, cambiano gli stati primitivi dei caratteri, e di conseguenza cambiano le significatività dei caratteri utilizzati. Pertanto, la scelta del gruppo esterno deve sempre essere ben ponderata e motivata.
Purtroppo, spesso il gruppo esterno è scelto in modo superficiale, o comunque ad esso viene dato un peso minore rispetto agli altri fattori in gioco in un'analisi filogenetica.

Per mostrarvi quanto la scelta del gruppo esterno sia fondamentale, ho svolto 5 analisi filogenetiche di Oviraptorosauria, usando i taxa ed i caratteri presenti in Megamatrice. Attualmente, circa una trentina di oviraptorosauri è presente in Megamatrice. Queste 5 analisi sono identiche tra loro per i caratteri utilizzati e per il gruppo interno, e variano solamente nella composizione del gruppo esterno.
Nella prima analisi, ho utilizzato un solo gruppo esterno: il theropode basale Herrerasaurus.
Il risultato dell'analisi è questo:

Nella seconda analisi, ho utilizzato due gruppi esterni: Herrerasaurus ed il tetanuro non-coelurosauro Allosaurus.
Il risultato dell'analisi è questo:

Nella terza analisi, ho utilizzato tre gruppi esterni: Herrerasaurus, Allosaurus e l'alvarezsauroide basale Haplocheirus.
Il risultato dell'analisi è questo:

Nella quarta analisi, ho utilizzato quattro gruppi esterni: Herrerasaurus, Allosaurus, Haplocheirus ed il therizinosauro basale Falcarius.
Il risultato dell'analisi è questo:

Nella quinta analisi, ho utilizzato cinque gruppi esterni: Herrerasaurus, Allosaurus, Haplocheirus, Falcarius ed il paraviano basale Archaeopteryx.
Il risultato dell'analisi è questo:


Notare quanto siano variabili i risultati, avendo cambiato soltanto la composizione del gruppo esterno. In tutte le analisi, la radice dell'albero (ovvero, il taxon usato come gruppo esterno più basale di tutti) è sempre Herrerasaurus, mentre gli altri gruppi esterni servono a raffinare progressivamente la condizione primitiva alla base di Oviraptorosauria. Mano a mano che si aggiungevano gruppi esterni, alcune relazioni tendevano a cambiare, a riprova che la scelta dei gruppi esterni incide sul modo con cui i vari caratteri sono interpretati dall'analisi.
L'esempio non si propone di discutere nel dettaglio la filogenesi di Oviraptorosauria, ma solo di mostrare come essa sia fortemente vincolata alla scelta dei gruppi esterni.

Come vedete, la scelta del gruppo esterno è fondamentale: una scelta grossolana, un ridotto campionamento tra i gruppi esterni o semplicemente una ipotesi a priori su quali siano i “parenti prossimi” da usare come gruppo esterno incide significativamente sulle relazioni risultanti, e quindi deve sempre essere ben ponderata e motivata.
Questo esempio mostra quanto sia importante campionare nel modo più esaustivo possibile non solo i taxa ed i caratteri del gruppo interno, ma anche e sopratutto i gruppi esterni. Per questo motivo, pur dedicandosi ai theropodi, Megamatrice ha un ampio campionamento nei vari gruppi esterni di Theropoda (sauropodomorfi, ornithischi, dinosauriformi basali).

20 marzo 2015

Testing the neoflightless hypothesis: pro- and uropatagia reveal flying ancestry in ceratopsians (a reply to Feduccia and Czerkas 2015)

Feduccia e Czerkas (2015) portano nuovi argomenti a favore della ipotesi per cui gli oviraptorosauri siano uccelli secondariamente non-volatori (“neoflightless” usando la loro terminologia) e che tale argomento dia a sua volta sostegno all'ipotesi che i maniraptori non siano dei theropodi (né dei dinosauri) bensì uccelli mesozoici non-volatori, e che, pertanto, Aves non sia un ramo di Dinosauria. Inutile ricordare che queste ipotesi del filone BAND sono debolissime e non rendono conto della enorme mole di dati a sostegno di una origine dinosauriana e theropodiana degli uccelli, nonché della origine terricola dei maniraptori non-aviali.
L'articolo propone che le tracce carboniose trovate nell'ansa anteriore del gomito di esemplari articolati di Caudipteryx – conservanti parti molli – sia la traccia lasciata da propatagio (che è una parte del patagio alare negli uccelli attuali) e che pertanto tale struttura sia un vestigio di un'ala ancestrale che nei maniraptori sarebbe degenerata (in analogia con gli uccelli ratiti non-volatori).
A dimostrare come questo “argomento” sia fallace e contradditorio, applicherò lo stesso ragionamento di Feduccia e Czerkas (2015) ad un altro fossile proveniente dalle medesime associazioni di Caudipteryx: il famoso Psittacosaurus che conserva tracce di tegumento. Se la logica funziona per entrambi allo stesso modo, dovremo giungere alle medesime conclusioni in entrambi.
L'applicazione rigorosa del metodo di Feduccia e Czerkas (2015) su questo eccellente esemplare non lascia dubbi sulle conclusioni: Psittacosaurus aveva sia il propatagio nel braccio che l'uropatagio nella gamba, quindi è discendente di forme volanti, quindi i ceratopsi sono degli uccelli secondariamente non-volatori! (Avete letto bene)

Innanzitutto, è notevole constatare quanti caratteri i ceratopsi, compreso Psittacosaurus, condividano con gli uccelli. Feduccia e Czerkas (2015) propongono una lista di caratteri “aviani”, chiaramente “non-dinosauriani”, di Caudipteryx; ma tale lista può essere stilata anche per i ceratopsi. Citandone solo alcuni:

  1. Narice più ampia della fossa antorbitale.
  2. Rostro accorciato rispetto alla regione postorbitale.
  3. Becco privo di denti.
  4. Sinsacro con più di 5 vertebre sacrali fuse.
  5. Coda relativamente corta rispetto ai rettili.
  6. Collo e torace relativamente corti rispetto ai rettili.
  7. Pelvi opistopubica (“bacino da uccello”!).
  8. Arto anteriore relativamente robusto rispetto ai theropodi che hanno arto anteriore ridotto.

Se siete ferrati di filogenetica, sicuramente state ridendo: senza una adeguata analisi filogenetica che confronti la distribuzione di questi caratteri in altri taxa legati agli uccelli, tale lista è ovviamente insufficiente per sostenere un legame “ceratopsi-uccelli”. Anzi, sarebbe ridicolo. Ebbene, lo stesso argomento è applicabile al legame “uccelli-oviraptorosauri” come argomentato da Feduccia e Czerkas (2015).

Ma passiamo direttamente al fossile in questione. Si vede chiaramente che l'animale presente una ampia regione carboniosa a livello della flessione omero-avambraccio. Tale regione carboniosa è chiaramente interpretabile come un propatagio! Cosa altro potrebbe essere?
Non solo, anche la regione posteriomediale del femore mostra una ampia traccia carboniosa che collega la zampa con la coda. Tale regione carboniosa è chiaramente interpretabile come un uropatagio! Cosa altro potrebbe essere?
Il famoso Psittacosaurus con le setole. Notare l'ampia traccia carboniosa attorno al corpo. Occorre scomodare dei patagia?

Pertanto, Psittacosaurus aveva sia il propatagio che l'uropatagio! In confronto, Caudipteryx è miserrimo nello sviluppo delle espansioni alari. E dato che i ceratopsi hanno tutti quei caratteri aviani che ho elencato prima, ne dobbiamo concludere necessariamente che i ceratopsi sono uccelli, e che i patagia in Psittacosaurus siano vestigia dell'antica condizione alare da cui discendono i ceratopsi. La speranza quindi è di trovare prossimamente qualche ceratopso giurassico ancora più primitivo, quindi dotato di ali perfettamente funzionali!

Spero abbiate colto l'ovvio sarcasmo. Non è così che si può fare un'analisi morfologica e comparativa su un fossile. Feduccia e Czerkas (2015) non tengono in considerazione i fattori tafonomici che portano alla formazione di una traccia carboniosa attorno ad un fossile, fattori che sono legati alla decomposizione di una carcassa immersa in un sedimento saturo d'acqua. Dedurre la forma originaria di un patagio da un fossile in quelle condizioni è ambiguo. Prima di affermare la presenza di un patagio, occorre distinguere un genuino patagio da una evidente traccia carboniosa dovuta alla decomposizione dei tessuti molli. Gli autori invece compiono erroneamente il ragionamento inverso: siccome Caudipteryx è un “kiwi mesozoico”, essi sostengono, allora deve avere un propatagio. E siccome noi vediamo ciò che vogliamo vedere, le tracce carboniose di Caudipteryx diventano automaticamente dei patagia. Ma allora, lo stesso argomento dovrebbe essere valido per Psittacosaurus...


Bibliografia:
Alan Feduccia & Stephen A. Czerkas (2015) Testing the neoflightless hypothesis: propatagium reveals flying ancestry of oviraptorosaurs. Journal of Ornithology (advance online publication) DOI: 10.1007/s10336

11 febbraio 2015

Nuovi resti di Elmisaurinae

Dopo una serie di post molto poco seri, qualcuno giustamente potrebbe pensare che la paleontologia sia un optional in questo blog. In realtà, ho poco tempo per il blog, ed un post "futile" è più facile ed immediato da pubblicare rispetto ad uno basato sulla letteratura paleontologica, la quale, per nostra fortuna, continua a produrre nuovi tasselli per il mosaico dei theropodi.
Due studi, collegati, sono stati pubblicati in queste settimane, ed aggiungono informazioni su un clade di oviraptorosauri poco noto, il "ramo elmisaurino" di Caenagnathidae.
La tassonomia dei caenagnathidi è piuttosto controversa, e non mi dilungo troppo in quell'ambito. Più interessanti dei nomi, sono gli oggetti ai quali quei nomi sono associati.
Currie et al. (2015) e Funston et al. (2015) pubblicano nuovi resti riferibili ad Elmisaurus (ed al suo potenziale sinonimo Leptorhynchos) dal Cretacico Superiore della Mongolia e del Canada.
Un frontale descritto da Currie et al. (2015) è il primo resto attribuibile ad Elmisaurus (se si escludono, provvisoriamente, i resti mandibolari di Leptorhynchos), e mostra una cresta sagittale, carattere condiviso con altri Caenagnathidae (Anzu) ed Oviraptoridae. I resti postcraniali mostrano sinapomorfie di Caenagnathidae ed Oviraptorosauria, confermando l'attribuzione degli elmisauri. L'aggiunta di informazioni a livello di analisi filogenetiche aiuta verso la (ancora irrisolta) definizione delle relazioni tra gli oviraptorosauri non-oviraptoridi.
Da rimarcare che tra gli autori di Currie et al. (2012) figura, postuma, Halszka Osmólska, i cui appunti sul materiale elmisaurino hanno contribuito a questo studio. Fa piacere come la memoria di questa grande paleontologia sia onorato anche pubblicando suoi scritti inediti.

24 marzo 2014

Anzu e la risoluzione dei caenagnathidi

Elementi cranici riferiti ad Anzu (da Lamanna et al. 2014).


Caenagnathidae è uno dei cladi più controversi di Coelurosauria.
La sua composizione e diversità, in particolare per le forme nordamericane, è complicata dal fatto che numerose specie sono state definite su resti frammentari che non possono essere confrontati direttamente con altre specie dello stesso clade. Ciò fa nascere il sospetto lecito che alcune specie, in particolare quelle definite su resti non-confrontabili tra loro e provenienti dalle medesime formazioni, siano di fatto sinonimi tra loro.
Ad esempio, le due specie di Caenagnathus sono basate esclusivamente su mandibole. Idem per Caenagnathasia. Chirostenotes invece non comprende resti di mandibole. Macrophalangia è basato su resti degli arti posteriori. Elmisaurus è istituito su resti di metapodiali. Hagryphus è basato su una mano. Epichirostenotes è basato su resti sia craniali che postcraniali, ma manca di mandibola, mani e piede, quindi non è comparabile direttamente con buona parte degli altri caenagnathidi citati.
Da oltre un decennio era nota la scoperta di resti moderatamente completi, appartenenti a più esemplari di un grande caenagnathidae dalla Formazione Hell Creek. Questi resti sono stati pubblicati in questi giorni (Lamanna et al. 2014) e sono riferiti ad un nuovo taxon, Anzu wyliei.
Anzu presenta una combinazione di caratteri presenti in altri caenagnathoidi, assieme a caratteri inattesi. Il premascellare partecipa ad una alta cresta simile a quella dell'oviraptoride Rinchenia, e si proietta posterodorsalmente oltre il livello della finestra antorbitale. La fossa antorbitale ed i recessi relativi sono assenti. Il mascellare è robusto e convesso anteroventralmente. Gli pterigoidi sono fusi medialmente. La mandibola è molto simile a quella di Caenagnathus. La regione retroarticolare è invece simile a Gigantoraptor. Come questo ultimo, l'omero ha una torsione laterale in vista anteriore. Gli ungueali della mano sono simili a Chirostenotes ed Elmisaurus. Il pube ha una fossa prossimomediale, come Microvenator, Epichirostenotes e Nomingia. L'ischio è molto simile a quelli di Chirostenotes e Epichirostenotes. Purtroppo, il piede è quasi del tutto mancante, e ciò impedisce un confronto con gli altri caenagnathidi.
Non ci sono dubbi che Anzu sia filogeneticamente affine ai taxa menzionati. Immesso in una versione ridotta di Megamatrice focalizzata sugli oviraptorosauri (ingroup a sua volta ottenuto dall'analisi dell'intera matrice), Anzu (ed i nuovi caratteri presenti nello studio di Lamanna et al. 2014) genera una topologia in parte conforme con quella di Lamanna et al. (2014). Il risultato più interessante – e difforme da quello in Lamanna et al. (2014) – è la risoluzione di un “grado caenagnathide” che forma una serie parafiletica pettinata che forma la radice dei caenagnathoidi. In particolare, Nomingia risulta la forma più basale, seguita da Epichirostenotes. All'interno di Caenagnathidae abbiamo un ramo “elmisaurino” ed uno “caenagnathino”. La relativa debolezza dei nodi non stupisce, dato che, come accennato ad inizio post, la maggioranza dei caenagnathidi è basato su resti non comparabili tra loro. Anche se Anzu porta una ventata di informazioni per collegare i differenti morfotipi mandibolari e appendicolari dei caenagnathidi, occorrono ulteriori esemplari relativamente completi per irrobustire il quadro.



Bibliografia:
Lamanna MC, Sues H-D, Schachner ER, Lyson TR (2014) A New Large-Bodied Oviraptorosaurian Theropod Dinosaur from the Latest Cretaceous of Western North America. PLoS ONE 9(3): e92022. doi:10.1371/journal.pone.0092022

17 dicembre 2013

The Ajancingenia Affaire: (parziale) soluzione

Vi ricordate la recente revisione tassonomica di Ingenia? In questo blog, avevo smascherato l'evidente plagio e condotta poco etica dell'autore della revisione, condotta poi analizzata nel dettaglio da Mickey Mortimer, dal cui sito era stato plagiato buona parte del testo presente in quell'articolo.
Oggi, esce un Erratum su Zootaxa che si propone di rimediare al misfatto.
Tuttavia, tale soluzione è parziale, dato che non menziona minimamente il fatto che Barsbold (autore del nome "Ingenia") non sia stato coinvolto nella revisione di Ingenia.
Una brutta e mediocre pagina di tassonomia, con un altrettanto mediocre epilogo.

28 novembre 2013

Nankangia jiangxiensis

Ma quale anno del serpente, anno degli hipster o della ripresa economica? Questo, se non si fosse capito, è l'anno degli oviraptorosauri! Credo di avere perso il conto esatto dei nuovi taxa descritti, istituiti, attribuiti ad Oviraptorosauria negli ultimi 11 mesi.
Lü et al. (2013) descrivono i resti di un nuovo oviraptorosauro dalla Formazione Nanxiong (Cretacico Superiore: purtroppo, non pare esserci una risoluzione migliore per l'età del fossile) della Cina meridionale, ed istituiscono Nankangia jiangxiensis
L'olotipo include la parte anteriore della mandibola, una serie articolata di vertebre dorsali, parte del sacro, alcune caudali, il cinto pettorale, l'omero, buona parte del cinto pelvico, femore e tibiotarso.
Parte della mandibola di Nankangia, in vista laterale e dorsale, con indicati alcuni caratteri significativi filogeneticamente

Dalla stessa formazione di Nankangia provengono anche Ganzhousaurus e Jianxisaurus. Inoltre, altri oviraptorosauri dalla Cina meridionale (Banji e Shixinggia) sono di età comparabile: esiste quindi la possibilità che (almeno) alcuni di questi taxa siano sinonimi tra loro? Apparentemente, la mandibola di Nankangia è più allungata che negli (altri) oviraptoridi, e ciò potrebbe indicare che sia relativamente basale. Alcuni caratteri della mandibola, inoltre, sono condivisi con i Caenagnathidae e Ganzhousaurus, ma la polarità di queste condizioni va testata. Sebbene gli autori siano poco chiari nella descrizione, pare che il femore presenti un forame pneumatico prossimale, come in Shixinggia.
Lü et al. (2013) interpretano Nankangia come un oviraptoride molto basale. Tuttavia, la loro analisi non campiona tassonomicamente tra i Caenagnathidae e non include taxa come Wulatelong, Ganzhousaurus, Shixinggia e Jianxisaurus.
Immesso in Megamatrice, Nankangia risulta un oviraptoroide non-"ingeniino", sister-taxon di Wulatelong: questo nodo a sua volta è sister-taxon di Shixinggia. Interessante che questo ultimo risulti prossimo a Nankangia, dato che, per ora, il carattere relativo alla pneumatizazione del femore non è incluso (come ho scritto sopra, la sua presenza in Nankangia è poco chiara: se fosse confermato, aggiungerebbe supporto a questo clade).
Pare, quindi, che ci sia un clade di oviraptorosauri endemico della Cina Meridionale. Oppure, in alternativa, che questi taxa siano sinonimi e/o basati su semaforonti del medesimo taxon.

Bibliografia:
Lü J, Yi L, Zhong H, Wei X (2013) A New Oviraptorosaur (Dinosauria: Oviraptorosauria) from the Late Cretaceous of Southern China and Its Paleoecological Implications. PLoS ONE 8(11): e80557. doi:10.1371/journal.pone.0080557

19 novembre 2013

Il preoccupante caso del preoccupato Ingenia [AGGIORNAMENTO]

Come segnalato da Jaime Headden, è stato pubblicato un breve studio su Zootaxa che risolve la controversia tassonomica sul nome dell'oviraptoride "Ingenia" yanshini Barsold 1981, ora ribattezzato Ajancingenia yanshini Easter 2013.
Mentre leggevo Easter (2013) mi sono domandato: come mai Barsbold non è tra gli autori di questo nuovo articolo? Non mi risulta che egli sia deceduto, pertanto, è norma (e segno di professionalità deontologica) di includere l'autore della specie originaria come co-autore di ogni revisione tassonomica. Difatti, Barsbold era al corrente della necessità di ribattezzare quel taxon (Auditore, pers. com): quindi, come mai Barsbold non è né co-autore né incluso nel processo di revisione del nome? Ciò è molto sospetto, e ricorda in parte il caso di Megapnosaurus.
Questa anomalia di metodo, o perlomeno "pecca", presente in Easter (2013) è diventata un vero sospetto di "irregolarità" quando ho letto la sezione relativa all'olotipo ed al paratipo di Ajancingenia. La riporto esattamente come è in Easter (2013):

C'è qualcosa che non mi convince in questo testo: non è la prima volta che lo leggo... Infatti, io conosco chi usa questo stile di scrittura nello stilare testi di tassonomia. Infatti, se andate alla pagina relativa ad "Ingenia" sul Theropod Database di M. Mortimer, scoprirete che l'elenco riportato qui sopra è una copia perfetta, precisa ed identica (al netto delle misure, che sono omesse da Easter 2013) di quella presente nel sito di Mortimer:

La corrispondenza tra i due testi è assoluta: essi hanno lo stesso ordine con cui sono elencate le ossa e le medesime parole usate quando si tratta di più elementi associati! E questa non può essere una coincidenza: la probabilità che due autori riscrivano indipendentemente la stessa sezione con le stesse parole, e lo stesso ordine di elenco, è praticamente nulla. Ad esempio, notate l'espressione "postcrania including eight sacral vertebrae", nel paratipo: è impossibile che due autori scrivano la medesima frase nel medesimo modo e con la medesima sequenza (io avrei elencato postcranio e sacrali separatamente, come difatti è scritto nell'elenco del materiale olotipico. Questa differenza rimarca l'identità dei due testi: i due stili cambiano da olotipo a paratipo in ambo le versioni).
Pertanto, ci sono due uniche spiegazioni, alternative:

Jesse Easter e Mickey Mortimer sono la stessa persona.
oppure, 
Jesse Easter ha plagiato il testo dal sito di Mickey Mortimer.

Questo plagio evidente, sommato all'anomalia dell'assenza di Barsbold tra gli autori, è più di un mero sospetto: questo episodio ha alcuni punti poco chiari che richiedono un chiarimento da parte dell'autore.

AGGIORNAMENTO: Mickey Mortimer ha scritto un post molto illuminante su questa faccenda. Come sospettavo, Jesse Easter ha spudoratamente plagiato la maggioranza del testo dal sito di Mortimer per "creare" il suo articolo. Inoltre, sempre Easter millanta di aver contattato Barsbold invano (eventualità poco credibile, dato che Barsbold è reperibile via email), e che l'assenza della citazione di Mortimer nemmeno nei ringraziamenti o come "pers. com." sia stata una scelta editoriale, non sua. Infine, oltre a mentire spudoratamente, si scopre che questo Jesse Easter, nel vantarsi in un forum di paleo-appassionati per la propria pubblicazione, dichiara di aver iniziato questo studio dopo aver contattato Barsbold, quindi contraddicendo le sue stesse parole di sopra. Insomma, questo tizio è un plagiatore, un bugiardo ed un mitomane.
Ma guarda... e così si scopre che questo tizio è l'ennesimo pseudo-esperto che scrive di paleontologia online copiando e plagiando le idee e gli scritti di altre persone, per poi attribuirsi la paternità del lavoro... una categoria che chi legge questo blog ha già imparato in passato a conoscere. Come vedete, purtroppo, l'epidemia dei paleontologi amatoriali copia-e-incolla, che ho più volte attaccato, sta diventando una pandemia di proporzioni sempre peggiori: non più soltanto bimbominkia dalla grammatica illeggibile, ora abbiamo fantomatici revisori tassonomici che si atteggiano a veri paleontologi e sfornano letteratura di serie B plagiando spudoratamente dal lavoro altrui.

Come nota positiva: notare che questo tizio è stato smascherato in meno di 24 ore. Quindi, evitate di seguire le sue gesta: così come è diventato facile "creare" blog e articoli copiando, allo stesso modo è diventato molto facile scovare i falsi e le bufale.

Bibliografia:
Easter, J. 2013. A new name for the oviraptorid dinosaur “Ingeniayanshini (Barsbold, 1981; preoccupied by Gerlash, 1957). Zootaxa 3737 (2): 184-190.

20 agosto 2013

Jiangxisaurus

Continua la carrellata di nuovi oviraptorosauri, all'insegna dell'anno auditoreico che stiamo vivendo.
Wei et al. (2013) descrivono un esemplare parziale di oviraptorosauro dal Cretacico Superiore della Cina centro-occidentale, ed istituiscono Jiangxisaurus ganzhouensis.
L'unico esemplare conserva il cranio articolato, esposto ventralmente, parte della colonna vertebrale, del cinto pettorale e dell'arto anteriore. L'assenza di dentatura, l'ampia finestra mandibolare esterna espansa dorsoventralmente, la presenza (almeno così pare dal testo) del processo interfenestrale del surangolare, la presenza di pleurocoeli caudali e di coste caudali molto lunghe sono sinapomorfie dei caenagnathoidi, in particolare degli oviraptoridi.
Confrontato con gli altri oviraptoridi, Jiangxiasaurus ha una curiosa combinazione di caratteri nell'arto anteriore, il quale ha omero robusto, avambraccio corto ma relativamente gracile, metacarpo lungo solo 1/3 dell'omero, primo metacarpale più robusto del secondo, primo dito corto con ungueale più lungo della falange prossimale. Parte di questi caratteri è presente negli "ingeniini", quindi sospetto che il nuovo oviraptoride sia un membro di quella linea. L'articolazione tra quadrato e quadratojugale è simile a Nemagtomaia, un oviraptoride che combina una cresta premaxillo-nasale da "citipatino" e una mano "ingeniina". Le cervicali sono relativamente corte, se comparate ad alcuni oviraptorini, sebbene non escludo che l'immaturità dell'esemplare (dedotta dalla non-ossificazione dei premascellari) possa incidere su questa differenza. Lo sterno, dalla forma poco definita nei margini, pare avvalorare uno stadio non pienamente maturo. Gli autori considerano la mandibola di Jiangxisaurus relativamente gracile ed allungata rispetto ad altri oviraptoridi, tuttavia, resto scettico su questa valutazione, dato che il cranio non è esposto in vista laterale.
Immesso in Megamatrice, Jiangxisaurus risulta un "ingeniino", in base, prettamente, alla sua morfologia appendicolare. 

Bibliografia:
Wei Xuefang, Pu Hanyong, Xu Li, Liu Di and Lü Junchang (2013). A New Oviraptorid Dinosaur (Theropoda: Oviraptorosauria) from the Late Cretaceous of Jiangxi Province, Southern China. Acta Geologica Sinica (English Edition) 87(4): 899-904.

09 maggio 2013

Wulatelong

Continua la carrellata di nuovi oviraptorosauri! 
Xu et al. (2013) descrivono un oviraptoride dal Cretacico Superiore della Mongolia Interna (Cina) ed istituiscono Wulatelong gobiensis. L'olotipo consiste in uno scheletro parziale e semiarticolato, che comprende il cranio, la colonna dorsale, parte dei cinti e degli arti, tra cui una gamba quasi completa.
Il cranio di Wulatelong presenta numerose sinapomorfie di Oviraptoridae, e, nel grado di allungamento del rostro, e nella posizione della finestra mandibolare esterna, pare una forma relativamente basale.
La mano non presenta le specializzazioni tipiche degli 'ingeniini', il bacino ricorda gli oviraptorosauri non oviraptoridi nello sviluppo dei peduncoli iliaci, il femore presenta un trocantere posteriore come Avimimus, ed il piede è subarctometatarsale. Il secondo dito del piede è preservato in iper-estensione: siccome il piede non mostra segni di disarticolazione, ritengo che questa condizione non sia un artefatto tafonomico ma rispecchi una effettiva postura in vita. Anche se l'iper-estensione è spesso considerata esclusiva dei deinonychosauri, Senter (2009) ha mostrato che anche in altri theropodi è possibile un grado di estensione del secondo dito comparabile a quella osservata nell'olotipo di Wulatelong, nonostante che tutti questi taxa non presentino le specializzazioni ossee dei deinonychosauri: ciò può indicare che l'iper-estensione dei paraviani sia una modifica - a livello osseo - di una condizione pre-esistente in molti theropodi ma basata solo su legamenti e muscoli.
Gli autori notano che Wulatelong presenta una morfologia relativamente plesiomorfica per un Oviraptoridae, ma non includono questo taxon in un'analisi filogenetica. 
Immeso in Megamatrice, Wulatelong ha rivoluzionato le relazioni tra gli oviraptoridi: esso risulta un Oviraptorinae basale, più derivato di Oviraptor ma esterno al sottoclade comprendente gli altri oviraptorini. Oviraptorinae risulta ora un clade specioso, con una serie di forme basali (tra cui Wulatelong) e due linee derivate, una che include Rinchenia e Nemegtomaia, l'altra Citipati e l'eterno senza nome IGN 100/42. Risultato molto curioso, un oviraptorosauro nordamericano, che per ora non menziono, risulta un Oviraptorinae molto derivato...
Se questa topologia sarà confermata da studi futuri, il marcato accorciamento del rostro che caratterizza gli 'ingeniini' e gli oviraptorini derivati (ed assente in Oviraptor e Wulatelong) risulterebbe frutto di  convergenza.

Bibliografia:
Senter, P. 2009. Pedal function in deinonychosaurs (Dinosauria: Theropoda): A comparative study. Bulletin of the Gunma Museum of Natural History 13:1-14.
Xu Xing, Tan Qing-Wei, Wang Shuo, Corwin Sullivan, David W. E. Hone, Han Feng-Lu, Ma Qing-Yu, Tan Lin and Xiao Dong (2013). A new oviraptorid from the Upper Cretaceous of Nei Mongol, China, and its stratigraphic implications. Vertebrata PalAsiatica 51 (2): 85–101.