Non vorrei apparire ripetitivo, e scrivere ciò che ho espresso in passato. Questo blog ha parlato numerose volte delle evidenze scientifiche su uno strettissimo legame filetico che lega gli uccelli moderni e l’insieme degli animali fossili universalmente riconosciuto come Theropoda. Le evidenze paleontologiche sono numerose e dettagliate, riconducibili a molti aspetti della biologia degli uccelli attuali, non solamente lo scheletro (che resta sempre la principale evidenza in nostro possesso, spesso tramite dettagli inusuali), ma anche aspetti che più raramente fossilizzano, quali il tegumento (sia nelle tracce ossee, che nella presenza, distribuzione, morfologia, variabilità, del piumaggio), il sistema pneumatico e ventilatorio, e persino l’etologia deducibile dalle impronte fossili e da ritrovamenti eccezionali. Tutta questa mole enorme di dati conferma che il confine tra “uccelli” e “theropodi” è fittizio e arbitrario. Chiunque voglia cercare una spiegazione scientifica dell’origine degli uccelli dovrà sempre spiegare anche perché esistano così tante somiglianze ed affinità tra uccelli e theropodi. Ciò è valido a maggior ragione per coloro che, nonostante tutte le evidenze citate, affermano che gli uccelli non sono theropodi, né dinosauri, e che le loro origini vanno cercate altrove all’interno degli archosauromorfi.
L’ipotesi che gli uccelli siano theropodi non è un dogma di fede, bensì la migliore spiegazione esistente delle evidenze. Non la sostengo per moda o per chissà quale sentimento emotivo: la mia razionalità scientifica la reputa la migliore tra tutte le alternative proposte.
Una spiegazione scientifica è, come qualsiasi rappresentazione della realtà, un modello semplificato. Ciò è inevitabile, dato che la realtà dell’evoluzione animale è enormemente più complessa ed articolata di qualsiasi argomentazione e discorso costruito per interpretarla. Pertanto, attaccare un modello come quello che lega theropodi ed uccelli sulla base di false retoriche di irriducibilità della realtà alla scienza è sciocco, ingenuo e fondamentalmente ipocrita, dato che, pertanto, anche le presunte ipotesi alternative sarebbero attaccabili per lo stesso motivo.
Una spiegazione scientifica deve avere i seguenti requisiti: spiegare il maggior numero di eventi con il minor numero di argomentazioni (ovvero, massimizza le spiegazioni) e ridurre al massimo il numero delle evidenze non (ancora) spiegabili (ovvero, minimizza gli enigmi).
Sono convinto (dai fatti esposti sopra) che tutte le alternative all’ipotesi “BAD” (“Birds Are Dinosaurs”) non siano una spiegazione ugualmente soddisfacente delle evidenze note. L’ipotesi BAD è la migliore esistente perché è quella che massimizza le spiegazioni e minimizza gli enigmi. Tutte la altre alternative spiegano meno e mantengono un più altro numero di enigmi insoluti.
In questa serie di post parlerò di alcune di queste ipotesi, quelle che più hanno a che vedere con i theropodi. In particolare, parlerò delle (bizzarre, almeno per me) ipotesi sulla possibile natura polifiletica dei theropodi e di Aves (ovvero, l’idea che la morfologia “da theropode” si sia evoluta indipendentemente due volte a partire da antenati distinti da due rami di Reptilia).
In questa prima puntata parlerò del fossile che più spesso è stato citato come possibile alternativo ai theropodi per il ruolo di ramo basale degli uccelli, Longisquama insignis Sharov (1970).
Il problema principale di questo bizzarro rettile del Triassico è che non esiste un unanime consenso sulla sua collocazione filogenetica, e ciò indipendentemente dalla questione sull’origine degli uccelli! Ciò rende alquanto dubbia qualsiasi argomentazione sulla sua affinità aviaria. Fintanto che non sarà stabilita la natura di Longisquama, qualsiasi presunta apomorfia condivisa con gli uccelli sarà facilmente suscettibile di smentita. Il motivo risiede nella stessa logica usata dagli oppositori della BAD per negare un legame tra uccelli e theropodi: dato che le convergenze tra i rettili fossili sono spesso molto profonde, anche le presunte somiglianze tra Longisquama e gli uccelli potrebbero essere dovute a convergenza.
Questo tema è il punto nodale dell’intera discussione su Longisquama, Theropoda ed Aves: la migliore spiegazione non sarà quella che dimostrerà il maggior numero di caratteri in comune con gli uccelli (in ogni caso, è l’ipotesi BAD), ma quella che spiegherà la posizione di tutti e tre i taxa all’interno dell’albero evolutivo! Ricordate: la migliore ipotesi deve massimizzare le spiegazioni e minimizzare gli enigmi.
La maggioranza dei sostenitori di Longisquama non cita mai le evidenze contro l’affinità con gli uccelli, ed, in particolare, l’eventualità, per niente remota, che Longisquama NON sia nemmeno un Archosauria, né un Archosauromorpha, e, pertanto, assolutamente improbabile come antenato degli uccelli (i quali, aldilà di qualsiasi dubbio o di posizione in merito ai dettagli, sono da collocare dentro Archosauria, Martin, 2004). Essi partono dal presupposto non dimostrato che Longisquama sia un archosauro, sebbene sia egualmente probabile che formi un gruppo con bizzarri diapsidi basali del Permo-Triassico, probabilmente molto lontani dagli archosauri, come Coelurosauravus o i Drepanosauridae (Renesto, 2000; Senter, 2004).
Attualmente, l’unica analisi che abbia testato contemporaneamente tutte le possibili posizioni proposte per Longisquama è quella di Senter (2004): essa indica che Longisquama non è affine né agli uccelli primitivi (i quali risultano Dinosauri Theropodi), né che esso sia un archosauro (nemmeno in senso lato), bensì forma un clade di diapsidi basali assieme a Drepanosauridae e Coelurosauravus. Sebbene l’analisi di Senter (2004) sia suscettibile di revisione e aggiornamenti, oltre che di ampliamento nel numero di taxa e caratteri utilizzati, essa è nondimeno l’unica che finora abbia testato in maniera scientifica, e non solo meramente retorica, la robustezza delle varie alternative, e deve essere considerata la migliore spiegazione attualmente esistente dello status di questo rettile triassico.
Pertanto, Longisquama probabilmente non è una forma prossima agli uccelli, e non soddisfa le esigenze richieste da un’ipotesi che massimizzi le spiegazioni e minimizzi gli enigmi sull’origine di Aves.
Bibliografia:
Jones T.D., Ruben J.A., Martin L.D., Kurochkin E., Feduccia A., Maderson P.F.A., Hillenius W.J., Geist N.R. & Alifanov, V., 2000 - Nonavian Feathers in a Late Triassic Archosaur. Science 288 (5474): 2202 - 2205. doi:.
Martin L.D., 2004. A basal archosaurian origin for birds. Acta Zoologica Sinica 50(6): 978–990.
Renesto S., 2000 - Bird-like head on a chameleon body: new specimens of the enigmatic diapsid reptile Megalancosaurus from the Late Triassic of northern Italy." Rivista Italiana di Paleontologia e Stratigrafia, 106: 157–180.
Senter P., 2004 - Phylogeny of Drepanosauridae (Reptilia: Diapsida). Journal of Systematic Palaeontology, 2(3): 257-268.
Sharov A.G., 1970 - A peculiar reptile from the lower Triassic of Fergana. Paleontologiceskij Zurnal (1): 127–130.
Magnifico, Andrea; conciso, immediato, preciso.
RispondiEliminaNon vedo l'ora di vedere le altre puntate...e non suggerisco soggetti per puntate future, bensì mi affido alla tua capacità espositiva (hai in mente un percorso? beh, credo ad ogni modo che gli autori e i soggetti da immortalarvi siano i "soliti" B.A.N.D.iti conosciuti!)
If you haven't seen it already, Andrea, this protracted conversation might make you chuckle (and/or shudder):
RispondiEliminahttps://www.blogger.com/comment.g?blogID=38902250&postID=7701046514800433654