Esistono due approcci filosofici con i quali interpretare gli esseri viventi. Il primo, detto essenzialista, e fondante il creazionismo, interpreta gli organismi come strutture integrate e coerenti, unità di irriducibile complessità, ognuna originatasi da un distinto evento singolare. L’approccio essenzialista non riconosce una storia negli organismi, e riconduce le somiglianze tra le diverse forme viventi ad un fenomeno analogo all’affinità che lega gli elementi chimici lungo la tavola periodica. L’altro approccio, quello evoluzionista, interpreta gli organismi come oggetti determinati storicamente da una serie di eventi genealogici. Per l’evoluzionista, un organismo è la storia di successive aggiunte e modificazioni di parti integrate. Ognuno di noi è la storia di milioni di eventi in successione lineare: l’RNA delle nostre cellule è un evento del Precambriano, la simmetria bilaterale del nostro corpo è un evento risalente ad un miliardo di anni fa, trasmesso da allora in ogni discendente, le cinque dita delle mani sono un evento di quattrocento milioni di anni fa, e così sono altri eventi del passato ogni altra nostra caratteristica, come la forma dei denti, il loro numero, la forma del naso, il colore degli occhi, l’assenza di coda, la forma del bacino, il bipedismo, la straordinaria capacità linguistica dei bambini di due anni, la vista tricromatica, il piacere del sesso, la pianta del piede, l’alluce non opponibile... la lista potrebbe continuare per ore.
Io sono un evoluzionista, ed osservo ogni organismo alla luce della teoria evolutiva. Quando guardo gli uccelli, vedo la loro storia. Quasi tutto ciò che oggi distingue un uccello da qualunque altro animale è riconducibile ad eventi risalenti al Mesozoico, quasi tutti avvenuti in un animale che chiameremmo “dinosauro”. Il corpo degli uccelli è l’ultima testimonianza rimasta della storia dei Dinosauri. Ogni uccello è un piccolo Museo dei Dinosauri: nel suo corpo è conservata la testimonianza di eventi mesozoici appartenenti ai dinosauri, evolutisi nei dinosauri in funzione della loro esistenza mesozoica. Il bipedismo degli uccelli e le piume filamentose dei loro pulcini sono un’invenzione del Triassico Medio-Inferiore, alla base dei dinosauromorfi; il loro piede tridattilo e le ossa cave sono quelli dei primi Neotheropodi; i loro polmoni ed i sacchi aerei sono quelli dei Saurischi; il loro cervello espanso è quello dei Maniraptoriformi; le lunghe penne delle ali e della coda sono quelle dei Maniraptora derivati, così come lo strato multiplo del guscio delle loro uova, l’attitudine alla cova, la ridotta muscolatura della coda; le ossa del polso ed il numero delle dita della mano sono invenzioni dei tetanuri giurassici; la mobilità del loro collo e la leggerezza dei loro crani sono la somma delle novità a livello del collo nei primi dinosauri e delle successive novità nei primi coelurosauri. La lista è lunghissima. Il numero di caratteristiche degli uccelli che in realtà essi hanno ricevuto in retaggio direttamente dai loro antenati del Mesozoico supera in numero ed importanza quello delle loro esclusive novità evolutesi nel Cenozoico. Quasi tutto ciò che noi oggi identifichiamo come caratteristica tipica degli uccelli è in realtà una caratteristica dei dinosauri: la lunga storia dei dinosauri pervade il corpo degli uccelli, dando senso alle loro peculiarità, giustificando l’apparente bizzarria della loro anatomia. Negare di vedere gli uccelli in questa ottica, di riconoscere in ognuno di loro l’eredità dei dinosauri mesozoici, equivale all’ottusità di chi, ancora oggi, nonostante la gigantesca mole di evidenze, continua a negare lo status animale dell’essere umano, la natura zoologica dei nostri pregi e difetti, il legame genealogico incancellabile che ci lega agli altri primati ed a tutti i mammiferi.
Post meraviglioso. A questo punto spero di vederne su UltRazionale uno dedicato all'ultima frase del tuo post... E' parecchia la gente ottusamente irritante che si schifa al solo accostamento uomo -> animale..
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