In numerosi post ho elogiato gli eroi della "Rivoluzione Paleontologica" Italiana, sia nell'ambito della ricerca che della divulgazione iconografica rigorosa e professionale. Ho lodato le opere di Marco Auditore, Lukas Panzarin, Davide Bonadonna, Troco e Loana Riboli, perché penso che essi meritino tutta la nostra stima. Al tempo stesso, ho fatto costante opera di divulgazione per diffondere una concezione matura dei dinosauri, concezione che si esprime anche e sopratutto nel piacere che dona un'opera scientificamente corretta e, contemporaneamente, bella, espressione di maestria tecnica, perizia estetica ed armona (ovvero, verosimiglianza con la naturalezza), senza perdere nella carica emozionante.
Potreste pensare che l'editoria nostrana segua essa stessa questi valori di rigore scientifico (aggiornato perchè sinergico con i ricercatori) e di estetica naturalistica. Purtroppo, non è così.
In questo post, mostro alcuni orribili obrobri di pessiva iconografica paleontologica. Essi non sono l'opera di qualche ragazzino cresciuto a B-movie, o fascicoli aggiornati al 1972, ma fanno parte di una collana divulgativa che è attualmente in vendita, nel 2010 di Anchiornis colorati, Velociraptor piumati e Tethyshadros. Questa pessima collana di bassa divulgazione e di ancor più bassa iconografia, mi è stata segnalata da un caro amico, che ha molto a cuore (come me) la sinergia tra buona paleontologia e buona paleoarte. Ciò che rende ancora più frustrante e avvilente questa opera, è che essa è parte di un progetto divulgativo di una importante casa editrice, la quale, evidentemente, non è minimamente in grado (vuoi per ignoranza, vuoi per scarso interesse ai veri significati dalla divulgazione) di comprendere perché il suo prodotto è scadente e fallimentare per principio. Evidentemente, l'importante è solo vendere ad un pubblico di bassa formazione e di scarsa competenza, il quale, di conseguenza, resterà di bassa formazione e di scarse esigenze verso la qualità paleontologica. Ciò, purtroppo, a tutto svantaggio di artisti qualificati come quelli citati ad inizio post.
Ora, penserete che questo sia l'ennesimo post saccente del borioso dott. Cau, esageratamente pignolo verso i dettagli delle opere paleoartistiche, incapace di apprezzare opere che non siano supervisionate da paleontologi esperti. Bene, giudicate voi stessi, se le mie impressioni sono eccessivamente dure e critiche verso queste che, a tutti gli effetti, sono delle opere di letame (per non dire altro):