Niente è più subdolo e disonesto dell’abuso dell’ignoranza nella creazione di scenari paleontologici. Molti speculatori gratuiti della paleontologia “amatoriale” hanno la pessima abitudine di giustificare le loro fantasie dicendo che, in assenza di dati, nessuno può impedire loro di inventarsi ciò che non è possibile verificare nei fossili. Il gruppo di theropodi che più di tutti ha subito questo abuso retorico è Dromaeosauridae. Da ciò derivano fantasiose ipotesi etologiche (discusse qui), persistenti concezioni ormai obsolete sul tegumento (discusse qui), e stravaganti mitologie sull’intelligenza di questi dinosauri... (come aperture di porte, caccie coordinate, sguardi malefici...).
L’intelligenza è un ambito molto difficile da discutere in modo scientifico, sopratutto da chi non ama sottomettere la sua fantasia e speranza alle prove oggettive. In zoologia esistono numerose definizioni di intelligenza, tuttavia, quando si parla di intelligenza nei theropodi, si tende a parlare del livello qualitativamente più alto di intelligenza, caratterizzata da quattro requisiti (Emery, 2006):
1- permette ad un animale di risolvere situazioni impreviste elaborando innovazioni, spesso in maniera molto sottile dal punto di vista logico.
2- utilizzare strumenti e manipolare oggetti, anche adattandoli alle proprie esigenze.
3- costruire una mappa mentale delle proprie relazioni con il mondo e con gli altri individui della propria specie.
4- avere una forma di autocoscienza, ad esempio, capace di riconoscere la propria immagine allo specchio non scambiandola per l’immagine di un altro animale.
Negli animali attuali, l’insieme completo di queste 4 caratteristiche si osserva solamente in quattro gruppi, due di mammiferi e due di uccelli:
I primati ominoidei più derivati (uomo e scimpanzè).
Alcuni cetacei di grado odontoceto (orche, delfini).
I corvidi (gazze, corvi).
Alcuni psittacei (pappagalli).
La presenza di due gruppi di uccelli nella lista degli animali più intelligenti potrebbe indurre qualcuno a ipotizzare che, in passato, anche altri theropodi potrebbero aver avuto quel livello intellettivo. In fondo, non si può negare ciò, dato che i quattro requisiti citati sopra non possono fossilizzare, e quindi, non abbiamo prove per negare che essi possono essere esistiti.
In realtà, un’affermazione scientifica deve basarsi su prove, e non sull’assenza di contro-prove. Inoltre, sebbene i quattro punti citati sopra non possono fossilizzare, i presupposti anatomico-funzionali che li rendono possibili hanno una possibilità di preservarsi nei fossili.
Infatti, i quattro gruppi che ho appena citato hanno in comune una serie di attributi anatomici, ecologici ed etologici che, combinati assieme, permettono l’evoluzione dell’intelligenza come definita sopra. Questi attributi possono lasciare tracce fossili, e quindi costituiscono le prove per stabilire se alcuni theropodi fossili (in particolare, i Dromaeosauridi) avessero o meno i requisiti necessari per manifestare intelligenza "superiore".
Questi attributi, comuni a ominoidei, delfini, corvidi e pappagalli, sono:
A- Elevata versatilità alimentare, capacità di reperire fonti alimentari differenti e variegate, espressa spesso con un regime alimentare non specializzato.
B- Elevata socialità, ovvero, presenza di gruppi sociali complessi all’interno dei quali è fondamentale il riconoscimento tra gli individui, e non solamente basate su aggregazioni di conspecifici vincolate da esigenze non sociali.
C- Elevato quoziente di encefalizzazione, ovvero, una dimensione cerebrale più alta rispetto agli altri mammiferi ed uccelli.
D- Nascita in forma di inetti dipendenti dagli adulti, con ritardata maturazione, con intense cure parentali e longevità prolungata, ovvero, una vita relativamente lunga (di molti decenni), nella quale l’animale trascorreva una lunga fase di maturazione (infanzia-adolescenza).
Abbiamo prove che qualche theropode mesozoico avesse questa combinazione di caratteristiche? Le prove in nostro possesso mostrano che:
A: A parte, forse, Oviraptorosauria, Ornithomimosauria e Troodontidae, non esistono prove che qualche theropode fosse onnivoro. In generale, i theropodi mostrano morfologie (dentature, forme mandibolari, arti) specializzate per determinati regimi alimentari, quasi sempre predatori o, come nei therizinosauri, erbivori.
B: Attualmente, tutte le presunte prove di socialità sono state rivalutate come evidenze al più di gregarismo, non di vera e propria cooperazione sociale o di strutture complesse all’interno dei gruppi. I dinosauri sono, spesso, animali molto gregari, spesso aggregati in base a classi di età (ad esempio, in questo post) ma, finora, nessuno ha mostrato tracce di complesse strutture sociali all’interno di queste aggregazioni.
C: Il quoziente di encefalizzazione dei theropodi mesozoici è sempre compreso tra i valori più elevati dei rettili attuali e quelli inferiori degli uccelli attuali, ovvero, valori paragonabili a quelli dei coccodrilli, dei varanidi, degli struzzi e dei galliformi. In ogni caso, nessun theropode mesozoico ha quozienti di encefalizzazione prossimi a quelli di pappagalli, delfini, corvidi o ominoidei (Jerison, 1973).
D: I dati paleoistologici, e le curve di crescita dedotte da questi dati, mostrano che i dinosauri nascevano precoci (ovvero ben sviluppati) e avevano tassi di crescita molto elevati e una longevità relativamente ridotta rispetto alla loro taglia corporea (crescevano in fretta e morivano giovani, come descritto qui). In base ai siti di nidificazione e ai modelli di crescita individuale che emergono, i theropodi mesozoici paiono avere cure parentali più simili a quelle di coccodrilli e struzzi, piuttosto che a quelle di scimmie o corvidi. In nessun caso è documentata una prolungata cura parentale nei theropodi fossili.
In conclusione, quindi, nessun theropode mesozoico mostra la combinazione delle quattro caratteristiche (A, B, C, D) che formano il requisito fondamentale osservato scientificamente per l’evoluzione delle più complesse forme di intelligenza animale.
Perciò, che vi piaccia o meno, non ci sono prove che i theropodi mesozoici avessero un’intelligenza più complessa di quelle di un coccodrillo o di uno struzzo, né che qualcuno avesse raggiunto il livello cognitivo che osserviamo nei pappagalli e nei corvidi.
Nel caso non l’aveste ancora fatto, dimenticate i Velociraptor di Crichton e le loro assurde scimmiottaggini criminali: farete un favore alla memoria dei Velociraptor in penne e ossa!
Nota finale: l’intelligenza osservata in alcuni uccelli attuali è stupefacente (con la capacità di mentire, prevedere le mosse altrui, risolvere complessi problemi logici), che solleva la questione etica su come dobbiamo rapportarci con loro (esattamente come accade per scimpanzé e delfini). L’assenza di tali capacità nei dinosauri mesozoici non è, a mio avviso, un handicap, né un difetto. Come ho ripetuto più volte in questo blog, i dinosauri sono esseri meravigliosi per quello che erano veramente, senza aver bisogno delle patetiche caricature che la cultura pop tende ad appiccicare loro addosso. I dinosauri vanno studiati ed apprezzati per quello che sono, non per ciò che vorremmo (in modi più o meno consapevoli) che fossero.
Bibliografia:
Emery N.J., 2006 - Cognitive ornithology: the evolution of avian intelligence. Phil. Trans. R. Soc. B 2006 361, 23-43 doi: 10.1098/rstb.2005.1736
Jerison, H. J. 1973 Evolution of the brain and intelligence. New York: Academic Press.
Bravissimo, stai smontando pezzo x pezzo quelle pseudolucertole che fan veder in jp
RispondiEliminaQuand'è che la gente smetterà di pensar che jp è la valle incantata son accurati? XD
Esprimo tutto il mio disprezzo per quelle concezioni che non eran giuste nemmeno quando hanno fatto i film e supporto la vera paleontologia!
Non sapevo delle capacità dei corvi che hai menzionato alla fine del post O.O dove potrei cercare per saperne di più?
RispondiEliminahttp://www.pikaia.eu/easyne2/LYT.aspx?IDLYT=283&Code=Pikaia&ST=SQL&SQL=ID_Documento=4010&CSS=Dettaglio
RispondiEliminaVallortigara G, Regolin L, Tommasi L, Zucca P (2000) Cervello di Gallina – Le capacità cognitive degli uccelli. Le Scienze, ed. It. di Scientific American, 387: 88-95
Scientific American Mind - December 23, 2008
One World, Many Minds: Intelligence in the Animal Kingdom
Il cinema, come l'arte, il fmetto e la letteatura, è fatto di emozioni, quindi il suo compito è emozionare ed evocare, anche raccontando un sacco di frottole che, i fin dei conti, ci piacciono. Le vicende, soprattutto quelle di taglio fantastico, non possono e non devono avere vincoli di nessun tipo, altrimenti non servono a nessuno, nè ai fautori che ai fruitori.
RispondiEliminaCaro Guilala,
RispondiEliminail mio post non parla di cinema, né di fantasia o di emozioni o di vincoli alla fantasia: esso parlava di evidenze scientifiche in sostegno di determinate ricostruzioni (spesso prese a pretesto per determinate opere artistiche e fantastiche). Non attacco la libera fantasia creativa delle opere, ma l'abuso che se ne fa per giustificare ricostruzioni che vorrebbero basarsi su dati scientifici, stravolgendoli.
Mi stupisce che tutte le volte che faccio questi discorsi riceva dei commenti di questo tipo. Mi spiego: non sto dicendo che non dobbiate esprimere queste opinioni, anzi, è un vostro sacrosanto diritto; tuttavia, il tema del post (e di altri che, come questo, citano marginalmente Jurassic Park) non è la RAPPRESENTAZIONE fantastica presente in quelle opere, bensì la DIVULGAZIONE errata che diffonde da quelle opere. A me non interessa attaccare la fantasia creativa delle opere (per quanto, va sottolineato, esse si propongano come "realistiche e scientifiche" sebbene non lo siano ad un attento esame), ma sento il "dovere" in quanto ricercatore scientifico, di mostrare ai miei lettori, interessati di scienza paleontologica, che certe opere fantastiche sono molto meno scientifiche di quanto vogliano apparire.
Per questo ritengo che il tuo commento (come altri che ho ricevuto in analoghi discorsi), per quanto lecito e meritevole di essere pubblicato, sia fuori tema rispetto al post.
Questo post non critica la fantasia, ma vuole solo informare quelli che vorrebbero distinguere la parte scientifica da quella fantastica e, forse, non hanno le conoscenze per farlo pienamente.
Inoltre, se le opere fantastiche creano dei falsi miti pseudo-scientifici, è dovere dei ricercatori fare chiarezza su questi temi.
Certo, son pienamente daccordo con te e sull'intento del tuo post, che ho capito molto bene anche se non sono un paleontologo, più che altro volevo sottolineare che nel cinema, e nelle arti in generale, ci saranno sempre questi tipi di svarioni più o meno voluti; quindi è un po' come sparare sulla croce rossa... tutto qui.
RispondiEliminaP.S. non so perchè ma nei blogspot faccio molta fatica a digitare il testo e scappano un sacco d'errori!
Grazie per i link Andrea!
RispondiEliminaComunque sì, il concetto è quello che ha espresso Andrea... C'è differenza tra il rappresentare qualcosa in maniera fantastica, nel plasmarla per renderla vettore di un messaggio, una sensazione, un significato, e il presentarla come tale, e il fare la stessa cosa presentando invece il tutto come un'accurata rappresentazione della realtà, come ha fatto Jurassic Park, sbandierando qua e là che i suoi dinosauri erano più vicini a quelli reali di quanto mai si sarebbe potuto fare...
Guilala,
RispondiEliminanon intendevo "censurare" la tua opinione: tuttavia, non credo che le critiche come quelle di questo blog siano proprio come "sparare sulla croce rossa".
Se i dinosauri di Jurassic Park fossero palesemente fittizi, non ci sarebbe bisogno di queste mie digressioni. Tuttavia, dato che essi sono, nelle movenza e nell'aspetto esteriore, molto VEROSIMILI (attenzione, non significa "corretti") come possibili "animali", è molto difficile per l'osservatore medio discriminare tra aspetti plausibili e non-plausibili mescolati in tale verosimiglianza. Pertanto, è facile, per il profano, giungere alla rapida conclusione che essi sian in toto corretti (ovvero, in toto rispondenti allo stato delle conoscenze scientifiche del momento in cui sono stati creati). Tale conclusione non solo è errata, ma ha il deleterio effetto di propagare nel tempo delle errate ipotesi o, peggio ancora, delle vere e proprie falsità scientifiche, che diventano "miti" accettati in modo acritico.
Ripeto: non è sparare contro la croce rossa: quello si può fare contro King Kong o Godzilla, (ed infatti non lo farò mai perché palesemente inutile), mentre è doveroso nei dinosauri di Jurassic Park, che ormai sono, volenti o nolenti, il metro di paragone "canonico" per chiunque voglia rapprensentare un tyrannosauro o un dromaeosauro.
OK! Sei stato esaustivo.
RispondiEliminaCito dal testo: "Nota finale: l’intelligenza osservata in alcuni uccelli attuali è stupefacente (con la capacità di mentire, prevedere le mosse altrui, risolvere complessi problemi logici), che solleva la questione etica su come dobbiamo rapportarci con loro (esattamente come accade per scimpanzé e delfini)."
RispondiEliminaSecondo me la questione etica dovrebbe essere sollevata per ogni essere vivente capace di sentire dolore fisico e/o psicologico (anche lo stress è incluso in esso), non solo per esseri viventi che presentano i 4 gradi di intelligenza citati nel post. Non sarebbe neppure male affrontare un discorso di etica-energetica...so comunque che tutto questo non è oggetto del blog, comunque ho risposto a una citazione dell'autore.