All’interno della comunità degli appassionati possono circolare notizie più errate di quelle che sono note ai profani puri. Il motivo è semplice: l’appassionato medio è un fruitore di materiale divulgativo, il quale, spesso, è un ricettacolo di nozioni superate, o informazioni tecniche alterate dal tentativo di renderle meglio comprensibili per il lettore-medio. Col tempo, queste nozioni alterate sedimentano nella cultura popolare, fino a diventare mitologie.
Tutti (o quasi) gli appassionati conoscono la storia di “Scrotum humanum”. Se chiedete ad un appassionato di paleontologia di raccontarvi la storia di questo bizzarro nome, otterrete una storiella pressapoco così:
“Scrotum humanum fu il primo fossile di dinosauro scoperto dalla scienza moderna. C’era una volta un gentiluomo inglese del settecento che scoprì un frammento di femore fossile di Megalosaurus. Data l’ignoranza paleontologica del suo tempo, egli interpretò tale frammento dalla forma alquanto strana come lo scroto fossilizzato di un uomo gigante antidiluviano citato nella Bibbia, al quale diede il binomio linneano di Scrotum humanum”.
Questa storiella è falsa. Ma, attenzione: essa non è falsa per il suo contenuto scientifico (sappiamo tutti che i giganti antidiluviani non sono mai esistiti), bensì è falsa storicamente perché non fu così che andarono le cose.
Il frammento fossile fu scoperto alla fine nel ‘600, e descritto nel 1677 dal Prof. Plot di Oxford, che ne riconobbe lo status di frammento distale di un femore.
Il nome “Scrotum humanum” fu associato a quel fossile solamente nel 1763, da Brookes, ma non con l’intento di battezzare alcuna specie fossile.
Dopo quella data, pare che non si sappia più che fine abbia fatto quel frammento fossile.
Le due vicende sono state fuse in un’unica leggenda post-moderna, alla quale, poi, è stato aggiunto il tocco finale di mitologia, ovvero, la spiegazione finale che quel frammento sia di Megalosaurus.
In realtà, il fossile, oggi perduto, non è mai stato analizzato da ricercatori moderni. L’unica illustrazione, mostra il frammento in vista posteriore, con il solco flessorio ed i condili distali ben in vista. Tuttavia, non esiste alcun motivo per attribuirlo a Megalosaurus: questo theropode è basato su un frammento di mandibola, l’unico esemplare attribuibile con certezza a quel genere (vedere qui). Un frammento di femore non può quindi essere attribuito a Megalosaurus. Inoltre, l’età del frammento è ignota. Sappiamo che proviene dall’Oxfordshire, ma ciò può, al più, dirci che forse è del Giurassico Medio-Superiore. Anche ammettendo che il fossile sia di quell’età, dato che attualmente conosciamo almeno 5 theropodi inglesi di taglia medio-grande da quel intervallo cronologico (Megalosaurus, Magnosaurus, Duriavenator, Metriacanthosaurus ed Eustreptospondylus) non ci sono ragioni valide per sostenere che il femore sia proprio di Megalosaurus.
Credo che l’attribuzione a Megalosaurus sia diventata parte del mito di Scrotum humanum solamente perché per più di 100 anni si seguì la vecchia impostazione tassonomica di attribuire senza troppi complimenti qualsiasi theropode inglese di grande taglia a quel genere.
Alla fine, che cos’era “Scrotum humanum”? Dato che il fossile è andato perduto, possiamo basarci solo sull’immagine della descrizione del 1677.
Si vede chiaramente l’ampia cavità midollare, tipica delle ossa lunghe dei theropodi. Inoltre, sono evidenti i condili distali chiaramente emisferici ed arrotondati distalmente. Non paiono esserci tracce di una cresta mediodistale. Purtroppo, la cresta tibiofibulare sembra essere stata erosa. Un solco od una fossa pare essere presente lateralmente alla posizione che doveva occupare la cresta tibiofibulare. In conclusione, la combinazione di caratteri presenti nel fossile ci può solo indicare che si tratta di un Neotheropoda Averostra (ovvero: un tetanuro oppure un ceratosauro), il che è pienamente compatibile con l’età post-Liassica del fossile.
Purtroppo, anch'io cascai follemente nell'errore! Purtroppo, Andrea, tale impostazione l'ho ritrovata anche in testi francesi di storia della scienza su riviste peer-review! Siamo rovinati...!
RispondiEliminaNel mio post 'Jurassic Park saga'. Dinosauri, genetica e pop-corn di lunedì 13 aprile 2009:
> "Leonardo da Vinci considerava con naturale dimestichezza che le conchiglie (fossili) affioranti dalle colline toscane non fossero altro che testimonianza del diverso livello del mare del passato. Nel XVII [sic!et mea culpa!]secolo un nobile inglese giudicò un elemento distale d’un femore, di probabile dinosauro, appartenere allo scroto di un individuo della razza dei giganti antidiluviani, poi spazzati via dall’insindacabile Dies Irae del Diluvio universale. Nome scientifico: Scrotum humanum, e ancor oggi è così catalogato quel mirabile pezzo di storia della scienza."
E in "La Legge culturale di Eliade: per una fenomenologia geomitologica" di martedì 27 gennaio 2009:
> "Credo che un simile sistema possa rendere più chiara una fenomenologia del fossile e della sua storia interpretativa nelle culture umane, dai draghi cinesi al megalosauride Scrotum humanum. I fossili, così come gli animali, sono soggetti alla psicologia umana e diventano essi stessi simboli - scivolando nel dominio letterario, artistico e psicanalitico." [anche se qui volevo mettere in evidenza la megalosauriana eredità della confusione tassonomica d'antan, come hai fatto notare tu...p.s. ma che dire di Dong?!? Aspetta la terza puntata sui terizinosauri...]
Spero che Chtulhu non entri nella breccia da me colpevolmente aperta nella soglia della barriera geomitologica! ;-)
Per me i giganti antidiluviani sono esistiti davvero!
RispondiEliminaMa il blog non si chiama "Primates" XD