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11 febbraio 2025

Jurassic Park Reboot - ibridi, mutanti e scarti di produzione

 


La pecora Dolly, il primo mammifero clonato con successo a partire da una cellula somatica, fu abbattuta nel 2003, quando aveva circa sei anni e mezzo. L'abbattimento di un animale così speciale e dal significato storico e scientifico così rilevante ha alimentato voci e leggende metropolitane. La più popolare è l'idea che Dolly sia morta prematuramente perché era geneticamente difettosa. In realtà, l'animale si era ammalato di polmonite, un'infezione piuttosto frequente nelle pecore, ed ha subito la tipica sorte che colpisce gli animali domestici quando non è possibile curarli: la soppressione fisica. Non ci sono motivi per cui la morte di Dolly sia legata alla sua condizione di clone, a parte il desiderio di alimentare una storia morbosa che colleghi la morte con l'ingegneria genetica.

Il fatto che il più famoso animale clonato della storia sia stato soppresso senza troppi convenevoli, come qualunque altro animale d'allevamento, ci insegna una regola di buon senso da applicare nelle storie di fantascienza, come Jurassic Park. Se avete in programma di allestire un parco con dinosauri clonati, è possibile che i primi animali prodotti possano essere in qualche modo affetti da qualche tara genetica, forse dovuta ad errori nel processo di clonazione. Dolly ci mostra che non è sempre vero, ma diamo una sponda a chi vuole produrre (più o meno consapevolmente) dei mutanti. Che fare se vi capitano esseri geneticamente mutanti, teratologici (mostri) o deformi? Semplice: li abbattete non appena li riconoscete tali. Se la mutazione si manifesta a livello di embrione, non avete nemmeno troppi scrupoli etici. E nel caso la mutazione si manifesti dopo la schiusa, non vedo perché l'animale dovrebbe seguire un destino migliore di quello che ha colpito la cara Dolly. Un dinosauro, anche se mutato o ibridato, è pur sempre un essere biologico, un insieme di cellule, tessuti e organi che si sopprime facilmente con un proiettile in testa, la recisione di un vaso sanguigno, un'iniezione letale, una scarica elettrica, o altri metodi più o meno sbrigativi con cui si da la morte agli animali fin dai tempi in cui fu introdotto il sacrificio rituale. Nessuno è così stupido da tenere in vita degli scarti di produzione che non servono a nulla. Nessuno, a parte forse qualche sceneggiatore per film sempliciotti che voglia inventare un serbatoio per seguiti ingenui.


Qui invece facciamo sul serio, quindi non c'è spazio per ibridi o mutanti. L'animale che produciamo o è sano e funzionante oppure viene abbattuto ed il suo corpo usato per capire come non produrne altri simili.


In Jurassic Park, una parte significativa della trama ruota intorno alle tecniche utilizzate per completare le sequenze genetiche fossili ed ottenere un filamento di DNA completo. Per motivi che ricadono nelle esigenze narrative di Crichton, nel parco giurassico originario si utilizza il DNA di un anfibio (rospo) per completare le sequenze, con il risultato (magico!) che i dinosauri clonati acquisiscono una proprietà apparentemente inesistente nei dinosauri, ma funzionale al plot di romanzo e film, di poter mutare sesso, passando da femmine a maschi. La parte più fantasiosa di questa idea è che il DNA di un rospo possa "completare" quello di un dinosauro ed ottenere una cellula funzionante in grado di crescere sana e diventare un dinosauro adulto sano e fertile il quale poi è in grado di cambiare sesso e accoppiarsi con successo. Non occorre una laurea in genetica per capire che questa sequenza di eventi è incredibilmente improbabile e abbastanza arbitraria. In pratica, Crichton introduce un miracolo di Dio nella vicenda e lo camuffa da "mutazione genetica".

L'assurdità è ammettere - contemporaneamente! - che il DNA di rospo non interferisce in alcun modo sull'aspetto dinosauriano (gli animali del parco non mostrano alcun dettaglio "da rospo"), sul processo di crescita dinosauriano (gli animali arrivano sani e vegeti fino alle dimensioni adulte), ma poi, misteriosamente, salti fuori una nuova funzione biologica (il "cambiamento di sesso in assenza di maschi"). Si tratta di un'arrampicata sugli specchi narrativi degni di un cartone animato, ma alla quale, come ho detto all'inizio di questa serie di post, non ho intenzione di aderire.

Come ho scritto, Crichton fa quella scelta perché vuole imporre una logica ed una narrazione alla vicenda, ma qui a noi interessa avere dei dinosauri, non una morale.


Come procediamo nel nostro reboot in merito alla "riparazione" del DNA dei dinosauri? In primo luogo, se proprio volessimo servirci del DNA di un animale attuale, utilizziamo DNA di uccelli e di coccodrilli, e non quelli di rospo, se non altro perché così possiamo sperare di avere una migliore compatibilità con i dinosauri. Si può considerare una soluzione accettabile quella di servirsi di sequenze condivise tra uccelli e coccodrilli in quanto legittimi elementi presenti anche nel DNA dei dinosauri? Sì e no: nulla vieta alla specie clonata di non aver conservato tali elementi genetici presenti ancora in uccelli e coccodrilli: l'evoluzione è pur sempre anarchica. Ma anche volendo semplificare la trama e accettando l'uso di DNA arcosauriano vivente (uccelli e coccodrilli), questo protocollo garantisce molti meno problemi rispetto all'uso di animali meno affini ai dinosauri quali sono gli anfibi. Qui c'è un simpatico effetto da sfruttare: se accettiamo questa strategia, allora possiamo usare gli stessi DNA dei vari dinosauri ricavati dall'ambra per aggiustare tra loro le sequenze genetiche. Dopo tutto, è sempre DNA di arcosauro tanto quanto quello di pollo o alligatore! A meno che non siate molto sfortunati e abbiate trovato una sola sequenza per specie clonata, è ragionevole supporre che dal medesimo frammento di ambra dal quale avete estratto una sequenza ci siano anche altre copie della medesima sequenza, tutte derivate dal medesimo animale che ha interagito con la resina prima che fossilizzasse. Ad esempio, se avete un frammento di pelle di un dinosauro, per quanto piccolo, quel frammento potrà contenere decine di sequenze di DNA del medesimo individuo: anche ammettendo che tutti siano più o meno danneggiati a caso, se ammettiamo che nessuno sia troppo degradato per essere utile, allora possiamo concludere che la sommatoria delle varie sequenze produrrà una sequenza molto prossima ad essere una sequenza completa. Si tratta di una licenza letteraria meno estrema e contorta del giocare con il DNA di rospo. In breve, tutte le paranoie che hanno alimentato ibridi e mostri nel Franchise originale non hanno ragione di esserci in questo reboot.


Un'ultima nota: se avete una sequenza in grado di produrre un animale vivo e vegeto fino allo stadio adulto, quella sequenza deve per forza essere stata praticamente completa fin dall'inizio. Non ci sono alternative. Eventuali aggiustamenti con rane o altro non potrebbero produrre una cellula vitale in grado di maturare e diventare un animale adulto. Un ibrido rana-dinosauro non va oltre il grumo di cellule, poi abortisce. L'idea degli ibridi che arrivano a camminare e ad ammazzare la gente è pertanto una bella favoletta che non regge in alcun modo nell'universo hard-sci-fi del sottoscritto.

Se l'argomento che ho appena sviluppato non vi convince, allora domandatevi come mai nel mondo reale non abbiamo genetisti che producono ibridi adulti tra rane e topi, oppure ibridi adulti tra conigli e cavie? Se fosse così facile assemblare questi ibridi, come mai non ne vediamo in giro nessuno? Una cosa è inserire singoli geni che codificano una proteina ma lasciano intatto il resto, oppure lavorare sullo sviluppo di poche cellule mutate che però non riescono ad avviare uno sviluppo embrionale, un'altra è realizzare un DNA mixando a piacimento intere sezioni di animali molto diversi tra loro, ed ottenere qualcosa di nuovo ma che sia stabilmente funzionante ed in grado di crescere fino allo stadio adulto.


In ogni caso, siccome a noi interessa avere dinosauri clonati e non ibridi o mutanti, se durante i primi esperimenti ne abbiamo prodotto qualcuno, l'unica destinazione per loro non è un'isola ad hoc, ma il contenitore degli scarti biologici da smaltire.


10 febbraio 2025

Jurassic Park Reboot - gli animali (2a parte)



L'abusatissimo argomento che "Jurassic Park non è un documentario" non fa una piega, se inteso alla lettera. Verissimo, il romanzo ed il film sono solo opere di finzione. Tuttavia, dal punto di vista di un paleontologo, Jurassic Park è anche la versione popolare ufficiale dei dinosauri, quella che domina da 30 anni l'immaginario del profano. Ormai, milioni di persone, quando pensano ai dinosauri, pensano alla versione mostrata in Jurassic Park. Ed anche se noi sappiamo benissimo che Jurassic Park sia solo un film e non un documentario, l'immagine dei dinosauri che è trasmessa dal film si è imposta come canone "ufficioso" per come un dinosauro deve apparire, muoversi e comportarsi.

Di conseguenza, le numerose licenze artistiche, invenzioni fantasiose e concezioni obsolete presenti in Jurassic Park sono divenute "mainstream", al punto che sembra quasi impossibile liberarsene.

Dilophosaurus con le claimidi e che sputa veleno - un'invenzione dei realizzatori di Jurassic Park - non aveva alcun senso prima del 1990, oggi è invece un'immagine del tutto usuale, e per molti persino ovvia, se non l'unica valida. Se pensate che il Dilophosaurus del film sia un caso estremo di speculazione fantastica e di licenza cinematografica, sia un esempio forzato perché palesemente esagerato, ma che per il resto i dinosauri di Jurassic Park siano comunque un modello di riferimento discretamente legittimo su cui modellare un reboot, questo episodio è per voi.

Forse pensate che siete "aggiornati" su ciò che occorre modificare nel design dei dinosauri in questo reboot. In fondo, alcune di queste modifiche sono comparse anche nei sequel del film del 1993. In realtà, una revisione approfondita dei dinosauri in un reboot va ben oltre l'aggiunta del piumaggio, il rifacimento di labbra o polsi, cioè quel genere di dettagli che molti appassionati di dinosauri conoscono bene anche dalla letteratura divulgativa.

Ecco una lista di tutto ciò che occorre cambiare nei dinosauri per farli partecipare legittimamente al nostro reboot.


1- I dinosauri non si dividono in docili vs mostri. Nel Franchise Jurassico, abbiamo sostanzialmente due tipologie di dinosauro: 1) l'erbivoro docile, mansueto, abbastanza idiota e poco pericoloso a meno che tu non vada apposta a disturbarlo. 2) la macchina di morte, assetata di sangue umano e votata sempre e comunque alla predazione degli esseri umani.

In questo reboot, tutti i dinosauri sono animali intrinsecamente pericolosi, ma nessuno è a priori un mostro spietato. Gli erbivori non sono degli idioti mansueti, ma animali con un'indole non prevedibile, quindi non necessariamente pacifica. In questo reboot, puoi essere ucciso anche da un dinosauro vegetariano solamente perché sei finito incautamente dentro il suo territorio. Inoltre, è bene rimarcare che nei rettili non esiste una reale distinzione tra "erbivoro puro" e "carnivoro puro". Se sei una fonte di proteine a buon prezzo, sei un possibile pasto anche per un dinosauro "vegetariano". Camminare in mezzo a questi animali non è meno pericoloso di passeggiare lungo le rive di un fiume africano abitato da coccodrilli. I carnivori sono sì pericolosi, ma lo sono nella misura in cui possono considerare un essere umano una preda. Pertanto, è possibilissimo che un dinosauro vegetariano di medie dimensioni sia un animale molto più feroce e spaventoso di un predatore gigante, il quale invece non ritiene un piccolo essere - quale è l'uomo ai loro occhi - una fonte interessante di cibo.


2- Nessun dinosauro apre le porte o escogita agguati in gruppo. Jurassic Park ha reso popolarissima l'idea che alcuni dinosauri predatori, come Velociraptor, fossero molto intelligenti e capaci di sofisticate tecniche di caccia. Si tratta di una favola derivata da errate considerazioni dei siti fossiliferi in cui questi dinosauri sono stati scoperti, ma che non tiene conto delle caratteristiche del sistema nervoso centrale di questi animali, delle condizioni tafonomiche dei siti fossiliferi, ed in generale dei meccanismi con cui evolve il comportamento animale.

In questo reboot, nessun dinosauro è più intelligente di un varano australiano. Animale rapido e curioso, aggressivo ed imprevedibile, nessuno lo nega, ma non certo dotato dell'intelligenza di uno scimpanzé o di un corvo della Nuova Caledonia.


3- I dinosauri non camminano come struzzi o come elefanti. Al fine di rendere i loro dinosauri digitali il più naturali possibili, gli animatori di Jurassic Park si sono ispirati alle movenze di animali reali, come elefanti, giraffe e struzzi. Si tratta di una scelta del tutto arbitraria, non basata su analisi biomeccaniche precise, e che non tiene conto delle peculiarità del sistema muscoloscheletrico dei dinosauri e della particolare anatomia dei loro arti. Se questo può risultare accettabile se confrontiamo un dinosauro con una giraffa, forse potrà stupire chi assume che, essendo lo struzzo un membro di Dinosauria, condivida con i dinosauri mesozoici il medesimo impianto scheletrico e muscolare. In realtà, gli uccelli sono un gruppo estremamente modificato di dinosauro, ed hanno acquisito modelli locomotori unici che non si osservano negli altri dinosauri. Pensare che un uccello sia un buon modello locomotorio per un Tyrannosaurus è sbagliato quanto lo sarebbe il pensate che le gambe di un pipistrello siano un buon modello per ricostruire la camminata di un ippopotamo. Le analisi biomeccaniche indicano che il principale motore della camminata nei dinosauri non-aviani è il distretto muscolare che estende il bacino. Negli uccelli, il principale distretto muscolare della camminata è l'estensore del ginocchio. Si tratta di due ben diverse filosofie deambulatorie, che producono differenti stili di camminata. Inoltre, il meccanismo di estenzione della caviglia nei dinosauri non-aviani non è riconducibile ai modelli presenti nei rettili, mammiferi e persino uccelli di oggi.

Un ulteriore elemento che questo reboot vuole trasmettere è il concetto che i dinosauri non camminavano nella stessa maniera e con la medesima postura o andatura. Nei film e nei documentari, i dinosauri camminano tutti allo stesso modo, indipendentemente che siano lunghi 1 metro oppure 12 metri, che abbiano colli lunghi o teste massiccie, che abbiano braccia ridotte o enormi artigli a falce, che abbiano code corte o molto lunghe. Mi pare evidente che una simile uniformità locomotoria sia più una banalizzazione imposta alle animazioni piuttosto che la rappresentazione della realtà naturale.

Dato che questo reboot è del tutto svincolato da problemi economici, possiamo concederci il lusso di lavorare dettagliatamente producendo differenti modelli locomotori ai diversi animali.

Legato a quanto appena scritto è anche il concetto, apparentemente banale ma spesso dimenticato nelle animazioni, che tanto più grande è un animale e tanto meno agile e veloce è ogni suo movimento. I dinosauri giganti sono potenti ma non sono agili. Dimenticatevi Tyrannosaurus che insegue una jeep, la biomeccanica di questo animale indica che non poteva andare a più di 30 Km/h, una velocità che, onestamente, ricorda più il traffico in centro storico col motorino che un'inseguimento automobilistico. Ma se volete qualcuno in grado di accartocciarvi l'automobile, ecco, quello rientra nelle potenzialità di un grosso dinosauro.


4- I dinosauri non ruggiscono né muggiscono. I dinosauri sono imparentati con i rettili e gli uccelli, non sono mammiferi. I rettili soffiano per intimidire un avversario, sibilano, emettono schiocchi o gorgoglii, spesso tenendo la bocca chiusa e non esprimendo alcuna emozione. Quando un animale attacca una preda, non ruggisce prima di scattare, anche perché ciò vanificherebbe l'effetto sorpresa tipico di molte strategie predatorie. In questo reboot, i dinosauri non hanno l'ossessione di recitare una parte drammatica, né devono enfatizzare le loro azioni emettendo versi particolari ad ogni movimento. Un predatore che attacca senza emettere suoni, e che soggioga la sua preda senza emanare alcuna emozione, non è detto che sia meno spaventoso degli abusati ruggiti di ispirazione leonina.


5- I dinosauri non formano famigliole. In alcuni seguiti di Jurassic Park, compaiono giovani dinosauri. In ossequio ad uno stereotipo del tutto infondato, i giovani dinosauri del Franchise sono modellati assumendo che essi fossero analoghi ai cuccioli dei grandi mammiferi, come gli elefantini o i vitelli. Il risultato sono animali poco realistici, con zampe corte e tozze, occhioni luccicosi e goffe movenze da neonato che ad alcuni di noi fanno emettere gridolini del tipo "ammoreee!". In realtà, tutti i dinosauri mesozoici avevano prole precoce o iperprecoce, ovvero perfettamente autonoma fin dalla nascita ed in grado di badare a sé stessa fin dalla tenerissima età. Un dinosauro carnivoro era in grado di mordere e di catturare una preda né più né meno di un coccodrillino. Inoltre, mentre nel Franchise abbiamo sempre delle relazioni madre-figlio piuttosto strette, i dinosauri avevano cure parentali molto blande, e nascevano in covate numerose, mai come figli unici oggetto della piena attenzione dei genitori. Gli adulti dei dinosauri non interagivano molto con la prole, la quale si spostava e si nutriva autonomamente, ed al massimo accorrevano per scacciare eventuali predatori, come fanno i grandi uccelli o i coccodrilli quando qualcuno si avvicina troppo alla nidiata.


In conclusione, in questo reboot i dinosauri sono molto più rettiliani di come appaia nel Jurassic Park originale. Nelle movenze, comportamenti e relazioni sociali, essi ricordano più dei coccodrilli giganti con l'indole di uno struzzo, dei varani con una onesta spruzzatina di casuario, piuttosto che elefanti, giraffe o leonesse. Inoltre, essi non sono mostri sanguinari né macchine indistruttibili. Non sono ossessionati da fare entrate scenografiche o dall'ostentare in modo enfatico i loro comportamenti. Trenta anni di video in CGI plasmati sull'arbitrario canone di Jurassic Park hanno reso queste ovvie considerazioni quasi un'eresia.







 

09 febbraio 2025

Jurassic Park Reboot - gli animali (1a parte)

 


Se avete seguito questa serie dall'inizio, avrete capito che lo stile di questo reboot di Jurassic Park è l'aderenza alla fantascienza "dura", la quale si sforza di restare coerente al realismo ed alle concezioni scientifiche (nei limiti concessi da una storia con dinosauri estinti riportati in vita) e si applica per evitare, quando possibile, qualsiasi elemento palesemente irreale, fantasioso o fantastico.

Un elemento irreale del Jurassic Park originale (sia romanzo che film) è la composizione faunistica del parco con dinosauri. Nel parco di Hammond abbiamo una serie di specie iconiche di dinosauri, anzi le più iconiche in assoluto: Tyrannosaurus, Triceratops, Apatosaurus/Brachiosaurus... Nei vari seguiti, questa fauna si amplia in modo ridicolo e del tutto arbitrario, slegato dalla trama originaria, comprendendo persino animali marini come Mosasaurus. Fin da quando ero ragazzino e divorai il romanzo di Crichton in una giornata, ho sempre trovato la fauna del parco giurassico troppo bella e perfetta per essere realistica.

Mi spiego: la fossilizzazione è un processo casuale. La scoperta di un fossile è un ulteriore evento casuale. Si stima che solo una piccola percentuale delle specie di dinosauro realmente esistite sia poi divenuta parte della documentazione fossile. E si stima che solo una piccola parte di quei fossili sia stata scoperta finora. Al tempo stesso, ammettendo che qualche specie di dinosauro si sia conservata come tracce genetiche nell'ambra, è altamente improbabile che proprio le specie che per caso abbiamo trovato come ossa siano anche quelle che si sono conservate come tracce genetiche nell'ambra. Corollario di questa considerazione di buon senso è che è praticamente impossibile che le stesse specie di dinosauro che abbiamo scoperto sotto forma di ossa fossili siano anche le specie che eventualmente troveremmo dai campioni di DNA nell'ambra. Pertanto, la situazione più realistica per un parco giurassico è che le specie estratte dal DNA nell'ambra NON siano specie già note sotto forma di scheletri. Saranno probabilmente parenti più o meno prossimi alle specie note dalle ossa, ma non è credibile che siano proprio le stesse specie. Il fatto che in Jurassic Park, per giunta, ci siano proprio le specie più iconiche e popolari rende quella associazione faunistica ancora più improbabile della già enormemente improbabile idea di clonare un dinosauro. 


Pertanto, nel parco giurassico del mio reboot non trovate specie conosciute e descritte dai paleontologi. Questo NON significa che inventerò animali di fantasia, né che sarò legittimato a costruire specie bizzarre, chimeriche o del tutto slegate dalle conoscenze paleontologiche. Come scrissi in un episodio precedente, se la nostra fonte di ambra è limitata alla metà del Cretacico del Sud Est Asiatico (Birmania), i tipi di dinosauro disponibili saranno solamente quelli che sappiamo essere vissuti in quella zona del mondo in quel momento del Cretacico. Mi impongo questa regola per esigenze di coerenza scientifica: non voglio un parco di animali slegati dalla paleontologia. Questi sono comunque dei dinosauri. Gli animali saranno quindi sì ipotetici a livello di specie ma pur sempre del tutto realistici membri dei cladi dinosauriani che possiamo interpolare da quei rami della filogenesi di Dinosauria che sappiamo essere esistiti in quella particolare coordinata spazio-temporale. Questa scelta è anche giustificata dal fatto che, tranne rarissimi casi come Chilesaurus, quando scopriamo delle nuove specie di dinosauro esse tendano a collocarsi dentro gruppi già noti e consolidati. Pertanto, è realistico che le specie ricavate dall'ambra, per quanto nuove rispetto alle specie note dalle ossa, siano comunque membri delle medesime linee evolutive ricostruite dalle specie note in base alle ossa.


Un secondo elemento fondamentale per rendere realistico il nostro parco con dinosauri è che chi clona queste specie non ha la minima idea di cosa si troverà di fronte. Un embrione di dinosauro è un grumo di cellule, e non ti dice "sono un Tyrannosaurus!". Per sapere che tipo di dinosauro è, il solo modo possibile è aspettare che l'uovo si sviluppi, schiuda, e cresca fino ad assumere una morfologia dello scheletro che sia simile a qualcosa di già noto in paleontologia. Di conseguenza, i realizzatori del parco giurassico potranno trovarsi di fronte a situazioni sconcertanti, che illustrerò nel prossimo post.


In tutto, il parco giurassico comprende sei specie. Ma, come vedrete, alcune simpatiche caratteristiche del ciclo biologico dei dinosauri produrranno l'effetto di avere - apparentemente - molte più specie di dinosauro. Questo perché i dinosauri, specialmente le specie giganti, cambiavano di forma, dimensione e persino eco-fisiologia durante la loro vita. Un animale che alla nascita era grande come un pollo, e che per alcuni anni aveva anche forma e abitudini simili ad un pollo, una ventina di anni dopo diventava un animale grande come un elefante, con esigenze e comportamenti diversi da quelli che aveva alla nascita. Giovani ed adulti della stessa specie, pertanto, potranno apparirci come se fossero specie differenti, con aspetto, habitat e comportamenti differenti tra loro.

Prima di descrivere le specie del parco, è bene chiarire due elementi narrativi che distinguono il reboot dalla storia originale.

Nel romanzo del 1990, Crichton dedica molto spazio alla questione del contenimento degli animali, inteso sia dal punto di vista fisico (evitare la fuga all'esterno) che biologico (evitare la proliferazione incontrollata). Al tempo stesso, per esigenze narrative, Crichton vuole che questi tentativi falliscano, che gli animali fuggano e si riproducano in natura, perché vuole trasmettere il messaggio che "la Natura troverà il modo" e che la scienza non può dominarla. Tutte tematiche interessanti e avvincenti, ma che rendono Jurassic Park un grottesto racconto pieno di contraddizioni o vere e proprie pacchianate su come allevare degli animali. In realtà, la questione di come gestire un allevamento di dinosauri è molto più semplice di come la presenti Crichton. 

Non vuoi accoppiamenti tra gli animali? Li sterilizzi, li rendi sterili alla nascita, tieni i maschi in recinti separati dalle femmine. Le femmine si riproducono troppo? Le sterilizzi, ti mangi le uova, tieni le femmine isolate. Non ti serve qualche bizzarra manipolazione genetica destinata ad esiti catastrofici (a meno che tu non voglia che il tuo romanzo abbia un simile esito). 

Gli animali possono fuggire, abbattere le recinzioni, evadere dai loro recinti? Né più né meno dei problemi di qualunque zoo o parco naturale. Contenere dei dinosauri di medie dimensioni non è tanto diverso dall'allevare struzzi o alligatori. Per tenere a bada un Tyrannosaurus adulto non serve un dispendioso e complicato recinto elettrificato lungo chilometri. L'animale non è tanto diverso da un elefante come forza e agilità. Basta un muro in cemento armato alto quattro metri ed un fossato stretto e ripido, e l'animale è a bada. Molto più economico e affidabile di qualunque sistema ad alta tensione. Un sauropode non va molto lontano prima che la sua fuga sia notata. Capisco che così facendo non avremo situazioni drammatiche e spettacolari come quelle del film, ma noi qui stiamo ragionando su come realizzare un parco reale e funzionante, non dobbiamo sviluppare una trama palesemente autodistruttiva per esigenze narrative.

Pertanto, a differenza della storia originale, in questo reboot la gestione degli animali è molto meno paranoica e demenziale. Ciò non significa sottovalutare i problemi logistici e di gestione di una popolazione di dinosauri, ma pensare che essi siano drammaticamente più complessi e problematici di qualunque altro allevamento di animali moderni è più la manifestazione della mitologia popolare sui dinosauri (intesi come mostri in qualche modo sovrannaturali) piuttosto che la effettiva valutazione della situazione concreta. Un dinosauro è pur sempre un animale, e Homo sapiens gestisce innumerevoli specie animali da migliaia di anni. Non c'è motivo di pensare che la gestione di un dinosauro sia totalmente slegata da ciò che sappiamo fare così bene da sempre.

Nel prossimo episodio, arriviamo finalmente ai dinosauri.


08 febbraio 2025

Jurassic Park Reboot - la location

 


Nella versione originale di Jurassic Park, la vicenda si svolge quasi unicamente su un'isola disabitata del Costa Rica, che una società privata statunitense ha preso in concessione per una serie di anni dal governo costaricano per realizzare un laboratorio segreto per la clonazione e allevamento di dinosauri, e per allestire un parco divertimenti da sfruttare poi commercialmente. In pratica, Jurassic Park è un'impresa biotecnologica privata che opera su suolo straniero. Dal punto di vista pratico e logistico, questa opzione è molto rischiosa e quasi sicuramente fallimentare.

Non è realistico che il governo del Costa Rica conceda l'isola senza pretendere di visionare regolarmente i lavori, le attività e la legittimità delle azioni. Anche ipotizzando una massiccia opera di corruzione degli amministratori pubblici locali, è impossibile che un laboratorio genetico, un'allevamento di dinosauri e un parco divertimenti in costruzione rimangano del tutto occultati alla vista di curiosi, giornalisti o anche solo funzionari governativi per tutto il tempo necessario alla realizzazione dell'opera. Qualcuno, prima o poi, finirebbe con diffondere la notizia, vanificando l'effetto sorpresa del mostrare al mondo un parco giurassico bello e pronto.

La parte più realistica del primo romanzo (ed in parte presente anche nel film) è la preoccupazione dei finanziatori e la loro richiesta di una consulenza tecnica da parte di esperti. Tutto il resto è del tutto irrealizzabile in un mondo come il nostro.

Esiste un altro modo, più realistico e meno problematico per realizzare un parco segreto con dinosauri? Prima di trovare la risposta, occorre anche stabilire quali siano i reali tempi di realizzazione di un simile parco. Come ho scritto nei precedenti post, questa serie vuole realizzare un reboot che sia accurato e scientificamente plausibile minimizzando quanto più possibile gli elementi di fantasia. A differenza del principale difetto dei seguiti di Jurassic Park, ovvero l'aver abusato della scusa del "DNA anfibio" per trasformare un parco di animali possibili in un mondo di mostri fantastici, io qui non voglio servirmi di scorciatoie sempliciotte e fantasiose se non sono necessarie. Pertanto, il parco giurassico in questo reboot si deve realizzare nei tempi reali in cui esso dovrebbe essere portato a termine nel mondo reale.

Quale è il principale vincolo di un parco giurassico? Disporre di dinosauri giganti adulti da mostrare al pubblico. Quanto tempo realistico occorre per avere un dinosauro gigante adulto? Almeno una ventina di anni. Quelli sono i tempi di crescita che deduciamo dai fossili. Come ho scritto prima, io non userò fantasiose trovate genetiche che accelerano la crescita degli animali, né miracolose manipolazioni genetiche da cartone animato che assemblano i dinosauri come se fossero giocattoli LEGO. Pertanto, dimenticatevi i cinque anni di concessione del Governo del Costa Rica da gestire in segreto. Non bastano. Qui stiamo parlando di un'operazione analoga alla costruzione di una diga di grandi dimensioni, analoga al CERN, alla stazione spaziale, oppure analoga al progetto ITER che sta tentando di realizzare la fusione nucleare: enormi investimenti, estesi per almeno trenta anni, e lavori in parallelo tra sviluppo della logistica, sviluppo delle infrastrutture oltre che ai lavori di clonazione, allevamento e "inserimento" dei dinosauri nel loro parco.

Capite quindi che è del tutto irrealistico che una società privata riesca a gestire un simile progetto nel mondo reale. Il solo ente in grado di sviluppare un parco giurassico è quindi un governo di una nazione ricca e dotata delle infrastrutture e delle risorse sia politiche, che economiche, che umane per portare avanti un tale progetto. Un governo che sia in grado di mantenere il segreto su tutto il progetto, e che non abbia problemi a requisire i mezzi e le risorse necessari.

Ho riflettuto su quale sia il governo più adatto per un simile progetto, e penso che, per una volta, non sia l'abusatissimo governo americano che salva il mondo in tutti i film con alieni, bensì un altro paese. Un paese che ha accesso ad enormi risorse economiche, umane, oltre che paleontologiche: la Repubblica Popolare Cinese.

In questo reboot, il parco giurassico non è su un'isola costaricana affittata da una azienda americana in Costa Rica, bensì è in una riserva naturale segreta nello Yunnan cinese, zona subtropicale al confine con la Birmania, tanto isolata quanto estesa per permettere queste attività senza rischiare l'interferenza di curiosi. Qui, a partire dal 1993 (per la precisione, il 27 settembre), il governo cinese ha avviato un programma segreto di estrazione di materiale genetico dalle vicine miniere di ambra birmana, ha realizzato la prima clonazione dei dinosauri nel 2003 (per la precisione, il 17 luglio), ed ha messo a regime un allevamento di dinosauri che oggi, nel 2025, comprende una discreta popolazione di dinosauri di varie specie e dimensioni. Perché lo ha fatto? Perché lo può fare, e perché a qualcuno molto in alto nel governo cinese piacciono i dinosauri, e piace l'idea di ricreare qualcosa di estinto. Se accettiamo l'avidità di Hammond per la genesi del primo parco, possiamo accettare la megalomania di qualche barone accademico membro del politburo cinese per il nostro reboot.


Nel prossimo episodio parlerò dei dinosauri presenti nel nostro parco giurassico.


07 febbraio 2025

Argumentum ad documentarium

When rexy was sexy


Se sei appena arrivato in questa pagina con intenzioni bellicose, fà un bel respiro. Conta fino a 10. E rilassati. Nessuno vuole impedirti di andare al cinema. Nessuno ti giudica perché ti piace guardare un film di brutti mostri. Piuttosto, questo post vuole solo spronarti a valutare un punto di vista differente su qualcosa che forse anche tu hai scritto o detto in passato.


Andiamo per gradi.


Ogni volta che nella pagina Facebook del blog pubblico un pensiero relativo alle nuove creature presenti nei vari film del Franchise Giurassico, quando noto il fatto che il design degli animali diventa sempre più brutto e sempre più lontano dalla immagine che essi avevano nei primi episodi della saga, sono inondato da commenti di un tipo particolare, e che posso riassumere tutti nella frase:


"Questo è un film, non è un documentario"


Ovvero, i commenti sembrano, da un lato, volermi spiegare qualcosa che - secondo loro - non saprei, ovvero che questi film non sono documentari, e da un altro lato, essi intendono dire che non ha senso notare che il design dei dinosauri sia osceno, perché nessuno ha il diritto di commentare in merito al design degli animali di un film.


Chiamo questo tipo di risposta "Argumentum ad Documentarium" (AAD).


L'AAD è la più frequente risposta/scusa/giustificazione con la quale i fan del Franchise evitano di vedere l'enorme voragine che sta dentro il loro feticcio. Una voragine estetica, il brutto che si espande e fagocita ciò che di bello può esserci in un film con animali estinti fatti bene e con cura.


L'AAD è una fallacia che non comprende il motivo dei miei post, e che riduce la fruizione di un prodotto alla passiva accettazione di qualunque cosa sia presentata fintanto che ha il marchio del Franchise.


Ci sono due errori nell'AAD.


Il primo è il pensare che io stia criticando la libertà creativa dei realizzatori del film.

La seconda è il pensare che io non sia in grado di apprezzare il bello delle opere di finzione.


Il fatto che un film non sia un documentario è una ovvietà talmente banale che sentirsi dire una simile sciocchezza può anche infastidire. Difatti, la cosa più sciocca non è il pensare che un film non sia un documentario, ma il credere che chi - come me - fa notare le inesattezze scientifiche di un film lo faccia al fine di pretendere una trasformazione del film in documentario.


A me non interessa se un film rappresenta dinosauri scientifici, oppure ibridi, mostri, chimere o calciatori. Quelle sono libere scelte dei creatori del film.

A me invece interessa capire se il film è un prodotto di qualità oppure una sciatta trovata commerciale. Ecco allora che il livello di accuratezza dei dinosauri di un film con dinosauri diventa un criterio per misurare il valore del film. Se il film pretende di appartenere al filone di Jurassic Park, dovrebbe attenersi all'estetica originaria del film. L'estetica di Jurassic Park non è - come molti pensano - il design particolare usato nel primo film, bensì l'idea di fondare tale design su una precisa ispirazione paleontologica. I dinosauri di Jurassic Park sono quelli di Bakker, Paul, Hallett, Henderson, Gurche e tutta quella generazione di paleontologi e paleoartisti. Tanto più i film si allontanano da quella estetica e tanto meno sono film del mondo di Jurassic Park.

Quando si introducono ibridi, mostri e altri animali di fantasia solo blandamente ispirati dalla paleontologia, si sta abbandonando l'estetica originaria del film e si sta trasformando questo Franchise in una cosa diversa, che di Jurassic Park ha solo il nome. Difendere ibridi e brutti mostri significa mandare a quel paese l'idea vincente del primo film. Pertanto, invece di lamentarsi dicendo che questo film non deve essere un documentario, sarebbe ora che i fanboy realizzino che questo film dovrebbe essere un seguito di Jurassic Park, e non una brutta copia di Skull Island.


Tutto questo, ovviamente, pare non passare minimamente per la testa del fanboy che pensa di liquidare la questione ripetendo a pappagallo l'AAD.


Nota finale: tutto questo tema sull'estetica dei dinosauri in un film è assolutamente frivolo e secondario, specialmente rispetto alle questioni della vita di tutti i giorni. Io stesso ci rido su ogni volta che ricevo commenti basati sul AAD. Nondimeno, siccome dozzine e dozzine di persone sentono il bisogno di lasciare quel tipo di commento ogni volta che capita l'occasione, devo concludere che per loro anche solo l'idea di un bel film con dinosauri ispirati dalla scienza sia qualcosa di insopportabile. Essi paiono quasi vantarsi nel disprezzare ciò che a noi appare come ovvia manifestazione della qualità.


Chi, come me, auspica dinosauri esteticamente curati in un film, dichiara una consapevole scelta estetica, che pretende in un film quel valore derivante dal lavoro accurato e minuzioso. Quel tipo di qualità che riconosciamo nei capolavori, ma che mancherà sempre nei prodotti di seconda e terza scelta.

05 febbraio 2025

Jurassic Park Reboot - l'idea primigenia



Mi sono sempre divertito a parlare di Jurassic Park, non l'ho mai nascosto né negato. Non capisco perché a certe persone dia fastidio questo mio divertimento. In fondo, mica sto parlando della loro nonna... Ad ogni modo, esce oggi il trailer del prossimo film del Franchise Giurassico. Come previsto da chi è ormai abbastanza vecchiotto da non farsi illusioni, il film si annuncia una miscela di elementi già visti nei film precedenti. Si torna su un'isola (ma allora perché distruggere la prima?), si torna in mezzo a laboratori abbandonati (idem come prima), si deve sopravvivere in mezzo a mostri ibridi più o meno aberranti e grotteschi (mai menzionati nei precedenti episodi ma chissà come nascosti in attesa di essere riesumati). Appare anche una spolverata di animali estinti i quali, purtroppo, sono molto deludenti agli occhi di chi conosce l'anatomia dei dinosauri reali. L'estetica dei dinosauri non pare essere una esigenza di chi produce questi film...

Amen, dubito che chi legge questo blog si fosse fatto idee diverse sull'esito dell'ennesima minestra riscaldata.

Qui siamo liberi di giocare con la fantascienza senza dover badare alla fanbase o al portafogli.

In un scritto di riflessioni sul suo genere letterario, Philip K. Dick sostiene che nella fantascienza il vero eroe sia l'idea. Un'idea, e lo sviluppo delle sue conseguenze, costituiscono il nucleo fondamentale di ogni storia di fantascienza. Una quindicina di anni fa, scrissi un romanzo (no, non parla di dinosauri), che ogni tanto mi propongo di rivedere e rifinire, il quale si regge tutto su una semplice domanda. Per rispondere a quella domanda, per renderla credibile, è necessario costruirvi intorno un mondo, una vicenda, dei personaggi che la reificano e personificano. Anche Jurassic Park si basa su una singola idea: potremmo riportare in vita i dinosauri? Ecco, Jurassic Park è, in sostanza, l'elaborazione dell'idea di riportare in vita i dinosauri. Intorno a questa idea è poi costruito tutto il resto della vicenda.

Elementi accessori, ma non strettamente vincolanti, di questa idea fondamentale sono anche l'idea di essere confinati in un posto isolato, e l'idea che i dinosauri siano ingestibili e molto pericolosi.

Quando il romanzo uscì, nel 1990, l'idea di riportare in vita i dinosauri tramite tecniche di clonazione di materiale biologico conservato in ambra mesozoica pareva avere un - per quanto minimo - margine di plausibilità. Oggi, a 35 anni di distanza, l'idea di clonare un dinosauro si è rivelata completamente fantascientifica, probabilmente irrealizzabile da qui all'eternità. Da un lato, il materiale genetico non si conserva così a lungo da sopravvivere dal Mesozoico ad oggi. Da un altro lato, per quanto sia ormai routinario clonare rane e topi, non abbiamo ancora sviluppato un modo per clonare rettili ed uccelli. Le uova di questi ultimi sono molto più complesse da maneggiare di quelle umane, o di quelle di un rospo. Pertanto, nell'ottica di una storia di fantascienza, la clonazione dei dinosauri è ancora (e persino più di 35 anni fa) del tutto nel regno della fantasia.

Che fare? Dilungarsi nel cercare di giustificare l'impossibile? Siamo quindi costretti ad introdurre la prima dose di sospensione dell'incredulità, ed accettare - senza cavillare troppo - che sia possibile clonare un dinosauro da qualche resto organico preservato nei fossili.

Recentemente, è stata sviluppata una tecnica che estrae informazione genetica da sedimenti recenti nelle grotte. Questa tecnica potrebbe in qualche modo essere usata in alternativa alle fantomatiche zanzare che formano la fonte di DNA fossile nel Jurassic Park originario. Teniamoci l'ambra come sorgente di materiale genetico, e assumiamo che esista una tecnica che estrae materiale genetico dai residui di pelle e piume conservati nell'ambra fossile. Bene, se accettiamo questa tecnica, possiamo ricavare ipotetico DNA di dinosauro da alcuni giacimenti di ambra mesozoica, ad esempio, quelli scoperti in Canada o in Birmania.

Per le esigenze della storia che svilupperò più avanti, la nostra fonte di ambra è localizzata nelle miniere della Birmania, e risale a 100 milioni di anni fa. Badate bene che sono miniere reali, non le sto inventando apposta.

Qui impongo una differenza sostanziale rispetto al primo Jurassic Park: invece di avere dinosauri clonati provenienti da ambre di epoche diverse e da continenti diversi, la nostra fonte sarà solo le cave della Birmania con strati di 100 milioni di anni fa. Ho sempre trovato incredibilmente irrealistico che, per puro caso, i genetisti di Jurassic Park avessero clonato proprio i dinosauri più familiari e popolari. Che incredibile fortuna, avere Tyrannosaurus, Triceratops e Apatosaurus! Perdonate la mia mania di "realismo" anche nella fantascianza, ma il nostro DNA fossile sarà solamente di dinosauri del Sud-Est Asiatico di metà Cretacico, i soli potenzialmente estraibili dall'ambra birmana.

Che dinosauri avremo?

In base alla documentazione fossile, Spinosauridae, Tyrannosauroidea, Titanosauriformes, Carcharodontosaria, Dromaeosauridae, Oviraptorosauria primitivi, Ornithomimosauria, Hadrosauroidea, Ankylosauridae primitivi. Questi sono i nostri bacini di specie.

Per rendere tutto più realistico, nessuna delle specie che ricaviamo dall'ambra è anche nota da resti ossei conosciuti: questo ci permette un decente margine di libertà nel caratterizzare gli animali. Le specie le tratterò in un prossimo post.

Nel prossimo episodio invece affronterò la questione di chi abbia i mezzi logistici per clonare i dinosauri, e del come e perché li abbia clonati. Intorno a questi elementi logistici inizieremo a tessere la trama per una vicenda.

04 febbraio 2025

Jurassic Park Reboot - Trailer

 


Ero così preoccupato di poterlo fare che non ho pensato se dovevo farlo. 

Così, con una citazione che odora di fan-service, giustifico questa serie di post dedicati al capostipite del Franchise dinosauriano più abusato di sempre. Tra qualche mese, esce il settimo episodio cinematografico della serie giurassica, del quale ovviamente parlerò per la gioia dei quattro lettori storici del blog, consapevole di ricevere anche la visita stizzita di persone che altrimenti mai avrebbero degnato questa pagina di attenzione. Il Franchise giurassico, almeno per ora, pare non essere passato per la fase dei reboot che invece ha colpito altre saghe cinematografiche, vedi gli infiniti Batman e Uomo Ragno riproposti in svariate versioni da diversi registi e sceneggiatori. Ma, chi lo sa? Forse un giorno si smetterà di produrre episodi uno più brutto e sciatto del precedente e si capirà che la sola alternativa all'estinzione (questa ultima, un'opzione legittima, ma poco redditizia) è il reboot. Io qui li precedo, proponendo la mia personalissima idea di come fare un reboot del film che ho visto e rivisto all'infinito quando ero adolescente.

Prima di procedere rivelando la mia idea di un reboot di Jurassic Park, un paio di inevitabili avvisi per i naviganti.

1- La serie di post parte dal presupposto che io voglio divertirmi ad immaginare un reboot di Jurassic Park. Non è un invito verso alcuno a desiderare che ciò accada realmente. Non è nemmeno una più o meno inutile filippica sul perché il cinema di oggi abbia poca fantasia, o poca paura di innovare, o poca voglia di rischiare. Il post non ha queste pretese, quindi anche voi evitate di lasciare commenti sul senso di fare un reboot di un film. Il post semplicemente finge che il reboot sia necessario, e realizza la domanda su come possa essere fatto da me, non deve quindi darsi alcuna motivazione ulteriore.

2- La serie esprime il mio particolare gusto cinematografico e letterario. Io sono appassionato di fantascienza dura, quella che sfrutta le conoscenze scientifiche e si sforza di ridurre il più possibile le licenze fantastiche. Un reboot di Jurassic Park sarà quindi il più possibile realistico alla luce delle conoscenze scientifiche odierne, sforzandosi di minimizzare le - comunque necessarie - licenze artistiche. Pertanto, io non ho nessun interesse ad accattivare il lettore, né a stimolare la nostalgia dei fan del primo film originale. Le scemenze del primo film non saranno riproposte, e - se possibile - proverò a non introdurne di mie. Quindi, evitate di commentare solo per dire che un film come quello che mi sto immaginando non sarà mai realizzabile né commercialmente sostenibile. Lasciate questo tipo di ragionamento ai produttori dei film reali.

3- Buona lettura!

Nel prossimo episodio di questa serie, vedremo cosa è necessario conservare dall'opera originaria affinché questo sia legittimamente considerato un (possibile) reboot.