Chiudo la settimana di festeggiamenti mondiali per l'apertura e altrettanto rapida chiusura del parco a Isla Nublar, parlando della differenza più grande e profonda tra il film uscito questo anno ed il prototipo del 1993. Si tratta di un concetto a cui tengo moltissimo, e spero di esprimerlo al meglio. Questa differenza non è legata alla scientificità delle due opere (dopo tutto, per entrambi vale il mantra del "è solo un film! bla bla bla" senza alcuna valenza divulgativa) bensì qualcosa di più importante per tutti coloro che, come me, si dedicano a studiare i fossili dei dinosauri. La differenza tra i due film è nel come essi (cor)rispondano alla domanda: cosa sono i dinosauri? Attenzione, in questo blog ho ripetuto molte volte che i dinosauri sono ipotesi scientifiche volte a spiegare i fossili. Ovvio che i film non rispondono a quella domanda. Ma rispondo e corrispondono, invece, alla teoria che sta dietro a quelle ipotesi. Di che teoria parlo?
I fossili sono i resti litificati di esseri viventi realmente esistiti nel remoto passato.
Teoria banale? Per niente. Questa "banalità" è stata acquisita dall'uomo solo negli ultimi secoli. Noi oggi lo diamo per scontato, ma solo dopo secoli di discussione scientifica e filosofica. Non è per niente immediato ritenere che un pezzo di roccia sia la traccia di un essere vissuto milioni di anni fa.
Affermare che un dinosauro è un'ipotesi per spiegare un fossile, equivale quindi ad affermare che un dinosauro è una interpretazione volta a spiegare un caso particolare della teoria generale per cui i fossili sono resti di esseri viventi realmente esistiti nel remoto passato.
Questa lunga definizione di dinosauro si riassume (forse banalmente) nella frase:
I dinosauri erano animali reali.
Sebbene questa frase possa apparire la più banale al mondo, essa è quasi mai implicita nelle rappresentazioni cinematografiche dei dinosauri.
Nella maggioranza dei film con dinosauri, difatti, questi ultimi sono "mostri", sono "metafore", sono "il Nemico", "la Minaccia". Il dinosauro nel film è la personificazione della Natura ostile precedente l'avvento della Civiltà dell'Uomo. In generale, quindi, i dinosauri dei film non sono animali, ma sono simboli antropocentrici, costruiti in funzione avversa al concetto di umano, civile, storico. Il dinosauro di questi film raramente ha connotati e comportamenti naturali. Esso è quasi sempre aggressivo ed ostile, persecutore e feroce. Quasi sempre, esso deve essere contrastato, abbattuto ed eliminato. L'estinzione del dinosauro, al pari di una sentenza morale, ne giustifica la connotazione negativa, quindi maligna. Non a caso, il dinosauro cinematografico è sovente ritratto come insensibile al dolore, privo quindi di misura emotiva, il distruttore che può essere fermato solo con la morte.
Dato che mi è stato ripetuto mille volte che un film non è "un documantario" (sebbene, vorrei replicare, i documentari siano dei film...), non c'è motivo per cui i dinosauri dei film debbano essere i dinosauri reali. E difatti, come ho appena detto, nella maggioranza dei casi i dinosauri dei film sono simboli, metafore, archetipi, rappresentazioni oniriche, aggiornamenti del drago, e tutta la serie di definizioni letterarie, psicologiche e filosofiche che meglio vi aggradano. Raramente, il dinosauro dei film rispecchia il dinosauro reale, naturalistico e paleontologico: un animale.
Jurassic Park, nel 1993, fu una delle rare eccezioni, sebbene in forma ambigua. In Jurassic Park, i dinosauri più irreali del film sono i raptor, nella loro caratterizzazione antagonista dei protagonisti. Essi sono "la Minaccia", quindi sono ancora una volta rappresentazioni antropocentriche, non naturalistiche. Essi aprono il film uccidendo un essere umano, e lo chiudono con la propria morte. Sono quindi palesemente degli strumenti funzionali alla narrazione di vicende umane.
Il medesimo discorso invece non vale per il Tyrannosaurus del film. La sua entrata in scena è assolutamente naturalistica, non antropocentrica. L'animale viene attratto alla recinzione dalla fuga intestinale dell'avvocato Gennaro. Inizialmente, dopo aver abbattuto la recinzione priva di elettricità, l'animale pare allontanarsi, senza degnare gli esseri umani di grande attenzione. Sarà la serie di reazioni sbagliate da parte degli esseri umani a trasformare il Tyrannosaurus in minaccia. Ma, ripeto, la sua entrata in scena non è volta a minacciare gli esseri umani: esso è solo un animale enorme che se ne va a spasso sotto la pioggia.
Ho sempre apprezzato il modo con cui quella scena è costruita. Inizialmente, il dinosauro pare nemmeno aver colto la presenza di esseri umani. In quel momento, l'animale rappresentato non è il solito "mostro-antagonista degli uomini". I dettagli in questo caso contano molto. La scena in cui il Tyrannosaurus ha rovesciato l'automobile con dentro i due ragazzini e si avventa su una delle ruote, è, a mio avviso, costruita proprio per rimarcare che l'animale non sta svolgendo il ruolo del Nemico. Il Tyrannosaurus si avventa sull'automobile, interpretandola come una preda, e quasi rimane sconcertato dall'esplosione del pneumatico. Un comportamento naturale da animale, non da mostro inarrestabile. Anche il momento in cui il povero Gennaro passa a miglior vita mostra che il Tyrannosaurus è rappresentato come animale e non come mostro. Per un attimo, l'animale è come incerto davanti alla preda, non si lancia automaticamente "in quanto killer". Ma è pur sempre un predatore e quindi perché non avventarsi sul facile pasto?
Perché mi sono dilungato nella descrizione di una scena di un vecchio film? Perché ogni scena di un film con dinosauri, in quanto rappresentazione costruita a tavolino, trasmette l'idea del dinosauro intesa dai realizzatori dell'opera.
Jurassic Park si propone come fantascienza iper-realistica, e quindi assume di mostrare i dinosauri "come se fossero reali", o perlomeno come si assumeva fossero tali nel 1993. Ma non può esserci iper-realismo se l'animale non è realistico, se esso è simbolico più che naturalistico. Il dinosauro-antagonista, il Nemico simbolico nella accezione antropocentrica, non può essere una rappresentazione realistica dei dinosauri. L'esempio che conferma questa regola viene dal medesimo film. Nei raptor, veri antagonisti e nemici dei protagonisti, il simbolico non può essere evitato, e ciò va a scapito del naturalistico. Il Tyrannosaurus, invece, libero dal ruolo di antagonista, libero dalla catena del simbolo, può essere manifestato come animale naturale.
Non è un caso che il suo "ruolo salvifico" alla fine del film sia del tutto accidentale. Il Tyrannosaurus non "salva" i protagonisti: semplicemente, esso si avventa sui raptor, su una preda, noncurante degli esseri umani. Non c'è alcuno sguardo di intesa, di partecipazione, tra Tyrannosaurus e personaggi umani. E lo dimostra il fatto che esso continui nella propria attività predatoria mentre i protagonisti della vicenda si stanno allontanando. Come ogni animale naturale, esso è autoreferente.
Tutto questo viene meno in Jurassic World. Nel sequel del 2015, i dinosauri tornano ad essere i mostri antropocentrici del classico B-movie. Sono strumenti ad uso e consumo dell'abusata metafora della Natura contro l'Uomo. Indominus è un mostro a tutti gli effetti. Come la creatura di Frankenstein è un assemblaggio di diverse creature morte. Come ogni mostro, è privo di naturalezza, non ha comportamenti autoreferenti. Ha una sola logica: uccidere, e per fermarlo occorre ucciderlo. Esso è il Nemico e la Minaccia, e quando anche si voglia elevarlo sopra la propria funzione omicida, esso è comunque solamente una metafora dell'Uomo nei confronti della Natura.
Ma anche i raptor sono stati degradati ulteriormente: ancora meno naturali di quelli del primo film, anche essi sono degli ibridi antropocentrici: in alcuni momenti sono alleati dell'uomo, in altri sono antagonisti. Non sono mai autoreferenti, quindi non sono mai naturali. Ed infine, persino il Tyrannosaurus è un mero strumento antropocentrico: esso è funzionale all'uccisione del Nemico, viene richiamato in servizio per svolgerla, e svolta la propria funzione esce di scena. Il Tyrannosaurus di questo film non è un animale, è uno strumento nella Lotta contro il Mostro, un rovesciamento, ma pur sempre nell'alveo, della tradizione del mostro bellicoso. Ed a confermare la sua natura ormai totalmente allineata al ruolo di oggetto antropocentrico, il Tyrannosaurus alla fine della lotta assume un'espressione facciale quasi umana, sicuramente antropomorfica, inedita e a tratti stucchevole.
Pertanto, se c'è qualcosa che Jurassic World ha distrutto, ben più significativa della scientificità dei dinosauri in un film d'azione, è l'idea naturalistica dei dinosauri che - almeno parzialmente - Jurassic Park aveva cercato di proporre. Con Jurassic World, i dinosauri tornano ad essere ciò che sono sempre stati al cinema: mostri antropocentrici.
Per questo, film di questo genere non saranno mai apprezzati da persone che ritengono i dinosauri non mostri, ma tentativi di comprendere in modo naturalistico ed autoreferente degli animali esistiti nel remoto passato.