Un nome, un acronimo. Ricostruzione di Balaur, opera di Emily Willoughby e basata sulla nuova interpretazione di Cau et al. (2015) |
Balaur
bondoc
è probabilmente il paraviano più enigmatico ed inatteso scoperto
negli ultimi anni. La sua bizzarra morfologia, grossolanamente
ridotta allo slogan “raptor con due paia di artigli nel piede”,
mi ha affascinato, incuriosito e indotto riflessioni, fin dalla sua
pubblicazione. Ho dedicato in passato vari post a Balaur,
nei quali ho proposto un’ipotesi alternativa a quella seguita dai
descrittori dell’animale. Invece che considerare Balaur
come un aberrante velociraptorino, io proposi che esso fosse un
uccello basale, un membro di Avialae. Le motivazioni per la mia
ipotesi partivano da una semplice constatazione: la grande
maggioranza delle numerose autapomorfie attribuite a Balaur
(ovvero, quei caratteri che lo differenziano dagli altri
dromaeosauridi) è condivisa dagli aviali, sono caratteri “tipici”
degli uccelli mesozoici. Pertanto, mi chiesi: e se tutte queste
autapomorfie
rispetto ai dromaeosauridi non fossero affatto delle bizzarre
originalità di un aberrante velociraptorino convergente con gli
uccelli, bensì delle sinapomorfie
con gli aviali, in altre parole, caratteri che attestano un legame
diretto con gli uccelli? In breve, Balaur è un dromaeosauride molto bizzarro che imita un uccello basale
oppure, direttamente, un uccello basale?
Un nuovo studio, di cui sono autore (Cau et al. 2015), si propone di risolvere questa domanda.
Quando
pubblicammo Aurornis,
molti notarono che l’analisi filogenetica in quell'articolo
collocava Balaur
proprio in Avialae, non in Dromaeosauridae. Siccome tale risultato
non era l’oggetto principale di quello studio, non ci fu spazio per
discutere in dettaglio la posizione di Balaur.
E più di uno si dimostrò scettico verso tale ipotesi. Ma il dado, a
quel punto, era tratto.
Successivamente,
anche altri autori ottennero posizioni aviali per Balaur
usando dataset differenti ed indipendenti da Megamatrice. Pareva
quindi che tale ipotesi non fosse una mia personale idiosincrasia
viziata dall’uso di un dataset “di parte”, ma una alternativa
meritevole di essere analizzata.
Alla
fine del 2013, discussi con Darren Naish, Tom Brougham ed altri, tra
cui Gareth Dyke, sull’eventualità di pubblicare uno studio che
discutesse nel dettaglio questa ipotesi. Come primo passo,
presentammo la versione preliminare della nostra ipotesi all'ultimo
Meeting della Society of Vertebrate Paleontology, a Berlino. Nel
frattempo, io andavo avanti raccogliendo dati, confrontando
morfologie, e preparando un manoscritto. Ed è con grande piacere che
oggi posso annunciare la pubblicazione, su PeerJ, del nostro lavoro
(Cau et al. 2015)!
Una
fetta importante di ciò che trovate in quell’articolo non è nuovo
se siete lettori abituali di Theropoda, con la differenza che nello
studio appena pubblicato abbiamo potuto approfondire i dettagli sia
morfologici che analitici della nostra ipotesi. Buona parte
dell’articolo è dedicata alle caratteristiche morfologiche di
Balaur
a sostegno delle varie collocazioni alternative in Maniraptora.
Probabilmente, sarete sorpresi da quanti caratteri “unici” di
Balaur
siano presenti anche negli aviali, molti dei quali menzionati e
discussi per la prima volta. Per fugare dubbi sulla plausibilità del
nostro risultato, in questo studio abbiamo testato le varie ipotesi
alternative (dromaeosauride vs aviale) con due differenti dataset,
opportunamente modificati, e con ognuno dei due dataset abbiamo
svolto varie analisi e test di controllo. Uno dei dataset deriva da
Megamatrice, ed è una versione modificata della matrice usata per lo studio sull'evoluzione delle dimensioni corporee in Theropoda.
L'altro dataset è una versione modificata della più recente versione della matrice sviluppata dal Theropod Working Group.
Le
nostre analisi indicano che l’ipotesi più parsimoniosa in base ai
dati attuali colloca Balaur
nella parte basale di Avialae, più vicino a Pygostylia rispetto ad
Archaeopteryx.
L’alternativa dromaeosauride risulta “sub-ottimale”: ciò
significa che non spiega i dati attuali in modo ugualmente
soddisfacente rispetto all’ipotesi aviale. Nondimeno,
l’interpretazione dromaeosauride non può essere rifiutata del
tutto, almeno sul piano meramente quantitativo, dato che la
differenza statistica tra queste due alternative non è
significativa. Interessante a questo proposito rimarcare che
ripetendo questi test con i dataset usati in precedenza per collocare
Balaur
in Dromaeosauridae, anche l’alternativa in Avialae (che in quei
casi risultava “sub-ottimale”) non può essere rifiutata del
tutto in termini statistici [Sottolineo questo risultato per
controbattere a eventuali critiche al nostro risultato: se si obietta
che la posizione in Avialae con questi nuovi dataset non è
significativamente più robusta di quella in Dromaeosauridae, allora
occorre anche ammettere che la posizione in Dromaeosauridae con i
dataset originari non è statisticamente più robusta di quella in
Avialae: quanti di coloro che sostengono l'ipotesi in Dromaeosauridae
hanno mai controllato questo fatto?]. Con entrambi i dataset, abbiamo
inoltre valutato se la pervasiva omoplasia che caratterizza i
theropodi (e che in Balaur
è espressa al grado massimo) possa incidere sulle sue collocazioni
filogenetiche: i test indicano che la posizione di Balaur
non sarebbe viziata dall’omoplasia. La mia interpretazione di tutti
questi test statistici è apparentemente banale: solo la scoperta di
resti del cranio o altre parti della coda di Balaur
risolverà definitivamente la controversia, apportando ulteriori dati
che irrobustiranno una delle due alternative in competizione.
Nondimeno, l’ipotesi attualmente più plausibile rimane quella in
Avialae, e non soltanto nel mero conteggio delle lunghezze degli
alberi filogenetici o in base a test statistici. Questa conclusione
si basa anche su una questione più “qualitativa “ che
“quantitativa”: tutti i caratteri “dromaeosauridi” presenti
in Balaur
sono presenti anche negli aviali, mentre non tutti i caratteri
“aviali” presenti in Balaur
sono presenti negli altri dromaeosauridi. Inoltre, proprio seguendo
un ragionamento non soltanto “quantitativo” (contare gli steps
degli alberi) ma anche più squisitamente paleobiologico ed
evoluzionistico (discutendo alternativi scenari e modelli coerenti
con le leggi generali della biologia), abbiamo rafforzato l’ipotesi
“Avialae” notando quanto essa sia più coerente con le numerose
“stranezze” di Balaur,
e produca uno scenario più “plausibile” ecologicamente e meno
“ad
hoc”
rispetto a quelli proposti per l’ipotesi “dromaeosauride”.
La
morfologia di Balaur acquista un maggiore "senso evoluzionistico"
Interpretato
come un dromaeosauridae, Balaur
è veramente bizzarro, e queste “anomalie” generano domande
difficilmente spiegabili: ad esempio, quale pressione selettiva
porterebbe alla scomparsa del terzo dito artigliato della mano in un
predatore? Perché il primo dito del piede si espande e acquista
funzionalità? Perché il piede di Balaur
mostra un minor grado di specializzazione nelle caratteristiche
considerate tipici adattamenti predatori dei dromaeosauridi? Perché
Balaur
è così massicciamente ossificato nello scheletro appendicolare?
Gli
autori precedenti proposero varie ipotesi, alcune piuttosto ad
hoc,
tutte riconducibili all’idea che Balaur
sia bizzarro in quanto prodotto di bizzarre condizioni evolutive.
Tale spiegazione è, a mio avviso, insoddisfacente, perché non ci
fornisce informazioni testabili sulla causa del fenomeno. Affermare
che Balaur
è il prodotto di inusuali pressioni selettive in condizioni inusuali
non è una spiegazione, ma un modo per ripetere quanto già si
sapeva: “Balaur
è bizzarro”.
Collocata
in Avialae, la maggioranza delle “bizzarrie” di Balaur
risulta molto più chiaramente interpretabile, e – sopratutto –
smette di essere bizzarra. L’estensiva fusione delle ossa nel
polso, nel bacino, nel tibiotarso e nel piede, la presenza di uno
spazio intermetacarpale chiuso, l’atrofia del terzo dito della
mano, la presenza del primo dito del piede robusto e pienamente
funzionale, ad esempio, sono tutti caratteri tipicamente aviali:
prendete Sapeornis,
oppure un pollo, e troverete gli stessi caratteri.
In alcuni aspetti, Balaur mostra una plausibile condizione intermedia tra la morfologia del "grado deinonychosauriano" e la "tipica" condizione degli uccelli. Il primo dito del piede è probabilmente il caso più interessante. I paraviani non-aviali tendono ad avere il primo dito del piede ridotto in dimensioni, non-funzionale, tipico dei neotheropodi, associato ad un secondo dito più robusto degli altri e funzionalmente iper-estensibile. Gli uccelli hanno in maggioranza il primo dito robusto e opponibile, mentre il secondo dito non presenta tutte le specializzazioni dei deinonichosauri. Balaur mostra una condizione intermedia, con entrambi primo e secondo dito ben sviluppati, ma il primo "non ancora" opponibile. Molti enantiornithi (ad esempio, Sulcavis e Zhouornis) mostrano un ulteriore stadio intermedio: il primo dito robusto ed opponibile, associato ad un secondo dito "ancora" robusto, simile alla condizioone in Balaur. In alcuni enantiornithi, come i pengornithidi e alcuni avisauridi, la somiglianza con Balaur a livello del piede è quasi "imbarazzante": come il nostro eroe, presentano un metatarso corto e robusto, col primo metatarsale allungato, il primo dito molto robusto con un ungueale sviluppato, le superfici estensorie dei metatarsali convesse che delimitano fosse intermedie, la fossa estensoria distale del secondo metatarsale espansa sull'intero metatarso, il secondo dito del piede moderatamente sviluppato con ungueale robusto, le falangi distali del terzo e quarto dito allungate, il quarto dito più gracile degli altri e - i pengornithidi - conservano un quinto metatarsale vestigiale [Verrebbe quasi il sospetto che Balaur non sia un aviale relativamente basale, esterno a Pygostylia, bensì un aberrante enantiornithe gigante attero...].
Una volta collocato in Avialae, questo mix di caratteri diventa quindi una mera sinapomorfia del gruppo a cui appartiene, e quindi non occorre “inventare” una qualche ipotesi ad hoc per giustificarne la presenza in Balaur. Ovvero, la nostra nuova ipotesi afferma che tutti questi caratteri siano presenti negli antenati aviali di Balaur ben prima che la sua linea evolutiva si originasse e specializzasse (come effettivamente è): Balaur, semplicemente, ha conservato caratteristiche tipiche degli aviali basali, caratteristiche in molti casi legate all’ecologia ancestrale degli uccelli mesozoici. Non occorre quindi cercare qualche bizzarro fenomeno locale e particolare di Balaur, dato che non furono condizioni peculiari a selezionare quei caratteri. Inoltre, quei caratteri “da dromaeosauride” che sono comunque assenti in Balaur (e che quindi risultavano problematici se questo theropode fosse membro di Dromaeosauridae) sono perfettamente spiegabili ora che Balaur è “tolto” dai dromaeosauridi: molto semplicemente, la loro assenza in Balaur è una mera conseguenza del suo non-essere un dromaeosauride. Esempi di questi caratteri sono l’assenza di profondi solchi estensori nel secondo e terzo metatarsale (legati all’iperestensione delle dita nei dromaeosauridi), la forma del secondo ungueale del piede (l’ungueale di Balaur è sì ampio, come in molti paraviani – non solo nei dromaeosauridi – ma non è falciforme, come invece è nei dromaeosauridi) e la presenza di un quinto metatarsale ridotto (nei dromaeosauridi questo osso è molto allungato).
In alcuni aspetti, Balaur mostra una plausibile condizione intermedia tra la morfologia del "grado deinonychosauriano" e la "tipica" condizione degli uccelli. Il primo dito del piede è probabilmente il caso più interessante. I paraviani non-aviali tendono ad avere il primo dito del piede ridotto in dimensioni, non-funzionale, tipico dei neotheropodi, associato ad un secondo dito più robusto degli altri e funzionalmente iper-estensibile. Gli uccelli hanno in maggioranza il primo dito robusto e opponibile, mentre il secondo dito non presenta tutte le specializzazioni dei deinonichosauri. Balaur mostra una condizione intermedia, con entrambi primo e secondo dito ben sviluppati, ma il primo "non ancora" opponibile. Molti enantiornithi (ad esempio, Sulcavis e Zhouornis) mostrano un ulteriore stadio intermedio: il primo dito robusto ed opponibile, associato ad un secondo dito "ancora" robusto, simile alla condizioone in Balaur. In alcuni enantiornithi, come i pengornithidi e alcuni avisauridi, la somiglianza con Balaur a livello del piede è quasi "imbarazzante": come il nostro eroe, presentano un metatarso corto e robusto, col primo metatarsale allungato, il primo dito molto robusto con un ungueale sviluppato, le superfici estensorie dei metatarsali convesse che delimitano fosse intermedie, la fossa estensoria distale del secondo metatarsale espansa sull'intero metatarso, il secondo dito del piede moderatamente sviluppato con ungueale robusto, le falangi distali del terzo e quarto dito allungate, il quarto dito più gracile degli altri e - i pengornithidi - conservano un quinto metatarsale vestigiale [Verrebbe quasi il sospetto che Balaur non sia un aviale relativamente basale, esterno a Pygostylia, bensì un aberrante enantiornithe gigante attero...].
Una volta collocato in Avialae, questo mix di caratteri diventa quindi una mera sinapomorfia del gruppo a cui appartiene, e quindi non occorre “inventare” una qualche ipotesi ad hoc per giustificarne la presenza in Balaur. Ovvero, la nostra nuova ipotesi afferma che tutti questi caratteri siano presenti negli antenati aviali di Balaur ben prima che la sua linea evolutiva si originasse e specializzasse (come effettivamente è): Balaur, semplicemente, ha conservato caratteristiche tipiche degli aviali basali, caratteristiche in molti casi legate all’ecologia ancestrale degli uccelli mesozoici. Non occorre quindi cercare qualche bizzarro fenomeno locale e particolare di Balaur, dato che non furono condizioni peculiari a selezionare quei caratteri. Inoltre, quei caratteri “da dromaeosauride” che sono comunque assenti in Balaur (e che quindi risultavano problematici se questo theropode fosse membro di Dromaeosauridae) sono perfettamente spiegabili ora che Balaur è “tolto” dai dromaeosauridi: molto semplicemente, la loro assenza in Balaur è una mera conseguenza del suo non-essere un dromaeosauride. Esempi di questi caratteri sono l’assenza di profondi solchi estensori nel secondo e terzo metatarsale (legati all’iperestensione delle dita nei dromaeosauridi), la forma del secondo ungueale del piede (l’ungueale di Balaur è sì ampio, come in molti paraviani – non solo nei dromaeosauridi – ma non è falciforme, come invece è nei dromaeosauridi) e la presenza di un quinto metatarsale ridotto (nei dromaeosauridi questo osso è molto allungato).
Se
ci fu un “effetto insulare” in Balaur,
questo rientra nel classico insularismo degli uccelli
L’ipotesi
precedente proponeva che la causa delle anomalie di Balaur
fosse un non ben specificato legame con l’insularismo. Questo
theropode proviene infatti dalla paleo-isola di Hateg (nell’attuale
Romania), a quel tempo separata dall’Eurasia dalle acque della
Tetide. Esiste una ampia letteratura sull’evoluzione di morfologie
particolari nelle isole, sia attuali che Cenozoiche, in particolare
per animali erbivori e negli uccelli discendenti da volatori. Nessuno
di quei casi, tuttavia, documenta drammatiche trasformazioni
morfologiche in un animale predatore. Perché un Dromaeosauridae
dovrebbe diventare così bizzarro ed aberrante per effetto dell’insularismo?
L’ipotesi restava incompleta ed insoddisfacente.
Collocato
in Avialae, invece, l’ipotetico insularismo di Balaur
acquista maggiore senso. Come ho scritto sopra, la maggioranza delle
“anomalie” di Balaur
smette di essere tale, con quei caratteri che si risolvono come
tipici degli aviali, ereditati da Balaur
prima che si separasse dai suoi antenati. Per spiegare quei
caratteri, quindi, non occorre rifarsi all’insularismo. Un nuovo
carattere, invece, pare essere effettivamente il prodotto
dell’insularismo, ed evolutosi solamente dopo che la linea di
Balaur
si isolò ad Hateg: l’arto anteriore di Balaur
è da considerare come secondariamente ridotto. Dato che tutti i suoi
parenti prossimi in Avialae hanno arti anteriori ben sviluppati in
lunghezza e robustezza (ad esempio, Archaeopteryx,
Jeholornis,
Jixiangornis,
Sapeornis),
il braccio di Balaur
deve essere considerato una riduzione secondaria, un’autapomorfia
evolutasi nella sua linea particolare. La riduzione dell’arto
anteriore è un fenomeno ricorrente negli aviali cenozoici che si
sono adattati a vivere nelle isole: la nostra ipotesi suggerisce
quindi che anche Balaur
sia una forma secondariamente attera per effetto insulare, un
equivalente mesozoico del Dodo e del Moa. A differenza dell'ipotetico
fattore insulare come causa della bizzarra morfologia in un predatore
(un fenomeno mai osservato in precedenza nella storia
delle faune insulari), ora abbiamo un ulteriore caso a conferma di un
fenomeno molto diffuso e ampiamente documentato: la riduzione dell'ala negli
uccelli insulari. Anche le dimensioni relativamente grandi (per gli
standard degli uccelli mesozoici) di Balaur
(lunghezza stimata sui due metri) rientrano nel gigantismo tipico
degli uccelli insulari.
Un
predatore anomalo?
Inoltre,
Balaur
presenta caratteri che sarebbero di difficile interpretazione qualora
questo taxon fosse un predatore “alla Velociraptor”
ma che sono più plausibili se interpretiamo questo theropode come
caratterizzato da un’ecologia non-ipercarnivora simile a quella
degli altri aviali basali, in maggioranza onnivori ed erbivori (come
Sapeornis
e Jeholornis).
Ad
esempio, la perdita del terzo dito della mano sarebbe inusuale in un
animale che si presume discenda da forme con uno stile predatorio “da
velociraptorino”, animali, questi ultimi, noti per usare anche le
mani nella predazione (come testimoniato in modo inequivocabile nei
Fighting Dinosaurs). Al contrario, la perdita del terzo dito della
mano è un fenomeno pervasivo negli aviali, animali che non usano la
mano nell’alimentazione.
Il
bacino di Balaur
presenta un canale pubico allargato. Questo carattere è assente nei
dromaeosauridi, e nei theropodi è noto solo nei therizinosauridi e
negli aviali. Dato che l’allargamento del canale pubico è legato
all’espansione dell’intestino per una dieta erbivora, questo
carattere è più compatibile con una ecologia onnivora/erbivora
(tipica degli aviali basali) piuttosto che predatoria (tipica dei
dromaeosauridi).
Il
piede di Balaur
è corto, ampio e con un robusto primo dito dotato di funzionalità
locomotoria. Anche in questo caso, quel mix di caratteri nei
theropodi è presente solo nei therizinosauridi, negli aviali e in
Chilesaurus,
tutti taxa caratterizzati da ecologie non-predatorie, onnivori o
erbivori.
Perché
un theropode predatore dovrebbe perdere parte dei suoi adattamenti
predatori ed evolvere caratteri tipici dei theropodi con dieta
erbivora? Qualsiasi spiegazione che cerchi di giustificare la
morfologia di Balaur
mantenendo un’ecologia “da Velociraptor”
è, a mio avviso, troppo contorta per essere plausibile. Più
semplice è ipotizzare che questo animale non sia mai stato un
predatore, bensì un onnivoro/erbivoro, esattamente ciò in accordo
con l’ecologia dedotta per inferenza filogenetica dalla sua nuova
collocazione in Avialae, e supportata dalle caratteristiche
“non-predatorie” del suo scheletro.
Concludendo, numerose linee di evidenza convergono nel collocare Balaur nella parte non-pygostyliana di Avialae. Questa nuova interpretazione permette di spiegare meglio dell’ipotesi “dromaeosauride” le peculiarità di Balaur, come i numerosi caratteri “da uccello” e l’assenza di alcuni caratteri “da dromaeosauride”. Difatti, tutti i caratteri in comune con i dromaeosauridi osservati in Balaur si ritrovano anche negli aviali basali, quindi non è necessario collocare Balaur in Velociraptorinae per spiegare la sua morfologia. Al contrario, collocato in Dromaeosauridae, Balaur risulterebbe “sovraccarico” di autapomorfie bizzarre, difficilmente spiegabili se non ricorrendo ad ipotesi ad hoc. Collocato in Avialae, Balaur risulta quindi una forma secondariamente attera, un’interpretazione perfettamente compatibile con la sua collocazione paleo-geografica (una grande isola della Tetide) e con quanto sappiamo dell’evoluzione degli uccelli nelle isole: a differenza dell'interpretazione "dromaeosauride", l'insularismo spiega elegantemente alcuni aspetti anomali della sua morfologia come la riduzione dell'arto anteriore rispetto agli altri aviali basali. Inoltre, rimosso dal gruppo iper-carnivoro dei Dromaeosauridae e collocato nella zona basale di Avialae, comprendente forme onnivore ed erbivore, si spiegano tutte quelle caratteristiche di Balaur che contraddicono l’ecologia predatoria ma che sono coerenti con quella onnivora/erbivora.
Un Balaur maschio si pavoneggia nel sottobosco. La femmina pare più attratta dalle bacche. Eccellente opera di E. Willoughby. |
Pertanto,
è ora di abbandonare il “raptor due volte più cattivo” e di
accogliere il Dodo Mesozoico.
Ringrazio
Darren e Tom, miei co-autori in questo articolo. Un grazie
particolare va inoltre a Jaime Headden, autore della ricostruzione
scheletrica inclusa nell'articolo, e Emily Willoughby, autrice della
ricostruzione in
vivo basata
sulla nostra interpretazione.
Bibliografia:
Cau
A., Brougham T., Naish D. 2015 - The
phylogenetic affinities of the bizarre Late Cretaceous
Romanian
theropod Balaur
bondoc (Dinosauria,
Maniraptora):
dromaeosaurid
or flightless bird? PeerJ 3:e1032. DOI:10.7717/peerj.1032.
In questo modo si spiegano e giustificano meglio le peculiari caratteristiche di Balaur. Di solito la spiegazione più semplice è quella giusta.
RispondiEliminaLuigi
Articolo interessante e illustrazioni magnifiche!
RispondiEliminamolto interessante, grazie
RispondiEliminaEmiliano
Maybe most - even paleontologists - want to have hypercarnivorous aberrant dromaeosaurs and not "peck, peck, peck" chickens.
RispondiEliminaMaybe. But what other want is not a source of paleontological evidence ;-)
EliminaComplimenti e congratualzioni.
RispondiEliminaBenvenuto Dodo
Valerio
PS Illustrazioni magnifiche, complimenti a Emily Willoughby.
Eliminale congratulazioni sono ovviamente estese a tutto il team che ha lavorato a questa affascinante avventura scientifica.
Valerio
Una domanda: ma a conferma dell'ipotesi onnivoro-erbivora, se un giorno si
RispondiEliminatrovasse un cranio di Balaur, questo dovrebbe possedere denti con adattamenti simili a quelli di Sulcavis?
Potrebbe semplicemente avere denti piccoli e non seghettati. Potrebbe ance essere senza denti.
EliminaDavvero ottimo articolo. Seguirò questo blog quotidianamente se possibile.
RispondiElimina