Ogni volta che scrivo un
post in merito alla valutazione di una opera contenente elementi
paleontologici, ricevo (qui o sulla pagina Facebook del blog)
commenti variegati che tirano in ballo la paleoarte.
Noto che spesso nascono
discussioni anche animate sulla parola "paleoarte", sul suo
significato e sui suoi ambiti di competenza.
Sinceramente, a me
interessa poco discutere su cosa significhi "paleoarte".
Sono un paleontologo, non un analista di sub-culture post-moderne. In
ogni caso, ho il sospetto che esistano tante definizioni di paleoarte
quanti sono coloro che parlano di paleoarte. Pertanto, è inutile e
ripetitivo stare dietro a queste discussioni.
Piuttosto, occorre
riconoscere che la parola "paleoarte" è ambigua, e che
diversi soggetti, autori e contesti usano quella parole con
significati differenti. Non sono qui per imporre la mia personale
visione di cosa significhi "paleoarte", ma penso sia
doveroso che tutti siano consapevoli del pluralismo esistente nel
significato e uso della parola.
Farò un esempio, per
mostrare come sia saggio acquisire una concezione "fluida"
della parola, così che ognuno possa essere tranquillamente libero di usarla
nel modo che meglio preferisce (senza rompere troppo le scatole agli
altri).
Prendiamo 6 possibili
opere aventi al loro interno, in misura variabile, delle informazioni
tratte dalla paleontologia.
1- Un disegno che
illustra un osso di dinosauro, così come è preservato.
2- Una ricostruzione
scheletrica di un dinosauro, basata sui resti noti ed eventualmente
completata in base all'inferenza filogenetica.
3- Una ricostruzione in
vivo di un dinosauro in un ambiente mesozoico, basati sui dati
paleontologici noti, ed in accordo con le leggi della biologia.
4- Un romanzo in cui il
protagonista è un paleontologo che scopre un nuovo fossile. Il
romanzo include elementi scientifici, ma non include elementi
fantastici (Hard Science Fiction).
5- Un romanzo in cui
alcune specie di dinosauro vengono riportate in vita grazie
all'ingegneria genetica. Il romanzo include elementi scientifici, ed
include elementi fantastici non supportati dalle conoscenze
scientifiche (Soft Science Fiction).
6- Un romanzo in cui una
razza aliena telepatica convive con i dinosauri.
Spero che sarete tutti
concordi che queste 6 opere hanno differenti gradi di scientificità
e differenti gradi di finzione. Le ho ordinate già in base alla
scientificità (dal massimo al minimo) e di finzione (dal minimo al
massimo). Tenete bene a mente che gli esempi usati sono volutamente
semplici, per ridurre l'ambiguità nella comprensione di questo
esempio: la realtà è molto più variegata e complessa, e difatti ci
porta a vedere le diverse sfumature di scienza e finzione come le
infinite gradazioni dei colori nello spettro visibile.
Se riconoscete che queste
gradazioni esistono, allora sarete concordi che ogni opera possa,
anche solo grossolanamente, essere collocata lungo lo "spettro
di scienza-finzione". A questo punto del ragionamento, che credo
tutti fino a qui concorderete, inizia il grosso della incomprensione
reciproca. Infatti, se chiedessi ad ognuno di voi di definire la
"estensione" della paleoarte dentro quello gamma di colori,
è probabile che ricevere una molteplicità di risposte alternative.
Tutte probabilmente legittime, ma ognuna particolare e differente.
Ad esempio, la mia
personale idea del campo di applicazione della parole "paleoarte"
si restinge esclusivamente alla zona gialla della banda cromatica: le
ricostruzioni in vivo di organismi del passato. Ma, attenzione: così
come è impossibile e ingenuo cercare a tutti i costi il punto esatto
in cui "il rosso finisce ed il verde inizia" per fissare i
confini del giallo. così non mi perdo in discussioni su dove inizi e
finisca la paleoarte. Personalmente, escludo la parte verde e quella
rossa, viola e blu. Chiamo questa concezione: Paleoarte in senso
stretto.
Tuttavia, è possibile
che altri abbiano una concezione più ampia di cosa sia da
considerare "paleoarte". Ad esempio, altri includono nella
paleoarte anche le ricostruzioni scheletriche, le rappresentazioni
dei fossili così come sono descritti. Questa concezione più ampia
della paleoarte è quindi una forma di Paleoarte in senso lato:
essa è più inclusiva della precedente, ma non contraddice la
Paleoarte in senso stretto, semplicemente ammette una maggiore gamma
di forme rappresentative da considerare paleoartistiche.
Infine, c'è chi,
legittimamente, considera paleoarte qualsiasi rappresentazione
culturale che includa elementi paleontologici. Questa concezione
comprende quindi anche i romanzi, i film, i giocattoli, i meme, i
videogiochi, e qualsiasi prodotto della mente umana che usi ed
elabori i risultati della paleontologia. Chiamo questa concezione:
Paleoarte in senso latissimo.
Sia chiaro, anche i tre
esempi che ho mostrato sono a loro volta solo esempi della ampia
gamma di modi con cui si può concepire la parola "Paleoarte".
Ognuno ha la propria: quello che è importante è sapere che ci sono
molteplici visioni e interpretazioni della parola.
Pertanto, quando si parla
di paleoarte, è sempre saggio chiedere al proprio interlocutore
quale sia la sua definizione di paleoarte, e cosa vi includa. Ciò,
probabilmente, ridurrà di molto le incomprensioni ed i
fraintendimenti.
Per la cronaca, ripeto:
la mia concezione di paleoarte è sensu stricto (la zona
gialla). Sappiatelo, per il futuro, qualora commentiate qui o sulla
pagina Facebook del blog.
PS: siccome non ho
interesse a conoscere le varie definizioni personali di paleoarte dei
vari lettori, né voglio impantanarmi in una discussione sulla
discussione, i commenti in questo particolare post sono disattivati.