Le ricostruzioni
scheletriche sono, lo dice il nome, delle ricostruzioni: costruzioni
a posteriori. Assumere una ricostruzione come un "fatto",
un "datum", è pericoloso e fuorviante. Pericoloso perché
trasla quella che è solamente una ipotesi della mente dentro il
dominio degli oggetti della realtà. Fuorviante perché spesso ci
incanala dentro una comoda gabbia mentale: la ricostruzione è
infatti una iconografia seducente, la elegante risoluzione di decine
di pagine di descrizione anatomica in una sola icona: la gioia dei
pigri.
Noto che online c'è
ormai una generazione plagiata dalle ricostruzioni scheletriche. Lo
noto dal modo con cui spesso i plagiati citato le ricostruzioni,
chiamandole "skeletals", ovvero, contraendo
"skeletal reconstructions" in "skeletals".
Questa apparentemente banale semplificazione linguistica in realtà è
una ristrutturazione mentale pericolosa: infatti, essa omette di
menzionare il vero soggetto (reconstruction) ed eleva
l'aggettivo "skeletal" al rango di nome. Così
facendo, una ipotesi grafica (a reconstruction) è trasformata
in un dato (a skeleton) che non è.
Mai dubitare della
subdola potenza di una contrazione terminologica.
Se pensate che la mania
per le ricostruzioni scheletriche sia una moda della nostra epoca ed
un feticcio dei dinomaniaci di Internet, state sovrastimando i bei
tempi andati. Ho un debole per la letteratura dinosaurologica
"vintage", in particolare per il periodo precedente la
Prima Guerra Mondiale, ed è sempre un piacere rileggere le
pubblicazioni di quei tempi.
Ad esempio, Osborn (1905
e 1906), è un interessante esempio della pervasività delle
iconografie scheletriche fuorvianti. Per comprendere questo fenomeno,
occorre confrontare Osborn (1905) con Osborn (1906). Il primo è la
breve pubblicazione che istituisce tre taxa di theropodi di
grandi dimensioni, il secondo una più articolata descrizione dei
medesimi.
Osborn intuisce la
portata di quello che sta per scrivere, e parte difatti col botto.
Dopo aver menzionato la
scoperta da parte di suoi collaboratori Brown e Lull dello scheletro
parziale di un grande rettile carnivoro, Osborn (1905) scrive:
"Propongo
di rendere questo animale il tipo del nuovo genere Tyrannosaurus,
in riferimento alla sua mole, che supera grandemente quella di
qualunque altro animale carnivoro di terraferma finora descritto".
Era
nato il mito. Tyrannosaurus rex viene introdotto subito
con toni da icona pop, che preannunciano l'enorme carisma che questo
taxon avrà nei decenni successivi e fino ad oggi.
Il secondo taxon,
battezzato un paio di righe sotto Tyrannosaurus, nasce invece
già da sfigato. Si capisce subito, da come lo menziona Osborn, che
questo è destinato all'oblio:
"Inoltre
caratterizzo brevemente un altro dinosauro carnivoro, Dynamosaurus,
con piastre dermiche, trovato da B. Brown nel 1900".
Dynamosaurus vivrà
un solo anno: Osborn (1906) lo riduce allo status di sinonimo di
Tyrannosaurus, in quanto chimera, associazione artificiale di
ossa di un Tyrannosaurus con piastre dermiche probabilmente di
Ankylosaurus (siccome le piastre dermiche erano l'unico
carattere con cui Osborn nel 1905 lo differenziò da Tyrannosaurus,
la rimozione delle piastre dallo scheletro fa perdere qualsiasi
validità alla distinzione tra i due taxa).
In pratica, nel 1906,
Tyrannosaurus ha ucciso e divorato un ibrido formato da parti
di theropode con parti di altri dinosauri...
La revisione tassonomica
di Dynamosaurus è accompagnata da una ristrutturazione della
ricostruzione scheletrica di Tyrannosaurus.
Nel 1905, Osborn aveva
incluso nel breve articolo anche la prima ricostruzione scheletrica
di Tyrannosaurus. Basandosi sul ridotto numero di ossa
preparate dall'olotipo, Osborn (1905) ebbe ampi margini di manovra
per ipotizzare forma e dimensioni di Tyrannosaurus. Il
risultato fu un colossale mostro altro 19 piedi (5 metri e 70 cm),
che chiaramente giustificava il nome dato a questo animale.
Nel 1906, Osborn
revisiona la ricostruzione scheletrica di Tyrannosaurus,
aggiungendo anche le ossa che prima erano considerate parte di
Dynamosaurus (tranne le piastre dermiche, ovviamente). Il
risultato è una seconda ricostruzione che "ridimensiona"
l'animale, con una altezza di "soli"
5 metri e 30 cm, ovvero, 90% delle dimensioni stimate l'anno
precedente.
La rivalutazione
critica delle dimensioni di un fossile è parte del mestiere. Più
ossa conosciamo, più ridotto risulta il margine di incertezza
associato, e quindi più restrittivi divengono i vincoli lasciati
alla ricostruzione. Oggi, che di Tyrannosaurus conosciamo vita
morte e miracoli, con dozzine di scheletri e praticamente ogni
elemento osseo noto, può apparire quasi ovvio ricostruirne
dimensioni e forma secondo certi "canoni". Ma nel 1905, con
un solo scheletro frammentario e senza alcuna informazione
particolare sulle caratteristiche di questo nuovo taxon, la faccenda
era sicuramente più complessa e maggiormente rischiosa. Non dovremmo
quindi biasimare Osborn se, inizialmente, sovrastimò la sua bestia.
Cosa sarebbe successo se,
fin da subito, Osborn avesse separato le piastre dall'animale trovato
per primo da Brown (quello che, per un solo anno, fu battezzato
Dynamosaurus)? E cosa sarebbe successo se Osborn avesse
realizzato immediatamente che l'animale scoperto nel 1902 era il
medesimo taxon dello scheletro del 1900? Non sapremo mai se Osborn
avrebbe utilizzato comunque il nome Tyrannosaurus qualora
fosse stato chiaro fin da subito che l'animale era delle
dimensioni di quelle stimate con le ossa dello sfigato Dynamosaurus. Siccome
il nome dell'animale fu esplicitamente ispirato dalle colossali
dimensioni della ricostruzione originaria, forse il nome
Tyrannosaurus non sarebbe mai stato coniato. Dobbiamo forse
imputare a quell'errore passeggero, durato un solo anno, la nascita
del più grande mito pop-paleontologico.
O forse, nulla sarebbe
cambiato, a parte il nome... ed in un universo alternativo,
Dynamosaurus è l'eroe di film, fumetti e ricostruzioni
scheletriche.
Bibliografia:
Osborn, H. F. 1905.
Tyrannosaurus and other Cretaceous carnivorous dinosaurs.
Bulletin of the American Museum of Natural History 21:259-265.
Osborn, H. F. 1906.
Tyrannosaurus, Upper Cretaceous carnivorous dinosaur (second
communication). Bulletin of the American Museum of Natural History
22:781-296.
Probabilmente in un mondo parallelo ci saranno dinomaniaci che fanno scontri all'ultimo sangue col mitico Manospondylus contro Spinosaurus.
RispondiEliminaE John Hammond insiste sul voler ricreare gli ornitoscelidi a partire dal DNA nell'ambra.
Andrea
Noto incredibili paralleli con la situazione generale della ricostruzione di Spinosaurus aegypticus e (in passato) Deinocheirus mirificus...
RispondiEliminaDavide
Liked this post, and you raise a very important point about reconstructions.
RispondiEliminaHowever, I think Tyrannosaurus would have been created and given to this species even without the false Dynamosaurus. Osborn liked very charismatic names.
P.S. Powerful Lizard isn't ana loser name, and is kind of similar to Tyrant lizard. The thing that makes it a loser is the species epithet. D. rex would work just like T. rex, D. imperiosus - never.