Ho
pubblicato su Facebook e Twitter questa provocatoria lista di “Regole
della Paleoarte”:
First
Rule of Paleoart: all depictions are and will always be
inaccurate.
Second
Rule of Paleoart: The First Rule is not an excuse for more
inaccuracy.
Third
Rule of Paleoart: Paleoart is a contingent and historically
determined process: learn from the past and respect it.
Fourth
Rule of Paleoart: Be quiet and take it easy.
Penso
sia doveroso spiegarne il significato, dato che – sicuramente –
saranno fraintese.
Prima
Regola della Paleoarte: Tutte le rappresentazioni sono e saranno
sempre inaccurate.
Non
importa quanto dettagliata scientificamente sia la vostra fonte di
ispirazione, perché la quantità di dettagli relativi al vostro
soggetto che non potete conoscere e che non conoscerete mai
supera di vari ordini di grandezza il dettaglio del vostro lavoro
paleoartistico. La accuratezza paleoartistica è quindi una
illusione, una chimera ed una mera astrazione.
Questo
significa che qualsiasi presunzione di aver realizzato “la più
accurata” forma di paleoarte è del tutto infantile e vana, dato
che si illude di aver raggiunto uno standard che, in ogni caso, è
una parziale approssimazione (spesso del tutto arbitraria) di cosa
sia effettivamente “accurato”.
Seconda
Regola della Paleoarte: La Prima Regola non è una scusa per maggiore
inaccuratezza.
Il
fatto che la accuratezza assoluta sia irraggiungibile non costituisce
una scusa per non puntare comunque alla massima accuratezza relativa
possibile. Ignorare fonti di informazione anatomico-funzionale,
ambientale (o anche le basilari leggi della fisica), nel nome di un
lassismo pigro, non è tollerabile, ed anzi, rappresenta il marchio
principale della paleoarte mediocre.
Terza
Regola della Paleoarte: La Paleoarte è un processo contingente
determinato storicamente: dobbiamo imparare dal passato e
rispettarlo.
Conseguenza
delle Prime Due Regole è che la Paleoarte potrà sempre migliorare e
crescere, e che avremo sempre da imparare riguardando le fasi passate
della paleoarte. Il passato può e deve essere superato, ma va anche
rispettato, in quanto rappresentazione di un altro momento ugualmente
valido e determinato come lo è il presente. Questa regola insegna
l'umiltà: prima o poi, anche la paleoarte di oggi sarà storia
passata. Rispetta chi ti ha preceduto se vuoi essere rispettato da
chi ti supererà.
Quarta
Regola della Paleoarte: Sta zitto e calmati.
La
paleoarte è rappresentazione visiva. Il messaggio del paleoartista
deve essere quello della sua opera. Quando un paleoartista spende
troppo tempo a parlare della sua opera, del come la ha realizzata,
del perché e del per come la abbia voluta in quel modo, sta fallendo
come paleoartista. Quando il paleoartista vuole recitare la parte del
teorico, o del filosofo della paleoarte, sta abdicando dal suo vero
compito: creare paleoarte. La tua opera deve parlare per te, e se tu
non puoi fare a meno di parlare per lei, allora devi ammettere che
sei un paleoartista mediocre. Questa regola, che sicuramente sarà la
più dura da recepire e la più fraintesa, è un invito ai tanti
teorici della paleoarte che riempiono di parole internet, a tacere, a
tornare davanti alla tela/tavoletta/foglio/creta e a creare, a
produrre opere che possano esprimere le loro parole meglio delle
stesse parole.
Noi
ricordiamo i grandi paleoartisti per quello che hanno realizzato, non
per le parole che hanno scritto. Noi che amiamo la paleoarte siamo
stati ispirati dall'opera rivoluzionaria, innovativa, originale,
stupefacente, immaginifica, non certo da una narrazione sul senso del
fare paleoarte.
Online,
vedo troppe battaglie verbali, troppe invettive, troppe guerre di
religione, intorno alla paleoarte, da parte di più o meno
qualificati “paleoartisti” della rete.
A
tutti questi io dico: calmatevi e tornate a fare quello che a parole
sostenete di essere: se siete dei paleoartisti, dovete parlare
attraverso la vostra opera, e non a suo nome.
Tacete,
calmatevi e create. Se la vostra opera saprà parlare per voi, avrete
reso il miglior favore alla paleoarte.
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