Ricostruzione dell'olotipo di Murusraptor barrosaensis (da Coria e Currie 2016). |
Dopo un inizio alquanto moscio, questo
2016 si sta rivelando prolifico per i theropodi mesozoici. E
l'aspetto positivo è che la prolificità è tra i non-maniraptori.
Coria e Currie (2016) descrivono i resti parziali di un theropode di
taglia media dalla prima parte del Cretacico Superiore della
Patagonia, ed istituiscono Murusraptor barrosaensis. L'olotipo
ed unico esemplare di Murusraptor comprende, in particolare,
la parte posteriore del cranio in eccellente stato di preservazione
(lacrimale, prefrontale, postorbitale, pterigoide, frontoparietale e
neurocranio appaiono quasi intatti, ad eccezione di alcune patologie
su un lato del cranio), alcuni archi neurali, il cinto pelvico
parziale (tra cui l'intero ileo), ed una tibia completa.
La forma affusolata dello pterigoide e
del ramo anteriore del lacrimale indicano che la parte preorbitale
del cranio – andata perduta – era piuttosto allungata, come in
Megaraptor e Australovenator. Il postorbitale è più
ampio del lacrimale, come nei tyrannosaurodi, ed è molto simile a
quello di Aerosteon e Orkoraptor. Il frontale ricorda
Megaraptor per presentare uno “scalino” tra il tetto e il
ramo nasale. Il prefrontale è ridotto e articola con la faccetta
anteriore del frontale. Il frontale presenta ampie fosse
sopratemporali ed una bassa cresta sagittale. Il neurocranio è
ampiamente pneumatizzato. Il quadrato è praticamente identico a
quello di Aerosteon. La finestra mandibolare è molto ampia.
Il processo retroarticolare è molto corto, come ne tyrannosaurodi.
La pneumatizzazione è estesa alle coste dorsali, e raggiunge gli
archi neurali caudali, i quali presentano una marcata laminazione
ventrale della costa, come in Megaraptor e Orkoraptor.
Un frammento di ungueale della mano risulta compresso
trasversalmente. L'ileo è pneumatizzato, come in Aerosteon.
Il calcagno è molto compresso, come nei coelurosauri.
Nelle caratteristiche generali, quindi,
Murusraptor è senza ambiguità riferibile a Megaraptoridae, e
rappresenta il primo membro di questo clade noto per l'intera regione
posteriore del cranio. Sebbene Coria e Currie (2016) non si
sbilancino nella collocazione di Megaraptora in Tetanurae, testando
sia l'ipotesi allosauroide che quella tyrannosauroide, i nuovi dati
portati da Murusraptor aggiungono più sostegno alla seconda
ipotesi rispetto alla prima. Nondimeno, come ormai è prassi tra i
theropodi, l'omoplasia è pervasiva, e Murusraptor presenta
simultaneamente sia caratteri che confermano sia che smentiscono
entrambe le collocazioni in Tyrannosauroidea o in
Carcharodontosauria.
Forse, Megaraptora non va collocato in
nessuno di questi due cladi?
Bibliografia:
Coria RA, Currie PJ (2016) A New
Megaraptoran Dinosaur (Dinosauria, Theropoda, Megaraptoridae) from
the Late Cretaceous of Patagonia. PLoS ONE 11(7): e0157973.
doi: 10.1371/journal.pone.0157973
Ne approfitto, Andrea, per chiederti ragguagli su Dryptosaurus; a causa delle ultime scoperte in campo "megaraptoride" ho ripensato a questo (purtroppo) poco conosciuto predatore nordamericano e mi sono chiesto se, tra le altre cose, sia possibile includerlo per l'appunto nei megaraptora, vista anche l'ipotesi che vede questi ultimi come tirannosauroidi. Si è fatto qualche nuovo studio al riguardo, che tu sappia, oppure è più sensato considerare Dryptosaurus un "semplice" tirannosauroide senza alcun legame con i teropodi sudamericani che ultimamente spuntano come funghi?
RispondiEliminaDevo dire che mi intriga anche lo scenario a cui accennavi in chiusura di post, ovvero che Megaraptora sia un clade a parte rispetto a tirannosauri, carcarodontosauri e compagnia bella...
Semmai, risulterebbe che i megaraptorid sono dryptosauridi...
RispondiEliminaPer ora, Dryptosaurus resta più vicino ai tyrannosauridi che ai megaraptori, ma comunque conferma che la linea basale dei tyrannosauridi "classici" avesse forme con grandi ungueali nelle mani come i megaraptori, cosa che potrebbe indicare, come risulta anche considerando Xionggianlong, che i tyrannosauridi classici discendono da forme con crani allungati e mani più sviluppate.
Molto interessante... Un'ultima domanda ( e scusa se insisto sull'argomento): poniamo il caso che volessi ricostruire Dryptosaurus; allo stato attuale delle conoscenze, sarebbe più corretto dotarlo di mani tridattile o didattile? E tra parentesi, abbiamo delle mani complete di megaraptori e/o tirannosauroidi?
RispondiEliminaAllo stato attuale, non si può discriminare tra didattila o tridattila per Dryptosaurus.
RispondiEliminaLe mani di Yutyrannus e Megaraptor sono completamente preservate.
Grazie della risposta!
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