Il
2015 volge al termine, e – come tradizione vuole – ecco il mio
post che cerca di fare un bilancio degli ultimi 12 mesi. Il
duemilaquindici sarà ricordato come l'anno della consacrazione
definitiva della Nostalgia quale Primo Motore delle nostre esistenze.
No, non parlo del fatto che al cinema i maggiori incassi dell'anno
siano due brutte fotocopie di film vecchi di 22 e 38 anni fa,
fotocopie (ops, intendevo, “sequel-reboot”) realizzate
esclusivamente per strizzare con tutte e tre le palpebre (c'è anche
la nittitante) l'occhio ai vari fan e aficionados. Mi riferivo a
qualcosa di molto più significativo e pregnante, la cui importanza è
pari solo al fraintendimento generale che lo ha ammantato: la
“riesumazione” del termine Brontosaurus. Non è
sbalorditivo che un pregevole articolo di filogenetica, che ha
analizzato la distribuzione di centinaia di caratteri scheletrici in
decine di esemplari di Diplodocoidea, sia stato per la maggior parte
delle volte menzionato esclusivamente per una marginale e secondaria
proposta di revisione tassonomica presente al suo interno, che –
per chi non avesse chiaro la questione – è in merito alla
inclusività del nome di clade con rango linneano di genere noto come
Apatosaurus? La sola spiegazione di tutto ciò è che la
parola “Brontosaurus” ha un valore nostalgico tale che la
sua riesumazione (per quanto, alla fine, sia ampiamente arbitraria e
– comunque – del tutto irrilevante in quanto a valenza empirica)
scatena fiumi di inchiosto virtuale con una portata tale da
trascinare a valle interi Apatosaurus excelsus adulti.
Il
2015 ha visto l'istituzione di 44 nuove specie di dinosauro mesozoico
(stando a quanto riportato su Wikipedia). Di queste specie, 19 sono
theropodi. Di questi nuovi taxa, uno è molto probabilmente un
sinonimo di un ornithischio (Lepidocheirosaurus, riferibile a
Kulindadromeus). Gli altri formano un gruppo molto eterogeneo
come grado di preservazione ed affinità. Tre taxa sono molto
frammentari: un coelophysoide (Lepidus) basato su alcuni resti
di un arto posteriore, ed un potenziale dromaeosauride basato su
resti isolati, sulla cui affinità io non mi sbilancerei oltre
Maniraptoriformes (Boreonykus), ed un nuovo dromaeosauride
riferito ad Saurornitholestes. Un altro dromaeosauride,
piuttosto inatteso, è stato Dakotaraptor, che come dimensioni
corporee e posizione stratigrafica è particolarmente significativo.
Un ulteriore dromaeosauride, molto interessante per il grado di
preservazione del tegumento, è Zhenyuanlong. Abbiamo poi un
nuovo oviraptoride, Huanansaurus, che si aggiunge alla curiosa
schiera di oviraptoridi dai nomi intercambiabili dal Cretacico
Superiore cinese. Il maggior numero di nuove specie proviene comunque
dal clade di maggior successo di Theropoda, Ornithothoraces: con ben
10 nuovi taxa (Archaeornithura, Cratoavis, Dunhuangia,
Fumicollis, Holbotia, Juehuanornis,
Parapengornis, Pterygornis e Yuanjiawaornis),
gli uccelli si confermano come un gruppo ampiamente diversificato
anche nel Mesozoico.
Tuttavia,
se dovessimo ricordare il 2015 per dei nuovi theropodi, non c'è
dubbio che ci riferiremmo ad una coppia veramente bizzarra ed
inattesa di taxa, pubblicati a pochi giorni di distanza, a fine
Aprile: il tetanuro basale non-ipercarnivoro dal Giurassico Superiore
del Chile, Chilesaurus, ed il nuovo scansoriopterygide con
patagio, che tutti hanno amato ed odiato (e la cui esistenza
“ipotizzai” su questo blog già molti anni fa), Yi.
Ogni
volta che penso a Yi non posso che pensare a due eventi
paleontologici personali, e che – per puro caso – si sono
intrecciati tra loro esattamente nel momento in cui fu pubblicato Yi,
rendendo il 29 Aprile 2015 una data memorabile, almeno per me. Il
primo evento è la pubblicazione della monografia su Tataouinea
hannibalis, che – per un caso da manuale di sfiga organizzativa
– è stata pubblicata lo stesso giorno di Yi, risultando
eclissata mediaticamente da quel dannato theropode planatore. L'altro
evento è invece qualcosa di veramente eccezionale. Dato che si
tratta di uno studio che è attualmente in preparazione, non posso
entrare nei dettagli. Posso solo assicurarvi che questo blog ne
parlerà esaustivamente ed in anteprima.
Sempre
in merito alle mie attività paleontologiche del 2015, questo anno
resterà nella mia memoria per i tre mesi che ho trascorso a
Bruxelles, durante i quali ho studiato una serie pregevole di
theropodi, tra cui gli olotipi di Aurornis xui ed Eosinopteryx
brevipenna. Dei risultati di queste ricerche parlerò ampiamente
quando saranno pubblicati. Lo stesso vale per i risultati delle
ricerche che ho svolto sul materiale che abbiamo raccolto durante la
nostra spedizione in Tunisia di un anno e qualche giorno fa: i primi
prodotti delle nostre indagini sono molto prossimi alla
pubblicazione, quindi posso solo dirvi di avere solo un pizzico di
pazienza.
Sempre
in questo anno, ho pubblicato la mia ipotesi sullo status aviale di
Balaur (inizialmente
abozzata su questo blog), ipotesi molto controversa ma, spero,
altrettanto feconda.
Infine,
per chi ha a cuore la paleontologia mesozoica italiana, nel 2015 ho
pubblicato una nuova specie a partire da un fossile che avevo già
analizzato un paio di anni fa: il primo pliosauride italiano, dal
Giurassico Superiore di Asiago, ora battezzato Anguanax zignoi.
Con
questo mix di interessanti novità e intriganti annunci, vi auguro un
felice e paleontologicamente intenso Duemilasedici!