Secondo episodio della serie degli esperimenti di paleoarte, dopo il primo avente come oggetto un mammifero.
Il cranio da ricostruire questa volta appartiene ad un uccello.
I partecipanti questa volta sono stati meno numerosi del primo episodio: non so se ciò sia dovuto ad una rapida disaffezione verso questo esperimento, o per la minore attrattiva del soggetto aviano. Ad ogni modo, ringrazio i partecipanti per avermi inviato le loro opere:
Anche in questo caso, ho misurato l'accuratezza stilando una lista di 16 caratteristiche anatomiche visibili nell'animale "in vivo". L'accuratezza delle ricostruzioni è mediamente superiore a quella ottenute nel primo esperimento, e si aggira tra il 50% e 82%, rispetto al 19%-60% risultato nell'esperimento precedente.
In un caso, è stato individuato con grande precisione il gruppo tassonomico di appartenenza del cranio: nondimeno, anche in quel caso, l'accuratezza non è stata assoluta (risultando comunque la massima, ovvero del 82%). Questo risultato è molto interessante, e conferma quanto discusso alla fine del precedente esperimento, ovvero che esista un "limite invalicabile" di accuratezza che non si avvicina mai al 100%.
Ecco, infine, l'animale reale: Aptenodytes forsteri, il pinguino imperatore, il più grande sfenisciforme vivente.
Nel prossimo esperimento, ricostruiremo un rettile non-aviano.
Ringrazio i partecipanti: Andrea Morandini, Matteo Lietti, Pablo Ignacio De LaGrada, Dawid Studzinski, Lorentz WiSniewski e Marco Bianchini.
Con piacere ho notato che questo esperimento sulla paleoarte è giunto anche all'attenzione di "le scienze" di questo mese, a pagina 25. Anche se è una sola colonnina è una bella pubblicità per questo blog! A quando il prossimo libro sulla rivoluzione piumata (presumo gli pterosauri)?
RispondiEliminaRiccardo
Grazie per la news: ho scritto un post apposta.
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