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28 maggio 2022

Recensione di "Prehistoric Planet" - Episodio 5

La Selezione Sessuale - versione genovese


Il quinto episodio di "Prehistoric Planet" (qui potete leggere le recensioni al primo, secondo, terzo e quarto episodi) ci porta dentro le foreste.

L'episodio si apre con un gruppo di titanosauri giganti che si fa strada nella foresta abbattendo alberi. L'ipotesi è plausibile, anche se è probabile che i dinosauri più grandi fossero probabilmente abitanti di contesti aperti e poco fittamente vegetati (come le savane alberate) piuttosto che l'interno di una foresta. Qui è bene ricordare che per la loro natura chimica e biologica le foreste sono uno dei posti meno adatti alla fossilizzazione, e che pertanto le nostre conoscenze su quali animali le abitassero sono limitate a quei casi in cui all'interno della foresta erano presenti micro-ambienti favorevoli alla preservazione della materia organica (accumuli di resina oppure pozze anossiche).

Nella seconda scena, incontriamo un branco di Triceratops che attraversa la foresta. La narrazione di Attenborough ci informa che la vegetazione di cui si nutrono ha evoluto tossine contro gli erbivori, e che questi ceratopsi, come risposta adattativa, hanno imparato a consumare certi sedimenti in una grotta dotati di funzione antidotica verso le tossine. Ora, so bene che certi uccelli odierni (in particolare, pappagalli) consumano certi tipi di sedimento che assumono per integrare la dieta o come antidoto, e so bene che è documentato il caso di un branco di elefanti che va in grotte per consumare il sale lì depositato, ma il mescolare le due situazioni in un singolo fenomeno, e applicarle a Triceratops è pura fantascienza. Punto. I due casi moderni sono relativi a specie molto sociali, con complessi nuclei famigliari, dotate di cervelli enormi e spiccata curiosità: vogliamo pensare che Triceratops, con il suo cervello modesto e nessuna prova di aver evoluto una socialità complessa e cure parentali prolungate, sia davvero un buon candidato per riunire in sé entrambe quelle due situazioni (già di per sé ciascuna veramente al limite)? Anche ammettendo che alla base di tutto ci sia la tossicità delle piante, ma non è più semplice in quel caso cambiare dieta, smettere di consumare piante tossiche, cambiare ambiente? Queste situazioni estreme e quasi forzate, a cui ci sta abituando Prehistoric Planet sono, almeno per il mio palato, un poco indigeste (forse devo trovarmi una grotta).

Nella scena successiva, viene mostrato un rituale di corteggiamento in Carnotaurus. Palesemente ispirato a certi squamati ed uccelli attuali, il maschio tende a mantenere un'area di foresta libera da detriti per usarla come arena in cui corteggiare la femmina. Il colpo di scena è l'aver immaginato le piccole braccia di questo theropode come vistosamente colorate, come appendici quindi soggette alla selezione sessuale. Ho grossi problemi a considerare questa idea plausibile. La selezione sessuale, se efficace, non si limita a rendere una appendice più colorata, ma generalmente la amplifica come dimensioni e complessità. Se davvero le braccia di Carnotaurus fossero selezionate per il corteggiamento, favorendo i maschi con le appendici più vistose, ci aspetteremmo l'evoluzione di strutture molto esagerate e voluminose, e non di moncherini vestigiali. Quindi, questa scena sarebbe stata perfetta se al posto di Carnotaurus i creatori della serie avessero usato Megaraptor oppure Therizinosaurus con le loro mani esagerate e gli artigli fuori misura. Oppure se gli autori avessero immaginato le braccia di Carnotaurus adornate da qualche esagerata struttura molle o da penne elaborate. Ma le braccia da sole sono quanto di meno utile un theropode abbia evoluto per esporre un segnale sessualmente stimolante. Se qualcuno vuole suggerire che prima comparvero le braccia corte e poi su queste si concentrò la selezione sessuale, allora dovrà spiegarmi quale meccanismo ha spinto quella parte del corpo a diventare colorata proprio nel theropode con le braccia più piccole e insignificanti (parola non scelta a caso: la selezione sessuale si basa su significati, su messaggi mediati dal corpo).

Nella quarta scena, ambientata in Asia, un tyrannosauride alioramino cerca di catturare un Corythoraptor mentre pascola col resto del gruppo in una foresta. Come sempre, la resa anatomica e dinamica degli animali è superlativa, e rende questa serie il migliore prodotto finora realizzato con dinosauri in CGI.

Nella scena successiva, la narrazione si focalizza (letteralmente) su un fenomeno che doveva essere molto ricorrente nel Mesozoico, a giudicare dalle tracce lasciate in molti livelli sedimentari: gli incendi. Anche qui, viene mostrato un comportamento un po' fantasioso ed al limite, quello dell'ankylosauro che sgranocchia del legno carbonizzato come "digestivo" contro le tossine vegetali. Anche in questo caso, è plausibile che un animale debba attendere (o andare alla ricerca) di legno combusto per espletare una funzione digestiva? Sappiamo che alcune scimmie hanno acquisito questo comportamento, ma quanto è traslabile su un ankylosauride? Dobbiamo sempre ricordare che questi animali non mostrano prove dirette né evidenze neurologiche di essere dotati di trasmissione culturale, e pertanto se acquisiscono un comportamento, questo deve essere innato oppure frutto di una iterazione forzata. La combinazione di piante tossiche, incendi e cervello da ankylosauride mi pare un mix insufficiente per produrre un tale comportamento.

La penultima scena mostra alcuni Therizinosaurus (sia giovani che un adulto, sebbene non formanti un gruppo famigliare) che cercano di depredare un favo per il suo miele. La scena è notturna, sebbene sia da notare che l'unico cranio noto di therizinosauride abbia la morfologia della zona oculare tipica delle specie diurne.

L'ultima scena è ambientata su un'isola dell'Europa orientale, popolata da pterosauri giganti che se ne vanno a spasso per impalare prede col becco (uno dei soggetti preferiti da questa serie), piccoli ornithopodi (Zalmoxes), titanosauri e hadrosauroidi. Purtroppo, non viene mostrato Balaur, forse per evitare la controversia sulla sua natura (avialae o dromaeosauride?). A parte le facce "iper-guanciottose" degli Zalmoxes, su cui si potrebbe discutere per giorni, la scena è originale come contesto, ed una degna chiusura dell'episodio.

Ormai, questa serie mi ha abituato a provare un mix di sentimenti. Da un lato la enorme soddisfazione per la cura anatomica e per il modo di rendere movimenti e posture (che contrasta con i mostri innaturali realizzati da ben più ricche produzioni), dall'altro la quasi ossessiva ostentazione di comportamenti "bizzarri" oppure "bordeline" che è palesemente figlia del filone "All Yesterdays". Il problema di questa impostazione è che tale atteggiamento - in teoria non particolarmente dannoso - ha già prodotto fin troppi fraintendimenti dentro la comunità di paleo-fan, i quali per giunta sono spettatori ben più consapevoli della persona media. Il pubblico medio, del tutto ignaro di questi dibattiti e di queste teorizzazioni paleoartistiche, quando vede i Triceratops in grotta temo che concluda sbrigativamente che questi animali mangiassero terra e, peggio, vivessero con i cavernicoli. Punto. Temo che questo ostentare scene "estreme" sia una forma di autoreferenzialità tutta interna al mondo paleontologico che non aiuta la divulgazione di una paleontologia de-mostrificata. Il voler mostrare scene "non convenzionali" (pur mantendendosi dentro un alveo di "ispirazione scientifica" che però non viene quasi per niente argomentata) ha il difetto di produrre forzature che, se non opportunamente esplicitate, spiegate e giustificate, producono nuovi falsi miti paleontologici, ai quali, ovviamente, poi dovranno far fronte i paleontologi divulgatori.

Come dimostrano già i commenti online a questa serie (che spaziano dall'ostilità emotiva alla farneticazione più o meno politica, al fanatismo acritico), il sostituire i dino-mostri con i sottili bizantinismi paleoartistici (molto di nicchia), pur con ottime intenzioni, ha però anche l'effetto immediato di creare una nuova generazione di dinomaniaci non meno fanatici verso il nuovo canone di quanto lo siano i cultori del Jurassic Franchise.

So di essere in minoranza con queste considerazioni, ma essa è la mia valutazione personale di questa produzione, che, ripeto, ha dei punti di forza altissimi, ma è anche generatrice di effetti non meno impattanti, con implicazioni che forse voi potete ignorare o sottovalutare, ma che ai miei occhi sono evidenti e significative.



19 commenti:

  1. Much as I really enjoyed this series, I do think you have a point. My favourite sequence in this final episode was possibly the most 'conventional' - simply Qianzhousaurus hunting Corythoraptor in the forest. On reflection, I think this was partly because I wasn't sat wondering what living species the animals' speculative behaviours came from, so I was completely immersed.

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    1. That's what I meant: "bizarre" scenes are cool, but I think not something to push into so much. "Conventional" scenes help much the "average" viewer to feel that dinosaurs are just natural animals, of course.

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    2. Andrea, mi chiedevo per quanto riguarda Carnotaurus, se non fosse stato il caso di rendere le corna più lunghe/massicce, dato che nell'animale vivente non mancherebbe la guaina cheratinosa che le ricopre, sbaglio?

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    3. Senza tracce della parte cornea è tutto a discrezione dell'artista.

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  2. Riguardo Carnotaurus, forse sarebbe stato più appropriato il mostrare l'uso delle corna come display, amesso che fosse quello il loro uso.

    Anche qui si vede un branco di ceratopsidi : volevo chiedere, perché il vedere questi dinosauri come animali da branco potrebbe essere più una fantasia che un dato di fatto? (come con il precedente episodio con Pachyrhinosaurus).

    -Andrea Pusceddu

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    1. Perché, brutalmente, io sono un paleontologo e baso i miei argomenti sui fatti e non sulle speculazioni di fantasia. E per quanto molti "vedano" branchi di dinosauri in ogni sito fossile, un bonebed di ceratopsidi non è una prova automatica di un "branco".

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  3. Although the motivation was speculative, the charcoal-eating ankylosaurid may have been inspired by the discovery of charcoal among the preserved gut contents of Borealopelta.

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  4. Avevo visto lo spezzone riguardo Carnotaurus ed ho avuto i tuoi stessi dubbi: di solito le strutture usate come display sono molto ampie, in alcuni casi quanto l'intero corpo dell'animale (code di pavone, giogaie di Anolis, corna di cervi, interi piumaggi negli uccelli del paradiso, ecc.) ed ho anch'io pensato che sarebbe stato più credibile se tali braccine avessero sostenuto una specie di patagio o gorgiera da aprire al momento opportuno. In effetti volevo farti proprio la domanda su cosa ne pensassi, ma hai già risposto egregiamente, quindi avevo visto giusto. Ma nello spezzone in oggetto si dice anche che Carnotaurus aveva muscoli molto sviluppati nella spalla e che il braccio, in quell'articolazione, disponeva di ampi movimenti. Ma mi sembra di ricordare che tu sostenevi addirittura che il braccio degli abelisauridi potrebbe addirittura non essere stato visibile dall'esterno, in quanto "incorporato" nei muscoli del torace. Quindi chiedo: Carnotaurus aveva davvero muscoli tanto sviluppati e ampio margine di movimento oppure rimani della tua teoria? E se resti della tua teoria, come mai tutti quei muscoli per una parte del corpo inutilizzata?

    Riccardo

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    1. L'omero non è atrofico come il resto del braccio (ma inizia ad esserlo evolutivamente) perché il processo è iniziato dalla mano ed è andato progressivamente verso la spalla. La zona della spalla resta non atrofica perché comunque la scapola è sede di muscoli che si inseriscono nel collo e sulla nuca. La combinazione di queste pressioni evolutive mantiene un omero decentemente sviluppato, ma l'innervazione è ridotta. Per me il braccio è un vestigio immobile ancorato al torace.

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    2. Sei stato molto chiaro, grazie.
      Riccardo

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  5. Da appassionato laico di dinosauri a cui non piace il franchise di Jurassic Park devo dire che la serie mi è piaciuta molto. Come dice lei, la cura dei dettagli e l'abbondono dei mostri sono idee vincenti, ma alcune scelte – ingestione di carbone/argilla – mi hanno lasciato comunque perplesso. Sarebbe stato bello avere qualcuno che, dopo un filmato, desse delle giustificazioni scientifiche alle scelte fatte. Ad esempio: gli abbiamo fatto fare X perché nei resti fossili abbiamo trovato Y.

    Ma da appassionato laico di sceneggiatura e filmografia immagino anche che la produzione abbia voluto rassicurare il pubblico generalista e quindi si è dovuta bilanciare tra attrarre gli addetti ai lavori, gli appassionati di paleontologia e quelli di documentari naturalistici, i curiosi, i fan di Jurassic Park, i bambini, etc. Quindi secondo me i cliché vengono da qui, perché il curioso o il fan di JP vede i velociraptor (mongoliensis?) cacciare in gruppo, pensa di avere ragione, si sente rassicurato dall'ambito famigliare e non cambia canale.

    Nel complesso comunque ottima serie – e ottime recensioni.

    Giorgio.

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    1. in realtà su youtube ci sono dei filmati che spiegano il perchè di certe scelte - in particolare, quello relativo alla funzione delle braccia di Carnotaurus è un po' contraddittorio, perchè fa riferimento allo sviluppo di strutture anatomiche deputate alla selezione sessuale, ma tutti gli esempi (con tanto di video) che porta sono di strutture decisamente molto appariscenti (il pavone, gli uccelli del paradiso, le corna dei cervidi etc) e tutt'altro che atrofiche, anzi: direi ipertrofiche al limite

      anch'io non sono un grande appassionato del franchise di JP, forse perchè ero già piuttosto grande quando arrivò nelle sale il primo film (24 anni) - le recensioni di Andrea sono ottime e interessanti e fanno comunque venire la voglia di vedere i "documentari"
      - che ancora non ho visto non essendo abbonato alla piattaforma che li offre. Magari rimedierò più avanti.

      Temo che l'aspetto "show" tenda a prevalere su quello scientifico, il che è un peccato, perchè non bastano buone ricostruzioni con attenzione al dettaglio anatomico - una soluzione mista fra con "fiction" (con il "Plot" ridotto al minimo) alternata ad interventi esplicativi come quelli che si trovano su youtube (dove si vedono anche dei fossili autentici - o riprodotti ) sarebbe stata forse preferibile.

      Emiliano

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    2. Li ho visti quelli su youtube e sono d'accordo su Carnotaurus. Ma secondo me se si vuole fare divulgazione la spiegazione va inserita nel documentario.

      Non c'è niente da fare, dobbiamo fare i milioni e produrcela da noi una serie così…

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    3. Sono d'accordo. Ovvio che ci siano esigenze di produzione... una concorrenza agguerrita e uno standard abbassato ( Jurassic fight club essendo il nadir a mia conoscenza).
      Emiliano

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    4. Se faccio i milioni mi finanzio un mio istituto di ricerca, mica la docufiction... ;-)

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    5. ovvio :)
      Emiliano...

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  6. Ma riguardo al Edmontosaurus, non era stata trovata la mummia di una testa che mostrava chiaramente che in vita possedeva una "ridicola" piccola cresta simile a quella di un gallinaceo? Perchè nella serie (comunque molto bella) non ne ho visto traccia.

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    1. La cresta carnosa è in Edmontosaurus regalis, Campaniano. Quello della serie è Edmontosaurus annectens, Maastrichtiano. Sono separati da almeno 5-7 milioni di anni.

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    2. Capito, grazie.

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