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12 marzo 2021

Tyrannosaurus rex vs Homo sapiens

 

Non si può sopprimere un istinto vecchio di 115 anni... (foto: Jurassic Park, 1993)


Nel precedente post, ho proposto una discussione puramente teorica su come comportarsi qualora ci si imbatta in un Tyrannosaurus rex adulto. La discussione doveva basarsi unicamente sulle caratteristiche di questo animale come delineate nella letteratura scientifica. Ovvero, la discussione non concedeva spazio ai "secondo me" o ai discorsi da film di mostri.

L'interazione tra uomo e Tyrannosaurus è, ovviamente, del tutto speculativa, ma non per questo non meritevole di essere svolta in modo scientifico e razionale. Anzi, sarebbe bello, anche solo per una volta, affrontare questo tema - altresì abusatissimo nella fantascienza e nella letteratura fantastica - come se fosse un qualunque altro tema di paleontologia, ovvero, basandosi sulle evidenze fossili e limitandosi unicamente a quello che i fossili ci permettono di dedurre. Riuscire a svolgere questo tema (che, ripeto, è del tutto teorico dato che noi e la specie Tyrannosaurus rex siamo separati da 66 milioni di anni) senza essere risucchiati dal gorgo del già visto e rivisto e riproposto dal cinema, dai fumetti, dai romanzi di fantascienza e dai documentari strafatti di CGI sarebbe già un mezzo successo.

Perché, ad essere sinceri, il vero ostacolo allo svolgimento di questo tema non è la mancanza di prove fossili ma la gigantesca mole di immagini e suggestioni prodotta in un secolo di cultura popolare dei dinosauri. Siamo stati plagiati in modo irreversibile e la nostra mente non può uscire dal solco scavato in un secolo di popular dinosaurs. 

O forse sì?

Accettiamo la sfida! Sforziamoci di riflettere sulla natura di Tyrannosaurus rex ignorando tutto quello che in oltre un secolo di cultura popolare è stato prodotto a proposito di questo animale, e basiamoci unicamente sulle evidenze paleontologiche. Dimentichiamoci del Tyrannosaurus di King Kong, del Tyrannosaurus di Jurassic Park, del Tyrannosaurus dei fumetti, del Tyrannosaurus dei romanzi, del Tyrannosaurus dei cartoni animati, del Tyrannosaurus dei documentari con animatronici e grafica digitale.

Bene. Ora, domandiamoci cosa sia deducibile del comportamento di Tyrannosaurus dai fossili, e di come questo comportamento dedotto ci dia informazioni sulla potenziale interazione tra uomo e questo animale (sì, animale, non mostro, non "re dei dinosauri", non Rexy, non "ultimate killing machine").

L'elemento eco-etologico più significativo di Tyrannosaurus rex è la netta differenziazione anatomica (e quindi anche ecologica) tra individui giovani e adulti. Essa è la chiave per capire la biologia specifica di questo animale.

Tyrannosaurus giovane è un animale relativamente leggero e slanciato, con spiccati adattamenti cursori, un cranio affusolato e dentatura zifodonte adatta a lacerare e tagliare la carne. Questi elementi suggeriscono una dieta fondata principalmente su vertebrati di dimensioni medio-piccole, prede relativamente agili e veloci, come gli altri coelurosauri suoi contemporanei e gli ornitischi di taglia medio-piccola.

Tyrannosaurus adulto è un animale enorme, massiccio e graviportale, privo di adattamenti cursori, con un cranio robusto e ampio, sede di enormi muscoli masticatori, e dentatura incrassata adatta a spezzare le ossa più che a lacerare la carne. Questi elementi suggeriscono una dieta fondata principalmente su prede di grandi dimensioni, lente ma robuste, come i grandi ornitischi.

Questa marcata differenziazione ecologica e morfologica nei diversi stadi di vita di Tyrannosaurus implica una netta segregazione per classi di età, segregazione che, negli animali, deve essere necessariamente inscritta anche nel loro comportamento. Ovvero, deduciamo che la differenza anatomico-ecologica tra classi di età si manifestasse anche con un diverso comportamento dei giovani rispetto agli adulti. Ovvero, deduciamo che Tyrannosaurus modificasse il proprio comportamento durante la crescita, e che, pertanto, età diverse avessero specializzazioni comportamentali differenti. Il comportamento include l'inclinazione di un animale verso le proprie prede, dato che non è vantaggioso per un animale relazionarsi con prede per le quali non è specializzato.

Quanto appena scritto implica che i giovani Tyrannosaurus ignorassero le prede tipiche dei Tyrannosaurus maturi e che questi ultimi, a loro volta, ignorassero le prede tipiche degli stadi giovanili. Quindi, i giovani Tyrannosaurus non attaccavano i grandi dinosauri preferiti dagli adulti, e i Tyrannosaurus adulti ignoravano le prede piccole e leggere preferite dai Tyrannosaurus giovani. Negare questa conclusione implicherebbe ignorare l'evidenza delle prove a nostra disposizione.

Torniamo quindi alla questione delle interazioni tra uomo e Tyrannosaurus adulto.

Siccome Homo sapiens ha dimensioni e massa comparabili a quelle dei dinosauri medio-piccoli che erano la preda abituale dei Tyrannosaurus giovani, è improbabile che un Tyrannosaurus adulto degnerebbe particolare attenzione per un Homo sapiens, che sarebbe visto e interpretato come un target non-ottimale, un target "da giovane" e non certo la preda classica per cui l'animale adulto è "programmato" (evolutivamente) a dare la caccia.

Per quanto un secolo di film e narrativa ci abbia inondato di terribili T. rex adulti che inseguono gli esseri umani spinti da ferocissima ossessione, è molto più sensato concludere che un Tyrannosaurus adulto reale non spenderebbe le proprie energie dietro una preda così poco conforme al proprio target naturale. 

PS: se dovete commentare solo per difendere il vostro eroe dell'infanzia dalla mia dose di realismo, evitate...

19 commenti:

  1. E allora giochiamo ;)

    Quindi possiamo ragionevolmente pensare che non saremmo visti come prede. A questo punto quanto sarebbe sicuro per un essere umano stare nelle vicinanze di un Tirannosauro adulto?

    Ad oggi non esistono su terra carnivori "sicuri" per un umano. È anche vero che il più grosso carnivoro di terra moderno, l'orso polare, è al massimo 10-11 volte un uomo medio, non 85 come nel caso di un Tirannosauro adulto. Mi vengono in mente due casi: nessun uccello mi pare si comporti coi leoni come le bufaghe coi grandi erbivori, evidentemente per quanto diversi dalle prede abituali gli uccelli sono comunque in pericolo. D'altro canto però le remore stanno tranquillamente addosso ad animali carnivori molto più grandi di loro.

    Spingendo al massimo la fantasia, mi viene in mente che comunità umane vissute insieme ai grandi dinosauri carnivori avrebbero potuto imparare a viverci il più vicino possibile per usarli come difesa contro altri predatori più piccoli. Certo, a patto che venissero ignorati sul serio

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    1. Bisogna distinguere tra pericoloso vs aggressivo.
      Un bufalo o un ippopotamo non attacca l'uomo intenzionalmente per nutrirsi di lui, ma nondimeno è un animale territoriale che attacca se ci si avvicina troppo.
      Credo che Tyrannosaurus fosse analogo.

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    2. Giustissima osservazione. Servirebbe sapere il "carattere" dell'animale, cosa impossibile per Tyrannosaurus. Forse poteva variare molto tra le specie di teropode, penso a quanto diverso è il rapporto con l'uomo dell'elefante indiano e di quello africano. Forse c'è stata una specie estremamente paziente, ma "non si può conoscere un istinto vecchio di 66 milioni di anni"

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    3. Per questo ho limitato la discussione solo a ciò che possiamo dedurre dai fossili.

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    4. Il primo paragone che mi è saltato in mente è stato quello con lo squalo bianco; un altro predatore alfa con una spiccata differenziazione ecologica nelle varie fasi di crescita e che, nonostante sia sempre stato dipinto come "feroce mangiatore di uomini", in verità non ci caga nemmeno di striscio... visto che, più per una questione di "qualità organolettiche" delle nostre carni (neanche minimamente grasse abbastanza se paragonate a quelle dei mammiferi marini di cui si nutre) che per una questione di dimensioni, non ci considera un target ottimale.
      Gli unici attacchi all'uomo sono dovuti ad errori di valutazione da parte dell'animale, che nella peggiore delle ipotesi attacca i surfisti, scambiandoli per otarie, tartarughe e delfini, sue prede ottimali.
      Nel caso di un Tirannosaurus Rex adulto non si porrebbe nemmeno questo problema, essendo le dimensioni della preda il fattore discriminante.
      Giuseppe.

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  2. Un elefante rientrerebbe molto più facilmente nel target predatorio di un esemplare adulto!

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    1. Sì, è proprio la taglia preferita da un Tyrannosaurus adulto.

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    2. Ragionavo ieri sera su un binario analogo dopo aver postato il mio commento sulla fuga. Mi e ti chiedo, sarebbe possibile in questo caso costruire un modello matematico usando ad esempio le abitudini predatorie delle specie viventi per inferire quelle di specie estinte, in analogia a quanto fatto nel lavoro sull'olfatto citato nell'altro post? Ci sono già articoli pubblicati in tal senso sui quali potresti indirizzarmi?

      Grazie

      Giovanni Garbarini

      Giovanni Garbarini

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    3. Costruisci il modello e poi ne parliamo.

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    4. La domanda era se qualcun'altro l'avesse fatto, intuisco che la risposta è no, avrei anche un paio di idee su come si potrebbe fare matematicamente, se dovessi cambiare lavoro e avere più tempo da dedicare agli interessi diversi non sarebbe un brutto modo di trascorrere il tempo.

      Giovanni Garbarini

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  3. non ho riletto il tuo post originale quindi non ricordo se qualcosa nel post potesse indirizzare inconsapevolmente in quella direzione, ma trovo divertente che tutti abbiamo pensato a un animale di taglia adulta - io ricordo di aver pensato agli esemplari giovani, ma di avere letteralmente scartato la possibilità.
    cosa pensi del dubbio che avevo espresso nel commento di là? cioè se un animale non "tarato" nè visualmente nè olfattivamente su di noi possa non essere nemmeno in grado di considerarci come prede potenziali (il che non vuol dire che non sia pericolo e non possa avere reazioni aggressive di tipo territoriale)?
    Emiliano

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    1. Difatti avevo specificato proprio l'adulto per evitare che citando i giovani si "solvesse" l'inghippo.

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  4. I think carnivores are far more opportunistic than you give them credit for. A wolf's anatomy is that of an apex predator that hunts and kills ungulates, which it does. Yet take Ciucci et al. (1996) who found that after boars, mouflon, roe deer and domestic sheep, small mammals like rodents, rabbits and lipotyphlans were over 10% of the kills made by wolves. So sure if the adult Tyrannosaurus was full you would be fine just as the elephant would be, but I don't think a hungry one would pass you over.

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    1. The aim of the post is to discuss Tyrannosaurus peculiar habits, not to evaluate a general carnivore behaviour. A specialized predator as evidently Tyrannosaurus is (compared to other theropods) likely had a specialized behavior coevolved with its anatomy.

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    2. I think it's an unfounded assumption that Tyrannosaurus was specialized enough compared to e.g. Gorgosaurus or Allosaurus to not be opportunistic. If we're not going with wolves, take hyaenas, which are robust with bone-crushing teeth and jaws like adult Tyrannosaurus. They seem specialized, but still eat cat-sized dik-diks, rabbits, passerines and invertebrates (Holekamp et al., 1997). So it doesn't seem like being over-specialized in that way leads an animal to avoid 'less worthy' prey. If you're arguing that adult Tyrannosaurus was unique in this way and unlike any modern example, that seems like special pleading.

      Another overlooked option here is play, which even modern reptiles do. Any cat owner knows they'll pursue and kill basically any insect or spider that crosses their path, even if fully fed. With a cerebrum better developed than a monitor or alligator, a Tyrannosaurus could probably be tempted to have fun with the human until it stops responding.

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    3. I did not write it was not opportunistic. I wrote that the evident morphological difference between ontogenetic stages supports a behavioural distinction likely more marked than in other taxa.

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  5. Gabriele Panizza22/3/21 10:07

    L'etologia della predazione è un argomento interessantissimo, e non esaurito nemmeno per quanto riguarda i taxa viventi. Le speculazioni sul comportamento predatorio di animali estinti sono interessanti e anche utili quando si muovono sui termini che abbiamo a disposizione; quindi, giustamente, sulle distinzioni tra classi di età cui fai riferimento, nel contesto della comparazione di una probabile riposta predatoria in termini di di adattamento.
    Speculare se il T-Rex avesse o no potuto predare in certe condizioni animali delle dimensioni di un uomo non è l''argomento di discussione, è evidente. Occorre tenere conto che nei predatori lo stimolo più forte è l'abituazione alla preda, ovvero la reazione a stimoli che sono associati con l'aggressività, in funzione della soddisfazione di un bisogno. I leoni (o, meglio, le leonesse) non attaccano l'uomo di principio, a meno che non siano già abituate per qualche motivo a farlo. Sappiamo che i boscimani del Kalahari (come sicuramente varie specie del genere Homo del passato) allontanano le leonesse dalle loro prede con grida, lanci di pietre e bastoni - per poi approvvigionarsi a spese dei predatori. Ci si può quindi facilmente immaginare come un T-Rex adulto, di fronte ad un Homo, che non conosce e quindi non si associa allo stimolo predatorio, per di più dalle dimensioni al di fuori del suo range comportamentale, non consideri il bipede una preda. Probabilmente, anzi, un gruppo di boscimani del Cretaceo allontanerebbero un T-Rex dalla preda con schiamazzi, urla, lancio di oggetti e quant'altro.
    Diverso il caso dei giovani, per il motivo che Homo è delle "giuste dimensioni": cadrebbe quindi un importante vincolo di inibizione comportamentale. A quali stimoli predatori un immaturo di T-Rex rispondesse immediatamente non è dato comunque sapere; tuttavia, è probabile che , qualora assaggiato, il bipede potrebbe diventare una preda abituale.....

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  6. L'etologia della predazione è un argomento interessantissimo, e non esaurito nemmeno per quanto riguarda i taxa viventi. Le speculazioni sul comportamento predatorio di animali estinti sono interessanti e anche utili quando si muovono sui termini che abbiamo a disposizione; quindi, giustamente, sulle distinzioni tra classi di età cui fai riferimento, nel contesto della comparazione di una probabile riposta predatoria in termini di di adattamento.
    Speculare se il T-Rex avesse o no potuto predare in certe condizioni animali delle dimensioni di un uomo non è l''argomento di discussione, è evidente. Occorre tenere conto che nei predatori lo stimolo più forte è l'abituazione alla preda, ovvero la reazione a stimoli che sono associati con l'aggressività, in funzione della soddisfazione di un bisogno. I leoni (o, meglio, le leonesse) non attaccano l'uomo di principio, a meno che non siano già abituate per qualche motivo a farlo. Sappiamo che i boscimani del Kalahari (come sicuramente varie specie del genere Homo del passato) allontanano le leonesse dalle loro prede con grida, lanci di pietre e bastoni - per poi approvvigionarsi a spese dei predatori. Ci si può quindi facilmente immaginare come un T-Rex adulto, di fronte ad un Homo, che non conosce e quindi non si associa allo stimolo predatorio, per di più dalle dimensioni al di fuori del suo range comportamentale, non consideri il bipede una preda. Probabilmente, anzi, un gruppo di boscimani del Cretaceo allontanerebbero un T-Rex dalla preda con schiamazzi, urla, lancio di oggetti e quant'altro.
    Diverso il caso dei giovani, per il motivo che Homo è delle "giuste dimensioni": cadrebbe quindi un importante vincolo di inibizione comportamentale. A quali stimoli predatori un immaturo di T-Rex rispondesse immediatamente non è dato comunque sapere; tuttavia, è probabile che , qualora assaggiato, il bipede potrebbe diventare una preda abituale.....

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  7. ragionamento interessante, ma un T-Rex adulto catapultato in un mondo moderno si troverebbe in un mondo in cui le sue prede di dimensioni ottimali sono rare, mentre quelle "medio piccole" (hint: umani) sono abbondanti (e secondo la teoria del foraggiamento ottimale sarebbe logico rivolgersi a loro). Resta da capire se la specie fosse in grado di adattare il suo comportamento oppure agisse solo sulla base della sua "progammazione" istintiva.

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