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28 marzo 2021

Cenomaniana Jones e la Maledizione dei Rostri di Kem Kem


Nella migliore tradizione dei film di avventura, l'archeologo eroe della vicenda deve attraversare mezzo mondo, tra sotterranei di musei, cupe biblioteche polverose, vecchie cattedrali sconsacrate e necropoli sepolte nel deserto, per ricomporre un antico monile i cui elementi sono dispersi in giro per il mondo, ed il cui assemblaggio consentirà di risolvere l'enigma prima che i cattivi di turno possano portare a termine i loro piani.
Il rostro di spinosaurino custodito al Museo di Storia Naturale di Milano è celebre tra gli appassionati di dinosauri come uno dei più grandi esemplari di Spinosaurus noti al mondo. Sebbene l'esemplare - scoperto in Marocco - sia riferito a Spinosaurus aegyptiacus, esso non è confrontabile direttamente né con l'olotipo egiziano di Stromer (distrutto nel 1944) né col neotipo marocchino pubblicato nel 2014, dato che questi ultimi due esemplari non conservano il rostro. L'attribuzione a Spinosaurus è quindi basata su una serie di argomenti indiretti, sebbene del tutto legittimi: la presenza di caratteri diagnostici del clade Spinosaurinae e la posizione stratigrafica e geografica. Nondimeno, qualora sia confermato che nel Kem Kem marocchino è presente più di una specie di Spinosaurinae, non sarebbe automatico riferire questo esemplare alla specie egiziana o al genere Spinosaurus

Il fossile (MSNM V4047, di seguito menzionato come il "rostro milanese") comprende una coppia di premascellari e mascellari articolati, che formano un rostro lungo un metro. Vari tentativi di stimare le dimensioni complete dell'animale a cui apparteneva questo rostro sono comparsi in letteratura e online. Alcuni dignitosi nelle argomentazioni, altri alquanto ingenui quando non ridicoli. Come ho discusso molte volte in questo blog, cavillare sui centimetri nelle stime di animali noti da resti molto parziali e calcolate a partire da ricostruzioni a loro volta fondate su scheletri ipotetici e parziali, è del tutto vano. Quello che possiamo determinare in questi casi è una stima grossolana di massima, alla scala del metro o poco giù di lì come risoluzione.

Sebbene il rostro milanese sia l'esemplare più noto di "grande spinosauro", esso non è il solo. Nelle collezioni del Museo Britannico a Londra è conservato un dentale di spinosauride proveniente - come il rostro milanese - dai letti cenomaniani del Marocco. L'esemplare (NHMUK VP 16421, di seguito menzionato come il "dentale londinese") è descritto brevemente in Milner (2001) e poi mostrato in una revisione dei fossili dal Kem Kem di Ibrahim et al. (2020). Dalle misure riportate, è chiaramente un esemplare di notevoli dimensioni. La storia di questo fossile non è del tutto chiara, ma è intrigante che esso abbia fatto capolino nel mondo paleontologico ufficiale nel medesimo periodo in cui è apparso il rostro milanese, ovvero a cavallo dell'anno 2000. Come quasi tutti i dinosauri dal Kem Kem, è presumibile che il fossile sia stato scoperto da cercatori locali e poi venduto a commercianti di fossili prima di giungere in un museo.

Siccome i due esemplari sono riconducibili ad animali di grande dimensione, sono riferibili al medesimo taxon, provengono dalla stessa unità stratigrafica e sono "apparsi al pubblico" nel medesimo periodo, non è del tutto peregrino speculare se, di fatto, essi appartengano al medesimo animale. Possibile che i due esemplari siano parte di un singolo ritrovamento, poi "smembrato" e venduto in unità distinte? Ovvero, cosa succederebbe se potessimo riunirli fisicamente? Il dentale articolerebbe decentemente con la regione palatale del rostro? Non potendo farlo realmente, ho provato un (sicuramente grossolano) assemblaggio dei due esemplari in Photoshop, usando le foto note e le misure pubblicate. La corrispondenza dei due elementi è molto buona, e questo è un punto molto a favore per l'ipotesi che siano lo stesso animale.

L'amico e collega Simone Maganuco, che di Spinosaurus se ne intende, mi ha informato che egli ha sviluppato un ragionamento analogo nel 2013, e giunse alla medesima conclusione. Ciò mi incoraggia molto sulla bontà di questa ipotesi.

Quale è il significato di questa ipotesi, e che implicazioni può avere per la diatriba sulla tassonomia degli spinosauridi cenomaniani nordafricani? Se il rostro milanese e il dentale londinese appartenessero al medesimo animale, avremmo finalmente modo di confrontare il rostro milanese con l'olotipo di Stromer, il quale conservava (essendo ormai perduto) il dentale. Ciò non solo ci fornirebbe una misura diretta per le stime dimensionali, ma soprattutto permetterebbe di valutare eventuali differenze anatomiche tra le forme egiziane e quelle marocchine.

Il dentale londinese è molto più robusto del dentale olotipico di Stromer (notate che a differenza del dentale egiziano, quasi completo, il fossile londinese è privo della parte posteriore dell'osso). Questa robustezza è indice di una distinzione tassonomica? Non necessariamente: se confrontiamo la lunghezza del margine alveolare dei due esemplari vediamo che il dentale londinese è lungo il 130% più del dentale olotipico. Pertanto, è ragionevole supporre che la maggiore robustezza dell'esemplare londinese sia una conseguenza allometrica delle sue dimensioni maggiori. A parte alcune caratteristiche nella disposizione degli alveoli, non vedo differenze significative tra i due esemplari. Apparentemente, il dentale londinese ha un alveolo in più rispetto a quello olotipico, ma tale differenza ricade nella variabilità individuale nota nei theropodi. Ovviamente, questa valutazione è parziale e basata solo sulle informazioni pubblicate, ma ad oggi, non vedo elementi che permettano una loro separazione tassonomica. Le differenze visibili sono riconducibili alla diversa taglia degli animali.

Se assumiamo che il dentale londinese appartenga al medesimo esemplare del rostro milanese, allora dobbiamo concludere che anche l'esemplare milanese fosse un animale circa 130% più lungo dell'esemplare olotipico egiziano (per ora, assumo provvisoriamente che le variazioni nelle proporzioni corporee non incidano troppo sulle stime lineari delle dimensione totali: è probabile che la scoperta di resti più completi dimostrerà che questo assunto sia troppo generoso; l'allometria è da ritenersi la norma, ma non avendo elementi a disposizione non possiamo determinarla). 

Quanto era grande l'esemplare olotipico egiziano? Le stime variano a seconda degli autori, e spesso sono basate su estrapolazioni da Baryonyx (a sua volta, basate su stime e ricostruzioni ipotetiche più o meno robuste). Per stimare le dimensioni dell'olotipo egiziano è più saggio determinarle dal confronto con il neotipo marocchino. Questo ultimo è ricostruito da suoi descrittori con una lunghezza intorno ai 10-11 metri (circa 10 metri e mezzo usando l'ultima versione della ricostruzione realizzata da Marco Auditore). Le vertebre dorsali posteriori e le sacrali del neotipo marocchino sono confrontabili con quelle dorsali e sacrali dell'olotipo egiziano, e indicano un animale grande circa il 110% dell'esemplare neotipico. Ciò corrisponde ad un animale lungo circa 11 metri e mezzo - 12 metri. Usando questa seconda stima come base per determinare le dimensioni dell'animale rappresentato dal dentale londinese (e quindi, secondo l'ipotesi elaborata in questo post, la dimensione anche dell'esemplare milanese), si ottiene un animale lungo circa 14 metri e mezzo - 15 metri.

Già che siamo in ballo, stimiamo anche le dimensioni del tanto bistrattato "Spinosaurus B": usando il neotipo marocchino come base di riferimento, esso risulta lungo circa 9 metri - 9 metri e mezzo.


PS: consiglio vivamente ai lettori ossessionati dalle diatribe sulle stime dimensionali di riflettere sul senso di una loro eventuale obiezione, e di non commentare solamente per contestare i numeri delle stime riportate qui sopra. Quelle indicate sono stime da ipotesi su resti parziali, e non ha molto senso star troppo a cavillare sui numeri ottenuti. Quello che conta è l'ordine di grandezza generale. Eviterete di fare la figura dei bimbominkia.

4 commenti:

  1. È da anni che ho messo un po' da parte la lettura scientifica sui dinosauri, ma una parte nel testo del post mi ha colpito in quanto non ricordavo di aver mai letto una cosa simile: "Apparentemente, il dentale londinese ha un alveolo in più rispetto a quello olotipico, ma tale differenza ricade nella variabilità individuale nota nei theropodi."

    Ho capito male, o significa che il numero di denti in una data specie puoi variare da individuo a individuo?

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    1. Non solo da individuo ad individuo, ma il numero variava anche lungo la vita del medesimo individuo. A differenza dei mammiferi, i dinosauri non hanno formule dentali fisse, anche perché i denti vengono sostituiti regolarmente durante la vita, pertanto uno stesso animale ha un numero di denti variabile a seconda dello stadio di crescita e del momento in cui i denti sono sostituiti. Pertanto, una differenza di 1 o due denti non è un motivo sufficiente per considerare due esemplari delle specie differenti.

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    2. Leggendo la risposta mi è tornata in mente la diatriba Nanotyrrannus/Tyrannosaurus. Se non ricordo male, i sostenitori di Nanotyrannus asseriscono - tra le altre cose - che si tratta di una specie a sé proprio in quanto il numero di denti tra i due animali differisce. O ricordo male?

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    3. Sì, i giovani Tyrannosaurus hanno un numero di denti maggiore degli adulti.

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