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27 marzo 2021

La magia al tempo del covid


 

Qualunque tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia. 

(A.C. Clarke)


Questa vignetta online (l'originale è in francese) mi ha dato lo spunto per una breve riflessione sull'anno appena trascorso e sui mesi a venire. Finora, ho evitato nel blog di parlare della pandemia in corso per la ovvia ragione che non sono un virologo né un epidemiologo, e la rete non ha bisogno dell'ennesimo autoproclamato esperto ed opinionista. 

Non sono un medico ma sono uno "scienziato" (parolone abusatissimo per dire che ho un titolo di studio scientifico di livello superiore che mi certifica come "esperto" in un ramo particolare delle scienze, e che pubblico regolarmente ricerche nella letteratura tecnica soggetta a revisione paritaria: siete liberi di dissentire, ma per me quello è uno scienziato), quindi sono rappresentato dalla parte destra della vignetta. E credo che essa colga un punto nodale per comprendere una serie di errori e fraintendimenti che hanno inciso nella gestione della pandemia. C'è un problema di comunicazione tra mondo scientifico, mondo politico e società civile, e questo problema ha la sua radice nella cronica sottovalutazione della cultura tecnico-scientifica e del suo valore nella società. La grandissima parte della società è formata da persone che non hanno alcuna formazione scientifica o che ne hanno una di livello molto elementare. Matematica, chimica, fisica, biologia e geologia sono viste come noiose questioni astratte, roba da secchioni, tranne nel momento in cui c'è da quantificare il danno provocato da un versamento di liquami nel proprio terreno o una scossa sismica mette in ginocchio una provincia. Al contempo, tutta la società senza eccezione usufruisce e consuma quotidianamente i prodotti della cultura tecnico-scientifica. Ovvero, viviamo in una società in cui la popolazione è in grandissima parte all'oscuro dei motivi e delle logiche che regolano e permettono l'esistenza della società stessa. Praticamente tutti usiamo un cellulare, navighiamo su internet, smanettiamo con il pc, prendiamo dei farmaci, ci affidiamo ai controllori di volo per viaggiare in tutto il mondo, andiamo dal farmacista al primo dolore cervicale, puntiamo sui chirurghi plastici per restare giovani, mangiamo verdura fuori stagione, ci tingiamo i capelli, controlliamo le previsioni del tempo per il weekend, chiediamo al navigatore gps dove c'è un parcheggio libero, ci riforniamo di idrocarburi raffinati estratti da livelli marini mesozoici, ma praticamente nessuno di noi sa quali siano (anche solo a livello basilare) i principi ed i processi che rendono tutte queste azioni reali e funzionanti e non qualcosa di magico. Viviamo in un mondo che altri hanno costruito per noi, come pecore beatamente ignoranti. E se questa ignoranza può ancora essere considerata fisiologica e non pericolosa quando è relativa a concetti particolari della scienza pura "fine a sé stessa" (come, ad esempio, i dinosauri di cui mi occupo nei miei studi), la stessa ignoranza diventa pericolosa e vincolante quando incide sulla percezione e sulla gestione delle emergenze ambientali, climatiche e sanitarie.

In questi mesi, abbiamo visto come la comprensione e percezione degli eventi fosse connessa strettamente con la conoscenza scientifica: mano a mano che le conoscenze sulla malattia progrediscono aumenta la nostra capacità di contrastarla e di concludere la pandemia. Questa regola generale funziona anche a livello individuale e psicologico: il medesimo evento ha un impatto psicologico differente sulle persone a seconda della loro conoscenza e consapevolezza dell'evento. Un malanno invincibile e misterioso ci devasta nell'animo molto più di una patologia nota e controllabile. E nei paesi democratici, la psicologia delle masse ed il modo con cui la consapevolezza degli eventi è condizionabile sono importanti tanto quanto il prodotto interno lordo. 

Molte persone vivono la pandemia con angoscia, e percepiscono le misure sociali e politiche volte a contrastare il contagio e la malattia come misteriose e calate dall'alto. La Legge di Clarke citata ad inizio post si manifesta anche in negativo: una tecnologia medico-scientifica al di sopra del proprio livello culturale può essere percepita come magia nera, come maleficio, come complotto ordito da poteri occulti per incatenarci e opprimerci. Non bisogna assecondare i profeti del negazionismo, ma nemmeno ridurre coloro plagiati dalla disinformazione come un branco di pecore ottuse irrecuperabili: in molti casi, quelle persone sono vittime di un sistema che non le ha coinvolte nella gestione della crisi, vittime che hanno reagito negando e opponendosi al sistema "ufficiale", da loro percepito come occulto e ostile. 

Dobbiamo perseguire la disinformazione senza demonizzarne o ridicolizzarne le vittime. Quanti tra coloro che scendono in piazza contro la "dittatura sanitaria" lo avrebbero fatto se negli anni fosse stato loro fornito un maggiore bagaglio di conoscenza scientifica?

La cultura scientifica e la divulgazione hanno quindi una funzione sociale e politica: esse permettono ad una sempre maggiore fetta della popolazione di comprendere in modo attivo e positivo il progresso scientifico su cui si regge la società. Diffondendo cultura scientifica e combattendo le superstizioni, si prepara la comunità ad affrontare in modo consapevole e quindi realmente democratico le sfide del futuro.


4 commenti:

  1. Richard Faynman, genio e sregolatezza della meccanica dei quanti, al congresso nazionale dei docenti che si tenne a New York nel 1964 disse: "questa società è tutto fuorché scientifica; regoliamo le nostre giornate ed azioni in base alle previsioni astrologiche sulle riviste". Trovo che la sua citazione valga ancora di più per il 2021...un saluto da un affezzionato lettore (e ricercatore sanitario)

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  2. E la cosa più triste è che la comunicazione della scienza è anche lei oggetto di studi scientifici, e in quel campo il consenso è chiaro e senza appello: deridere e ridicolizzare i negazionisti non funziona. Eppure molti sedicenti "difensori della scienza" ignorano totalmente queste raccomandazioni, semplicemente perché riconoscerle significherebbe smettere di fare qualcosa che fa sentire bene e iniziare a fare qualcosa di utile.

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  3. Non potrei essere più d'accordo.
    Se posso permettermi una piccola nota personale, la frequentazione del tuo blog mi ha permesso di capire come funziona la scienza e questo mi è molto utile per dividere le informazioni degne di essere lette dalle altre.
    Diego Fondacaro

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  4. Buongiorno Andrea,
    difficile non concordare con quanto scritto allo stesso tempo pero' e' la stessa scienza o meglio la stessa formazione scientifica che spesso permette di entrare in maniera piu' consapevole in cio' che l'informazione, spesso attraverso la scienza ufficiale, ti dipinge.
    Credo sia sbagliata la sottile generalizzazione che si tende a fare "non sei in accordo con la linea scientifica generale allora hai una scarsa cultura scientifica seguendo un po' il modello Clarke.
    Saprai come me quanto il percorso scientifico (e il suo progresso) siano cosi' ricche di scoperte dovute a chi andava controcorrente rispetto al comune pensiero dell'epoca.
    Io ho una formazione scientifica e faccio spesso fatica a collocare un qualsivoglia evento fuori da un percorso validato esclusivamente dal metodo scientifico, mi occupo di semiconduttori e microelettronica ma non per questo non leggo qualche articolo medico di interesse; come te non posso e non riesco certo ad entrare nel dettaglio ma posso (nel mio caso) analizzare almeno su che numeri e' basato, dal campione statistico, alla devizione standard all'analisi delle code su una distribuzione Gaussiana ecc ecc se vuoi e' anche deformazione professionale Ahme' ...
    Mi scuserai per la lunga premessa ma questa mi serviva per dire che alcune volte l'analisi dei dati grezzi (nel caso della pandemia in questo caso ma in passato anche per altri eventi) forniti e reperibili (in questo caso) sul sito ISS spesso dicono qualcosa di diverso ripetto a quanto i vari 'esperti' virologi o medici stanno divulgando o non rispecchiano almeno le azioni intraprese per ridurli.
    Questo e' un mio pensiero e una mia analisi dei dati personale sia chiaro e non ha senso andare oltre se non per lasciarti il messaggio sul chi pensa diversamente o almeno parzialmente differente, non necessariamente ritiene
    che siamo vittima di un complotto (la sola idea la trovo aberrante) o per negare la presenza di una pandemia (altrettanto aberrante) ma per mettere in evidenza che non tutto cio' che non e' allineato alla scienza e' per forza sottocultura ma fa parte di quel grande serbatoio di innovazione che e' sempre stato il pensiero indipendente.
    Grazie per tutti i tuoi articoli li trovo sempre molto intressanti per quanto io possa solo valutarli in maniera superficiale, sono sempre una nuova scoperta per me.
    Andrea V.

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