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25 agosto 2020

Mostri marini giurassici nella laguna di Venezia


(c) Fabio Manucci
(c) Fabio Manucci


In una nota preliminare che sarà pubblicata il prossimo mese, Cau e Bizzarini (2020) descrivono i resti parziali e semi-articolati di un rettile marino da un blocco di Rosso Ammonitico incluso nelle barriere frangiflutti della Laguna di Venezia. Si tratta del secondo caso in cui resti di rettili giurassici sono scoperti in blocchi di pietra usata per le barriere lagunari, dopo la scoperta, una ventina di anni fa, di resti di ittiosauro. 

Questo secondo caso riguarda ossa identificate nel 2008 da un giovane geologo, Flavio Panin, e descritte in via preliminare nello studio pubblicato in questi giorni. Le ossa includono la parte posteriore di un tetto cranico, una vertebra cervicale, alcuni denti e una serie di ossa lunghe di difficile interpretazione. La morfologia del cranio esclude l'attribuzione ai metriorinchidi o agli ittiosauri, ed è compatibile con un plesiosauro pliosauride. Allo stato attuale delle conoscenze, non si può escludere che i resti siano riferibili quindi ad Anguanax.

Ringrazio Flavio Panin per la scoperta e segnalazione alle autorità competenti, ed a Fabrizio Bizzarini per avermi ingaggiato per l'identificazione e descrizione dei resti.


Bibliografia:

Cau A., Bizzarini F. 2020 - Preliminary report of a new pliosaurid specimen (Reptilia, Plesiosauria) from the Rosso Ammonitico Veronese Formation (Middle-Upper Jurassic of Italy). Bollettino della Società Paleontologica Italiana 59: 175-177. doi:10.4435/BSPI.2020.14

 

2 commenti:

  1. Cosa succede poi a simili resti?
    E tutto quello che sarebbe possibile rinvenire nelle cave ma viene tritutato?
    Matteo Gallo

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    Risposte
    1. Tutto quello che non è identificato e portato in un museo prima o poi si distrugge, per erosione o per mano dell'uomo.

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