Come facilmente
intuibile, la pubblicazione di Baron et al. (2017a) sulla rivoluzione
in seno alla base di Dinosauria ha generato una serie di ricerche
volte a controllare e testare questa ipotesi.
Ci sono vari modi per
testare un'ipotesi filogenetica.
Si può controllare che i
dati utilizzati siano confermati e corretti.
Si può analizzare i dati
utilizzati con metodi alternativi, per testare se il risultato è
viziato dal metodo usato.
Si possono includere dati
ulteriori, non presenti nello studio originale, per testare quanto
l'ipotesi originaria "regga" la prova dei nuovi dati.
Parte del medesimo team
che ha proposto Ornithoscelida 2.0, ha recentemente ampliato la loro
ipotesi includendo Chilesaurus, da loro considerato come un
ulteriore supporto ad un clade comprendente neotheropodi e
ornithischi ma escludente herrerasauri e sauropodomorfi (Baron e
Barrett 2017). Ho
criticato la logica sottostante quello studio, notando che esso è
debole sul piano metodologico. Infine, poche settimane fa, Parry et
al. (2017) hanno analizzato la matrice di Baron et al. (2017a) usando
metodi di ricostruzione filogenetica non usati nel primo studio:
questo ultimo studio è una verificazione di Ornithoscelida, ma non
si può considerare un test vero e proprio, dato che non aggiunge
nuovi dati significativi.
Tutti questi studi si
possono considerare come argomentazioni a sostegno di Ornithoscelida.
Ed il fronte avverso?
Ovvero, nessuno si fa portavoce di quella ampia maggioranza più o
meno conservatrice e quindi a sostegno di Saurischia (ovvero, un
legame diretto tra theropodi e sauropodomorfi, escludente gli
ornithischi)?
In un breve commento
pubblicato ieri, Langer et al. (2017) revisionano l'articolo di Baron
et al. (2017a) e ne evidenziano alcuni problemi sia empirici che
metodologici. Nello stesso numero di Nature dove è pubblicato Langer
et al. (2017) è anche pubblicata la (altrettanto breve) risposta dei
sostenitori di Ornithoscelida (Baron et al. 2017b).
Ho letto ambo le due
posizioni, e noto che entrambe hanno pro e contro, luci ed ombre.
Langer et al. (2017)
hanno ragione nel sottolineare che numerose codifiche di caratteri in
Baron et al. (2017a) siano da revisionare, rivedere, correggere o
definire in modo più oggettivo. La critica sulla mancanza di alcuni
taxa nell'analisi è in parte pretestuosa, dato che il campionamento
tassonomico di Baron et al. (2017a) è comunque il migliore portato
finora. Menzionare Buriolestes e Ixalerpeton è un poco
forzato, dato che i due taxa furono pubblicati nel novembre 2016, e
Baron et al. (2016) hanno sottomesso il loro manoscritto nel
settembre del 2016. In ogni caso, Langer et al. (2017) hanno ragione
a sottolineare le debolezze di metodo nelle analisi di Baron et al.
(2017a). Tuttavia, non capisco il motivo, presente nella critica di
Langer et al. (2017), di utilizzare argomenti ad hominem
rivolti verso gli autori di Baron et al. (2017a): il fatto che gli
autori non abbiano visionato parte del materiale ma abbiano fatto
riferimento alla letteratura non rende meno validi i caratteri,
qualora siano codificati correttamente. Una ipotesi scientifica deve
essere analizzata e criticata sul suo contenuto, non sulle modalità
con cui gli autori hanno assemblato tale ipotesi. La battuta ad
hominen è un espediente retorico che aggira la questione della
validità di Ornithoscelida, focalizzando presunte debolezze degli
autori invece che analizzando l'ipotesi stessa. Analogamente, il
fatto che Langer et al. (2017) tengano a sottolineare che il loro
gruppo di lavoro sia formato dai massimi studiosi di dinosauri basali
è superfluo, è un altro espediente retorico, un mero appellare un
argomento per autorità: in ogni caso, la validità di una ipotesi
scientifica non si basa sull'autorità o il prestigio di chi la
asserisce, ma sul suo supporto empirico. Penso che Langer et al.
(2017) avrebbero potuto esporre la propria posizione critica verso
l'analisi di Baron et al. (2017) (critica che io condivido nella
grande maggioranza) rimarcando maggiormente le numerose codifiche che
essi hanno revisionato, e senza rifarsi ad argomentazioni retoriche,
guadagnandone in vera autorevolezza oggettiva.
Detto questo, rimarco che
la critica fondamentale sollevata da Langer et al. (2017) sia robusta
e da condividere: essi notano la relativa debolezza analitica del
dataset di Baron et al. (2017a), e mostrano come esso sia
relativamente instabile: la correzione di una ampia serie di
codifiche nella matrice di Baron et al. (2017a), apportate da Langer
et al. (2017) ha difatti "restaurato" Saurischia.
Ciò significa che la
"rivoluzione ornithoscelidana" è stata un fuoco di paglia,
e che si torna già al vecchio regime? No. Langer et al. (2017)
notano che gli effetti dalla revisione hanno lasciato segni
importanti, ed ormai appare evidente che l'edificio di Dinosauria,
per quanto robusto nelle fondamenta generali, sia diventato molto
fluido a livello di struttura particolare. L'analisi revisionata,
difatti, indica che Saurischia ed Ornithoscelida sono due ipotesi
statisticamente non-distinguibili, nel senso che anche solo poche
correzioni o aggiornamenti nei caratteri possono portare ad uno dei
due scenari e invalidare l'altro. Ed il grande numero di fossili e
caratteri coinvolti rende praticamente aleatoria l'attuale
risoluzione della triplice base di Dinosauria.
Consapevole di questo
risultato, la replica di Baron et al. (2017b) è difatti tutta
incentrata sulla generale fluidità degli attuali risultati: gli
autori notano che è sufficiente aggiornare alcuni caratteri in
Pisanosaurus nella matrice
"revisionata" di Langer et al. (2017), per demolire
nuovamente Saurischia e "ri-stabilire" Ornithoscelida.
Ironicamente, Baron et al. (2017b), che avevano ricevuto da Langer et
al. (2017) critiche sulla problematicità di varie codifiche,
restituiscono il favore e notano delle codifiche discutibili nella
matrice di Langer et al. (2017).
Come concludere?
Il problema è da
affrontare a due livelli: uno è quello relativo alla analisi
particolare sviluppata da Baron et al. (2017a), l'altro è quello,
più generale ed importante, delle relazioni filogenetiche alla base
di Dinosauria. Il fatto che l'analisi particolare di Baron et al.
(2017a) possa essere sbagliata, non è una prova definitiva che
l'ipotesi di Ornithoscelida sia falsa.
E qui si torna alla
sostanza di questo problema: sia Langer et al. (2017) che Baron et
al. (2017b) concludono che le differenze quantitative tra i due
scenari principali siano poche e facilmente compensabili con
revisioni e modifiche di codifiche. Questo significa che la soluzione
della questione non risiede nella analisi filogenetica che è
l'oggetto specifico di questa diatriba. La questione è quindi
squisitamente paleontologica: abbiamo bisogno di nuovi fossili, nuovi
siti, nuove associazioni faunistiche del Triassico e quindi, abbiamo
bisogno di più paleontologia sul campo. I tempi quindi non sono
ancora pronti per risolvere la questione a livello di analisi, ma a
livello di raccolta dati.
Una amara considerazione
finale su alcuni aspetti "extra-scientifici" della
questione. Premetto che questa è solo una mia considerazione
personale, molto - forse troppo - cinica e forse eccessivamente dura,
ma sospetto che sia il pensiero di molti altri nel campo.
Tutta la faccenda è nata
da un articolo pubblicato lo scorso Marzo sulla più prestigiosa
rivista scientifica mondiale (e finita in copertina!), ed avente come
oggetto una revisione filogenetica piuttosto piccola (lo spostamento
di un clade rispetto al nodo del suo sister-taxon classico), ovvero,
un genere di revisioni filetiche che avviene regolarmente in
paleontologia, e che normalmente non stravolgono la vita a nessuno.
Ma, in questo caso, i nodi coinvolti sono estremamente "popolari",
dato che riguardano il clade fossile più famoso e "amato":
Dinosauria. Una analoga revisione della base di Ammonoidea, o della
base di Trilobita, non avrebbe ricevuto alcuna considerazione
mediatica, né copertine né accesi dibatti fuori e dentro
l'Accademia. Temo quindi che sia il fervore per pubblicare questa
ipotesi (risultata essere un poco prematura) sia la altrettanto
rapida risposta di revisione (scritta più per aprire la
controversia, piuttosto che per sviluppare una dettagliata revisione
dei dati, come ammettono candidamente Langer et al., quando scrivono
"Although we note that character definition and delimitation
are critical, these would be better addressed in a longer, more
detailed study.") siano state dettate più da motivazioni
"non-scientifiche". Sia chiaro, non c'è nulla di male nel
proporre ipotesi rivoluzionarie, e non c'è nulla di male nel
proporle sulla più prestigiosa rivista mondiale. Analogamente, non
c'è nulla di male nel preparare in relativa rapidità una breve nota
di critica verso quella stessa pubblicazione. Il dibattito è stato
aperto, ma non pare essere stato veramente affrontato.
Eppure, forse, se tutta
la questione fosse stata discussa più pacatamente, in un contesto
meno "pop" ma più rigoroso per l'effettivo valore della
questione, ad esempio organizzando dei meeting tra paleontologi
interessati all'origine dei dinosauri, forse ci saremmo risparmiati 8
mesi di eccessi mediatici, iperboli, e reciprochi argomenti ad
hominem, ed avremmo guadagnato in termini di rigore scientifico.
Mi rendo perfettamente
conto che la scienza procede anche per rivoluzioni (o tentativi di
rivoluzioni), e le rivoluzioni sono, per definizione, tutto tranne
che incontri pacati e moderati. Viviamo in un mondo competitivo, e la
scienza è anche competizione.
Eppure, alla fine,
sarebbe saggio ricordare a tutti che la diatriba tra Ornithoscelida e
Saurischia non è poi così importante come parrebbe tutta l'enfasi,
la fretta ed il fevore con la quale la stiamo caricando. Persino in
seno alla paleontologia dei vertebrati, ci sono questioni molto più
profonde della topologia basale del nodo Dinosauria.
Si corre il rischio di
mandare un'immagine superficiale e infantile del nostro lavoro,
ridotto a cavillosa e sterile discussione su autoreferenziali
dettagli di lana caprina.
Bibliografia:
Baron MG, Barrett PM.
2017 A dinosaur missing-link? Chilesaurus and the early evolution of
ornithischian dinosaurs. Biol. Lett. 13: 20170220.
Baron MG, Norman DB,
Barrett PM. 2017a. A new hypothesis of dinosaur relationships and
early dinosaur evolution. Nature 543, 501–506.
Baron et al. 2017b Reply
to M. C. Langer et al. Nature 551,
http://doi.org/10.1038/nature24011.
Langer MC et al. 2017
Untangling the dinosaur family tree. Nature 551
doi.org/10.1038/nature24011.
Parry LA, Baron MG,
Vinther J. 2017 Multiple optimality criteria support Ornithoscelida.
R. Soc. open sci. 4: 170833.
iteressantissimo,grazie
RispondiEliminaEmiliano
interessantissimo ovviamente :)
EliminaThe base of Dinosauria is becoming a bit like the base of Paraves--where to draw the lines is becoming unclear. I suspect all three groups (Theropoda, Sauropodomorpha, and Ornithischia--however they're related to each-other) will have to eventually have to undergo diagnostic revisions in order to "settle" the positions of some of the more mobile taxa.
RispondiEliminaL'esaltazione della significatività dell'ipotesi Ornithoscelida rispetto all'ipotesi Saurischia o viceversa mi appare ancora più esagerata se si riflette sul fatto che non intercorrono rilevanti implicazioni paleogeografiche, non si risolvono/aggiungono lignaggi fantasma, non si modificano radicalmente le parentele tra i sottocladi interni (apparte la questione Herrerasauridae), ovvero non avviene nulla di così "rivoluzionario" nel convalidare Ornithoscelida. Nulla di interessante o di significativo o che abbia una qualche importanza al di fuori del solo contesto filogenetico.
RispondiEliminaGià tra i dinosauri stessi vi sono numerose questioni filogenetiche affascinanti proprio per le loro possibili implicazioni e la questione Ornithoscelida/Saurischia non è una di queste.
Danny C