Un anno fa, Federico
Fanti mi mostrò alcune fotografie di una località fossilifera nel
sud della Mongolia, che aveva prospettato durante la spedizione
internazionale nel Gobi del Agosto-Settembre dello stesso anno.
L'obiettivo della spedizione era stato prettamente
geologico-cartografico: la mappatura e geolocalizzazione delle
principali località fossilifere del Cretacico Superiore della
Mongolia, nell'ambito di un progetto volto a monitorare e
salvaguardare il patrimonio fossilifero mongolo, in particolare nei
confronti dei tombaroli illegali che depredano questi siti per
alimentare il mercato nero. Parlerò ancora di questo tema, nel
prossimo futuro.
Nello specifico
dell'episodio che sto raccontando, Federico e gli altri membri della
spedizione avevano combinato i dati di campagna delle spedizioni
Polacco-Mongole degli anni '60 assieme alle più recenti immagini
satellitari, per localizzare il sito di scavo del dinosauro che
prende il nome proprio dalla Formazione Nemegt, Nemegtosaurus
mongoliensis.
Nemegtosaurus
è basato su un cranio articolato di sauropode, scoperto in un canyon
del Nemegt da alcuni membri della spedizione polacca del 1965, e
battezzato ufficialmente nel 1971. Alcuni giorni prima di quel giugno
1965, durante la medesima spedizione, era stato scoperto un altro
sauropode, in un'altra località, Altan Uul IV: in questo caso,
l'esemplare era costituito da gran parte dello scheletro
postcraniale. A questo secondo esemplare, nel 1977, sarà dato il
nome di Opisthocoelicaudia skarzynskii.
Questi due sauropodi
sono basati su elementi scheletrici non sovrapponibili: Nemegtosaurus
è noto solo da resti del cranio, mentre Opisthocoelicaudia
solamente da parti postcraniali. Pertanto, non è possibile stabilire
direttamente le loro reciproche affinità. Data la dimensione
comparabile e stretta corrispondenza geografica e stratigrafica, è
stato più volte valutato se i due taxa siano sinonimi (ed in tal
caso, Nemegtosaurus avrebbe priorità come nome valido). In
assenza di elementi ossei sovrapponibili tra i due taxa (ovvero, la
mancanza di parti ossee omologhe confrontabili nei due olotipi) la
questione sulla eventuale sinonimia tra Nemegtosaurus e
Opisthocoelicaudia è divenuta quasi una discussione
"filosofica", per cui la sinonimia o distinzione dei due
era più una manifestazione delle personali convinzioni (e
pregiudizi) tassonomici ed ecologici di chi la sosteneva, piuttosto
che un'ipotesi testabile scientificamente. Ripeto: in assenza di
elementi ossei direttamente confrontabili, tale sinonimia e tale
distinzione restavano solamente ipotesi.
L'ipotesi della
sinonimia era smentita (ma non necessariamente confutata) da tutte le
analisi filogenetiche recenti, che collocavano i due taxa in rami
separati di Titanosauria.
Bisogna sottolineare
bene che, in questi casi, l'analisi filogenetica può non essere di
aiuto a dipanare la questione, perché l'ipotesi sulla sinonimia dei
due taxa deve essere assunta o rifiutata a priori,
prima di svolgere una analisi filogenetica, e quindi non è
testabile dalla stessa analisi. Nello specifico, sebbene le analisi
filogenetiche collocassero i due taxa in rami distinti di
Titanosauria, questo risultato era viziato a priori dall'ipotesi che
essi non fossero lo stesso taxon (ipotesi implicita nell'inclusione
dei due animali come unità tassonomiche separate). Difatti, tale
separazione dentro Titanosauria potrebbe solamente dipendere dal
fatto che il cranio e il postcranio del medesimo taxon hanno
differenti gradi di omoplasia rispetto agli altri titanosauri, e
quindi si "collocano" in zone distinte della filogenesi.
Per chiarire cosa significa questa "diversa omoplasia",
immaginate di analizzare il cranio ed il postcranio di un medesimo
theropode come Oviraptor in una filogenesi dei theropodi: è
probabile che il cranio (così corto, sdentato e pneumatizzato)
risulterà imparentato con gli uccelli, mentre il postcranio sarà
collocato in una diversa posizione, non legata direttamente agli
uccelli: tale separazione tassonomica sarebbe, ovviamente, un
artefatto della separazione a priori delle due regioni anatomiche.
Pertanto, è
possibile che sia accaduto lo stesso con Nemegtosaurus e
Opisthocoelicaudia?
Solo il ritorno sul
campo e l'eventuale scoperta di nuovo materiale indiscutibilmente
riferibile ai due taxa e, finalmente, sovrapponibile, avrebbe potuto
risolvere la questione.
Questo ci porta alla
spedizione dell'Agosto 2016. Combinando le informazioni storiche e
geologiche, Federico ha ritrovato il sito di scavo di Nemegtosaurus.
La conferma che la località (ri)scoperta sia quella originaria del
1965 viene da "tracce" lasciate dai paleontologi polacchi
stessi nel sito, come resti delle attrezzature usate per scavare e
trasportare il fossile, o cumuli di pietre usate come "marcatori".
Nel sito, fortunatamente, sono presenti alcune ossa, non scavate nel
1965, tra cui alcuni resti di un arto posteriore ed una vertebra
parziale. La vertebra, parzialmente preservata, non pare essere una
dorsale, bensì una caudale prossimale: dettaglio molto importante,
essa è dotata di una marcata convessità anteriore del centro.
Ovvero, tecnicamente, si tratta di una vertebra caudale
opistocelica: questa è proprio la traduzione del nome
Opisthocoelicaudia, ovvero, il sauropode con le caudali
opistoceliche, ed è uno dei caratteri diagnostici dell'altro
sauropode del Nemegt.
Opisthocoelicaudia
è quindi sinonimo di Nemegtosaurus?
Il buon senso e
l'istinto mi dicono di sì, ma a rigore la faccenda è più sottile
da considerare. Difatti, non è sufficiente che Nemegtosaurus
abbia un carattere diagnostico di Opisthocoelicaudia, per
rendere i due taxa sinonimi. Anche se penso che alla fine risulterà
così, è necessario che si rinvengano anche degli esemplari di
Opisthocoelicaudia con resti del cranio, per confermare da
ambo i lati la sinonimia.
Qualora, un giorno,
si rinvegnano resti cranici di Opisthocoelicaudia, avremmo due
possibili opzioni:
- Il cranio di Opisthocoelicaudia skarzynskii è indistinguibile dal cranio di Nemegtosaurus mongoliensis: i due taxa sono sinonimi (il nome valido resta N. mongoliensis).
- Il cranio di Opisthocoelicaudia skarzynskii è distinguibile dal cranio di Nemegtosaurus mongoliensis: i due taxa sono sister-taxa, sulla base della presenza condivisa di caudali opistoceliche.
Questo risultato è,
a sua volta, distinto dalla questione tassonomica che si solleverebbe
dall'opzione 2, ovvero, il nome a livello di genere da usare per
separare i due eventuali sister-taxa (ovvero, l'inclusione di O.
skarzynskii nel genere Nemegtosaurus, come N.
skarzynskii, o la conservazione di Opisthocoelicaudia).
Questa seconda questione sarebbe molto soggettiva, e non vale la pena
dilungarsi a discuterla prima ancora di aver risolto l'opzione 1
rispetto alla 2.
Trovate i dettagli
della (ri)scoperta del sito-tipo di Nemegtosaurus in Currie et
al. (2017).
Bibliografia:
Philip J. Currie,
Jeffrey A. Wilson, Federico Fanti, Buuvei Mainbayar, Khishigjav
Tsogtbaatar. 2017. Rediscovery of the type localities of the Late
Cretaceous Mongolian sauropods Nemegtosaurus mongoliensis and
Opisthocoelicaudia skarzynskii: Stratigraphic and taxonomic
implications. Palaeo3 doi:10.1016/j.palaeo.2017.10.035
Complimenti a Federico Fanti e al suo gruppo, e, direi, anche all'erosione che in quarant'anni ha fatto vedere ciò che prima le rocce celavano.
RispondiEliminaBelli questi "titanosauri" asiatici, chissà come li classificheremo tra qualche decennio, dopo, si spera, nuove scoperte.
Valerio
Mi ricordo bene di questa lotta alla classificazione di Opistocoelicaudia e di Nemegtosaurus, e penso che in realtà tutte le ipotesi morfologiche e filogenetiche riferite ai due taxa siano state prettamente inutili in tutti questi anni, dato che solo nuovi materiali fossili potranno chiarire sufficientemente questa vicenda.
RispondiEliminaAvrei solo una domanda, Andrea, visto che tu sei un paleontologo che ha sicuramente fatto molte esperienza su siti fossiliferi: immagino già che per problemi di fondi, autorizzazioni e mezzi non sia facile organizzare una spedizione, ma come mai in tutti questi anni (dal 1977 a oggi) nessuno è tornato sul sito originario per effettuare ulteriori scavi? Probabilmente avremmo potuto risolvere il dubbio già da molto tempo...sono passati 40 anni in fondo...
Il sito non era chiaramente identificabile: devi considerare che la è un canyon in un labirinto di canyon, era segnata in una mappa fatta a mano da (bravissimi) geologi che lavoravano nel mezzo del nulla con tecnologie del 1965 (no satelliti, no gps, no internet...). Insomma, se poi aggiungi che i soldi e il tempo è sempre poco, non è proprio la cosa più facile e urgente da fare in Mongolia...
EliminaSarebbe utile uno studio strettamente stratigrafico e comparato delle varie località che compongono le formazioni Nemegt, Djadokhta, Wulansuhai etc
RispondiEliminaMolti paper (anche usciti negli stessi periodi) sembrano contraddirsi su queste questioni, per esempio:
Se nel paper A le località x e y vengono considerate correlate ad esclusione della località z, nel paper B le località x e z vengono considerate correlate ad esclusione della y, e ancora nel paper C la y e la z ad esclusione della x.
Siccome il legame tra tali località è stato spesso utilizzato per argomentazioni tassonomiche (per unire/separare le molteplici varietà di es. protoceratopsidi, velociraptorini, anchilosauridi anche senza test filetici) forse individuare come e quanto vicine o lontane, stratigraficamente, siano la località di Nemegtosaurus e Opisthocoelicaudia potrebbe almeno indicare a quale opzione tassonomica (se cioè un'unione a livello specifico o generico) propendere in assenza di materiale craniale di quest'ultimo.
Danny C
visto le nuove tecnologie e nuovi studi più accurati si potrebbe rivedere molti altri siti già scavati. soldi e tempo permettendo.
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