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Una ca***ta pazzesca |
Dovrei essere in fase preparatoria per
la mia partenza alla volta della Tunisia, ma dopo quello che ho
appena visto, occorre un post liberatorio.
Come molti di voi, ho appena visto il
trailer del nuovo episodio della (ormai) quadrilogia di Jurassic
Park, “Jurassic World”.
In passato, ho scritto molti post su
Jurassic Park, film celeberrimo e che rappresenta anche la più
potente emanazione pop della paleontologia dei dinosauri. La scelta
di parlare di Jurassic Park era ben motivata, ed ho dedicato interi
post a spiegare perché, paradossalmente, parlare di Jurassic Park
fosse utile alla comprensione dell'attuale “seconda” rivoluzione
iconografica e concettuale sui dinosauri, rivoluzione iniziata dopo
Jurassic Park.
Jurassic Park nacque come inevitabile
manifestazione di un momento culturale particolare, nel quale la
prima rivoluzione iconografica dei dinosauri, a sua volta espressione
di una rivoluzione scientifica avvenuta quindici anni prima, fosse
avvenuta nel momento giusto per essere tradotta in un prodotto
cinematografico perfetto.
Ma oltre a questi pregi, Jurassic Park
vinse perché si proponeva qualcosa di eticamente ineccepibile:
mostrare i dinosauri così come li avremmo visti alla luce delle
concezioni scientifiche di quel momento. Ed anche se ho scritto
fiumi di parole per ricordare a tutti che qualsiasi concezione
paleontologica è sempre e comunque un prodotto del momento culturale
in cui si sviluppa, restava lodevole ed ammirevole lo sforzo dei
realizzatori del primo film di essere il più aderenti possibili
al paradigma paleontologico che avevano come riferimento.
I film successivi della serie hanno
visto progressivamente scemare questa tensione. Ciò non deve
stupire, dato che l'idea di fondo di Jurassic Park è troppo limitata
e concentrata per poter essere ripetuta all'infinito senza cadere
nello stantio e nel ridicolo. Nondimeno, anche i due seguiti
persistettero con l'obiettivo di essere pur sempre aderenti alla
filosofia originaria: manifestare (nei limiti della finzione
cinematografica) una visione paleontologica. Persino il tanto
bistrattato terzo episodio, per quanto zeppo di pacchianate, non è
uscito da quel solco: abbiamo persino un maldestro tentativo di
aggiornare i dromaeosauridi nel verso della (allora recentissima)
scoperta di piumaggio in questi theropodi, ed uno spinosauro che, per
quanto volutamente ipertrofico, è perlomeno riconducibile a ciò
che, nel 2001, poteva essere scientificamente valido.
Tutto questo viene meno con il nuovo
“Jurassic World”. Il trailer del nuovo film, è già sufficiente per confermare questa interpretazione. Difatt, oltre a manifestare
una banalità devastante (citando Ian Malcom, esso si può riassumere
in questa frase: “Uuuh, ahhh!” è così che si comincia; ma
poi si arriva alle grida ed alla fuga in massa), mostra senza
alcun pudore che lo spirito originario di Jurassic Park, quello
spirito che ci ha fatto amare quel film, è stato ucciso, ed
il suo cadavere scempiato.
Jurassic World uccide Jurassic Park, e
si compiace di ciò.
Jurassic Park era un film sui
dinosauri. I dinosauri: spiegazioni scientifiche (rivedibili e
aggiornabili, ma pur sempre scientifiche) in merito ad animali reali
del passato. Il film girava attorno a questa idea lodevole, e cercava
di restare vincolato a tale idea. E siccome io amo tale idea (l'idea
che i dinosauri siano animali basati su fatti scientifici), Jurassic
Park è da amare, anche nei suoi ovvi limiti.
In Jurassic World, invece, abbiamo
“dinosauri” di pura fantasia, del tutto inventati. Non parlo di
mantenere i dromaeosauridi squamati, che, perlomeno, restano comunque
dromaeosauridi basati su fossili reali. E non parlo nemmeno di
dromaeosauridi trasformati in una muta di cani da caccia al seguito
di un motociclista (immagine che è perfetta per una parodia, non per
un seguito). Qui parlo di animali del tutto inventati di sana pianta.
Esseri che non corrispondono ad alcun animale reale presente nel
record paleontologico. Ovvero, dei mostri.
Jurassic World è un film su mostri.
Mostri: creature di fantasia, assemblate in modo arbitrario ad uso e
consumo della storia.
Nell'atto di proporre mostri in un film
“sui dinosauri”, si uccide definitivamente lo spirito di Jurassic
Park, quell'idea, geniale, vincente proprio perché ritenuta “non
vendibile”, di mostrare un film con i dinosauri così come
dovrebbero essere (al netto delle conoscenze scientifiche del momento
in cui è prodotto il film), invece che mostrare “i dinosauri in
quanto mostri”.
Il film attirerà orde di dinomaniaci
(o sarebbe meglio chiamarli, a questo punto, mostromaniaci),
sarà la gioia dei ragazzini troppo giovani per ricordare lo spirito
del 1993, e farà la gioia del merchandising. Ma sarà odiato da
quelli come me che, in cuor loro, avrebbero apprezzato vedere i
dinosauri così come ce li propose Jurassic Park.
Non ho mai sperato che Jurassic World
proponesse dinosauri aggiornati al 2014. Tale speranza era già stata
stroncata da tempo. Ma perlomeno speravo di vedere dinosauri “di
Jurassic Park”, ovvero, così come li conoscevamo nel 1993,
scientificamente obsoleti nel 2014 ma perlomeno scientidicamente
fondati perché così erano i dinosauri dei Jurassic Park nello
spirito dei suoi realizzatori.
Così non sarà. Siamo tornati ai
monster movies.
Le mie intenzioni di vedere un film del
genere erano già molto scarse.
Ora sono del tutto annullate.
PS: come sempre quando scrivo di
Jurassic Park, avvertenza: se non avete compreso il senso del post, evitate di
commentare fuori luogo.