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Scena da "Un Milione di Anni Fa" |
Pare ormai definitiva ed ufficiale la notizia del quarto episodio di Billy e il Clonesauro, nei cinema a metà del prossimo anno. Per ora, non è ancora ufficiale né un titolo, né un regista, né un produttore, ma tutti paiono nondimeno sicuri dell'uscita del fantomatico film. Orde di fanatici stanno già marciando verso le biglietterie dei cinema, per la loro necessaria dose di dinosauri di celluloide.
Io non penso che adagerò il più importante muscolo del mio corpo su qualche poltroncina per assistere al fantomatico episodio. Non tanto perché non sono ancora del tutto convinto che questo film si farà (non so voi, ma mi pare ancora tutto molto incerto ed ambiguo), ma per una questione molto più ovvia: ho le ghiandole meno importanti del mio corpo che sono letteralmente piene di dinosauri di celluloide. Basta! Non se ne può più! A tutto c'è un limite! Anche il Mesozoico, che più di qualunque altra cosa nell'Universo avrebbe meritato di continuare, ha avuto una fine: perché non ci si vuole rassegnare, e continuare a menare un cadavere stantio che si regge più per i vermi che lo brulicano che sulla propria vera carne?
Posso capire i ragazzini di oggi, che non hanno mai visto questi film al cinema, posso capire che già nel 2001, col terzo-pessimo-episodio, era ancora bambino e non ha apprezzato (?) la pochezza del film al cinema, posso capire chi è immaturo, ingenuo, infantile, insomma, più pervicacemente dinomaniacale perché nato dopo il 1993, ma tutti gli altri che si ostinano a voler un ennesimo episodio al cinema dovrebbero fare un esame di coscienza, fermarsi un secondo, trarre un profondo respiro e domandarsi: NE ABBIAMO DAVVERO BISOGNO?
Molti vogliono vivere in un eterno gioco. Molti si vogliono illudere che sia un eterno 1992, che il massimo disponibile per chi desideri vedere una ricostruzione accattivante di dinosauro sia un VHS di "Alla Ricerca della Valle Incantata", molti vogliono fare finta che a parte qualche vecchio film di Harryhausen, il cinema non abbia fornito nulla di lontanamente passabile. Molti vogliono illudersi di essere ancora come 20 anni fa, sia nella propria ingenuità che nella propria esperienza. Molti vogliono far finta che si possa reiterare "la magia" di un film che funzionò perché fu concepito al momento giusto sia sul piano cinematografico che visivo che scientifico. In breve, molti non si rendono conto che il mondo è cambiato, in modo radicale, epocale e totale. Sia in ambito cinematografico che paleontologico. Dal 1993 in poi, abbiamo visto dinosauri in CGI in tutte le salse, contorni, contesti, abusi e soprusi. Abbiamo visto la diffusione ed imposizione di uno standard visivo, trito e ritrito, di fatto puramente arbitrario e pertanto posticcio alla pari di quelli pre-esistenti. Nonostante ciò, moltissimi si sono letteralmente drogati di questo nuovo canone, ed è da quella overdose decennale che è scaturita l'attuale ansia e frenesia per un quarto episodio, per la dose successiva, così subdolamente inculcata dalle dosi precedenti, così bramata da un'astinenza lunga più di dieci anni. E mentre quelli come me si sono ampiamente disintossicati, proprio perché si cresce e si smette di aver bisogno di immagini posticcie, di surrogati visivi, di feticci in CGI, molti altri si sono invece ripiegati nel ricordo, nell'attesa di un qualcosa che non solo richiedevano, ma sentivano come un atto dovuto "dal sistema".
Venti anni fa, il primo episodio vinse perché si impose con la più grande bugia della storia della paleoarte: la menzogna che i dinosauri di JP fossero proprio come i veri dinosauri. Tutti coloro che sono stati al cinema, hanno visto il film e sono rimasti colpiti dai dinosauri del film sono stati ammaliati da quella menzogna. La menzogna, non esplicita, ma implicita nel modo con cui è stata presentata la creazione dei dinosauri nella produzione del film, ha avuto l'effetto di un cavallo di Troia, abbattando le mura di scettiscismo di tanti. Se presenti i TUOI dinosauri come I VERI dinosauri, e se lo fai ammantandoti di una posticcia patina di "supervisione scientifica", abbatterai moltissime resistenze, e imporrai la tua soggettività come una oggettività. Eppure, se siamo onesti, i dinosauri del film NON sono i "veri dinosauri", perché sono niente più che le personali interpretazioni di un gruppo ristretto di paleoartisti (e al più pochissimi paleontologi). E, come spero avrete imparato in questi anni, i paleoartisti quasi sempre sono poco-paleo e molto-artisti, se non altro perché la paleontologia è molto avara di informazioni visive, le quali devono essere "create" dalla libertà creativa dell'artista. Jurassic Park ha reso i dinosauri di Paul, Gurche, Bakker gli unici dinosauri plausibili, e ciò è una manipolazione della verità paleontologica. Solo negli ultimi anni questa verità sta emergendo e acquisendo il giusto grado di consapevolezza. Per anni, la mia critica ai dinosauri bakkeriani-pauliani-chrichtoniani-spielberghiani è stata attaccata quasi unanimamente come una forma di blasfema eresia, mentre ora essa è riconosciuta da molti altri autori come la corretta valutazione di ciò che è avvenuto nel periodo post-1993. La generazione che è cresciuta a pane e JP è di fatto una generazione plagiata da un pensiero unico, da un partito unico paleoartistico, un partito Hollywoodiano vagamente ispirato da una manciata di paleontologi americani. L'intero pianeta paleoartistico nel quindicennio 1993-2008 è stato quindi plagiato da un solo canone estetico focalizzato in una piccola fascia che va dal Montana alla California. Non stupisce che "il paleontologo più famoso del mondo" degli ultimi 20 anni sia Jack Horner, ispiratore/modello/canone imposto del paleontologo del primo film: egli è difatti, volente o nolente, un prodotto della fabbrica mediatica che ha imposto un solo modello di rappresentazione dei dinosauri, di concezione paleontologica e di stile di paleontologo. Chi non era aderente al canone è stato ostracizzato, marginalizzato dal sistema mediatico. E ciò, in un sistema come la paleontologia, dove non esiste "la verità ufficiale" ma un consenso che deriva dall'accumulo di prove scientifiche, è stato un danno ed un freno al progresso della disciplina. Non stupisce che per almeno un decennio il principale modello di paleontologo al quale pareva essere "condannato" ogni aspirante ricercatore era quello "ufficiale" del film: nordamericano, maschile, mesozoico. Ho conosciuto persone ossessionate dall'idea che se non avessero seguito QUEL MODELLO difficilmente avrebbero avuto speranza di far carriera. Anche queste ossessioni sono prodotti di un sistema plagiato da un pensiero unico, a sua volta imposto da un sistema mediatico uniformato dal film hollywoodiano.
Tutto ciò che ho brevemente abozzato mostra come un film come JP vada aldilà della mera proposizione di dinosauri di celluloide, ma sia nucleo e fulcro di un intero sistema concettuale e di valori, capaci di plasmare e plagiare una generazione.
Come sarà il quarto episodio? Temo che sarà un pessimo episodio, sul trend ipertrofico, rumoroso, autoreferenziale e bulimico dell'attuale produzione hollywoodiana. Ciò, forse, avrà l'effetto positivo di non creare un fenomeno epocale così accattivante come avvenne 20 anni fa, lasciando le nuove generazioni libere di scegliere in modo autonomo la propria concezione di paleontologia e dinosauri.
Che immagine darà dei dinosauri? Temo non molto intelligente. Non basterà aggiustare i polsi, ricoprire di piumaggio e accentuare tratti aviani per rendere giustizia alla rivoluzione concettuale attualmente in atto in paleontologia dei dinosauri. L'unico modo veramente intelligente di proporre un dinosauro al cinema sarebbe evitando di proporlo: ma dubito che qualcuno possa cogliere fino in fondo le implicazioni di una simile rivoluzione mentale.
Per questo, andate pure in orde lobotomizzate, al cinema, per i vostri sacrosanti dino-mostri. Se quello è il solo modo con cui il vostro cervello può concepire il dinosauro, è giusto che vi saziate, in attesa del quinto episodio.
Io probabilmente resterò fuori.