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11 ottobre 2010

Impronte di uccelli africani del Giurassico Medio?

Ho scritto, in più occasioni, che il futuro della paleontologia dei theropodi è nel Gondwana, in buona parte ancora poco conosciuto. Ho anche scritto, in più occasioni, che il Giurassico Medio è la fase "oscura" dell'evoluzione dei dinosauri in cui si differenziano le principali linee che persisteranno nel resto del Mesozoico, e che sicuramente riserva le principali scoperte per collegare i grandi rami evolutivi dei theropodi. Pertanto, qualsiasi reperto dal Giurassico Medio del Gondwana è un prezioso tassello meritevole di studio approfondito. Il post di oggi parla proprio di uno studio recentissimo effettuato su un reperto scoperto a metà degli anni '80 del XX secolo. Si tratta di una lastra dal Giurassico Medio del Marocco contenente alcune serie di orme tridattile di piccole dimensioni. Il reperto è estremamente interessante, dato che le orme sono state attribuite a possibili uccelli primitivi.
Belvedere et al. (2010) hanno rianalizzato e descritto nel dettaglio questo reperto. In particolare, lo studio si è servito di uno scanner laser in grado di identificare differenze di profondità dell'ordine di 0.4 mm. Questo al fine di rinvenire eventuali tracce non visibili con la normale osservazione ad occhio nudo. L'analisi ha permesso di riconoscere varie piste lasciate da piccoli bipedi tridattili, chiaramente dinosauriani nella geometria del passo e nella morfologia del piede. Tuttavia, Belvedere et al. (2010) ritengono che la morfologia delle impronte identificate non sia attribuibile in modo non ambiguo a degli uccelli. Difatti, essi notano, la combinazione di caratteristiche presenti nelle orme è ampiamente distribuita tra tutti i dinosauri bipedi di piccola taglia, non solo uccelli, ma anche altre linee di theropodi e persino ornithischi bipedi. In particolare, gli autori notano una serie di similitudini con un icnotaxon, Anomoepus, caratteristico del Giurassico Inferiore e riconducibile a piccoli ornithischi bipedi.
Condivido la cautela degli autori. A parte orme di taxa aventi morfologie caratteristiche e distintive, ad esempio i deinonychosauri o i therizinosauri, la maggioranza dei theropodi e, in generale, i dinosauriformi bipedi di piccola taglia, tendono a mantenere una morfologia conservativa, che non permette identificazioni precise a bassi livelli tassonomici. Nondimeno, il reperto è significativo, data la scarsità di evidenze dirette sui dinosauri di piccola taglia nel Giurassico Medio.

Ringrazio Matteo Belvedere (Università di Padova) per avermi inviato in quasi anteprima assoluta una copia del suo studio.

Bibliografia:
Belvedere, M., Dyke, G., Hadri, M., Ishigaki, S. 2010 The oldest evidence for birds in Northern Gondwana? Small tridactyl footprints from the Middle Jurassic of Msemrir (Morocco), Gondwana Research doi:10.1016/j.gr.2010.08.004

5 commenti:

  1. ciao, ho da poco scoperto il tuo blog ma è da subito diventato la mia fonte preferita di notizie e aggiornamenti, io sono solo un dinoenthusiastic di lungo corso, non un addetto ai lavori, ma avrei un paio di domandine su Dilophosaurus whetherilli, il mio nuovo amico, di cui sto provando una ricostruzione in creta..posso fartele qui.. Complimenti al blog e al tuo stile

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  2. Ciao, e grazie per i complimenti.
    Fai pure le domande qui.

    Ciao

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  3. grazie!,,Allora..esistono studi in merito ad una possibile presenza di strutture (tessuti, muscoli,..) nello spazio che intercorre tra le due creste sul cranio? SE si, vi sono ipotesi su come potrebbe cambiare l'aspetto esteriore dell'animale?terza ed ultima: quanto erano mobili gli arti anteriori e come sono da immaginare in una postura di riposo? se ti interessa ti mandero una foto del modello finito! grazie ancora

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  4. In generale, le due creste sono espansioni ossee laterali del tetto del nasale. Nessun muscolo si inserisce in quella zona. Non ci sono dati sulla presenza di strutture molli. Mi pare che tutti gli studiosi interpretino le creste ossee come supporti per creste cornee, come nelle creste di certi uccelli attuali. Tieni presente che la forma esatta della cresta non è nota, e che la forma semicircolare che si mostra di solito è una interpretazione che si tende a copiare da precedenti tavole artistiche, ma non è necessariamente quella vera. Questo ti da un certo margine di fantasia per la forma esteriore delle creste.
    La mobilità dell'arto è discussa in questo vecchio post (parla di allosauroidi, ma va bene in linea generale anche per Dilophosaurus): http://theropoda.blogspot.com/2008/11/abbracci-allosauroidi.html

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  5. Grazie mille, davvero esaustivo e sopratutto... semplice! per una scarpa come me vuol dire tanto... anzi tutto! saluti maniraptoridi quindi, visto che , a quanto ho letto , allosauri e compari non potevano salutarsi con la mano..

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